CAPITOLO 9: SVILUPPARE IL CAPITALE UMANO
Il capitale umano rappresenta una delle componenti del capitale intellettuale, in grado di alimentare il
vantaggio competitivo aziendale. Spesso il processo di sviluppo delle competenze dei lavoratori viene
affrontato in termini semplicistici, come un passaggio necessario a portare le persone al livello di
produttività desiderato: l’individuo si adegua a quanto richiesto dalla job description. Intendere la
formazione solamente secondo questa logica è, però, riduttivo per due ragioni: il lavoratore modella
continuamente il proprio ruolo e la formazione dovrebbe permettere ai collaboratori di cogliere le
possibilità di sviluppo indicate dalla strategia. Attraverso le politiche di formazione, l’organizzazione
governa la trasformazione delle competenze dei lavoratori nel periodo durante il quale essi operano nel
mercato interno del lavoro. Il tipo di cambiamento che subisce il capitale umano individuale può essere di
due tipi:
Una trasformazione forte (generale): si ha nel caso in cui le conoscenze e le competenze apprese
non siano direttamente legate a un’occupazione o a un contesto organizzativo. Potranno essere
utilizzate in più attività e in diverse imprese (conoscenza di una lingua straniera, gestione dello
stress).
Una trasformazione debole (specifica): si verifica quando le capacità apprese sono specifiche di un
contesto organizzativo, e quindi utilizzabili solo, o quasi esclusivamente, all’interno dell’impresa che
le ha formate. Esse perdono buona parte del loro valore sei applicate in un diverso contesto
(conoscenza dei prodotti che si vendono).
La trasformazione del capitale umano può essere ottenuta dall’imprese attraverso due modalità principali:
l’addestramento (Attiene alla trasformazione debole del capitale umano. Ha l’obiettivo di trasferire abilità
già definite e controllabili attraverso strumenti didattici e l’esperienza operativa) e la formazione (È relativa
alla trasformazione forte del capitale umano. Ha lo scopo di sviluppare capacità di dominare situazioni
sconosciute e di creare nuove abilità). La progettazione delle attività di formazione è quindi importante non
solo dal punto di vista dell’impresa, ma anche dal punto di vista del lavoratore, perché rappresenta una
21
delle voci principali del contratto psicologico. È, inoltre, difficile per l’impresa quantificare il ritorno degli
investimenti in formazione perché (si investe meno nelle PMI e sui lavoratori con contratto determinato):
Il processo di trasformazione delle competenze genera risultati che non sono certi e possono
diventare obsoleti prima che i costi siano recuperati.
Il lavoratore è autonomo nel decidere quando mettere in pratica il sapere sviluppato.
L’utilità degli investimenti dipende dal comportamento attivo del lavoratore.
I rendimenti di tali investimenti sono appropriabili sia all’impresa che al lavoratore.
Nonostante questi limiti, le imprese investono per queste ragioni:
La carenza di persone già formate nel mercato del lavoro.
La possibilità di sviluppare professionalità che non sono facilmente trasferibili.
La capacità di trattenere il lavoratore formato.
In termini generali, la propensione all’investimento in formazione da parte dell’azienda è proporzionale alla
sua capacità di identificare e sviluppare sistemi di competenze distintive. Il processo formativo, infine, è
scomposto in 4 fasi: analisi dei fabbisogni formativi, obiettivi e pianificazione del percorso formativo,
somministrazione del programma di formazione, monitoraggio e valutazione.
9.1 Analisi dei fabbisogni di formazione
Un piano di formazione necessita di una fase preliminare di analisi dei fabbisogni: questa è costituita da
attività di raccolta di informazioni e di analisi organizzativa, al fine di definire quali siano le conoscenze che
devono essere trasmesse e le competenze da sviluppare nei lavoratori. In questa fase i soggetti che
esprimono la domanda formativa raggiungono una maggiore consapevolezza dei fabbisogni, dei limiti e
delle potenzialità proprie e del contesto al quale è orientata la proposta formativa. L’analisi dei fabbisogni
può essere svolta a tre livelli: organizzativo, professionale e individuale.
L’analisi dei fabbisogni organizzativi identifica le esigenze di formazione che derivano dalle scelte
strategiche dell’impresa. Viene esplicitato se e in che misura la formazione può essere considerata
uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi strategici e viene verificata la coerenza tra gli esiti
attesi del piano di formazione e i valori dell’azienda. Nel caso in cui l’impresa sia in grado di
identificare in modo chiaro gli obiettivi strategici, la definizione dell’intervento formativo potrà
avvenire senza eccessivi problemi. Dati questi obiettivi, l’analisi dei fabbisogni formativi si
concentrerà sulla determinazione degli esisti dell’intervento e dei potenziali problemi di
organizzazione, che devono essere tenuti in considerazione nella successiva fase di progettazione.
Un’accurata analisi dei fabbisogni formativi, però, potrebbe anche condurre l’impresa a considerare
altri interventi di gestione del personale, diversi dalla formazione, per raggiungere gli obiettivi
strategici definiti. Molto spesso, infine, l’analisi dei fabbisogni organizzativi si accompagna a
un’analisi delle condizioni organizzative, nelle quali la formazione viene fatta. Gli strumenti utilizzati
in questa fase sono: interviste ai top manager e agli utenti della formazioni e dati provenienti dal
sistema informativo del personale.
