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Una delle più grandi differenze tra mezzi quali SMS, scrittura in tempo reale, è che i

partecipanti delle chat possono trovarsi in una interazione multipartitica invece di uno

scambio con un singolo individuo. Ci sono comunque problemi di calcolare a chi è rivolto un

particolare post. Ciò è reso ancora più complicato dal fatto che, a seconda della velocità di

composizione dei partecipanti, i posts sullo schermo possono o non ritrovarsi nella

posizione dove lo scrittore aveva programmato.

Quando guardiamo alle chatlog, quello che vediamo è un registro della conversazione. I

partecipanti possono aver programmato di inserire la loro risposta accanto a una particolare

riga ma qualcun altro ha scritto prima. In altre parole, la serie delle righe di chatlog non è

un’indicazione della prossimità dei rapporti, o, in termini più semplici, solo perché un

commento appare dopo un altro non vuol dire che è una risposta a quello.

Un dialogo scritto in cui partecipano più persone può richiedere ai partecipanti di

destreggiarsi con diversi argomenti allo stesso tempo.

Se si stanno svolgendo più conversazioni contemporaneamente, può essere problematico

definire a chi si sta riferendo il commento di qualcuno. Nelle conversazioni faccia a faccia,

questo è molto semplice da individuare attraverso lo sguardo dei partecipanti e la vicinanza

fisica; ma quando sono assenti certi segnali sono necessarie altre strategie. Werry

suggerisce che i partecipanti nei contesti di scrittura in tempo reale spesso devono prestare

attenzione all’indirizzamento per regolare i turni di conversazione nel contesto virtuale.

Poiché gli aspetti prosodici, come l’intonazione, sono assenti nei testi scritti, gli autori

devono lavorare duro per rappresentare le sottigliezze di significato normalmente trasportati

dalla voce. Nella scrittura, può sorgere confusione dove nel parlato non ci sarebbe

ambiguità. Dove c’è confusione naturalmente c’è anche un potenziale per il gioco.

I siti di social network combinano molti strumenti comunicativi diversi nello stesso spazio.

Questi siti sono servizi basati sul web che permetto agli individui di creare un loro profilo e

invitare gli altri a vedere i loro prodotti. I partecipanti possono venire a conoscenza delle

attività degli altri nel loro particolare network.

I partecipanti dei social network (SNSs) possono essere estremamente interattivi,

comunicare in tempo reale attraverso gli strumenti di chat con gli altri che sono connessi

nello stesso tempo e lasciare post asincroni nei siti degli altri quando non ci sono. I social

networks hanno assunto importanza con lo sviluppo delle tecnologie del Web 2.0, che

permettono agli utenti comuni di creare i propri contenuti web, piuttosto che essere semplici

lettori di pagine senza avere l’opportunità di interagire.

I nomi di siti particolari vanno e vengono: per scrivere, Facebook è un sito comunemente

usato anche se stanno crescendo obiezioni al fatto che Facebook vende i dati dei

partecipanti agli inserzionisti.

Siti come Facebook creano nuovi fattori sconosciuti che influiscono su come ci presentiamo,

e come gli altri ci comprendono. Per cominciare, informazioni personali su di noi sono più

estese di quanto potrebbero essere nell’elenco telefonico o in altri elenchi. Le persone

possono creare profili che contengono immagini, video, e file sonori, rendendo le pagine

multimodali nelle loro operazioni e che richiedono abilità comunicativi multimodali per

interpretarle. La comunicazione nel Web 2.0 in genere richiede nuovi tipi di abilità di lettura e

scrittura, che coinvolgono l’abilità di muoversi tra diversi tipi di materiali da un’ampia gamma

di risorse, e di capire nuovi tipi di connessioni, per esempio quelle prodotte dal tagging, una

forma di etichettamento che genera campi semantici dalle associazioni proprie degli utenti.

Chandler (2006) vede le identità individuali sui siti web quali Facebook come continuamente

in costruzione, poiché gli utenti tentano costantemente di aggiustare la propria

presentazione online. Egli argomentava che creare un profilo è simile a promuovere se

stessi, e pubblicizzarsi ad altri innumerevoli sconosciuti così come ad altri con cui si ha più

familiarità (il termine “amico” ha una vaga connotazione sui social network, in quanto molti

utenti hanno centinaia di “amici” tramite il processo di reazione a catena). Sebbene un

utente può costruire il proprio profilo con certe idee nella mente, è fuori il suo controllo come

quel profilo verrà interpretato. Per un analista, comunque, le scelte che un individuo ha fatto

per il proprio profilo rivelano molto sul processo di costruzione dell’identità.

Chandler usa il termine e l’idea del bricolage per descrivere quello che fanno le persone

quando creano la homepage o le pagine dei loro social network, in quanto assemblano

diversi elementi per costruire un’identità. Il suo “Bricoleur’s Web Kit” descrive il processo che

gli individui possono seguire nel lavoro di costruzione e offre una struttura utile per

analizzare. Offre una visione d’insieme delle possibilità: ovviamente, quello che gli individui

scelgono di includere o omettere è fortemente influenzato da quello che il proprietario del

sito web decide di offrire prima di tutto. Per usare il “Kit” come uno strumento analitico, è

necessario elencare quali risorse o “materiali di costruzione” sono già fornite dall’utente.

