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Nerone chiamò alle armi i cittadini Romani ma nessuno si presentò e arruolò gli schiavi. Organizzò
la spedizione alle porte del Caspio e per finanziare queste misure impose la tassa sul reddito. Il
malcontento generale era in aumento e comparvero nei luoghi pubblici cartelli omonimi contro
l'imperatore.
In seguito insorsero altri eserciti compreso quello dell'Italia del nord. Il corpo di guardia lo
abbandonò e decise di cercare qualche rifugio nascosto dove riprendere animo e lo trovò da
Faonte. I compagni liberti lo invitarono a sottrarsi con il suicidio agli oltraggi che lo attendevano.
Arrivò anche un dispaccio nel quale il Senato lo aveva dichiarato nemico pubblico ed era ricercato
per essere punito (trascinato nudo per le strade con un giogo al collo, fustigato a morte e poi
gettato nella rupe Tarpea).
Il primo ad arrivare fu Icelo, liberto, incarcerato all'epoca dell'insurrezione del suo padrone e
permise ai familiari di Nerone di cremarlo e seppellirlo con i dovuti oneri, in seguito partì per la
Galba per portare la notizia. La reazione del popolo fu in parte gioiosa: Tacito afferma che i
senatori, i cavalieri esultavano la libertà recuperata, altri invece non erano così felici.
Galba voleva creare un'immagine contrapposta a quella del lusso eccessivo di Nerone, ma nel 69
fu vittima di un complotto da parte di Otone, deluse dal fatto che Galba avesse scelto come
successore un altro al posto suo. Governava la provincia della Lusitania e quando Galba insorse
egli fu il primo a dichiararsi al suo fianco. Uno dei primi atti ufficiali del nuovo Imperatore fu lo
stanziamento di 50 milioni di sesterzi per il completamento della Domus Aurea di Nerone ma 3
mesi erano pochi perché egli prese piede. Le sue truppe vennero sconfitte nell'Italia settentrionale
ed egli si suicidò. Il nuovo Imperatore fu Vitellio, caro a Nerone, ma le sue legioni furono sconfitte
da quelle di Vespasiano e Roma fu conquistata e Vitellio assassinato. In seguito ci furono 3 falsi
Nerone. Il I comparve in Grecia, il quale approfittò delle voci sulla morte di Nerone per formare
disordini nelle province di Asia e Acaia. Il II, Terenzio Massimo, comparve in Asia intorno al 79-81,
anche lui somigliava a Nerone e come lui cantava e suonava la cetra. Il III era una figura oscura,
intorno all'88-89. La usa storia viene ripresa da un gruppo di composizioni poetiche note come
Oracoli Sibillini, scritti in greco e fondati sulle profezie delle Sibille greche, importanti più dal
punto di vista politico che teologico.
Negli studi moderni troviamo ripetuto infinite volte che Nerone subì la Damnatio Memoriae cioè la
condanna del suo ricordo, termine comunque impreciso e fuorviante per più aspetti. L'espressione
è stata ripresa anche dagli storici dell'arte e applicata alla pratica di rimodellare il ritratto di un
imperatore.
II - Le Storie e la Storia
Nerone, imperatore di Roma dal 54 al 68 d.C. Al centro della città di Roma fece costruire il suo
palazzo la Domus Aurea. Fece giustiziare e assassinare gran parte dei suoi parenti + stretti. Molti
scrittori hanno scritto di lui, tra cui Tacito, Dione e Svetonio.
Tacito (56-dopo il 120 d.C.), autorevole senatore, console nel 97 e proconsole della provincia di
Asia nel 112-113 e grande Storico di Roma. La sua opera Annali parla della Storia di Roma anno
per anno dalla morte di Augusto (14 d.C.) fino al 68. Il regno di Nerone è compreso dai libri XIII-
XVI.