L’analisi dei fabbisogni professionali identifica le esigenze di formazione che provengono dalla
valutazione delle posizioni organizzative, mettendo in evidenza il gap esistente tra i compiti, le
performance realizzate e quelle desiderate. Il primo step di questa analisi è rappresentato da una
fase di tipo descrittivo, il cui obiettivo è la descrizione dei compiti previsti da ciascuna posizione. Il
secondo step è relativo, invece, alla definizione delle competenze necessarie per svolgere le attività
identificate in precedenza. Vengono definite in termini di: conoscenze (sapere informazioni e
nozioni teoriche relative alle competenze professionali e comportamentali), skill (saper fare
capacità di mettere in atto un sistema di comportamenti funzionale al raggiungimento
dell’obiettivo) e comportamenti (saper essere intesi come l’insieme di azioni messe in atto per
gestire il proprio ruolo organizzativo, la propria sfera emotiva e relazionale). In questo modo si
ottengono delle indicazioni per determinare i contenuti delle attività formative che verranno
22
progettate. Rispetto a questi aspetti, però, i cambiamenti organizzativi stanno orientando le logiche
d’azione della formazione verso un superamento delle visioni e delle esperienze tradizionali,
centrate sull’adattamento dell’individuo alla posizione. Queste evoluzioni spostano l’attenzione dal
concetto di analisi della posizione a quello di ruolo, inteso come l’insieme dei comportamenti tenuti
da un lavoratore che ricopre una certa posizione. In questo modo, quindi, è possibile tenere in
considerazione non solo le esigenze dell’organizzazione, ma anche quelle degli individui, ai quali
non si chiede solo di essere flessibili e di saper prendere delle decisioni anche in situazioni
sconosciute.
L’analisi dei fabbisogni individuali identifica le esigenze formative della singola persona, definite in
base a quanto stabilito dalla posizione ricoperta o in funzione del suo piano di sviluppo
professionale. La definizione dei fabbisogni di formazione può essere larga (L’approccio largo viene
usato per adeguare il comportamento della persona rispetto alla posizione che sta ricoprendo. La
necessità di formazione viene determinata confrontando la performance attuale con lo standard
minimo accettabile) o sfidante (Usato per progettare lo sviluppo futuro del lavoratore. La necessità
di formazione viene determinando analizzando i punti di forza e di debolezza del lavoratore e
agendo su quelle necessarie per lo sviluppo della sua carriera). Le opportunità di formazione non
sono solo i corsi tradizionali, ma anche l’apprendimento on-the-job. Gli strumenti utilizzati in
questa fase, infine, sono interviste, questionari e analisi delle performance indirizzati al lavoratore
da formare. L’evoluzione dei contesti e delle strutture organizzative, che porta la formazione ad
essere strumento per un apprendimento non solo a livello individuale, ma anche aziendale, tende a
indebolire il senso dell’analisi classica dei fabbisogni. La formazione, infatti, deve essere in grado di
cogliere il fenomeno del cambiamento dei ruoli professionali. Diventa centrale, quindi, la
formazione all’apprendimento, intesa come capacità di mantenere continuamente attivo il proprio
processo di apprendimento, allenandosi da un lato all’uso di concetti teorici per interpretare e
risolvere problemi quotidiani, dall’altro alla capacità di astrarre modelli di comportamento
dall’esperienza. La persona, così, attiva un processo di apprendimento che permette di mettere
nuove conoscenze a disposizione dell’azienda.
9.2 Progettazione del percorso formativo
L’analisi dei fabbisogni costituisce il referente obbligato per costruire gli obiettivi formativi e pianificare il
percorso di apprendimento. Un primo aspetto che deve essere valutato nella fase di progettazione
dell’intervento formativo è se e quanto l’organizzazione sia pronta a svolgere l’attività formativa e a
trasferire i risultati sul lavoro. La creazione di un ambiente per l’apprendimento si fonda su due condizioni:
La situazione organizzativa: l’impresa deve rimuovere tutti gli ostacoli che possono aumentare le
difficoltà a progettare ed erogare interventi di formazione. Questi possono essere di carattere
gestionale o sociale. In termini generali, buone condizioni organizzative dovrebbero consentire ai
lavoratori di avere il tempo e la possibilità di applicare sul lavoro quanto appreso durante le attività
di formazione.
La motivazione individuale: gli individui hanno desiderio di partecipare al programma formativo
quando hanno una chiara percezione degli obiettivi professionali che saranno in grado di
raggiungere, quando percepiscono il supporto da parte dei loro colleghi ecc.
Una seconda attività da compiere durante la fase di programmazione del percorso formativo è la
definizione degli obiettivi di apprendimento. Si tratta di descrivere il portafoglio di conoscenze, skill e
comportamenti, atteso al termi
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Riassunto esame Organizzazione e gestione delle risorse umane, Prof. Esposito Vincenza, libro consigliato Risorse U…
-
Riassunto esame Comunicazione, prof. Neri, libro consigliato Risorse umane, Costa, Gianecchini
-
Riassunto esame Fondamenti di chimica, Prof. Casalegno Mosé, libro consigliato Principi di Chimica, Atkins, Jones, …
-
Riassunto esame Psicologia delle risorse umane, prof. Santisi, libro consigliato Risorse umane, Costa