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LIBRO III temi

Il libro narra la drammatica caduta di Troia, voluta dal Fato e dunque inevitabile; essa è tanto più dolorosa perché inattesa, dal momento che coglie di sorpresa i Troiani, i quali avevano creduto alla ritirata del Greci. D'altra parte, la caduta della città rivela anche la cecità degli uomini e la loro incapacità di cogliere i segni evidenti della realtà: nemmeno i suoni sordi e minacciosi che rimanda il ventre del cavallo percosso da Laocoonte li dissuadono dal portarlo in città. Ma è il Fato stesso che vuole così: ha già stabilito che Troia cadrà, e a nulla può valere l'opposizione del sacerdote Laocoonte, il quale ha invece compreso la verità. Contrariamente a quanto accade nei poemi omerici, dove gli uomini pagano per colpe effettivamente commesse, Laocoonte è una vittima innocente: l'ira degli dèi si abbatte sugli uomini senza che questi

L'abbiano provocata, come già il poeta aveva preannunciato nella protasi. La caduta di Troia dipende dall'inganno: paradossalmente, la città in cui gli eroi si erano a lungo scontrati nel rigoroso rispetto del codice eroico, cade per un'ingegnosa macchinazione; non le armi di Achille e dei più forti eroi, ma l'astuzia di Ulisse e dello scaltro Sinone.

La struttura

Il canto si apre con una breve premessa, in cui Enea sottolinea il dolore che i ricordi gli procurano; inizia poi il racconto vero e proprio. La prima sequenza è centrata sulla falsa partenza degli Achei e sulla vicenda del cavallo, cui si legano gli episodi di Sinone e Laocoonte: con l'ingresso del cavallo in città si chiude questa prima parte (vv. 14-249). Nella seconda sequenza, Enea racconta gli avvenimenti della notte, che prendono avvio dall'apparizione dell'ombra di Ettore e sono centrati sulle lotte che divampano per la città e culminano

narratoreSeguendo il modello omerico, Virgilio utilizza la prima persona per narrare le vicende drammatiche della città di Troia nella sua ultima notte, in un contesto amico e ospitale. La narrazione si concentra principalmente sull'uccisione di Priamo, seguita dall'angosciosa fuga di Enea e dei suoi compagni verso i monti. Durante la fuga, Enea è tormentato dal ricordo del padre e dalla dolente apparizione di Creusa. Virgilio attinge presumibilmente a fonti romane come Ennio, Accio e Nevio per la sua narrazione della caduta di Troia, mentre in Omero la fine della città è accennata solo in modo generale.modello dell'Odissea, Virgilio affida a Enea la narrazione delle ultime oredi Troia: l'eroe troiano, come Odisseo, è nello stesso tempo protagonista e narratore degli eventi (narratore interno), coinvolto emotivamente e ancora preda della sofferenza e della nostalgia per la patria e gli affetti che ha perduto, primo tra tutti quello della moglie Creusa. Nel racconto viene ribadito il suo doppio ruolo, quello di un uomo segnato da una dolorosa vicenda personale e di capo, cui è affidata la salvezza dei suoi. Il tempo Due tempi si sovrappongono: il presente, cui fa da sfondo la reggia ospitale e sicura di Didone, e il passato, nel ricordo drammatico della caduta della città. Il racconto, che trasforma la serata ospitale in uno scenario di morte e sopraffazione attraverso le parole di Enea, occupa tutta la notte, che trascorre nella rievocazione delle vicende. I personaggi Nella complessa architettura del libro, due sono i personaggi dominanti: Laocoonte ed Enea. A Laocoonte, Enea domina la seconda parte del libro: dapprima tenta una disperata difesa della città, armi in pugno, come farebbe qualsiasi eroe tradizionale; quindi, su esortazione di Ettore, che gli appare in sogno come una voce ispirata dal Fato, si rassegna a una fuga che si configura subito come un doloroso ma necessario esilio, affrontato per salvare gli dèi Penati e la stessa memoria della città, che la sorte vuole far rinascere altrove. Fra gli eroi Achei che si rendono responsabili della caduta della città spicca Neottolemo, il figlio di Achille, che uccide in modo ignominioso il vecchio Priamo, senza rispetto per la sua veneranda età. Gli Achei, assetati di vittoria, hanno

persoogni ritegno e ignorano le prescrizioni eroiche che avevano ispirato lo stesso Achillenel nobile dialogo con l'anziano Priamo.Il mostruoso prodigio che coinvolge Laocoonte e i suoi figli rivela l'ostilità del Fato:ogni sentimento di pietà è travolto e gli dèi si avvalgono di qualsiasi mezzo perportare a compimento il piano segnato. L'intervento di Venere, che svela a Enea glidèi stessi volti a distruggere la città, presenta figure divine in preda a una furiatravolgente, ormai incontrollabile, che utilizzano l'inganno e la violenza. A fiancodegli dèi che abitano l'Olimpo e influenzano l'azione degli uomini si collocano iPenati, dèi protettori del focolare che Enea porterà in salvo con sé, per continuare latradizione di Troia e garantire la continuità del culto anche nella nuova patria.

