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Il problema logico dell'apprendimento del linguaggio
Com'è possibile che i bambini portino a termine l'acquisizione del linguaggio in modo così semplice, arrivando allo stato finale? Chomsky ha formulato la teoria della Universal Grammar riguardo alla conoscenza linguistica innata, che è stata utile per teorie e ricerche nella Second Language Acquisition (SLA). Tale teoria viene supportata dai seguenti argomenti:
- La conoscenza del linguaggio dei bambini va oltre ciò che potrebbe essere acquisito dagli input che ricevono - Poverty of the Stimulus. Seguendo questo argomento, i bambini spesso ascoltano frasi incomplete e grammaticalmente scorrette e sono sempre in grado di filtrare il linguaggio che ascoltano, cioè di estrarne i principi generali, quindi l'input non grammaticale non è incorporato nel loro sistema della L1. Inoltre, tutti gli input linguistici dati ai bambini sono Positive Evidence. Al contrario, molti apprendenti o bambini della L2 non ricevono esplicite istruzioni durante i primi anni.
2. I vincoli e i principi non possono essere appresi I bambini incontrano vari vincoli e principi che governano la lingua per un breve periodo senza complicate divergenze. Questo è dovuto ai principi innati che spingono i bambini ad organizzare gli input che ricevono soli in alcuni modi. Seguendo la mancanza di negative evidence, vincoli e principi non possono essere acquisiti perché i bambini acquisiscono L1 in un’età durante la quale tali astrattezze vanno oltre la loro comprensione. Jackendoff: approccia questa capacità nei bambini come un “paradosso dell’acquisizione della lingua”.
3. Gli andamenti universali dello sviluppo non possono essere spiegati attraverso input linguistici specifici Gli input linguistici spesso consistono in suoni, parole, frasi, ecc. Ci sono diversi schemi simili nell’acquisizione infantile di una
Lingua nel mondo. L'estensione di queste similarità suggeriscono che l'universale linguistico non deriva solo da sofisticate teorie e analisi di linguisti ma anche da rappresentazioni innate in tutte le menti dei bambini. Per un lungo periodo, si è pensato che i bambini imparano una lingua imitando le persone intorno a loro. Recentemente, alcuni punti di vista dichiarano che i bambini hanno abilità linguistiche innate. Ci sono tre specifici argomenti che supportano questa teoria. Prima di tutto, i bambini spesso dicono cose che gli adulti non dicono, cioè è poco probabile che le abbiano sentite da adulti vista l'incorrettezza di queste parole. Inoltre, sappiamo che i bambini non imparano imitando perché non imitano il linguaggio quando gli viene chiesto (es. no non si dice così...). Altro punto, i bambini usano la lingua seguendo alcune regole universali del linguaggio prima ancora di aver sviluppato abilità cognitive.
Nel processo di acquisizione del linguaggio, le regole che governano la formazione delle frasi e la grammatica sono apprese in modo innato dai bambini. Questo significa che i bambini non hanno bisogno di istruzioni esplicite per imparare a parlare correttamente la loro lingua madre. Tuttavia, ci sono delle differenze tra l'acquisizione della prima lingua (L1) e l'apprendimento di una seconda lingua (L2).
Per quanto riguarda l'acquisizione della L1, i bambini imparano la lingua attraverso l'esposizione a input linguistici naturali. Non è necessario che gli adulti insegnino loro le regole grammaticali o forniscono istruzioni specifiche. I bambini sono in grado di estrarre le regole linguistiche dal contesto e di applicarle correttamente.
D'altra parte, nell'apprendimento di una L2, gli apprendenti hanno già una conoscenza cognitiva avanzata rispetto ai bambini che stanno acquisendo la L1. Questo significa che gli apprendenti possono beneficiare di istruzioni esplicite e di evidenze negative per migliorare le loro competenze linguistiche. Inoltre, possono essere influenzati da fattori che non sono rilevanti per i bambini che stanno acquisendo la L1.
