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Il linguaggio verbale umano ha due componenti:
1. Culturale-ambientale, specifica quale lingua impariamo e parliamo
2. Innata, fornisce la facoltà del linguaggio
Prepubertà linguistica, se entro l'età di 11-12 anni un essere umano non è stato esposto a stimoli
linguistici, lo sviluppo della lingua è in pratica bloccato.
- Complessità sintattica
I messaggi linguistici presentano un alto grado di elaborazione strutturale (percepibile nella
sintassi).
Fra gli aspetti più importanti vi sono:
a) L'ordine degli elementi contigui
b) Le relazioni strutturali e le dipendenze che vigono fra gli elementi non contigui
c) Le incassature: i rapporti di subordinazione
d) La ricorsività: la possibilità di una regola sintattica di essere applicata più volte di seguito
e) La presenza di parti del messaggio che danno informazioni sulla sua strutturazione sintattica
f) La possibilità di discontinuità nella strutturazione sintattica.
- Equivocità
La lingua è un codice tipicamente equivoco. Questa equivocità nasce dal fatto che a un unico
significante possono essere corrisposti più significati.
- La lingua è una caratteristica solo umana?
Le opinioni degli studiosi non sono del tutto concordi, ma la maggior parte di essi pensa che sia
specifica solo dell'uomo, poiché solo l'uomo possiede le precondizioni anatomiche e
neurofisiologiche necessarie per l'elaborazione mentale e fisica del linguaggio verbale, cioè:
Un adeguato cervello
• Un'adeguata conformazione del canale fonatorio.
•
La prima condizione rende possibile la memorizzazione, l'elaborazione e la processazione di un
sistema complesso come il linguaggio. La seconda, unitamente alle corde vocali, permette le sottili
distinzioni articolato rie e sfumature nella produzione fonica.
- Definizione di lingua
Lingua: è un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente fonico-
acustico, fondamentalmente arbitrari ad ogni livello e doppiamente articolati, capaci di esprimere
ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre
infinite frasi a partire da un numero finito di elementi.
I principi generali per l'analisi della lingua
1) Sincronia (lo studio e la valutazione dei fatti linguistici considerati in un dato momento) e
diacronia (evoluzione storica della lingua)
2) Langue e parole (uno dei cardini del pensiero di Ferdinand de Saussure). Langue: è l'insieme
delle conoscenze mentali, di regole interiorizzate insite nel codice lingua, è un sapere
inconscio. Parole: è l‟atto linguistico individuale, la realizzazione concreta. La parole richiede
l'esistenza di langue. La coppia langue e parole comprende una triplice opposizione fra
"astratto", "sociale" e "costante" da un lato (la langue) e "concreto", "individuale" e "mutevole"
dall'altro (la parole).
3) Paradigmatico e sintagmatico. Asse paradigmatico: è l'asse delle scelte, quello su cui
l‟individuo sceglie fra diversi elementi, selezionabili in una stessa posizione, quello da porre.
Asse sintagmatico: è l'asse delle combinazioni e implica la presa in conto degli elementi che
compaiono prima o dopo un certo elemento, quindi le relazioni fra elementi.
Esistono quattro livelli di analisi della lingua, stabiliti in base alle due proprietà della biplanarità e
della doppia articolazione. Tre sono i livelli d'analisi relativi al piano del significante: uno per la
seconda articolazione, che consiste nella fonetica e fonologia, due per la prima articolazione,
quelli della morfologia e della sintassi, e infine, il significato è analizzato dalla semantica.
Fonetica e Fonologia
Fonetica: (dal greco "voce, suono") parte della linguistica che studia come sono fatti fisicamente i
suoni di cui le lingue si servono. La fonetica di si suddistingue in 3 campi principali:
- La fonetica articolatoria: studia i suoni del linguaggio in base al modo in cui essi vengono
articolati, cioè prodotti, dall'apparato fonatorio umano
- La fonetica acustica: studia i suoni del linguaggio in base alla loro consistenza fisica, in quanto
onde sonore che si propagano attraverso un mezzo
- La fonetica uditiva: studia i suoni del linguaggio in base al modo in cui vengono ricevuti,
percepiti dall'apparato uditivo umano.
Apparato fonatorio: è l'insieme degli organi e delle strutture anatomiche che l‟uomo utilizza per
parlare. I suoni del linguaggio vengono normalmente prodotti mediante l'espirazione, cioè con un
flusso d‟aria egressivo.
L'aria muove dai polmoni, attraversa i bronchi e la trachea, raggiunge la laringe (in
corrispondenza del cosiddetto "pomo d'Adamo"), dove incontra le corde vocali (la parte della
laringe dove si trovano le corde vocali si chiama glottide). Le corde vocali, che durante la
normale respirazione silente restano separata e rilassate, nella fonazione (produzione dei suoni
del linguaggio) possono contrarsi e avvicinarsi o accostarsi l'una all'altra, riducendo o bloccando
il passaggio dell'aria. Cicli rapidissimi di chiusure e aperture delle corde vocali costituiscono
"vibrazioni" delle corde vocali. Il flusso dell'aria passa poi nella faringe. Nella parte superiore
della faringe, la parte posteriore del palato (o "velo") da cui pende l'ugola, può lasciare aperto o
chiudere il passaggio che mette in comunicazione la faringe con la cavità nasale e
successivamente nella cavità boccale o orale. Nella cavità orale svolgono una funzione
importantissimi gli organi mobili o fissi: la lingua (organo mobile), il palato (fisso) in cui occorre
considerare separatamente il velo (o palato molle), gli alveoli (fissa) (la zone immediatamente
retrostante i denti), i denti (fissi) e le labbra (molli).