Vetonio (70-130 d.C.), letterario, funzionario imperiale. Egli scrisse La Vita dei 12 Cesari che va
da Giulio Cesare (100-44 a.C.) a Domiziano (51-96 d.C.). Ordinata per argomenti più che per
cronologia. La vita di Nerone fu scritta tra il 120-130.
Cassio Dione (164-dopo il 229), senatore, console, proconsole e governatore delle province
militari di Dalmazia e Pannonia Superiore. Scrisse la Storia di Roma in greco, dal fondatore
Romolo fino alla sua epoca. Degli originali 80 libri, tre erano dedicati a Nerone.
I 3 scrittori erano comunque indipendenti l'uno dall'altro in quanto Tacito, quando morì Nerone
aveva 12-13 anni, Svetonio non era nato e Dione visse molto più tardi. Le diverse fonti disponibili
erano il sentito dire, i documenti ufficiali, archivi privati e pubblici. risaltano 2 tipi di scritture:
1. le memorie scritte dai membri della famiglia imperiale, tra cui le Memorie di Agrippina che
narravano la storia della dinastia e quella della sua vita dal suo punto di vista.
2. è quella meglio nota come Martirologico, resoconto della vita impavida e della morte gloriosa
di uomini illustri sotto Nerone.
Di solito gli storici antichi non usano menzionare le loro fonti, Tacito lo fa negli Annali. I° Plinio il
Vecchio, suo nipote Plinio il giovane ha tramandato un elenco dei suoi numerosi scritti; II° Fabio
Rustico, amico e seguace di una delle vittime più importanti per Nerone e non gradito alla corte
nel periodo che va dalla caduta di Seneca alla morte di Nerone, III° Cluvio Rufo, autorevole
senatore, amico intimo di imperatori e oratore di fama, visse il regno di Nerone da uomo maturo
edera suo amico.
4 episodi importanti della vita di Nerone ci mostrano che le cose non sono semplici come
appaiono:
1. la morte dell'Imperatore Claudio, il quale morì a causa di un fungo avvelenato da sua moglie
Agrippina perché suo figlio Nerone potesse diventare Imperatore; Tutti e 3 i nostri autori
concordano che dietro l'assassinio del marito ci fosse Agrippina, ma ci sono varianti che
dimostrano che nessuno sapeva davvero cos'era successo, chi fosse l'autore, dove e come
l'avesse fatto.
2. come Nerone corteggiò la sua II moglie, Poppea Sabina. Nerone si infatuò della donna ma
anche Otone aveva una relazione con lei e venne allontanato affidandogli il governo della
provincia di Lusitania;
3. la sua esibizione canora mentre Roma bruciava, nel 64, Nerone suonò la cetra mentre Roma
bruciava, aveva un ossessione per l'arte ma indifferenza per la sofferenza umana. Anche qui le
narrazioni moderne tendono a smussare i particolari scomodi;
4. le sue ultime parole famose, Nerone si suicidò nel 68 d.C., le fonti sono diverse per quanto
riguarda la sua esclamazione "Quale Artista Perisce Con Me". La fonte più attendibile fu Cluvio
Rufo che dovette interrogare i testimoni fra i suoi compagni delle ultime ore. Altra fonte è
Nerone stesso.
III - Il Ritratto dell'Artista
Secondo la tradizione, i giochi olimpici vennero celebrati la prima volta nel 776 a.C. in onore di
Zeus a Olimpia, con il passare dei secoli, si aggiunsero nuove prove e da uno si passò a 5 giorni e
celebrate ogni 4 anni. Nerone arrivò in Grecia con lo scopo di partecipare a tutte le più importanti
manifestazioni atletiche della Grecia. Le Olimpiadi vennero spostate di un anno (66) proprio per il
suo arrivo, inoltre vennero aggiunte per la prima volta competizioni artistiche, canto e recitazione.
