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LINEA:

La linea può essere definita come la traccia di un punto che si muove dinamicamente nello spazio.

Gli oggetti della realtà ci colpiscono per le loro forme, i volumi, i colori, le luci; raramente percepiamo un

oggetto attraverso le sue linee. La linea rappresenta il limite, il confine tra l’oggetto e lo sfondo e in genere

corrisponde al margine di separazione dove si riscontra il maggiore contrasto d’intensità luminosa tra

l’oggetto e lo sfondo su cui esso si staglia.

La linea può essere retta o curva. La linea retta può essere orientata secondo tre direttrici:

1) orizzontale: è la linea che congiunge le due parti di campo visivo sinistra/destra. Esprime un significato

massimo di stabilità, perché poggia stabilmente e continuativamente su una base orizzontale.

2) verticale: è la linea che congiunge le due posizioni inferiore/superiore. La sua verticalità esprime un

significato di innalzamento e slancio.

3) diagonale: è quella che geometricamente unisce i due angoli opposti di un poligono. Più in generale è una

linea che attraversa obliquamente uno spazio. Esprime instabilità in confronto alla stabilità degli assi

orizzontali e verticali con cui è posta in relazione. Per queste caratteristiche è una linea dinamica che

esprime movimento.

La diagonale che attraversa uno spazio dalla parte inferiore sinistra verso la parte superiore destra è

percepita come ascendente; al contrario una diagonale che attraversa lo spazio dalla parte superiore sinistra

alla parte inferiore destra è vista come discendente. Questo perché la modalità di lettura nella cultura

occidentale ha un andamento da sinistra verso destra e questo caratterizza anche la lettura di configurazioni

geometriche.

Inoltre la linea può avere anche altre configurazioni:

4) spezzata: è contrapposta alla linea curva e presenta rapidi e continui cambiamenti di direzione che

formano angoli acuti e spigoli. Un oggetto in cui prevalga un contorno formato da una linea angolare,

spezzata, può essere percepito come minaccioso o pungente.

5) curva: è una linea che non presenta repentini cambiamenti di direzione e non produce angoli netti e

precisi.

Le forme curve sono viste in generale come morbide e suscitano in chi le osserva un senso di tranquillità e di

distensione. Al contrario un’esasperata ripetizione della linea curva, per esempio in cerchi concentrici o in

forme a spirale, dal momento che viene percepita come estremamente dinamica e in movimento, potrebbe

provocare inquietudine e agitazione.

 Grazie alla nostra capacità di percepire una linea continua che non subisce repentini cambiamenti di

direzione, siamo in grado di cogliere l’identità di ogni linea (retta, spezzata, curva) nonostante le intersezioni

con altri tipi di linee.

L’utilizzo della linea attraverso la ripetizione regolare del tratto produce una trama di superficie definita

texture.

Nel disegno di Klee “Paesaggio lussureggiante”, alcune forme geometriche sono riempite con texture a

trame diverse, che permettono l’accentuazione delle differenze tra le figure e creano un gioco di

sovrapposizioni.

FORMA:

Una forma è composta da linee che delimitano una superficie chiusa.

Le forme regolari di base, dette eucllidee, sono definite dalla direzione dei lati: orizzontali, verticali, diagonali

e curvi.

Esse sono:

- il quadrato: figura geometrica costituita da linee verticali e orizzontali. I quattro lati e i quattro angoli da cui è

formato hanno la proprietà di essere identici. Il centro del quadrato è il punto di congiunzione delle sue

diagonali.

Questa simmetria conferisce alla forma forte equilibrio e semplicità. Nella maggior parte dei casi esprime

solidità e fermezza. Il quadrato è un caso specifico di quella famiglia di figure geometriche dette rettangoli.

I rettangoli possono essere molto diversi in relazione al rapporto base e altezza. In generale quanto più un

rettangolo è molto largo e poco alto, tanto più apparirà stabile poiché è presente in misura maggiore una

dimensione orizzontale.

Se lo si poggia sul lato corto apparirà invece instabile e slanciato.

- il triangolo: è costituito da linee miste, orizzontali, verticali e diagonali. Il prevalere di una di queste

determinerà il tipo di triangolo (equilatero, isoscele o scaleno). Il suo significato espressivo dipenderà anche

dall’orientamento.

Se il triangolo poggia sul lato orizzontale sembrerà stabile alla base e slanciato nella verticalità; se lo si

appoggia sul vertice sembrerà instabile e precario e subirà uno schiacciamento del lato orizzontale

superiore.

- il cerchio: è la figura più simmetrica in quanto ogni punto della circonferenza è identico a qualsiasi altro

punto. Anche se la figura viene ruotata rimane identica a se stessa. Per la sua simmetria e per il fatto che è

formato da linee curve con una base d’appoggio ridotta, viene percepito come una figura molto dinamica che

comunica un’impressione di rotolamento e di movimento circolare.

In continuità con il cerchio troviamo l’ellisse, che geometricamente è una curva piana chiusa. In generale

l’ellisse è una figura di forma ovale, che in molti casi può essere percepita come un cerchio in prospettiva.