N.B. Anche la cavità nasale può partecipare al meccanismo di fonazione.
Esistono tre parametri per classificare un suono:
I. Il luogo di articolazione,
II. Il modo di articolazione,
III. Il contributo della mobilità di singoli organi (si riconduce al modo di articolazione).
Vocali: suoni prodotti senza la frapposizione di alcun ostacolo al passaggio dell'aria. Consonanti:
suoni prodotti mediante la frapposizione di un ostacolo parziale o totale al passaggio dell'aria.
Suoni sonori: suoni prodotti con concomitante vibrazione delle corde vocali. Le vocali sono
normalmente tutte sonore. Suoni sordi: suoni prodotti senza vibrazione delle corde vocali.
Consonanti
Modo di articolazione
Si riconoscono 2 grandi classi di consonanti:
1. Occlusive: sono consonanti prodotte mediante la frapposizione di un ostacolo completo al
passaggio dell'aria, cioè mediante un blocco momentaneo ma totale al passaggio dell'aria.
2. Fricative: sono consonanti prodotte mediante la frapposizione di un ostacolo parziale al
passaggio dell'aria, cioè senza che si crei un momento di blocco. Sono chiamate "fricative" poiché
la loro articolazione può provocare un rumore di frizione, un fruscio. Vi sono, però, "fricative" in cui
quest'ultimo non viene prodotto ed esse sono dette approssimanti.
3. Affricate: sono consonanti "composte", cioè costituite da due fasi, la loro articolazione inizia con
un'occlusiva e termina con una fricativa.
4. Laterali: sono quelle consonanti la cui aria, utilizzata per la loro articolazione, passa solo ai due
lati della lingua (o attraverso uno solo di essi).
5. Vibranti: sono quelle consonanti che producono vibrazioni della lingua mediante rapidi contatti
intermittenti con un altro organo articolatorio.
Laterali e vibranti sono anche dette "liquide".
•
6. Nasali: vi è passaggio dell'aria anche attraverso la cavità nasale.
Luogo di articolazione
Le consonanti vengono classificate anche in base al punto dell'apparato fonatorio in cui sono
articolate.
1. (Bi)labiali: prodotte dalle labbra o tra le labbra.
2. Labiodentali: prodotte fra le labbra e i denti anteriori.
3. Dentali: prodotte a livello dei denti. Le dentali comprendono anche le alveolari: prodotte dalla
lingua contro o vicino gli alveoli.
4. Palatali: prodotte dalla lingua contro o vicino al palato.
5. Velari: prodotte dalla lingua contro o vicino al velo.
6. Ugolari: prodotte dalla lingua contro o vicino all'ugola.
7. Faringali: prodotte fra la base della radice della lingua e la parte anteriore della faringe.
8. Glottidali: prodotte direttamente nella glottide, a livello delle corde vocali.
Vocali
Le vocali vengono classificate in base alle diverse conformazioni che assume la cavità orale a
seconda delle posizioni che assumono gli organi mobili, e in particolare la lingua.
Facendo riferimento alla posizione della lingua, e precisamente al suo grado di:
a. avanzamento o arretramento e le vocali possono essere:
- Anteriori: se vengono articolate con la lingua in posizione avanzata
- Posteriore: se vengono articolate con la lingua in posizione arretrata
- Centrali: se vengono articolate con la lingua in posizione centrale.
b. di innalzamento o abbassamento e le vocali possono essere:
- Alte - Medio-alte - Medio-basse - Basse.
La posizione in cui vengono articolate le vocali può essere rappresentata da uno schema, detto,
per la sua forma, trapezio vocalico. Un altro criterio per definire le vocali è la posizione delle
labbra durante l‟articolazione: le labbra possono creare una semplice fessura oppure trovarsi tese
e sporgersi in avanti dando luogo ad una specie di arrotondamento.
Arrotondate: vocali prodotte con le labbra protruse (cioè sporte in avanti)
Non arrotondate: vocali prodotte senza protrusione.
Nasali: vocali prodotte con passaggio contemporaneo dell'aria nella cavità nasale.
Semivocali o semiconsonanti: sono consonanti approssimanti molto simili alle vocali. Nelle
semiconsonanti la componente di fruscio è più marcata perciò il suono è più vicino a quello delle
consonanti fricative.
La trascrizione fonetica
Mentre l'ortografia italiana si può definire "fonografica", cioè riproduce le unità fonologiche con una
certa fedeltà, quelle di molte altre lingue, come il francese e l‟inglese sono piuttosto lontane dalla
realtà fonica. Perciò i linguisti hanno elaborato sistemi di trascrizione fonetica in cui c‟è
corrispondenza biunivoca fra i suoni rappresentati e i segni grafici che li rappresentano. Il più
diffuso e importante sistema di trascrizione è l'Alfabeto Fonetico Internazionale o IPA.
Fonologia
Fono: realizzazione concreta di un qualunque suono del linguaggio. E' l'unità minima in fonetica.
Fonema: funzione che i foni assumono quand