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Riassunto esame Metodologia dei musei d'impresa, prof. Liggeri, libro consigliato I Musei delle aziende. La cultura della tecnica tra arte e storia, Amari Pag. 1
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CLASSIFICAZIONI E TIPOLOGIE DI MUSEO

Una prima classificazione si può fare in base al soggetto giuridico titolare del museo o della

collezione.

1. Musei di proprietà di enti territoriali, fondati da un’azienda e poi ceduti all’Ente Pubblico o creati

dallo stesso ente per testimoniare un’attività presente in una data zona

2. Musei aziendali di imprese pubbliche

3. Musei aziendali privati che possono essere gestiti da una sola azienda monoaziendali, o da molte

pluri-aziendali.

Un’ulteriore distinzione si può fare in base all’oggetto della collezione aziendale, tenendo conto

della tipologia del bene prodotto.

a. beni di largo consumo

b. beni semidurevoli

c. beni durevoli

d. beni strumentali

e. servizi

Il museo aziendale può avere come oggetto: un settore merceologico, un prodotto generico, un

prodotto di marca, un’attività tipica del territorio in cui opera l’azienda, un’attività attinente a quella

svolta dall’impresa.

STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE

I musei aziendali privati presentano caratteristiche particolari. Dato che appartengono al

proprietario e non all’azienda potrebbero porsi dei problemi di tutela. Nel caso di musei pluri-

aziendali il museo viene trasformato in una fondazione, dotata di autonomia giuridica.

Così come il numero degli oggetti esposti è variabile, lo stesso capita per lo spazio espositivo. Le

collezioni aziendali possono trovare un collocamento all’interno degli spazi della ditta, che

giustifica perché gran parte dei musei vengano aperte su appuntamento, nei giorni feriali e durante

le ore d’ufficio. L’ingresso è generalmente gratuito, il personale è ridotto e tendenzialmente è

composto dagli stessi dipendenti aziendali. La visita guidata è il supporto didattico più diffuso.

Molte aziende hanno realizzato una pubblicazione con la storia dell’attività. La politica di

acquisizione prevede perlopiù l’acquisto di reperti. I costi di gestione sono praticamente inesistenti

per quanto riguarda le collezioni aziendali.

IL MUSEO AZIENDALE NELLA POLITICA DI COMUNICAZIONE DELL’AZIENDA

Il museo aziendale assume una particolare valenza comunicativa. Già volendo creare un museo

l’azienda dimostra una volontà precisa di usare una forma di comunicazione nei confronti

dell’esterno, diversa da quelle usate solitamente. Bisogna rilevare il fine, la consapevolezza, i

mezzi, il pubblico di riferimento e il contenuto. Le relazioni tra museo e azienda sono fondamentali

ed è molto importante che comunichino tra di loro. I musei creati da un’azienda ma divenuti di

proprietà pubblica, non possono essere definiti strumento di comunicazione. La politica di

comunicazione tende a perseguire sue obiettivi primari: identificazione, ovvero il consolidamento

della notorietà dell’impresa e la qualificazione che comporta un rafforzamento dell’immagine

aziendale. Non lo utilizzano per ricercare notorietà perché tendenzialmente sono imprese già

riconosciute.

Quando il museo si configura come una strategia di comunicazione aggiuntiva deve: differenziare

gli strumenti nella politica di comunicazione rispetto alla concorrenza, contattare particolari

segmenti di pubblico, informare l’opinione pubblica sulla storia, aumentandone il riconoscimento a

livello sociale.

PUBBLICO E PROMOZIONE

Elemento caratterizzante: audience multipla. Bisogna distinguere tra chi si trova nell’impresa, i

dipendenti, e chi invece proviene dall’esterno. La frequenza dei visitatori è legata a una politica

promozionale di apertura. In particolar modo i musei pluri-aziendali ad essere visitati da addetti ai

lavori. I giornalisti e specialisti tecnici e scientifici hanno la funzione di opinion leader e possono

essere considerati audience indiretta del museo aziendale (in particolar modo la stampa periodica e

radiotelevisiva).

Un’accurata politica di pubbliche relazioni è una forma di promozione del museo che attira nuovi

visitatori e ne aumenta la notorietà presso ampie schiere di pubblici. Talvolta questa funzione è

svolta dall’ufficio stampa dell’azienda. Uno dei vantaggi dell’utilizzare il museo aziendale quale

strumento di comunicazione è rappresentato dalla copertura media aggiuntiva.

Alcune categorie di visitatori dell’istituto sono a pieno titolo pubblici di riferimento per l’azienda: il

mondo della scuola, quello tecnico-scientifico, i mass media, i dipendenti aziendali. Ogni visitatore

rappresenta un consumatore finale dei beni prodotti dall’azienda. Le esigenze di coordinamento tra

il museo aziendale e gli strumenti di comunicazione rivolti all’esterno si devono imporre affinché ci

sia coerenza tra il messaggio trasmesso dal museo e l’identità aziendale. Anche la didattica museale

ha una valenza comunicazionale. Sono vari gli strumenti didattici utilizzabili (cataloghi audiovisivi,

supporti informatici, pubblicazioni di vario genere). Attraverso questi la didattica mira a rendere

trasparenti i singoli oggetti del museo, non solo mediante un’analisi scientifica ma tramite un

percorso emozionale.

Ogni singolo oggetto fa parte di un insieme a cui è strettamente connesso (sistema museale), il

museo è un organismo vivente che si sviluppa gradualmente (museo in progress), il museo espone

oggetti capaci di influenzare un’epoca (rappresentazione ed evoluzione della realtà storica).

Un’efficacia didattica museale dovrebbe basarsi su regole semplici.

Per una politica di promozione del museo occorre che le fasi di programmazione si sviluppino

secondo un certo ordine: definizione degli obiettivi, determinazione dello stanziamento,

pianificazione degli strumenti e dei contenuti, misurazione dell’efficacia/efficienza delle attività

svolte.

Benefici in termini di immagine e di maggiore utilità sociale. Per quanto riguarda la promozione gli

obiettivi da perseguire risultano essere la notorietà del museo, l’immagine del museo, il richiamo di

nuovi visitatori. Pochi sono i musei italiani ad essere entrati in una logica simile a quella della

commercializzazione dei prodotti di mercato, anche se i più importanti si sono avvalsi dei canali

classici della promozione. Gli special events dovrebbero avere un effetto riverbero nei confronti

delle collezioni permanenti del museo, questo non accade spesso nel museo che cerca più che creare

eventi far partecipare il museo con una selezione di oggetti a mostre, fiere e congressi esterni.

Come valutare l’efficacia delle attività promozionali? Esistono metodi quantitativi che prendono in

considerazione il numero di visitatori e qualitativi che devono tener conto dei commenti degli

opinion leader e della stampa. L’unica differenza tra la publicity dell’azienda e quella del museo è

data dal carattere non commerciale di quest’ultima, per il resto le due situazioni presentano gli stessi

elementi: attività occasionale di informazione a carattere non personale, forma promozionale non

onerosa, attività derivante da un intenso sviluppo di pubbliche relazioni, fonte identificabile in

elementi estranei all’azienda e al museo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fabio.dipi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia dei musei d'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Liggeri Domenico.