Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 39
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 1 Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia Dinamica, docente Ieri, libro consigliato Manuale di psicologia dinamica, Concato Pag. 36
1 su 39
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Secondo il pensiero junghiano, dunque, nella coscienza si possono distinguere 4 funzioni:

• Sensazione: che ha il fine di registrare i fattori sia interni che esterni che

tramite l’attività sensoriale arrivano alla coscienza.

• Pensiero: da un ordine logico alle cose;

• Sentimento: determina le gerarchie dei valori e ci permette di avere info utili

sul valore soggettivo delle esperienze vissute attraverso i toni affettivi.

• Intuizione: ci consente di individuare i valori contenuti in ciò che è presente

procedendo non attraverso la percezione, ma bensì l’inconscio.

Tali funzioni consentono all’io cosciente di avere un orientamento nel mondo

fenomenico, avendo una loro esistenza indipendente, spesso non sottoposte al

controllo della volontà.

Il simbolo

Il concetto di simbolo va distinto dal concetto di segno. Significato simbolico e significato

semeiotico sono cose completamente diverse.

Il simbolo indica un significato sconosciuto o che consentirà alla coscienza di costruire

significati parziali.

Il simbolo esercita una forza di attrazione sulla coscienza e questa energia che possiede,

gli deriva dal conflitto tra coscienza e inconscio, tensione che trova nel simbolo il suo

momento di espressione. Il simbolo rappresenta dunque la più alta espressione del potere

creativo dell’inconscio, cioè la capacità che questo ha nella sua attività di compensazione,

di produrre nuovi orizzonti di senso e nuove prospettive di sviluppo della personalità.

Il simbolo è l’accadere di qualcosa di nuovo nel soggetto è messaggero di un’imminente

trasformazione in cui una vecchia visione del mondo trascina nel suo crollo tutto un

sistema di concezioni per lasciare spazio ad una visione delle cose del tutto nuova e

impensata.

L’evento simbolico non si manifesta e non agisce se la coscienza non si dispone a

lasciarsi investire dal suo potere trasformatore. Il simbolo è vivo soltanto finché è pregno di

significato, ma quando ha dato alla luce il suo significato il simbolo muore.

La terapia junghiana invita il paziente a vivere i simboli, cioè ad attendere che con il

passare del tempo e lo svolgersi degli eventi, l’adeguata comprensione dei significati si

realizzi, ovvero comprendere emotivamente e intuitivamente (più che comprendere

razionalmente e logicamente). Tale comprendere si produce grazie ad un atteggiamento

simbolico della coscienza che si mantiene aperta al fluire delle immagini inconsce, senza

bloccarle, ma lasciandole essere, nell’attesa che il loro significato si riveli col passare del

tempo.

Il simbolo in qualche modo può essere definito un archetipo: per Jung infatti l’archetipo

deve essere inteso come la tendenza a formare rappresentazioni multiformi di uno stesso

motivo, ma, nella sua sostanza esso rimane qualcosa di sconosciuto, una forma

fondamentale di per sé irrappresentabile, che tuttavia produce effetti, cioè

rappresentazioni archetipe che assumono per il soggetto un valore numinoso e hanno

quindi un forte impatto emotivo disorientante. Il fatto che questo genere di

rappresentazione si verifichi soprattutto nei momenti di crisi, rende conto dell’affinità del

concetto di archetipo a quello di simbolo.

Il Sé e il processo d’individuazione.

Il Sé è l’archetipo per eccellenza, ma è quell’istanza che, in ogni soggetto orienta il

processo psichico verso la realizzazione più ampia e completa della sua specificità e

potenzialità individuale.

Rappresenta l’invisibile, l’inconscio e intimo centro della personalità, ma anche

l’estensione che comprende la coscienza e l’inconscio; è il punto centrale di questa totalità

psichica, come l’Io è il centro della coscienza.

Il concetto di Sé non può essere separato da quello del processo d’individuazione,

processo che conduce verso l’unificazione delle varie istanze della personalità.

Rappresenta per Jung la meta ideale e la causa finale di tale processo. Il Sé si rivela infatti

come una possibilità innata che si sviluppa in maniera relativamente completa, durante

l’intera esistenza e fino a che punto l’individuo possa svilupparsi psichicamente, dipende

da quanto l’Io sia disponibile a seguire gli orientamenti e le correzioni provenienti dal Sé. Il

processo di individuazione diventa effettivo quando l’individuo ne diviene consapevole;

senza il soggetto che riesce a renderlo reale il processo resta solo una possibilità.

L’unificazione dei due opposti, coscienza e inconscio, mediante l’instaurarsi della funzione

trascendente rappresenta il momento centrale in cui si realizza il Sé. L’archetipo del Sé si

presenta, dunque, come l’istanza di totalità di personalità, in quanto il processo

d’individuazione mira ad eliminare qualsiasi ostacolo al dialogo fra conscio e inconscio. Il

Sé è dunque inconscio ma può manifestarsi attraverso la comparsa di immagini

archetipiche, cioè simboliche, nei sogni o nelle fantasie.

L’archetipo del Sé deve essere inteso anche come massima espressione dell’unicità

individuale, ogni individuo secondo Jung si trova posto davanti ad un compito di

autorealizzazione che presenta caratteri di unicità.