In particolare l’ellisse che compone la parte superiore del cilindro è percepito come un cerchio inclinato,

disegnato in prospettiva. Se invece l’ellisse è racchiusa per esempio in un rettangolo, che non contiene

informazioni prospettiche, l’illusione non c’è più.

L’illusione dell’ellisse costituisce un caso in cui la percezione della tridimensionalità crea un’interferenza con

la percezione della bidimensionalità.

Forse proprio per queste sue proprietà dinamiche e illusorie, l’ellisse è stata molto utilizzata nel periodo

barocco sia nei dipinti che nelle architetture.

COLORE:.

La percezione del colore è il risultato di una complessa combinazione e scambio fra 3 entità:

- la luce

- gli oggetti che la riflettono

- la presenza di un sistema biologico adatto a cogliere queste informazioni provenienti dall’ambiente

Nonostante il mondo sia ricco di un’infinita e svariata gamma di sfumature di colore, nei secoli sono state

proposte diverse modalità di classificazione a seconda della prospettiva da cui lo si osservava.

Una prima classificazione consiste nel suddividere i colori in primari e secondari.

- i colori primari sono chiamati così perché non si possono ottenere da nessuna mescolanza di altri colori.

- i colori secondari invece provengono dalla combinazione di quelli primari.

Per lo scienziato i colori primari sono il rosso, il blu e il verde.

Per il pittore i colori primari sono il rosso, il blu e il giallo.

 La mescolanza dei colori primari, se si utilizza la prospettiva scientifica o quella artistica, dà risultati diversi.

Nel primo caso si combinano delle luci e quindi delle lunghezze d’onda, mentre nel secondo caso si

mescolano dei pigmenti.

Se lo scienziato unisce quelli che per lui sono due colori primari, ad esempio la luce rossa e la luce verde,

ottiene il colore (luce) giallo.

Se invece il pittore unisce gli stessi colori, questa volta come pigmenti, ottiene il marrone.

Inoltre se si sovrappongono le tre luci (sintesi additiva) si ottiene la luce bianca, se si mescolano i tre colori

(sintesi sottrattiva) si ottiene il nero.

Itten ha proposto un sistema di classificazione e produzione dei colori primari, secondari e terziari, da un

punto di vista pittorico, partendo da un triangolo equilatero inscritto in un cerchio composto da tre colori

primari: rosso, giallo e blu.

Se si combinano i colori primari che compongono il triangolo a due a due si ottiene:

- giallo + blu = verde

- rosso + giallo = arancione

- blu + rosso = viola

Questi tre colori ottenuti sono detti secondari e nello schema di Itten formano tre ulteriori triangoli.

Si forma così un esagono regolare i cui vertici toccano un cerchio che è composto da dodici colori: tre

primari, tre secondari e sei terziari.

I colori opposti nel cerchio sono detti complementari e mescolati insieme generano il grigio puro.

Coppie di colori complementari sono:

- rosso (primario) + verde (secondario, ottenuto da giallo + blu).

- giallo (primario) + viola (secondario).

- blu (primario) + arancione (secondario).

Una seconda classificazione dei colori suddivide questi in colori caldi e colori freddi.

- i colori caldi sono associati alla luce solare e sono quindi chiamati così per la “temperatura” che

intrinsecamente contengono. Essi sono: rosso, giallo, arancione e i colori da essi derivati.

I colori caldi sembrano riscaldare la superficie del dipinto e per questo danno una sensazione di energia e

calore.

Sono colori positivi in quanto hanno avuto la funzione di evocare vita ed energia che non sarebbero possibili

in assenza di luce. Esprimono qualità come la forza, il dinamismo, il vigore e la vivacità.

Hanno generalmente un aspetto di apertura, espansione, dilatazione nella zona circostante.

Una persona definita “calda” è caratterizzata da aspetti quali l’affettuosità, la tenerezza e la dolcezza. Siamo

più facilitati ad avvicinarsi e a connotare positivamente una persona che esprime qualità cromatiche di

questo tipo.

- i colori freddi sono associati alle tinte del cielo, dell’acqua e di alcuni aspetti della natura.

Essi sono: blu, verde, viola e i colori da essi derivati. Sono vissuti come statici, distanti e spirituali.

Danno inoltre una sensazione di freschezza perché ricordano elementi naturali che possiedono una

temperatura ridotta.

 Il significato che si attribuisce a un determinato colore tuttavia può variare in società diverse o a seconda

del contesto storico.

Dal punto di vista della luminosità, il bianco, il nero e il grigio non vengono considerati colori veri e propri.

Il bianco corrisponde alla somma di tutti i colori, infatti la luce che proviene dalle radiazioni solari è bianca.

Il nero è l’annullamento del colore e della luminosità.

Il grigio è un non colore che si colloca in una posizione intermedia tra bianco e nero.

Tuttavia da un punto di vista percettivo bianco, nero e grigio sono considerati veri colori in quanto esprimono

e comunicano all’osservatore emozioni e sensazioni specifiche.

- il bianco: da un punto di vista simbolico è considerato il colore della purezza, dell’innocenza, della bontà,

del bene, ecc… Tuttavia per esempio in Cina il bianco è il colore del lutto perché simbolicamente indica il

percorso che il defunto compie verso la purezza.

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
20 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Zavagno Daniele.