LIBRO III

La prima tappa del viaggio di Enea è la Tracia, dove appare un terribile

difficile lotta per raggiungere l'Italia. Dopo aver superato questa prova, i Troiani arrivano in Sicilia, dove vengono accolti dal re Acestes. Qui celebrano dei giochi funebri in onore del padre di Enea, Anchise, e si preparano per il viaggio finale verso l'Italia. Durante il viaggio, Enea visita l'oltretomba e incontra l'anima di Didone, la regina di Cartagine che si era suicidata per amore di lui. Infine, i Troiani raggiungono l'Italia e iniziano la guerra contro i popoli locali per conquistare la terra promessa.

terribile fame. Dalle Strofadi gli esuli giungono ad Azio e poi nell'Epiro, dove incontrano Eleno, figlio di Priamo, e Andromaca, ora sua sposa. Eleno spiega a Enea come arrivare in Italia evitando i Greci del sud Italia, e Scilla e Cariddi. Gli predice inoltre che capirà di essere giunto a destinazione quando alla foce di un fiume vedrà una scrofa bianca con trenta porcellini.

Enea riprende il viaggio e giunge in vista dell'Italia. Dopo una sosta in Calabria e lo sbarco nella terra dei Ciclopi, dove accoglie con sé il vecchio Achemenide, abbandonato da Odisseo, si dirige verso Drepano, in Sicilia, terra del troiano Aceste. Qui muore Anchise. Con il racconto della tempesta e del naufragio termina la rievocazione dell'eroe.

Approfondimenti

La Tracia e Polidoro

Troia è ormai un cumulo di macerie, e sul monte Ida i pochi superstiti iniziano a costruire le navi per emigrare. Terminato l'allestimento, Anchise ordina di dispiegare le vele. Gli

Esuligiungono in Tracia, terra abitata da un popolo alleato. Enea inizia il rito di fondazione dellacittà e prepara un sacrificio in onore degli dèi. Mentre strappa dei rami per ornare gli altari,dai rami recisi sgorga del sangue.

La Tracia è la prima tappa di un viaggio non voluto, ma subìto: Enea non ha la sete diconoscenza e lo spirito d’avventura di Odisseo; i suoi sono spostamenti intrapresi perobbedienza. Ogni luogo è vissuto con la speranza che questa sia la destinazione finale e conla paura per l’ignoto. La tappa in Tracia è macabra, poiché rievoca il sangue, la morte, ildolore. Nella rievocazione dell’uccisione di Polidoro segue l’invettiva contro la bramadell’oro, che conduce all’assassinio. Enea, rappresentante di un mondo frugale, leale edevoto, viene contrapposto a Polimestore, il quale non ha esitato a uccidere per ricchezze. Ilpoeta interviene con un altro accostamento, quello delle

vicende di Polidoro e di Didone, vittima anch'ella della cupidigia e dell'empietà umana. Creta e le Strofadi Sbarcati a Creta, i Troiani credono di essere giunti a destinazione. Iniziano allora a costruire la nuova città, ma una pestilenza decima uomini e animali e rende sterili i campi. Anchise propone di tornare a Delo, ma i Penati compaiono in sogno a Enea e svelano che la calamità è dovuta al fatto che l'antica madre non è Creta, ma l'Italia, la terra di Dardano. Enea si consulta con Anchise, il quale ricorda che Cassandra aveva profetizzato che i Teucrisi sarebbero stanziati sulle "spiagge d'Esperia". La flotta troiana salpa allora verso Occidente, ma viene sospinta da una tempesta alle isole Strofadi, dove vivono le Arpie, mostri metà donna e metà uccello. Le Strofadi costituiscono la quarta tappa del viaggio di Enea, inquadrata in un'atmosfera di negatività, introdotta dalla tempesta econcretizzata nell'apparizione delle Arpie, creature immonde che attaccano i Teucri. La profezia malefica di Celeno getta una luce sinistra sul futuro degli esuli, che smarriti percepiscono tutta la loro impotenza. L'unica ancora di salvezza è la pietas, questa volta incarnata da Anchise, che invoca gli dei in aiuto. Azio Lasciate le Strofadi e superate le isole sotto il dominio di Ulisse (Itaca, Dulichio, Zacinto e Same), i Troiani arrivano sul promontorio di Azio e si purificano nel tempio di Apollo. Offrono sacrifici in onore di Giove e celebrano i Ludi Iliaci per il quarto anniversario della caduta di Troia. Enea affigge sulle porte del tempio lo scudo di Abante, trofeo di guerra. Passato l'inverno, i profughi riprendono la navigazione e giungono in città greche su cui regnano i troiani. A Butroto governano Andromaca ed Eleno. Questa sosta segna la linea di demarcazione tra il passato e il futuro di Enea. Eleno e Andromaca rappresentano il passato.

perché vivono di ricordi: Eleno, il figlio veggente di Priamo, ha costruito una nuova Troia; Andromaca, ora

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lia_1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura del mondo classico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pitotto Elisabetta.