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FATTORI DI DIFFERENZIAZIONE E DECISIONI:

4.2) DIFFERENZE NEI PROCESSI DI SCELTA OCCUPAZIONALE:

la scelta occupazionale va considerata come un processo di lunga durata, su cui intervengono numerosi

fattori, in grado di modularlo.

I fattori differenziali di tipo individuale e sociale sono ad esempio:

a) abilità intellettuali: ad esempio le persone intellettualmente dotate effettuano decisioni più efficaci e

realistiche e meno legate all’influenza del proprio contesto sociale;

b) condizioni socioeconomiche e familiari: sono stati definiti come fattori di differenziazione individuale nelle

scelte del proprio futuro professionale. Il ruolo delle relazioni familiari nelle scelte occupazionali si esprime

per esempio mediante i tipi di modelli e di stili educativi adottati;

c) genere: va considerato un fattore essenziale di influenza nelle scelte occupazionali.

Resta ancora elevato per esempio il problema della femminilizzazione;

d) scuola e le esperienze formative: rappresentano un potente fattore di differenziazione delle scelte

occupazionali e di carriera. La durata della permanenza nel sistema scolastico e la qualità dell’esperienza

formativa

costituiscono ulteriori elementi di variabilità del livello di strutturazione cognitiva, di attivazione e

rinforzo di interessi e aspettative che hanno un peso per l’andamento del processo di scelta occupazionale.

La socializzazione prelavorativa:

La socializzazione prelavorativa rappresenta un modo di analizzare l’esperienza scolastica, familiare, dei

gruppi

di pari e di tempo libero anche come occasione di avvicinamento progressivo alla realtà lavorativa.

In questa fase di socializzazione anticipatoria si definiscono:

1) le rappresentazioni della vita lavorativa e dei suoi valori e significati;

2) le informazioni possedute sul lavoro e sul mercato occupazionale;

3) le competenze e le conoscenze effettivamente padroneggiate;

4) la conoscenza di sé e delle proprie qualità personali e di interazione sociale;

5) le proprie preferenze, aspettative e progetti futuri.

 Si possono indicare tre variabili principali con cui misurare l’andamento della socializzazione prelavorativa:

a) il “grado di realismo” con cui il soggetto riesce a rappresentarsi la vita lavorativa in un certo contesto;

b) il “grado di congruenza” tra aspettative, desideri e capacità della persona da un lato, e le

risorse/opportunità presenti nel contesto occupazionale assunto come riferimento dall’altro.

c) il “grado di accuratezza” per esempio delle informazioni.

Questi indicatori ci aiutano a comprendere i processi di decisione relativi alla carriera.

4.3) LA PRESA DI DECISIONE:

Per quanto riguarda i modelli di presa di decisione, i principali sono due:

1) Modello di Gelatt: rappresenta la decisione rispetto all’occupazione come una sequenza di 5 passi che

dovrebbe aiutare a semplificare il compito del decisone:

a) riconoscere la necessità di prendere una decisione e identificare gli obiettivi;

b) raccogliere le informazioni sulla situazione e su di sé e sui possibili corsi d’azione;

c) usare i dati per specificare i possibili corsi di azione, gli esiti, la probabilità di riuscire a ottenerli e la loro

desiderabilità.

d) focalizzare l’attenzione sul proprio sistema di valori;

e) valutare i differenti elementi e prendere una decisione provvisoria, ancora di carattere investigativo o

finale.

Il percorso decisionale può essere suggerito in un’attività di counselling.

2) Modello di Gati: parte dalla considerazione che la situazione decisionale presenta incertezze di due tipi:

1) insicurezza e poca chiarezza nelle preferenze del decisore.

2) difficoltà a stabilire cosa succederà dopo, a distanza dalla decisione.

La fase di decisione finale si realizza spesso in condizioni di tempi e risorse limitate.

Gati sostiene che un buon percorso decisionale non significa decisione soddisfacente. Questo presupposto

sta alla base del modello denominato Career decision making, che è composto da diverse fasi:

a) si considerano le varie alternative;

b) si identificano gli aspetti più rilevanti in assoluto o rilevanti per la persona e ci si concentra su di essi.

c) si ordinano per importanza descrivendoli in termini positivi e negativi.

d) si specifica il range di accettabilità per i vari aspetti.

e) si elimina ciò che risulta fuori dal range stabilito.

f) si ottiene una riduzione delle alternative occupazionali, ma se la lista è ancora lunga si ripete

eventualmente il ciclo sulle opzioni rimaste.

g) si raccolgono informazioni aggiuntive.

h) si mettono in ordine di desiderabilità.

i) si valutano costi e benefici delle diverse opzioni.

Indecisione e procrastinazione:

L’indecisione di carriera viene intesa come un insoddisfacente stato soggettivo che procura effetti di stress e

di ansia.

Essa viene correlata a situazioni di locus of control esterno, mentre la procrastinazione rappresenta una

modalità

abbastanza comune per gestire provvisoriamente il disagio decisionale. In genere la procrastinazione si

accompagna a

sentimenti di inadeguatezza, di insoddisfazione e a condotte poco efficaci.

L’orientamento professionale:

Il termine orientamento professionale si associa principalmente all’insieme di pratiche finalizzate a sostenere

la persona, in qualunque età e fase della vita si trovi, nelle sue scelte formative e lavorative e nella gestione

della carriera.