The Bricoleur’s Web Kit

Tipi di attività

- Inclusione. Quali idee diverse e argomenti sono inclusi?

- Allusione. A quali idee e argomenti ci si riferisce?

- Omissione. Cosa non è stato detto?

- Adattamento. Come sono i materiali e le idee aggiunte?

- Disposizione. Com’è organizzato il tutto sulla pagine?

Tipi di contenuti

- Dati personali e dettagli biografici

- Interessi, ciò che piace e non piace

- Idee, valori e credenze

- Amici, conoscenti e icone personali (per esempio celebrità)

Tipi di strutture

- Testo scritto

- Grafici, fermi o in movimento e altri materiali grafici

- Suoni o video

- Pagine singole o interconnesse

- Finestre separate o cornici

- Contatore degli accessi (numero delle persone che hanno visitato)

- Libro degli ospiti

- Collegamenti ad altre pagine

- E-mail o bottone della chat

C’è qualcuno? Linguaggio e identità

Eric Schmidt, l’amministratore delegato del gigante di internet, Google, ha detto in un intervista

che non crede che la società capisce ciò che sta succedendo quando tutto è disponibile,

conoscibile e registrato da tutti, tutto il tempo. È comune avere diverse presentazioni di se

stessi che dipendono dalle circostanze sociali. Per esempio, ci si può comportare in modo

diverso a lavoro rispetto al sabato sera. Inoltre le persone cambiano con il tempo. Erving

Goffman nel suo libro The Presentation of Self in Everyday Life discute di come dobbiamo

gestire diverse identità e come certe situazioni sono legate, il che permette agli individui di

spostarsi tra identità diverse.

Il cambiamento è che non abbiamo più questi confini chiari. Nel passato era facile gestire tutte

queste diverse identità. Le nostre vite personali erano più private. I ricordi di quello che era

successo il sabato passato o l’anno passato rimanevano tali, così come alcune foto

imbarazzanti da piccoli. Non ci dovevamo preoccupare del fatto che potessero essere mostrate

e diffuse.

Ora però, ogni aspetto della vita può essere documentato digitalmente creando un archivio in

espansione. Come interagiamo e comunichiamo attraverso i computer, ogni cosa è registrata e

conservata. Lo spazio di archiviazione diventa sempre più grande quindi non c’è sempre

bisogno di cancellare qualcosa. Se i dati rimangono registrati online, potrebbe essere

impossibile cancellarli.

Questo ha portato a un cambiamento in come pensiamo “l’identità”.

Gestire la propria identità diventa ora più complicato di prima. Lyon vede l’identità come una

sfida continua, mentre una volta potevamo pensare all’identità come qualcosa di dato. Ora è più

un progetto. La nostra identità non è solo qualcosa “presentata” ma “gestita”. La gestione

dell’identità online è una nuova responsabilità nell’età di internet.

Crandall (2007) si riferisce al modo in cui prestiamo costantemente attenzione a come ci

presentiamo come di una cultura presentazionale. La propria consapevolezza e la propria

identità non dipende solo da come ci presentiamo ma anche da come gli altri ci percepiscono. E

ci sono tanti modi diversi per trasmettere se stessi. Possiamo avere un blog¸ o un profilo Twitter

o di un altro social network, un video diario o dei video su Youtube o delle foto su Flickr. Le

persone che vogliono interpretarci non hanno limiti nella quantità di informazioni su cui possono

basare la loro impressione.

Il livello di iper-connettività di cui stiamo facendo esperienza cambia il modo di percepire noi

stessi e il modo con cui conosciamo qualcuno. Ora è comune per due persone conoscersi e poi

cercarsi su Google. Abbiamo la percezione di conoscere qualcuno solo perché sappiamo quali

libri legge, quale musica ascolta, quali giochi usa e che cosa mangia per colazione perché lo ha

scritto su Twitter. “Conoscere” qualcuno è cambiato e i rituali dell’interazione a cui eravamo

abituati si sono trasformati. Ciò che siamo è stato in molti modi ridotto a tag (etichetta) e a fatti

empirici piuttosto che essere basato sulla nostra personalità o comportamento.

La maggior parte dei profili ha una lunga lista di interessi e gruppi a cui gli utenti appartengono.

La nostra identità può essere velocemente posta in una categoria socialmente compresa.

Spesso usiamo questi identificatori per trovare persone come noi e così, invece di espandere la

nostra rete sociale, in molti casi si restringe.

Nella cultura della visibilità, nascondere certi aspetti di se stessi sembra fuori moda e persino

sospettoso. Ma davvero vogliamo che gli altri conoscano tutto di noi? Siamo in un particolare

momento in cui cerchiamo di raggiungere culturalmente ciò che la tecnologia ha permesso.

Questo viene identificato come un ritardo culturale, dove la tecnologia si muove e avanza

velocemente, come cultura, e noi ci sforziamo di tenerci al passo coi tempi. Possiamo vederlo

chiaramente con riferimento ai nostri “doppi digitali”. Molti sono così presi dall’eccitazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/12 Lingua e traduzione - lingua inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Barbara88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Pugliese Cristiana.