L’identità che noi costruiamo per la vita collettiva è chiamata da Jung Persona, maschera,

alla quale finiamo per aderire identificandoci con i nostri ruoli sociali.

Dall’altro lato vi sono aspetti della personalità che vogliamo occultare agli altri e che

costituiscono quindi la nostra Ombra. L’immagine dell’’ombra appare connessa alla figura

del “doppio”, ovvero il riflesso demoniaco del soggetto, l’altra identità irriducibile e

contrapposta a quella che il soggetto vive come Persona, una presenza inquietante che lo

osserva dall’oscurità.

Questo aspetto infernale spiega il fatto che all’azione del Doppio e quindi all’immagine

dell’ombra venga spesso ricondotto il conflitto morale. Si parla di Ombra quando sono in

gioco inclinazioni e pulsioni che il soggetto non può riconoscere come proprie, perché

sono incompatibili con l’idea che ha di sé. D’altra parte la dimensione dell’Ombra sembra

spesso coincidere con quella dell’inconscio.

Il processo di individuazione è fatto di momenti essenziali in cui perdiamo la maschera per

tornare ad attingere alla nostra creatività personale, sono gli eventi simbolici che ci

smascherano.

Nella complessità appare comprensibile il compito dell’Io, che è soprattutto quello di

tenere in relazione le diverse soggettività che costituiscono la psiche individuale.

Sincronicità.

Tale principio si basa sulle coincidenze e Jung lo introduce in opposizione al concetto

occidentale di occasionalità. Per Jung è particolarmente importante la coincidenza degli

eventi nello spazio e nel tempo scorgendovi qualcosa di più che il solo caso e cioè una

peculiare interdipendenza degli eventi oggettivi tra loro.

Secondo Jung la sincronicità presuppone un senso a priori in rapporto con la coscienza

umana. La sincronicità va a formare con la causalità una coppia di opposti come lo spazio

col tempo. La casualità è solo un principio e la psicologica non può venire esaurita

soltanto con metodi casuali, perché lo spirito vive ugualmente di fini. Jung formulò il

concetto di sincronicità definendolo un processo inconscio che permette di percepire

eventi paralleli collegati ad archetipi dell’inconscio collettivo.

Erich Neumann – 1905(Berlino)/1960

Si può considerare come un neo-junghiano e partendo anche lui dal contatto con il

paziente approfondisce gli studi sull’inconscio collettivo.

La sua ricerca si sviluppa sulla coscienza ed il lavoro approfondimento che lui fa, arriva a

sostenere un’interpretazione genetica sulla coscienza di ciascun individuo.

Neumann vedi il femminile con due caratteri:

• Uno elementare che tende a mantenere a sé tutto ciò che crea;

• Uno evolutivo che ostacolando la conservazione va verso l’evoluzione, la

trasformazione.

Quindi l’essere umano deve far valere la propria creatività in un percorso rivolto al

cambiamento.

Neuman studia a fondo le mitologie, le fasi storiche mettendole in parallelo allo sviluppo

dell’individuo; secondo lui ognuno di noi porta in sé un’eredità complessa che si situa nella

psiche e che necessita l’integrazione del passato collettivo.

Arriva ad affermare che i valori collettivi e filogenetici sono fondamentali nello sviluppo

dell’individualità.

L’archetipo diviene visibile attraverso le sue manifestazioni nella psiche di ognuno di noi,

arrivando ad agire in modo energico nella stessa psiche; l’archetipo appare così come un

organo fisico che provvede a sostenere e presiedere alla maturazione della personalità

d’ogni essere umano.

Gli stadi dello sviluppo psicologico.

Sviluppo maschile.

• Primo stadio: STADIO UROBORICO. L’Io è contenuto nell’inconscio e risulta

totalmente indifferenziato; il simbolo è il cerchio, che sta a rappresentare l’uovo

cosmico dove tutto appare contenuto e niente ha la forza di nascere se non viene

in aiuto la luce o la coscienza.

È la dimensione inconscia che rappresenta l’aspetto materno e da tale condizione

emerge con grande sforzo un Io embrionale, fragile dipendente dalla Grande Madre

• Secondo stadio: GRANDE MADRE. La dea che decide della vita o della morta o

che determina uno sviluppo positivo o negativo; l’Io deve riuscire a formarsi una

forte coscienza di Sé per poter affrontare il confronto con l’archetipo della Grande

madre al fine di poter scindere lo stato originario di indifferenziazione e formando le

coppie di opposti.

• Terzo stadio: STADIO PATRIARCALE (o dell’eroe.) caratterizzato dalla lotta

estenuante col drago che impersonfica il potere negativo della Madre terribile,

corrisponde all’evento della pubertà dove l’Io va fortificandosi riuscendo a trasferire

la libido sul mondo esterno. Il giovane si riconosce nel figlio del padre che si

contrappone alla madre.

Storicamente tale periodo si lega alla nascita della società degli uomini e

all’avvento della fase patriarcale; si collega alle problematiche tipiche

dell’adolescenza, qui si assiste ad un contrasto il mondo familiare (rassicurante) e il

mondo esterno.

• Quarto stadio: STADIO DELLA TRASFORMAZIONE. Si caratterizza per la lotta

con il drago paterno e

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
39 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ForatB di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Ieri Cecilia.