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Nasce l’American Orthopsychiatric Association, che inizialmente si dedica allo studio delle condotte

criminali e, successivamente, si occuperà di tutti i problemi psichici. Tra i fondatori ci sono K. Menninger, A.

Meyer, D. Healy e L. Witmer. 1926

Psichiatria

L’American Orthopsychiatric Association cambia il proprio statuto e ammette al proprio interno non soltanto

psichiatri, ma anche psicologi e “tutte le altre figure professionali il cui lavoro ed interesse è rivolto allo

studio e al trattamento di disturbi del comportamento”.

1927

Psichiatria

A pochi anni dalla scoperta dell’insulina, M. Sakel inizia a farne uso per indurre il coma ipoglicemico nel

trattamento della schizofrenia. Nasce così l’Insulin Coma Therapy (ICT).

1928

Psichiatria

Negli Stati Uniti è autorizzata la costituzione di due ospedali per tossicodipendenti che, in seguito, si faranno

carico anche di patologie delinquenziali e devianti. Il lavoro di queste due strutture sarà interrotto a causa

della II Guerra Mondiale. 1930

Psichiatria

W.K: Bleckwenn propone l’utilizzo di iniezioni del barbiturico amorbytal in diversi disturbi psichiatrici,

sostenendo che questo riduca la profondità e la durata della depressione e che, in caso di schizofrenia, renda

possibile intervalli si lucidità mentale che vanno dalle 4 alle 14 ore.

1932

Psichiatria

O. Diethelm, professore di psichiatria, parla del panico come di una malattia a sé stante, “caratterizzata da

paura, estrema insicurezza e sospettosità”. Già nel 1879, H. Maudsley aveva utilizzato il termine nel

contesto di un’accurata descrizione degli attacchi di panico.

1933

Psichiatria

Annesso all’ospedale psichiatrico della città, apre a Mosca quello che è considerato il primo ospedale diurno

per malati mentali. 1936

Psichiatria

Si susseguono una serie di esperimenti: E. Moniz intraprende il trattamento delle psicosi tramite lobotomia,

introducendo, in tal modo, la psicochirurgia. 1937

Psichiatria

Negli Stati Uniti è pubblicata una nuova rivista: Journal of Consulting Psychology; obiettivo degli autori è

creare una struttura organizzativa adeguata a rispondere alle esigenze della professione e ai problemi legati

all’applicazione della psicologia. 1938

Psichiatria

Lo psichiatra A. Stern utilizza il termine borderline per indicare un gruppo di pazienti resistenti a qualunque

metodo terapeutico, caratterizzati tra l’altro da narcisismo, ipersensibilità eccessiva, rigidità psichica e

corporea, senso di inferiorità, masochismo, insicurezza, difficoltà nell’esame di realtà e tendenza a proiettare,

in particolare nei rapporti interpersonali. Il termine avrà un grande successo nella comunità scientifica e, nel

1967, O. Kernberg arriverà a una definizione della personalità borderline, intesa come organizzazione

stabile e non come stato fluttuante.

Ugo Cerletti (1877-1963) e Lucio Bini (1908-1964), in base alla convinzione esistente che lo shock indotto

curi la demenza precoce, mettono a punto l’elettroshock, tecnica che negli anni successivi avrà molteplici

indicazioni (per esempio, disturbi dell’umore). 1939

Psichiatria

G. Langfeldt, psichiatra dell’Università di Vinderen (Oslo), parla per la prima volta di psicosi

schizofreniforme, per indicare una forma di schizofrenia reattiva relativa a quei pazienti con personalità

premorbose più o meno normali che si ammalano in modo acuto, spesso in risposta a stress.

1945

Psichiatria

La contrapposizione tra le due potenze mondiali, Russia e Stati Uniti, si riflette anche nel campo della

psicologia e della psichiatria, per cui si sviluppano aspre polemiche tra psichiatri russi e americani.

In Francia, sono organizzate le Giornate di Sant’Anna, alle quali partecipano i più eminenti rappresentanti

della psichiatria e che si concludono con la pubblicazione di un documento nel quale, per la prima volta, si

parla di politica di settore e sono denunciate alcune necessità imprescindibili per l’assistenza psichiatrica.

Negli Stati Uniti, l’Army Department propone una nuova nomenclatura psichiatrica basata sulle conoscenze

attuali relative all’origine e alla struttura dei disturbi mentali.

1946

Psichiatria

Cambia l’approccio al paziente e al disturbo psichico. M. Jones passa alla Belmont Industrial Neurosis Unit e

T. Main diventa Medical Superintendent al Cassel Hospital: entrambi, seppure in sedi diverse, privilegiano

un approccio al trattamento di malati psichiatrici incentrato sulle relazioni umane e sui rapporti di gruppo. Da

queste esperienze scaturirà il movimento delle comunità terapeutiche.

Questo stesso anno, presso l’Allan Memorial Institute di Montreal, è istituito il day-hospital.

Negli Stati Uniti sono approvati due progetti di legge con lo scopo di promuovere ricerche sulle cause, sulla

diagnosi e sul trattamento dei disturbi neuropsichiatrici, al fine di fornire formazione al personale e

sovvenzionare cliniche e centri di diagnosi e cura. 1947

Psichiatria

E. Essen-Moller e S. Wohlfart pubblicano un lavoro in cui suggeriscono di modificare il sistema di

classificazione della malattia mentale, introducendo il primo sistema multiassiale. I due Assi proposti

riguardano rispettivamente l’etiologia e la sintomatologia. Tale sistema sarà adottato nel DSM-III.

