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Berlyne: Usa una tecnica sperimentale basata sulle risposte fisiologiche. Sostiene che tutto ciò che

è nuovo e complesso aumenta la vigilanza del soggetto. Ciò è rilevabile tramite modificazioni

fisiologiche specifiche.

Il potenziale di attivazione di uno stimolo dipende quindi dalla sua complessità e quest’ultima

dipende da ambiguità (elevato livello di incertezza che lasciano aperta l’interpretazione),

complessità (numero di elementi in gioco) e novità inattesa (ciò che è inatteso).

Constatò inoltre che la relazione fra l’attivazione fisiologica e la preferenza estetica possono essere

rappresentati da una U rovesciata, definendo così che attivazioni troppo alte o troppo basse

hanno effetti negativi sulla preferenza estetica.

Boselie e Leeuwenberg: Sostengono che un oggetto produrrà un’impressione di bellezza quando

è cognitivamente rappresentato come portatore di due qualità fra loro incompatibili. La

sensazione di sorpresa si creerà solo quando le qualità incompatibili sono rappresentate in modo

chiaro e non ambiguo.

Così riscrivono la formula di Birkhoff-Eysenk:

M= Um(Ue)*(Cm, e)

M: Grado di bellezza;

Um: Grado di non ambiguità dei mezzi;

Ue: Grado di non ambiguità degli effetti;

Cm, e: Livello di contrasto fra fini e mezzi.

Tramite questa formula viene calcolato il grado di bellezza di 37 poligoni di Birkhoff.

Freud: l’arte e la psicanalisi:

Il baricentro degli interessi artistici di Freud è l’artista.

L’interesse di Freud per l’arte è tutto rivolto alle manifestazioni del passato, o meglio, a due precisi

momenti del passato: passato lontano dell’archeologia e quello più recente del Rinascimento. Si

occupa solo del passato in quanto è la causa del presente, dei sintomi presenti ora.

Per Freud ogni opera d’arte è la trasposizione dei conflitti della sua prima infanzia, è quindi un

ulteriore metodo per esprimere i propri desideri inconsci. La sublimazione è intesa come il

processo che permette di soddisfare in modo immaginario un desiderio inconscio, è l’insieme dei

processi implicati in certe forme di soddisfazione dei bisogni, degli scopi e dei desideri e consiste

nella soddisfazione dei bisogni in modo più controllato rispetto al modo impulsivo con cui

insorgono.

La critica che col senno di poi viene fatta a Freud non è tanto quella di aver rifiutato l’arte

contemporanea, ma quella contro la sua radicale negligenza per le forme delle opere, non tanto

per l’idea in sè, ma per aver inaugurato e promosso un approccio all’arte che vede le opere alla

stregua di sintomi saltando ogni specificità artistica.

Wittkower inoltre critica la fantasiosa lettura ed interpretazione dei dati biografici e artistici e il

disinteresse per l’informazione storica.

I limiti:

1) Estetica sperimentale ha inadeguatezza metodologica;

2) Freud ha ricercato nell’arte conferme riguardo al fatto che le forze motrici dell’arte sono le

stesse che causano nevrosi in determinati soggetti;

3) Arnheim sostenne una forte teoria della percezione e ricercò nelle opere d’arte visiva delle

conferme;

Tutti hanno trovato le conferme che cercavano ma non hanno preso in considerazione le

modalità con cui il “problema arte” va affrontato.

Crozier e Chapman sostengono due motivazioni che causano insoddisfazione nei riguardi di

quanto è stato fatto finora dalla psicologia dell’arte:

1) Valore euristico dell’approccio psicologico all’arte, in particolare il metodo scientifico e le

categorizzazioni della psicologia non sono appropriati per lo studio di molti processi alla base

della percezione dell’arte;

2) La psicologia, nel suo primo secolo, era una disciplina composita, caratterizzata da molte

scuole in conflitto, perciò molti fenomeni artistici vengono esaminati selettivamente.

La strada dell’arte contemporanea:

Ipotizzando che la Psicologia dell’arte possa esistere bisogna porre l’attenzione anche al mondo

dell’arte odierno e alle spinte psicologiche che sono alla base della metamorfosi che trasforma

una tela ed un colore in un’opera d’arte di grande valore economico.

Questo valore non è dato solo dall’artista, ma anche e soprattutto dal mercato economico che

risiede dietro l’arte, dalla sua quotazione commerciale, che ne determina ormai il valore artistico.

Perciò più è alto il valore della quotazione commerciale di un’opera, tanto è più alto il suo valore

artistico, indipendentemente dalla richiesta.

Dalle visite delle grandi mostre di arte contemporanea si può evincere che:

1) Le arti visive hanno, ormai, connessioni labili ed occasionali con le altre forme d’arte;

2) Nelle arti visive si è verificata una rottura con tutte le regole, le norme, i materiali e le

procedure tipiche dell’arte classica. Si è inoltre abbandonata la ricerca della verosimiglianza;

3) Impossibilità di stabilire, all’infuori del contesto artistico, se un oggetto, una presenza o un

evento sono il risultato di una ricerca artistica. Ovvero, l’opera da sola non innesca un

processo estetico;

4) Difficoltà estrema nel creare una tassonomia;

5) Nei secoli passati, il tempo faceva scorrere gli stili in modo che i fenomeni si succedessero

senza sovrapporsi. Con l’inizio del nostro secolo molte correnti si sono ritrovate a operare in

contemporanea. Capitolo III: Dinamiche cognitive nell’arte:

Leon Battista Alberti e le immagini somiglianti:

Ogni prodotto artistico ha sempre un corpo materiale, di fatto noi reinterpretiamo la materia in

funzione della forma che ha assunto, ed è probabilmente questo ciò che i greci chiamavano

mimesis.