In conclusione, l'acquisizione della L1 e l'apprendimento di una L2 sono processi diversi che richiedono approcci diversi. Mentre i bambini imparano la loro lingua madre in modo innato, gli apprendenti di una L2 possono trarre vantaggio da istruzioni esplicite e da una conoscenza cognitiva avanzata.
Per l'acquisizione di L1. La capacità innata nell'apprendente di una L1 risulta non essere continua nel momento in cui ci si approccia ad una L2.
FRAMEWORKS FOR SLA (schema pag. 18)
Basiche domande riguardo la SLA: cosa sa esattamente un apprendente L2? Come acquisiscono tali conoscenze? Perché alcuni apprendenti riescono più di altri? Diversi approcci sullo studio di SLA possono essere categorizzati in base a strutture linguistiche, psicologiche e sociali. Molti studi sono stati condotti prima del 1950; il modello linguistico dominante nel 1950 era STRUCTURALISM (Bloomfield 1933): enfatizza sulla descrizione di diversi livelli di produzione nel parlato: fonologici, morfologici (composizione delle parole), sintattici (relazioni grammaticali tra le parole dentro di una frase), semantici (significato) e lessicali (vocabolario). Il modello di apprendimento cognitivo più influente applicato alla LA fu quello di BEHAVIORISM di Skinner (1957) che punta sul
Risultato della formazione di abitudini da SRR: stimoli dal contesto (input linguistici), risposte a questi stimoli e reinforcement se il risultato delle risposte viene raggiunto. L'intersezione di questi due modelli ha dato vita alla struttura disciplinare per gli AUDIOLINGUAL METHOD, un approccio all'insegnamento linguistico che enfatizzava la ripetizione e la formazione di abitudini, praticato fino al 1980.
Ci sono stati due focus sullo studio di SLA da una prospettiva linguistica dal 1960: internal e external. Quello interno si focalizza sul lavoro di Noam Chomsky e i suoi seguaci. Stabilisce gli obiettivi di studio come un quadro interiorizzato dei parlanti, sottolineando la conoscenza della lingua (linguistic competence), piuttosto che la descrizione di forme esteriori. Mentre, il focus esterno per gli studi di SLA enfatizza l'uso della lingua, includendo le funzioni del linguaggio che sono realizzate dagli apprendenti su diversi livelli di sviluppo.
INTERNAL
FOCUS
Il primo quadro linguistico con un focus interno è il TRANSFORMATIONAL-GENERATIVE GRAMMAR (Chomsky) che ha rivoluzionato la teoria linguistica e ha avuto un grande effetto su entrambe le lingue L1, L2. Sostiene che la teoria comportamentale dell'acquisizione del linguaggio sia errata perché non può spiegare gli aspetti creativi della nostra abilità linguistica. Volge l'attenzione sulla "logical problem of language acquisition" e afferma la necessità di presumere che i bambini iniziano con una capacità innata che è biologicamente data. Questa teoria ha influenzato molte prospettive linguistiche sulla SLA fino ad oggi. Questo quadro fu seguito da modelli di principi e parametri e da un programma minimalista, formulato sempre da Chomsky. Il programma minimalista aggiunge delle distinzioni tra lo sviluppo di categorie lessicali e funzionali, pone anche enfasi sull'acquisizione di specifiche peculiarità come parte di una
conoscenzalessicale.EXTERNAL FOCUS
I più importanti quadri linguistici che contribuiscono al focus esterno sulla SLA sono categorizzati nella FUNCTIONALISM (i primi anni del XX sec. Prague school). Si distanziano da quelli Chomskiani nell'enfatizzare sul contenuto informativo degli enunciati, e nel considerare soprattutto la lingua come un sistema di comunicazione.
PSYCHOLOGYCAL:
Ci sono stati tre focus sugli studi della SLA da una prospettiva psicologica:
- languages and the brain
- learning processes and learner differences.
Language and the brain:
La rappresentazione del linguaggio nel cervello è stato interesse di biologi e psicologi fin dal XIX sec e si è estesa nel campo della Neurolinguistica, una delle prime prospettive sull'influenza cognitiva sulla SLA. Lennerberg (1967) argomentò la presenza di un critical period per l'acquisizione del linguaggio che ha basi neurologiche, e una ricerca basata sull'età sulla SLA è data per.
scontato in questo quadro.
