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Non tutti i morfemi sono monosillabici; alcuni formati da più sillabe sono il risultato di prestiti stranieri (es.
Kafei=caffè). Il ‘morfema subsillabico’ è la consonante ‘r’ che prolunga le sillabe, differenziando nomi e
verbi (huà=dipingere, huàr=quadro).
Lessico cinese=morfemi(e non parole)ad essere separati; no flessioni grammaticalistatus della parola
legato al contesto, alla posizione che occupa nella frase. I morfemi si classificano in:
Liberi= ricorrono in modo indipendente come parole monosillabiche
Legati=formano parole solo se legati ad altri morfemi
In transizione=suffissi, come xué che da solo vuol dire studiare, mentre alla fine di parola vuol dire
‘disciplina’(es.shùxué=matematica…shù=numeri)
Lingua cinese=parole composte; i composti possono essere di 6 tipi:
Coordinati=morfemi che hanno significati affini o contrastanti (nomi,verbi,aggettivi o avverbi).
Endocentrici=morfemi tra i quali sussiste una relazione di modificazione dove il modificatore precede
l’elemento reggente (es. treno=huoche, ovvero fuoco veicolo…i primi treni erano alimentati a carbone)
Verbo-oggetto=primo morfema è un verbo, il secondo un nome o avverbio
Verbo-complemento=morfema verbale+morfema verbale o aggettivale (sono tutti verbi)
Soggetto-predicato=comprendono nomi e aggettivi (es. dìzhèn=terra tremare…terremoto)
Nome classificatore=sono tutti nomi e hanno come secondo morfema quello che di solito si trova tra
numero e nome.
Esiste il processo del ‘raddoppiamento’ per dare un nome o una sfumatura di significato (es. Kan=guardare,
Kankan=dare un’occhiata; tian=giorno, tiantian=ogni giorno). La lingua cinese, per la mancanza di flessioni
grammaticali è ‘priva di grammatica’ ma piena di eccezioni. I nomi non specificano il genere (sing o plu,
masch o femm) ma: per indicare il plurale (se non si deduce dal contesto) si post-pone al nome ‘men’; per
dare l’accezione maschile si antepone ‘nan’ e per quall femminile ‘nu’. La frase ha un senso: attivo (agente
precede il verbo e il paziente lo segue) o passivo (paziente inizio frase ed agente è espresso se introdotto da
particelle come ‘bèi’=da). Per definire se una parola è nome, aggettivo, verbo ecc, si usano criteri sintattici:
le singole unità rivelano le loro funzioni alla luce dei contesti grammaticali in cui si trovano.
Le parole posso raggrupparsi in due categorie: prive di contenuto (vuote, di funzione) che hanno significati
grammaticali e parole di contenuto(piene)che hanno un significato lessicale. Non esistono articoli ma
classificatori (usati in unione ai numeri per quantificare cose o persone). Non esistono pronomi possessivi,
le loco veci sono fatte dai pronomi personali. Distinguiamo 3 tipi di particelle:
Strutturali=segnalano l’esistenza di determinate relazioni sintattiche tra costituenti della frase
Aspettuali=contrassegnano il tempo di svolgimento dell’azione del verbo
Modali=caratterizzano tipi diversi di frase
Le frasi sono formate da: tema(qualcosa di notoinquadra l’argomento di cui si parla) e
commento(qualcosa di nuovo che vien detto sul tema).
Regola fondamentale=tutto ciò che determina va prima di ciò che è determinato
Il cinese classico è la lingua di Confucio, dei filosofi; le parole sono monomorfemiche e monosillabiche e le
sillabe possono fondersi tra loro (la nuova sillaba conserva i significati originari dei morfemi legati); i numeri
non hanno distinzioni tra ordinali e numerali e non c’è concordanza tra nome e verbo.
Durante la dinastia Han la prosa si distacca dalla lingua parlata al tempo, modellandosi su capolavori
filosofici. In epoca Tang compaiono i primi generi letterari in stile colloquiale. Durante le dinastie del Nord e
nel Sud (420-589) si ha la comparsa della copula shì(essere).
CAPITOLO 2
La scrittura cinese non è fonetica, non esiste un alfabeto cinese. I caratteri rappresentano i significati:
hanno 3 facce (forma, senso, suono). Quindi la scrittura cinese è sillabica. Ad una stessa sillaba
corrispondono più caratteri che indicano le diverse unità di significato ad esse associate. La scrittura cinese
è morfemica e vi è una corrispondenza tra carattere-morfema-sillaba(fenomeno rotacismoa più morfemi
corrisponde una sillaba). I caratteri cinesi presentano una forma idealmente quadrata; punti e linee che li
compongono sono detti tratti. I tratti fondamentali sono 8 e va seguito un ordine preciso per la scrittura dei
caratteri: dall’alto verso il basso, da sinistra verso destra, i tratti orizzontali vanno prima di quelli verticali,
corpo centrale prima della chiusura della cornice.
Le unità di scrittura cinese si distinguono in 6 categorie:
Simboli pittografici=caratteri derivati da immagini che raffigurano oggetti fisici o concetti
Simboli idiografici o indicativi=caratteri derivati da immagini che offrono una rappresentazione astratta di
concetti semplici (es. - = uno)
Aggregati logici=caratteri formati dalla combinazione di più simboli pittografici o idiografici i cui singoli
significati ricorrono ad articolare concetti complessi
Prestiti fonetici=caratteri originariamente in uso con un dato significato, poi ripresi per affinità di suono per
rappresentare un diverso significato
Preudosinonimi=unità in uso con un certo significato, poi assunte per esprimerne un secondo
semanticamente connesso ma foneticamente distinto
Semantico-fonetici=caratteri formati da due componenti, uno semantico e uno fonetico.
