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Il paesaggio museale contemporaneo
Una multiforme voglia di museo sembra animare la società contemporanea, in cui ogni fenomeno sociale sembra suscettibile di collezionismo. Simili approcci alle particolarità delle società e delle culture trasformano il senso del museo: il boom comunicazionale, basato sulle nuove tecnologie, è accompagnato in tal caso da una limitazione delle sfide e dell'interesse del discorso. Parallelamente, appaiono alcune grandi istituzioni museali tematiche, incaricate di esporre conoscenze generali, ma che spesso illustrano un altro aspetto del postmodernismo, vale a dire la trasformazione del discorso colto e disciplinare in un "genere vago"; con ciò, anche l'identità stessa del museo diviene vaga.
Una recente e significativa crescita delle istituzioni. È quasi impossibile stabilire l'attuale numero dei musei: l'allargamento costante e probabilmente irreversibile delle definizioni alimenta a
Questo proposito le incertezze statistiche. Ma la crescita del numero dei musei non è uniforme per le categorie: è notevole per i musei di storia, sociali, di civiltà, per i musei tecnici e specializzati, spettacolare per i musei americani per l'infanzia, ma è stata minore nel settore delle Belle Arti, a parte il caso dei musei di arte moderna e dei centri di arte contemporanea, come dimostra l'esempio della Germania o quello degli Stati Uniti. La crescita concerne anche una considerevole diversità di statuti, alimentata dalla creazione di istituzioni private o indipendenti. Infine, quest'ultima generazione di musei manifesta un certo scarto rispetto alle strategie identitarie che accompagnavano un tempo le fondzioni, orispetto alle politiche culturali nazionali: la trasformazione in succursali di grandi istituzioni a Bilbao, Lens, Metz, Liverpool, rispettivamente per il Guggenheim, il Louvre, il Pompidou, la Tate, mescola speculazioni pecuniarie.
politica e sociale, che cerca di preservare e celebrare il passato come una sorta di santuario intoccabile. Tuttavia, nonostante le diverse interpretazioni, è innegabile che i musei svolgano un ruolo importante nella società contemporanea. Essi sono luoghi di conservazione e esposizione di opere d'arte, oggetti storici e testimonianze culturali. Ma sono anche spazi di incontro e di dialogo, dove si possono esplorare temi e problemi che riguardano la società nel suo complesso. I musei sono diventati sempre più inclusivi e interattivi, cercando di coinvolgere il pubblico in modi nuovi e creativi. Le mostre sono spesso organizzate in modo da stimolare la partecipazione attiva dei visitatori, incoraggiandoli a riflettere e a confrontarsi con le opere esposte. Inoltre, i musei sono diventati importanti centri di ricerca e di educazione. Organizzano conferenze, workshop e attività didattiche per tutte le età, cercando di promuovere la conoscenza e la comprensione delle diverse culture e discipline. In conclusione, i musei sono luoghi complessi e multiformi, che si adattano e si evolvono insieme alla società. Sono spazi di conservazione, ma anche di innovazione e di dibattito. Sono luoghi in cui il passato e il presente si incontrano, offrendo al pubblico la possibilità di riflettere sulle sfide e le opportunità del mondo contemporaneo.contemporanea quale reazione alla minacciadi amnesia o di obsolenza accelerata: si tratterebbe di compensare l'instabilità e l'ansietà alimentata dalla rapidità delle mutazioni nel tempo e dello spettacolo. In talmodo la visita ai musei sarebbe da interpretare in termini di una ricerca almeno diradici familiari capaci di rassicurarci. Tale lettura fortifica la definizioneneoconservatrice di museo come rifugio nella verità e autenticità del passato. Un'istituzione labile. Rimane il fatto che questo ritorno al passato, questa ossessionedella memoria e del patrimonio di cui i musei sono al tempo stesso lo strumento e lavetrina, non rappresenta certo una consolazione: egli ritorna laddove non è mai andatoe rivede ciò che non ha mai visto. Il museo diventa un'esperienza dell'estraneità. Inquesta prospettiva la museologia diviene una forma di xenologia, capace di suscitaremeraviglie e assumere lo stupore davanti all'alterità.nonchè, congiuntamente, dinutrire una etnologia. Un insieme di mutazioni. 