Ci sono due pratiche di orientamento:

a) educational and vocational guidance: propone lo sviluppo di competenze orientative finalizzate a

preparare le persone ad affrontare le scelte in modo autonomo. Propone di aiutare a monitorare i propri

percorsi formativi; ad accompagnare le transizioni fra cicli di studi, dalla formazione al lavoro e da

un’esperienza lavorativa ad un’altra.

b) vocational and carrer counseling: ha l’obiettivo di accompagnare la persona a superare un problema

orientativo, attivando un processo di ridefinizione delle dimensioni e dei fattori che permettono alla persona

di gestire il suo rapporto con le criticità connesse all’evoluzione professionale.

CAPITOLO 5: “LA SOCIALIZZAZIONE OCCUPAZIONALE”:

INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO:

l’ingresso lavorativo rappresenta l’incontro con persone, ambienti, regole sociali, ruoli e compiti da svolgere e

l’ingresso in uno spazio fisico ed in una nuova situazione sociale.

Questa tappa viene nominata transizione psicosociale, ovvero la sede di fenomeni e processi di mutamento

della persona riguardanti la definizione di sé, la progettazione del proprio futuro, la costruzione delle

appartenenze sociali, lo sviluppo di competenze professionali ecc…

In base a quanto affermato da Lewin a proposito dei fenomeni di locomozione sociale, si deve sottolineare

che ogni transizione comporta modifiche nella considerazione del contesto di appartenenza.

Sono diversi i motivi che portano a una criticità della situazione transizionale.

Prima di tutto, il passaggio in una situazione diversa e poco conosciuta dalla persona richiede un tempo più

o meno lungo per far sì che si realizzi un’adeguata ristrutturazione cognitiva.

In secondo luogo, ci si sottopone al giudizio degli altri, senza più sostegno affettivo e relazionale delle

precedenti fasi di esplorazione durante il percorso formativo.

Infine la situazione di ingresso rappresenta un momento di possibile conflitto tra diversi obiettivi: da un lato il

contesto organizzativo è principalmente interessato alle capacità della persona di assumere rapidamente il

suo ruolo; dall’altro lato, il neoassunto deve ritrovare una possibile congruenza tra la situazione sperimentata

e le aspettative, i bisogni e i progetti.

La socializzazione lavorativa consiste in processi formali e informali che portano una persona ad acquisire

capacità,

valori, credenze, atteggiamenti utili per partecipare come membro attivo di un gruppo sociale e di

un’organizzazione.

Si parlia di:

- socializzazione al lavoro per considerare il periodo prelavorativo di preparazione alla futura esperienza

lavorativa

sino all’ingresso in un’occupazione.

- socializzazione nel lavoro o lavorativa quando si mettono in luce i fattori personali e di contesto che

determinano

mutamenti nelle condotte lavorative e nei modi di rappresentarsi la carriera e i progetti futuri;

- socializzazione occupazionale quando si indicano entrambi i momenti precedenti accomunandoli per il fatto

che riguardano passaggi e mutamenti uniti con l’esperienza lavorativa progettata e realizzata;

- socializzazione organizzativa quando si enfatizzano i fattori organizzativi e le interazioni persona – contesto

organizzativo che avvengono in una concreta organizzazione e che producono mutamenti nelle strategie di

risposta

delle persone;

5.1) L’INGRESSO LAVORATIVO DAL PUNTO DI VISTA DELLE PERSONE:

l’ingresso lavorativo è per Nicholson il prototipo delle transizioni che caratterizzano l’esperienza lavorativa di

quasi tutte le persone. Esse nominano il lavoratore esperto a gestire il distacco dalle esperienze precedenti

e a prendere posizione nei confronti della nuova situazione.

Si tratta quindi di un ciclo transazionale che viene attivato dalla situazione di passaggio.

Compiti ed esiti primari della situazione d’ingresso lavorativo:

il work entry è un insieme di compiti di sviluppo che la persona deve affrontare con successo per divenire

membro di un’organizzazione di lavoro e rendere più probabile la possibilità di padroneggiare il proprio

percorso di carriera occupazionale.

Apprendimenti generali e specifici:

si tratta di perfezionare, di riconoscere e acquisire gli elementi importanti della struttura produttiva e di quella

organizzativa.

Chao e colleghi caratterizzano il processo di apprendimento sociale, cioè i contenuti della socializzazione

lavorativa dal punto di vista del neoassunto. I punti essenziali di questo processo di apprendimento sono

l’efficienza e l’efficacia della prestazione, le relazioni interpersonali, le differenze di posizione nella scala

gerarchica, ecc…;

Proattività:

significa considerare il tipo di impegno personale nel risolvere i problemi dell’inserimento lavorativo mediante

la ricerca di informazioni, le strategie per equilibrare le lacune conoscitive e di capacità, gli adattamenti nelle

proprie aspettative, ecc....

Il processo di information seeking si riferisce:

a) al modo e alle quantità di domande dirette che il neoassunto fa per informarsi sulla situazione, al modo di

partecipare alle conversazioni quotidiane, al leggere documenti, ai metodi di prova ed errore.

b) al tipo di referenti o testimoni significativi per la ricerca di informazioni.

Innovazione di ruolo e cambiamento personale:

Con il termine

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
49 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Miglioretti Massimo.