1948

Psichiatria

Un team di ricercatori statunitensi della Pennsylvania School of Medicine – S. Kety, C. Schmidt, F. Freyhan,

K. Appel – studiando gli effetti dei barbiturici in caso di schizofrenia, afferma che il sodium amytal e il

pentotal producono una significativa, ma temporanea, assenza della sintomatologia.

1949

Psichiatria

Lo psichiatra australiano John F.J. Cade (1912-1980) propone l’impiego del litio come stabilizzatore

dell’umore nel trattamento dell’eccitazione psicotica, senza conoscere i precedenti lavori sull’argomento

(1897). L’introduzione della nuova sostanza non raccoglie, però, molti consensi, sia per la pericolosità del

dosaggio farmaceutico, sia perché la sostanza non poteva essere coperta dal brevetto: precedentemente,

infatti, si erano verificati diversi casi di intossicazione con il cloruro di litio, impiegato come sostituto del

cloruro di sodio. Le prime ricerche sistematiche appariranno solo a partire dal 1954 (M. Schou, Journal of

Neurology, Neurosurgery and Psychiatry).

Negli Stati Uniti è fondato a Washingotn il National Institute of Mental Health (NIMH), il cui compito è

quello di definire gli standard per le professioni psicologiche e psichiatriche e di finanziare i programmi per

la diagnosi e il trattamento dei disturbi psichici. 1952

Esce il primo sistema di denominazione delle malattie mentali dell’APA, il Diagnostic and

Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-I). Nel DSM-I i Disturbi di personalità sono

concettualizzati come pattern di comportamento e di interazione personale che si sono stabilizzati in

età adulta e tendono a non modificarsi nel tempo. Sono, quindi, situazioni di deficit che si sono

verificate in conseguenza di blocchi evolutivi a loro volta dovuti a problemi di accudimento nei

primi anni di vita. Il livello di ansia soggettiva è molto basso così come il livello di sofferenza

personale, a differenza di quanto avviene con i sintomi nevrotici che provocano ansia e sofferenza. I

Disturbi di personalità sono classificati come “Disturbi dei pattern di personalità”, “Disturbi di tratti

di personalità” e “Disturbi sociopatici di personalità”. I Disturbi dei pattern di personalità includono

le personalità inadeguata, paranoide, ciclotimica e schizoide. Rientrano in questo gruppo i soggetti

che rispondono male al trattamento terapeutico. Nei Disturbi di tratti di personalità sono inclusi i

soggetti con personalità emotivamente instabile, passivo-aggressiva o compulsiva. Sono pazienti

che possono avere un funzionamento adeguato se non si trovano in situazioni problematiche. Sono

altresì pazienti che possono essere motivati al trattamento. I Disturbi sociopatici di personalità

includono le persone con problemi di devianza sociale: i Disturbi di personalità antisociale e

dissociale. Rientrano in questa categoria anche le deviazioni sessuali e la dipendenza da alcol o

sostanze.

L’American Association on Mental Deficiency promuove la creazione di una commissione che ha

come obiettivo quello di proporre alternative alla nomenclatura in auge (per esempio, idiota,

imbecille ecc.). La Commissione elabora uno schema di classificazione etiologico, che diventa la

base per il Manuale del 1959. 1959

Classificazioni e manuali diagnostici

Classificazione del ritardo mentale

Appare il nuovo Manuale per il ritardo mentale, pubblicato inizialmente come supplemento

monografico dell’American Journal of Mental Deficiency e solo nel 1960, parzialmente modificato,

sarà immesso sul mercato come libro (A Manual on Terminology and Classification onMental

Retardation). R. Heber, che ha curato questa edizione e che curerà anche la successiva, cerca di

modificare la terminologia impiegata all’epoca, di uscire da una logica descrittiva e di aderire a un

modello etiologico. Heber definisce il ritardo mentale come “un funzionamento intellettivo globale

al di sotto della media che ha origine durante il periodo dello sviluppo ed è associato a

compromissioni in una o più delle seguenti aree: 1. maturazione, 2. apprendimento, 3. adattamento

sociale”.

Per la valutazione Heber si avvale di un parametro statistico: il funzionamento sottosoglia è definito

come 1DS (<1DS) al di sotto della media del gruppo. La scelta di questo criterio (<1DS) presenta

dei limiti perché porta a sovradiagnosticare il disturbo (16% della popolazione). Il ritardo mentale è

classificabile su cinque livelli differenti: lieve, moderato, grave e profondo e un livello “borderline”

riferito alle persone che apprendono lentamente e che si collocano nell’intervallo tra il ritardo e il

livello intellettivo medio. 1961

Classificazioni e Manuali diagnostici

Classificazioni del ritardo mentale

Nella nuova edizione del Manuale per il ritardo mentale, sempre curata da R. Heber, il ritardo è

definito come “un funzionamento intellettivo globale al di sotto della media, che ha origine durante

il periodo dello sviluppo ed è associato a una compromissione del sistema adattativo”. Numerosi i

punti di criticità, che saranno purtroppo presenti anche nelle edizioni successive: la mancanza di

consensualità sull’operazionalizzazione delle due variabili su cui si basa la diagnosi, la diatriba

sull’operazionalizzazione del parametro adattivo, la complessità di identificare un

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
15 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mara1306 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche del colloquio ad orientamento psicoanalitico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Lang Margherita.