Learning processes: il focus sui processi dell'apprendimento è stato influenzato dal modello della Information Processing (IP). Si basa sull'ipotesi che la L2 è una competenza complessa e che l'apprendimento della L2 non è essenzialmente contrario all'imparare altre competenze complesse. Questa teoria è stata utile principalmente sulla questione di come gli apprendenti acquisiscono le conoscenze di una L2 e nel fornire spiegazioni sequenziali nello sviluppo della lingua.
Processability: è un quadro più recente che estende i concetti IP dell'apprendimento e li applica all'insegnamento della seconda lingua.
Connectionism: è un altro quadro cognitivo per i processi di apprendimento. Si differenzia dagli altri per lo studio della SLA nel non considerare che l'apprendimento di una lingua coinvolge conoscenze innate o astratte di regole e principi, ma piuttosto è il risultato
dell'aumento della forza delle associazioni (connessioni) tra stimoli e risposte. Considera la frequenza dell'input un fattore causale importante nell'apprendimento. Learner differences: il focus sulle differenze dell'apprendente nella SLA riguarda la domanda: perché alcuni apprendenti risultano essere più soddisfacenti di altri. In parte si prende in considerazione un punto di vista psicologico: il coinvolgimento emotionale nell'apprendimento, come fattori affettivi, motivazione e livello di ansia. Considera, inoltre, differenze biologiche associate all'età e al sesso, come anche differenze associate ad aspetti di elaborazione/studio. Social: anche dal punto di vista sociale si avvia un esame cognitivo dal momento che si relaziona a processi di apprendimento o attitudine e motivazione. Ci sono due focus di studio della SLA da questa prospettiva: microsocial e macrosocial. Microsocial focus: riguarda l'acquisizione della lingua el'uso nei contesti sociali nei quali avviene la produzione, l'interpretazione e l'interazione. Forniti dalla VARIATION THEORY e ACCOMODATION THEORY che include differenze nella produzione dell'apprendente a seconda del contesto d'uso, e considerano il perché il target della SLA può essere diverso anche all'interno di gruppi che stanno apprendendo la stessa lingua. La Sociocultural Theory di Vygotsky contribuisce anche su questo focus, considerando l'interazione come una genesi essenziale del linguaggio. Macrosocial focus: si incentra sull'acquisizione della lingua e l'uso di una visione più ampia di contesti, includendo quello culturale, politico e educativo. Il quadro della Ethnography of Communication estende tutto ciò che è stato appreso nella SLA al di là dei fattori linguistici e culturali fino ad arrivare alle conoscenze sociali e culturali che sono richieste per un uso appropriato, e ci porta anità linguistiche è fondamentale per favorire il loro processo di apprendimento. Quando gli apprendenti si sentono parte di un gruppo o di una comunità, si sentono più motivati e coinvolti nell'apprendimento della seconda lingua. Per creare un senso di appartenenza, è possibile utilizzare diverse strategie. Ad esempio, si possono organizzare attività di gruppo in cui gli apprendenti lavorano insieme per raggiungere un obiettivo comune. Questo può includere attività di conversazione, giochi di ruolo o progetti collaborativi. Inoltre, è importante creare un ambiente inclusivo in cui gli apprendenti si sentano accettati e rispettati. Questo può essere fatto incoraggiando la partecipazione di tutti gli apprendenti e promuovendo la diversità linguistica e culturale. Infine, è utile fornire opportunità per l'interazione con madrelingua o con altri apprendenti più avanzati. Questo può essere fatto attraverso attività di tandem linguistico, in cui gli apprendenti di diverse lingue si incontrano per praticare la lingua che stanno imparando. In conclusione, considerare gli apprendenti di una seconda lingua come membri di gruppi o comunità linguistiche è essenziale per favorire il loro apprendimento. Creare un senso di appartenenza e promuovere l'interazione tra gli apprendenti sono strategie efficaci per motivare e coinvolgere gli apprendenti nella loro esperienza di apprendimento della seconda lingua.