Egli vinse ogni gara e dopo la sua morte i giochi tornarono al calendario normale (69). Egli
gareggiò in 4 specialità:
- canto accompagnandosi con la cetra;
- si esibì nella recitazione tragica con maschera e costume;
- corsa dei carri in diverse località;
- gareggiò come araldo, così da poter proclamare le proprie vittorie.
Il suo comportamento in Grecia suscitò negli scrittori sentimenti contrastanti,anche perché non vi
erano dubbi circa l'esito scontato, egli prendeva seriamente il suo ruolo e rispettava
scrupolosamente le regole delle gare. Fin dall'inizio del suo regno, egli si esercitava costantemente
con la cetra e comunque talento o no, il suo addestramento e il rispetto delle regole delle gare
fanno pensare che egli fosse convinto della propria bravura.
Mentre era in Grecia, si vuole che un suo agente a Roma facesse assassinare un nobile e suo
figlio perché non volevano cedere il loro titolo di Pythicus, vincitore pitico, titolo che ora spettava a
Nerone dopo i suoi trionfi nei giochi di Delfi.
Significativo è il noto incidente in cui Nerone guidava un carro di 10 cavalli e fu sbalzato, non
finendo la corsa, ma i giudici gli assegnarono lo stesso la corona. Prima di ogni esibizione si
rivolgeva ai giudici con il massimo rispetto. Nonostante il risultato scontato, era sempre
preoccupato e ricompensò riccamente i giudici di Olimpia per avergli dato il I° premio nella corsa
nonostante non l'avesse portata a termine. Abbiamo il ritratto di un Imperatore che credeva nel
proprio talento e che pensava, recitando, di rappresentare Roma.
All'epoca di Nerone molti spettacoli pubblici erano disponibili per i Romani ricchi e poveri, che
potevano goderne in 3 luoghi:
- il Circo Massimo, gara dei carri
- l'Anfiteatro dove combattevano i gladiatori, venivano rievocate le battaglie navali, giustiziati i
criminali ecc. Quello più grande era il Colosseo
- Teatro Semicircolare, si assisteva ad esecuzioni drammatiche, musicali e coreografiche, sulla
scena e nell'orchestra più importante era il teatro di Pompeo.
In seguito i giochi a Roma assunsero un aspetto sempre più politico. In uno specifico spazio di un
teatro, un circo o un'arena, si potevano dire cose che altrove andavano taciute. Divenne poi una
consuetudine che durante i giochi, il popolo rivolgesse le sue richieste direttamente all'Imperatore,
spesso per decidere il destino di un singolo o per ottenere pubbliche concessioni. L'imperatore
accoglieva sempre le richieste, in caso contrario spiegava il perché. Le regole variavano in base al
luogo e si modificavano con il tempo e a partire dal I° sec. a.C. la legge imponeva agli spettatori un
costume e per sottolineare la solennità dell'occasione, gli spettatori sedevano in posti assegnati a
secondo della loro collocazione nella società.
Per valutare la sua carriera artistica è necessario considerare i giochi celebrati durante il suo regno
55 d.C., qualche tempo dopo la rottura con la madre, Nerone offrì uno spettacolo con uomini a
cavallo che cacciavano tori, i cavalieri combattevano come gladiatori e la cavalleria uccideva con i
giavellotti orsi e leoni.
59 d.C., dopo l'assassinio di sua madre, Nerone presentò 2 grandi giochi:
- i giochi massimi, celebrati in onore dell'eternità dell'Imperatore, erano pubblici e
comprendevano spettacoli di teatro, anfiteatro e circo e l'Imperatore aveva presieduto.
- i i giochi della Gioventù, celebravano il primo taglio della barba del 21enne Nerone, giochi
privati.
60 d.C. innovazione nella natura degli spettacoli. Nerone introdusse a Roma i giochi greci che
chiamò Neronia. Dedicò a Roma le sue nuove terme e l'annessa palestra in stile greco.
64 d.C. partecipò in pubblico alle corse dei carri e dopo il grande incendio egli celebrò uno
spettacolo privato nei suoi giardini.<