vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Composto nel 1948 si presenta autobiografico. E’ la storia di una vedova che torna alla casa paterna
insieme ai figli per fuggire dalla solitudine. E’ questa a portare alla morte della protagonista,
fosse all’interno della sua
incompresa ed incapace di lottare ed è una storia forte perché nonostante
famiglia. Il mondo di questo racconto è di personaggi borghesi, imprigionati in una vita infelice, un
mondo dove le situazioni e gli ambienti sono raccontati con verità. La cronaca familiare mette in
risalto tutta la solitudine e la disillusione morale di un mondo che si era immaginato ma che, quando
si scontra con la realtà, porta l’uomo alla sconfitta e alla fragilità.
Valentino
E’ un racconto lungo scritto nel ’51 e si sviluppa intorno alla figura ambigua di un giovane bello e
pigro, viziato da tutti i familiari. Caterina, la sorella, racconta in prima persona la vicenda. Si
fidanza ricercando una serenità familiare. Ma quando il suo amore si uccide a causa del rapporto
ambiguo con Valentino: infatti il loro è un rapporto omosessuale e la morte di Kit porta a
conseguenze importanti per tutta la famiglia. Ma non per il protagonista che continua la sua vita
sempre con lo stesso tono. Anche questa è una storia di famiglia con segreti più o meno
inconfessabili, tristi ed amari. Lo stile del racconto risente quello dell’influenza moraviano perché
le figure quasi irrompono della narrazione e non ne fuoriescono gradualmente. Ma questa è un
opera completa per unità di ispirazione e d’espressione, l’intreccio è ricco e si configura intorno alla
figura di Caterina e ci restituisce l’immagine di una città nella quale ci sono tante realtà nascoste
che devono restare nell’ombra.
Sagittario
Scritto nel ’57, è il romanzo più complesso per intreccio e composizione. I personaggi sono
presentati in modo rapido, succedono tante cose ma non c’è mai un nucleo unitario che è il motore
d’ispirazione della storia. Le vicissitudini dei personaggi dà al lettore l’impressione che la scrittrice
corra per essere in grado di stare dietro a tutti gli eventi. La Ginzburg segue con sguardo comico ed
umoristico i personaggi, per poi cambiare tono quando racconta della morte della sorella del
protagonista. Il mondo raccontato è un mondo nel quale si spezzano vite senza drammi, perché tutto
è destinato a consumarsi nel tempo.
Tutti i nostri ieri
Nel 1945, Vittorini pubblica un romanzo incentrato sulla Resistenza, inaugurando un filone di
testimonianze di guerra che furono ispirati dal desiderio di assoluta condanna della guerra e della
violenza. E questo romanzo si inserisce perfettamente su questa linea. La guerra nella storia non è
vista come un fenomeno in primo piano, ma come un calderone nel quale si consumano i drammi
scrittrice ad avvicinarsi a questo filone: l’aver
individuali. Diversi i motivi che hanno portato la
vissuto in Piemonte, in una regione che aveva contribuito alla lotta antifascista e l’aver avuto amici
che in questa si erano impegnati. Natalia riporta, attraverso fatti quotidiani, senza esagerazioni
eroiche. Questa è la storia di due famiglie borghesi della provincia piemontese che costituiscono il
nucleo del romanzo. Al centro della vicenda è quella di un avvocato antifascista, lunatico e litigioso.
L’altra è la famiglia di un industriale. Nella prima parte del romanzo, i personaggi sono poco
rappresentati, ma gradualmente iniziano ad avere un’incisività che colpisce. Il conflitto li travolge.
E i superstiti, i sopravvissuti, non riusciranno più a riprendersi perché la guerra ha marchiato le loro
anime e non li lascerà più. Questa non è la storia della sua famiglia, ma i caratteri dei suoi familiari
sono mescolati per creare i protagonisti, quindi l’elemento autobiografico s’intravede chiaramente
in queste pagine. Lo stile del racconto è sicuro, prevale il procedimento ipotattico ma non mancano
parti più semplici. La realtà storica è assorbita da un tono più contemplativo che la colloca in uno
spazio proprio, riportandola alla luce con ricordi improvvisi. In tutti i personaggi è forte la
sensazione dell’ineluttabilità degli eventi per cui è inutile opporsi al loro compiersi. Questa
stanchezza, condiziona e si rivela nella storia. La voce del narratore che segue, osserva e registra le
vicende. Il suo è come un canto monodico che rappresenta la traccia di un destino inevitabile.
L’utilizzo della terza persona rivela anche l’impronta di dare al romanzo un’impronta storica, ma gli
eventi esterni non sono altro che il canovaccio per portare alla luce ragioni personali.