Secondo le leggende, l’invenzione della scrittura cinese tu ad opera di tre imperatori:
Fuxi: concepì 8 trigrammi, combinazione di tra linee orizzontali spezzate o chiuse che antiche teorie
facevano corrispondere a fenomeni della natura;
Shen Hong=introduce la pratica di registrare eventi facendo nodini su cordicelle
Huangdi=invenzione dei caratteri ispirata dalle orme lasciate sul terreno dagli animali (sopratt. uccelli)
Secondo un’altra leggenda, la scrittura fu data in dono al sovrano Huangdi da Cielo tramite un drago ed una
tartaruga.
Le origini della scrittura sono da datare al XIII sec a.C., dinastia Shang che incideva su ossa oracolari da
utilizzare durante riti divinatori; successivamente, in epoca Zhou, compaiono incisioni su bronzo. I caratteri
antichi rivelano un buon numero di concetti semplici.
La scrittura cinese è in continuo processo di sviluppo stilistico; durante la storia si sono avuti 5 principali
stili:
Iscrizioni oracolari=incisione a coltello, impacciati e rozzi, linee dritte e angoli appuntiti
Iscrizioni su bronzo=tratti più uniformi, angoli smussati
Piccolo sigillo=regolamentate le proporzioni delle unità grafiche…durante la dinastia Qin fu scelta quella a
‘piccolo sigillo’ diversa da quella a ‘grande sigillo’ di epoca Zhou.
Grafia degli scribi=più stilizzata,tratti tondeggianti
Con la dinastia Han si ha una maggiore eleganza stilistica e dalla grafia degli scribi nasce il corsivo(unione
dei tratti senza staccare il pennello dalla pagine massima velocità)
Grafia regolare= tardo periodo Han orientali. Si enfatizza l’aspetto geometrico dei caratteri, più agili ed
allungati.
Durante i Tang abbiamo un nuovo corsivo (stile informale).
Parliamo di ‘caratteri semplificati’ per indicare unità di scrittura ridotte nel numero dei tratti (oggi impiegati
nella R. P.C.). la semplificazione dei tratti vede varianti più semplici e caratteri omofoni meno complessi e
con significati diversi8no ambiguità). La scrittura morfemica cinese presenta vantaggi (maggiore stabilità,
visti i lenti cambiamenti rispetto a quelli fonetici e maggior legame vista-oggetto-cervello-scrittura, oltre ad
un’estrema sinteticità) e svantaggi(alfabetizzazione lunga…è difficile imparare i caratteri).
Il Pinyin entra in vigore nel 1958 (26 lettere latine, strumento didattico e di diffusione del putonghuà).
Vari furono i tentativi di trascrizione; il primo risale al 1605, per opera del gesuita italiano Matteo Ricci. Si
sviluppò, nell’800 il modello Wade-Giles (dal nome degli studiosi) fino ad arrivare al metodo Yale (nome
tratto dall’omonima università). Nel XIX sec fu concepito il ‘guoyin zi mu’, albero fonetico nazionale che si
compone di 39 segni derivati da componenti di semplici caratteri a cui si aggiungono 4 segni per i toni.
I dizionari cinesi sono ordinati alfabeticamente e quindi la ricerca di una parola di cui si conosce la
pronuncia non è difficile. Vi è poi il ‘metodo dei radicali’, una serie di caratteri visti come chiave per la
codifica delle unità grafiche: si osserva il primo carattere della parola, se ne individua il radicale, si contano i
tratti escludendo quelli del radicale, si consulta l’indice generale dei caratteri. Oppure, il tratto iniziale viene
riportato all’interno del dizionario nell’indice generale dei caratteri le varie unità ordinate per numero di
tratti e suddivise a seconda dei tratti iniziali. Vi è poi il metodo dei 4 angoli=indicizzazione dei caratteri
tramite numeri di 4 cifre stabilite a seconda dei tipi di tratti che si presentano ai 4 angoli dell e unità
grafiche.
Talvolta troviamo la ‘classificazione per materia’, ovvero caratteri raggruppati per argomento (terra, cielo,
persone..).
La ‘classificazione per prima’ fa riferimento al metodo Fanqie, mentre quello per ‘radicale’ si ebbe con Xu
Shen il quale classificò i caratteri selezionando un certo numero di chiavi grafiche sotto una delle quali
ciascun carattere potesse essere classificato.
La lingua cinese è una delle più antiche del mondo ed ha conosciuto uno sviluppo sia per lo stile scritto che
per quello orale. Sul cinese classico fu modellato il cinese letterario(wenyan).
Stile scritto vernacolare=basato sulla lingua parlate nelle regioni settentrionali (esisteva in Cina dall’epoca
Song). Si consolidò il ‘baihuà’ (lingua piana),stile sul quale si sarebbe modellata la lingua scritta moderna.
Le lingue vernacolari non si sviluppano/diffondono molto a causa della scarsa considerazione e prestigio
che ottengono. Gli avvenimenti che però contribuirono alla diffusione del baihuà furono:
Abolizione sistema degli esami per il reclutamento dei funzionari dello stato
il crollo del sistema imperiale nel 19911
movimento del 4 maggio 1919, protesta studentesca che si batteva per la modernizzazione del sistema
scolastico. Tale data segna la nascita della lingua cinese moderna
i segni di punteggiatura sono stati approvati nel 1951 con un documento governativo (furono preservati il
circolo ° e la goccia ‘ di epoca Song). I nomi propri di persona vanno segnati con una linea retta tracciata al
loro fianco e i titoli di