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Riassunto esame psicopatologia generale, prof Antonio Prunas, libro consigliato DSM - 5, psicologia clinica, kring, la diagnosi in psichiatria, Frances Pag. 1 Riassunto esame psicopatologia generale, prof Antonio Prunas, libro consigliato DSM - 5, psicologia clinica, kring, la diagnosi in psichiatria, Frances Pag. 2
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DISTURBO CATATONICO DOVUTO A UN’ALTRA CONDIZIONE MEDICA:

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

“catatonia” descrive un comportamento motorio bizzarro. Il sintomo più classico è la flessibilità cerea, cioè

l’assunzione e il mantenimento di posture insolite e scomode per periodi di tempo tanto lunghi da far

sembrare la cosa impossibile. Il paziente può anche restare completamente immobile e muto per lunghi

periodi di tempo.

Talvolta ciò si associa alla convinzione delirante che qualsiasi movimento o comunicazione avrà

conseguenze catastrofiche.

DISTURBO PSICOTICO SENZA SPECIFICAZIONE:

si usa quando c’è un disturbo psicotico, ma non vi sono informazioni sufficienti per decidere in quale

categoria più specifica esso rientri.

DISTURBI D’ANSIA:

DISTURBI DI PANICO:

(“ha mai avuto un attacco di panico?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

avere un disturbo di panico è come essere rinchiusi in una gabbia con una tigre, solo che la tigre non c’è.

Improvvisamente, e senza alcuna ragione apparente, sei assalito da un enorme terrore, ti manca l’aria, il

cuore corre all’impazzata, ti gira la testa, le mani tremano, sudi, provi una strana sensazione di punture di

aghi alle dita e le mani e i piedi si serrano. Tutto ciò ti fa pensare che stia per accaderti qualcosa di ancora

più tremendo.

Talvolta il mondo appare irreale e hai l’inquietante sensazione di non essere più te stesso.

L’attacco di panico è breve e finisce con la stessa imprevedibilità di quando è iniziato.

All’inizio gli attacchi non sono legati in modo prevedibile a contesti scatenanti, ma col tempo le situazioni in

cui si sono verificati in precedenza possono trasformarsi in stimoli condizionanti che (talvolta) provocano

nuovi attacchi.

Il soggetto allora inizia spesso a evitare queste situazioni che, se si accumulano, possono alla fine portarlo

all’agorafobia.

I luoghi più frequentemente evitati sono quelli da cui risulta difficile o particolarmente imbarazzante fuggire

rapidamente.

SUGGERIMENTI DIAGNOSTICI:

 la maggior parte degli attacchi di panico ha una durata estremamente breve, meno di mezz’ora.

Alcune persone sperimentano ansia interepisodica tra gli attacchi, ma una condizione di terrore al massimo

grado non è qualcosa che un individuo possa tollerare troppo a lungo.

 il disturbo di panico è spesso provocato o esacerbato da periodi di stress e conflitti psicologici.

 come possibili cause o fattori precipitanti si possono prendere in considerazione l’intossicazione o

l’astinenza da alcol o da altre sostanze, nonché la sospensione di un farmaco (es. antidepressivi e

ansiolitici).

 l’esordio tardivo è raro.

AGORAFOBIA:

(“ci sono molte cose che ha paura di fare e posti in cui ha paura di andare?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

Nell’agorafobia le situazioni temute sono evitate del tutto, sopportate con enorme disagio o affrontate

soltanto con un “compagno fobico” fidato.

L’evitamento diviene ben presto l’elemento centrale di ogni aspetto della vita di queste persone. Chi soffre di

agorafobia si ritrova progressivamente imprigionato in una sorta di cella di isolamento.

DISTURBO D’ANSIA SOCIALE (FOBIA SOCIALE):

(“le capita spesso di evitare le situazioni sociali per paura di fare qualcosa di inadeguato o di apparire

ridicolo?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

ha il terrore di stare con gli altri perché si sente socialmente inadeguata.

Ha sempre paura di fare o dire qualcosa di stupido o di non essere vestita nel modo adatto o di non avere i

capelli a posto. Attacca e umilia se stessa con una severità che nemmeno il critico più inflessibile saprebbe

esibire.

Teme di essere giudicata dagli altri con ancora maggiore durezza, di versare il vino sulla tovaglia o di fare

una figuraccia sulla pista da ballo.

Questa dolorosa autocoscienza la pone in uno stato di costante ipervigilanza autocritica, un’attenzione

ossessiva ai minimi dettagli e difetti di cui nessun osservatore esterno sarebbe mai capace.

Le tipiche situazioni sociali temute nel disturbo d’ansia sociale sono: parlare con gli estranei; andare a un

appuntamento o a una festa; essere osservati mentre si mangia, si beve, si scrive o si va in bagno; lavorare

con altri a un progetto comune; tenere un discorso.

Tali attività vengono evitate del tutto o sopportate con un terrore crescente.

SUGGERIMENTI DIAGNOSTICI:

 molte persone con un disturbo d’ansia sociale diventano secondariamente demoralizzate o depresse.

FOBIA SPECIFICA:

(“ha qualche paura particolare che le causa molti problemi, come paura di volare, delle altezze, dei luoghi

chiusi, degli animali, della vista del sangue o di fare un’iniezione?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

le persone con una fobia specifica hanno una paura persistente e irragionevole di un oggetto specifico

(come cani, ragni o serpenti) o di una situazione specifica (come trovarsi in un luogo elevato, salire su un

ascensore o un aeroplano o farsi fare un’iniezione). Esse evitano la cosa temuta oppure la sopportano con

grande disagio e un’elevata dose di ansia.

DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA:

(“è una persona apprensiva, eccessivamente preoccupata e ansiosa per molte cose diverse?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

chi soffre di un disturbo d’ansia generalizzata ha una mente che non si ferma mai. Le tipiche sfide della vita

(famiglia, finanze, salute, lavoro, scuola, amicizie, futuro, ecc…) sono benzina sul fuoco delle loro

preoccupazioni.

Le preoccupazioni possono essere accompagnate da tutta una serie di sintomi cognitivi (scarsa

concentrazione, pensieri catastrofici, indecisione), sintomi dell’umore (irritabilità, demoralizzazione) e sintomi

fisici (nausea, diarrea, mal di testa, sudorazione, tremori, tensione muscolare e insonnia). L’ansia causa

notevole disagio e ha marcati effetti negativi sulla vita quotidiana del soggetto.

Questi cerca continue rassicurazioni dagli altri, ma non si sente mai rassicurato del tutto.

SUGGERIMENTI DIAGNOSTICI:

 usare questa diagnosi solo quando le preoccupazioni sono ampie, pervasive, al di là dell’ordinario,

invalidanti, durevoli (6 mesi o più) e non meglio spiegate da un’altra diagnosi

DISTURBO D’ANSIA DOVUTO A UN’ALTRA CONDIZIONE MEDICA:

(“ha avuto sintomi d’ansia associati a una condizione medica, come una tiroide iperattiva?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

L’ansia o gli attacchi di panico invalidanti sono direttamente provocati da una patologia medica.

SUGGERIMENTI DIAGNOSTICI:

 I sintomi d’ansia iniziano simultaneamente o subito dopo l’insorgenza della condizione medica.

 i sintomi d’ansia si risolvono col trattamento riuscito della condizione medica.

DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE:

(“ha avuto molti sintomi d’ansia associati al consumo di droghe, alcol, caffè, farmaci, o alla sospensione

dell’uso di droghe o farmaci?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

l’ansia o gli attacchi di panico si verificano per lo più come risultato dell’assunzione o della sospensione di un

farmaco o di un’altra sostanza.

SUGGERIMENTI DIAGNOSTICI:

 i sintomi d’ansia iniziano dopo l’uso delle sostanze e (idealmente) si risolvono poco dopo la sua

sospensione.

 l’ansia scompare se il soggetto interrompe l’assunzione della sostanza e adotta un congruo periodo di

astinenza.

DISTURBO D’ANSIA SENZA SPECIFICAZIONE:

questa diagnosi va utilizzata quando si è stabilito che c’è un disturbo d’ansia, ma non vi sono informazioni

sufficienti per decidere in quale categoria più specifica esso rientri.

Spesso sono necessari tempo e visite plurime per determinare il possibile impatto di eventuali sostanze o di

una patologia fisica.

Questa categoria viene impiegata anche per manifestazioni ansiose che non assomigliano a nessuno dei

disturbi specifici descritti sopra, ma che nondimeno causano disagio o compromissione clinicamente

significativi.

DISTURBO OSSESSIVO – COMPULSIVO E DISTURBI CORRELATI:

DISTURBO OSSESSIVO – COMPULSIVO:

per le ossessioni: (“ha mai pensieri strani che non riesce a togliersi dalla mente?”)

per le compulsioni: (“ci sono rituali che non può fare a meno di ripetere continuamente?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

gli individui che soffrono di DOC hanno sia ossessioni (immagini e pensieri intrusivi accompagnati da ansia)

sia compulsioni (azioni e pensieri ripetitivi che aiutano a neutralizzare le ossessioni).

Un’ossessione tipica è il pensiero ricorrente, persistente, disturbante e irresistibile che “vi sono ovunque

pericolosi germi e io ne vengo contaminato”.

Ognuno escogita un particolare rituale che funziona per lui nel modo migliore, e tale rituale si radica

profondamente nella sua quotidianità e viene continuamente ripetuto.

Di solito la compulsione viene eseguita in base a una sequenza fissa e a regole rigide. Se qualche parte del

rituale non è stata svolta in modo corretto, bisogna ricominciare tutto da capo. La procedura diventa talvolta

tanto elaborata da occupare gran parte della giornata.

Alcune persone sviluppano compulsioni cognitive (es. contare fino a un certo numero).

Ogni individuo crea un insieme di rituali personalizzati, che non fornisce una protezione reale dai germi ma

riesce a ridurre l’ansia di subirne la contaminazione.

Le ossessioni e le compulsioni sono legate tra loro a doppio filo: quanto più l’ossessione e l’ansia che

l’accompagna sono intense e persistenti, tanto più intensa e persistente dovrà essere la compulsione atta a

neutralizzarle.

DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO:

(“è soddisfatto del suo aspetto fisico?”)

PROTOTIPO DIAGNOSTICO:

le persone con un disturbo di dismorfismo corporeo sono esageratamente preoccupate di un difetto reale o

immaginario del proprio aspetto fisico. Possono trascorrere un tempo interminabile davanti allo specchio o,

al contrario, fare di tutto per non trovarsi mai nemmeno in prossimità di uno specchio.

Il difetto reale o immaginario assume sempre maggiore importanza e può arrivare a dominare tutte le

decisioni vitali, inducendo crescenti limitazioni nella vita sociale e lavorativa.

In un primo tempo, queste persone rinunciano ad andare a feste e appuntamenti perché non possono

sopportare l’idea che gli altri pensino male del loro aspetto “ripugnante”. Poi smettono di lavorare perché non

possono tollerare le occhiate e gli immaginari sorrisetti dei colleghi.

Nei casi estremi un paziente può restare barricato in casa uscendone soltanto dopo la mezzanotte, avvolto

in un ampi

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
10 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Prunas Antonio.