10Dominique Poulot, MUSEI e MUSEOLOGIAIl museo vuole ora divenire uno spazio di storie incrociate, un'esposizione delle nostre inquietudini, ora partecipare al trionfo della retorica di accesso alle informazioni, che equivale a una legittimazione politica e culturale. Questo tipo di mutazioni hanno nutrito una museofobia intellettuale e polemiche riguardo all'opposizione tra ansa di sviluppo turistico o commerciale e legittimità accademica e culturale.La trasformazione delle collezioni. Le collezioni si sono aperte anzitutto alla storia recente, poi alla storia presente. Oggi il museo non trascura alcun oggetto e alcun uso. Con l'antropologia e l'etnologia, gli oggetti quotidiani, oggetti di famiglia segnati da destini individuali, possono sfociare in una museologia delle storie di vita: il "ritorno al racconto" si è fortemente radicato nella museografia sotto forma di sceneggiature.Il rischio di minacciare il senso tradizionale dell'autenticità dell'artefatto o del luogo. Una museografia dello straniamento. Oggi i discorsi relativi al museo sono entrati nell'era del sospetto: la loro descrizione o la loro analisi possono ormai costruire oggetto di un ritorno del museo su se stesso. L'esperienza di una trilogia dedicata a "la differenza: tre musei, tre sguardi", presentata dal 1995 al 1997 da un museo del Quebec, dimostra come l'esposizione sia frutto non tanto di una competenza culturale, che peraltro si spera garantita a priori, quanto di una capacità intellettuale a sviluppare un discorso originale su un argomento e presentarlo. Le esposizioni si rivelano come altrettante imprese di produzione, manifenstando la capacità degli staff e le tradizioni delle singole esposizioni.
L'orientamento al pubblico: divertire e istruire. A partire dagli anni Ottanta l'orientamento al pubblico si è tradotto in una
Contestazione del primato tradizionale della contemplazione solitaria e silenziosa: è esplosa la frequentazione dei gruppi scolastici. Inoltre l'ingresso di mediatori nelle gallerie ha contribuito a modificare la filosofia dell'istruire: l'introduzione del "vivo" nelle collezioni è un'esperienza salutata ormai con favore dalla nuova scienza museologica.
Dallo sviluppo culturale all'inclusione sociale. Accanto alle esigenze relative al successo delle loro esposizioni, misurato in termini di ingressi o di risorse raccolte, altre richieste pesano sui musei in termini di contributo alla gestione del territorio, allo sviluppo del turismo, alla riduzione delle ineguaglianze culturali e all'integrazione sociale. La fondazione dei musei, nel corso degli anni Sessanta e Ottanta, ha cominciato a integrarsi all'interno di operazioni di rilancio che concernevano spazi considerati strategici per il rinnovamento urbano, dai fronti portuali ai.
centri cittadini lasciati inababndono. Questo progetto di inclusione figura ormai nel programma di riassetti diaree abbandonate e, più in generale, in quello di numerose strutture storiche,nonostante le proteste di colore che temoni di vedere ragioni politiche e socialisostituirsi ai fini specifici dell'istituzione museale.
I mestieri dei musei. Nel corso del XIX secolo, il titolo di conservatore, così come loconosicamo in epoca moderna, sembra ancora poco separato da quello tradizionale diguardiano o d custode. La comparsa di nuovi tipi di istituzione, come ecomusei, museisociali, all'inizio degli anni Settanta richiede nuovi reclutamenti su basi inedite.Principalmente il livello di studi si eleva e si specializza, secondo il corso degli studiuniversitari, ma il reclutamento di conservatori e futuri direttori di musei è assailimitato e risponde solo al modello della storia dell'arte. Solo a partire dal 1990, ladefinizione di conservatore da parte
importanti all'interno del museo.La nuova mitologia dei musei. L'ultimo grande mito contemporaneo dell'istituzione museale è il museo immaginario, creato nel 1947 da André Malraux. Mescolando ai capolavori riconosciuti di tutte le civiltà i disegni dei bambini e le produzioni di arte brutta, i feticci e le maschere, o anche immagini casuali, un simile museo si giustifica per il fatto che riunisce l'insieme delle opere che si impongono alla sensibilità della nostra epoca, raggiungendo, secondo il suo autore, la coscienza stessa dell'arte, la verità della creazione, che raccoglie e trasforma in sé tutte le opere.
Il museo immaginario. Il primo effetto del museo immaginario è stato quello di aprire le sensibilità contemporanee all'arte del mondo, concepita quale simbolo della condizione umana. Quando Malraux scrive che "un crocifisso romanico non era inizialmente una scultura, la Madonna di...
virtuale, nutrito dalle nuove tecnologie di riproduzione e comunicazione, la rappresentazione