Con molta semplicità il problema delle origini dell’arte viene posto già nel Rinascimento da

grandi artisti come Leon Battista Alberti. Egli sostenne che l’arte della verosimiglianza sia

originata da coloro che in oggetti inanimati videro tratti che potevano rappresentare aspetti reali

della natura, rendendosene conto cominciarono a fare dei tentativi aggiungendo o togliendo

qualcosa in modo che l’oggetto potesse esprimere il vero aspetto dell’immagine. Fu così che, ad

un certo punto, arrivarono a ricavare la figura che volevano nonostante il materiale non avesse

somiglianza con nulla.

Alberti si sofferma sul fatto che pochi cambiamenti bastano a trasformare una forma inanimata

e imprecisa nella rappresentazione di aspetti reali della natura, ciò venne abbandonato dall’arte

occidentale ma pienamente coltivata dall’arte cinese e giapponese.

È stata definita in diversi modi: “processo automatico della mente”, “una tendenza

Pareidolia:

subconscia”, “un’illusione subconscia”, “una tendenza soggettiva”.

È un fenomeno normale ed automatico di organizzazione del campo visivo - scissione fenomenica

figura-sfondo, leggi di organizzazione gestaltiche, comparazione con (cioè macro modelli

templates

di entità percettive e rilevanti, come la faccia umana) - che dà luogo alla percezione di

raffigurazioni di oggetti, cui è aggiunta una volontà associativa-riconoscitiva conscia e proiettiva

che attribuisce un significato particolare alla rappresentazione riconosciuta e che può essere

regolata da diversi fattori psicologici: emozioni, bisogni trascendentali, autointrattenimento.

Anche quando lo stimolo è ambiguo, il sistema visivo, in automatico, cerca di organizzare i dati

in modo da segregare potenziali figure dallo spazio circostante.

Reinterpretazione:

Finke: Capacità delle persone di manipolare mentalmente immagini di oggetti o di forme non

attualmente sotto osservazione.

Neisser: Processo automatico di basso livello, per effetto del quale ciò che stiamo osservando muta

e si riorganizza in modi diversi.

Per quanto riguarda la psicologia dell’arte si usa il termine in entrambe le accezioni.

Se partiamo dal presupposto che ogni prodotto artistico sia il risultato di una reinterpretazione,

allora bisogna verificare se anche forme estreme come il ready-made possano rientrarvi, almeno

per analogia.

Prendendo di esempio Duchamp, certamente le sue opere, come sono il risultato di una

Fontana

reintepretazione, subisce una dislocazione semantica e viene trasformato da oggetto-opera d’arte

in arte senza oggetto, ovvero in opera-azione d’autore. Ma ciò non vale per tutti, vale solo per

quello firmato da Duchamp.

Non esiste opera senza interpretazione, intesa però come l’attribuire un’intenzionalità non

sempre esplicita all’autore.

Mentre esistono numerose opere ed artisti, esistono pochi ma potenti interpreti, che sono

fondamentalmente la critica. Quando il gioco dell’arte diventa astratto, allora il ruolo del critico

diventa determinante e necessario, diventa una sorta di artista di livello superiore, che usa il

lavoro degli artisti di livello inferiore come materiale da manipolare. Così, chi ha la capacità di

reinterpretare non necessariamente è colui che produce effettivamente l’opera.

Un modello condiviso dell’attività percettiva ritiene che al suo funzionamento concorrano due

processi:

1) Fase sensoriale: Organizza i dati secondo le leggi gestaltiste;

2) Risultato della fase uno viene completato con l’attribuzione di un significato;

Questo meccanismo funziona sulla base di due precisi momenti dell’attività cognitiva:

1) Alla base dell’organizzazione delle nostre conoscenze c’è un sistema ordinatore che parte

dalla forma delle cose e passa poi successivamente agli altri attributi;

2) I processi di raccolta dei dati sensoriali e la verifica del loro significato non si arrestano, ma

continuano di modo che si possa verificare il significato degli attributi e il controllo della

compatibilità dei dati sensoriali con altri significati possibili.

I casi di mimetismo, però, non sono considerati reinterpretazioni, poichè nel momento in cui un

animale si mimetizza, smette fenomenicamente di essere quell’animale e diventa solo ciò che si

vede. La reinterpretazione, invece, conserva sia il significato della sua materialità interpretabile,

sia il significato ulteriormente acquisito.

In questo modo il mondo delle cose esistenti può essere separato in due insiemi: l’insieme dei

reinterpretabili e l’insieme dei significati possibili.

Le qualità espressive:

Una componente fondamentale della percezione è la nostra capacità di percepire le qualità

espressive. Ogni oggetto trasmette a chi lo osserva delle informazioni di carattere emotivo.

L’espressivit&ag

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Publisher
A.A. 2018-2019
27 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher seris di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Zavagno Daniele.