Le voci della sera
Scritto nel 1961, la vicenda è ambientata in un paese di provincia durante il periodo dell’anteguerra
fino al conflitto mondiale; è la storia della famiglia di De Francisci, uomo che si è costruito da sé la
propria posizione economica e sociale, mentre invece i figli privi di ideali ed abulici. Tra questi
Tommasino, la cui mollezza dei fratelli è spinta all’estremo, vive senza dare senso alla propria vita,
subisce ciò che gli accade. Questo atteggiamento porterà la sua fidanzata Elsa, voce narrante, a
rompere il fidanzamento; questa voce narrante apre e chiude il racconto, descrive il paesaggio
autunnale che sembra restare invariato nonostante il passare del tempo. Le vicende dei De Francisci,
avvicinano il lettore alla solitudine dei personaggi e al dramma di Elsa. La Ginzburg racconta qui
storie familiari, il fiorire dei giovani e il loro contatto con la realtà.
Lessico famigliare
Nella Prefazione a Cinque romanzi brevi del 1964, manifesta l’esigenza di scrivere un libro sulla
detto, già in “Tutti i miei ieri”, inizia a palesarsi il desiderio di
sua vita, infatti come è stato
dedicarsi al romanzo di tipo autobiografico. Il “Lessico” è a metà strada tra il romanzo e il diario,
una cronaca della sua vita con la rievocazione delle vicende familiari che si svolgono lungo un
quarantennio, fatti, luoghi e persone sono reali. Tuttavia, la scrittrice resta nell’ombra ed appare in
primo piano solo quando la sua presenza è imposta dagli eventi narrati. Vengono ricordate le
memorie di famiglia ed attraverso l’ evocazione di varie situazioni, conosciamo il padre di Natalia,
il professor Levi autoritario e collerico; la madre Lidia, ilare e giovanile; i fratelli Gino, Paola,
Mario e Alberto. Tutti i personaggi sono raccontati attraverso una peculiarità che li rappresenta
oppure come l’aspetto fisico e il carattere. La trama supera la cronaca delle vicende e dei riti di
famiglia; la Ginzburg delinea un quadro storico e sociale, dell’arco di tempo che va dal terzo al
sesto decennio del Novecento ed ha il suo centro nella tragedia della guerra e nella lotta al
La casa del professor Levi è l’angolo dal quale si seguono e si commentano uomini e
Fascismo.
fatti, ma è anche rifugio e punto d’approdo e d’incontro della Torino impegnata nella resistenza.
e Vittorio Foa’. Tutta la famiglia Levi cospira contro il fascismo
Qui si nascondono Filippo Turati
ed i suoi membri patiscono la galera e il confino. Questo romanzo ci rende familiare un mondo
coinvolto in vicende che fanno parte della nostra storia nazionale e comune. Ma la scrittrice non
mitizza nulla; ne raccoglie idee e testimonianze con semplicità e pone sullo stesso piano
protagonisti e personaggi secondari. Ciò che collega le vicende è il linguaggio della sua famiglia;
questo è composto da modi di dire, deformazioni lessicali e da inflessioni dialettali. Il fascino di
quest’opera consiste nel far coesistere qualità narrativa e testimonianza ma anche la mancanza di un
tempo preciso per cui tutto è vicino e lontano allo stesso tempo.
Le piccole virtù
Natalia abbandona il suo ruolo di scrittrice per trasformare le sue riflessioni in saggi di vario
argomento, la tendenza autobiografica di fatti e personaggi della vita reale è sempre la stessa.
Questa genera reazioni e riflessioni che hanno come fine ultimo quello di arrivare alla scoperta di sé
stessa attraverso le suggestioni delle vicissitudini umane. La prima opera fu pubblicata nel 1962 e
raccoglie i saggi pubblicati su vari giornali dal ’44 al ’60 e li raggruppa in due nuclei distinti: il
primo comprendente memorie, eventi, luoghi e personaggi della sua vita privata,mentre il secondo
sono scritti di interesse più generale. “Il libro dell’uomo” che pare la seconda parte, si incentra sulla
psicologia dei superstiti. Questo è un testo ricco di insegnamenti. L’autrice ha vissuto momenti
difficili: dagli anni del fascismo alla tragedia familiare, ha conosciuto l’impegno politico e cerca di
capire gli eventi che non sono alla portata della sua comprensione. Cerca di dare un’interpretazione
di ciò che accade ma senza perdere di vista la condizione umana in generale. Qui emerge il distacco
della scrittrice che è sempre saggezza ed equilibrio. La parte migliore del libro riguarda la prima
parte, dove la scrittrice procede per immagini e motivi psicologici che permettono una maggior
In “Ritratto d’un amico”, delinea il profilo di Cesare Pavese al
oggettivazione nella narrazione.
quale era legato da un forte legame d’amicizia. Il ritratto dell’autore passa sotto il vaglio delle
memorie della Ginzburg e ne traspare tutte la verità fisica e soprattutto psicologica. Diverso è il
tono dell’altro ritratto d’uomo raccontato ne “Lui ed io”: qui il protagonista è il secondo marito
della donna, Gabriele Baldini. Questo saggio è più da intendersi come un poema della vita
coniugale che si snoda in un mondo ricco di rappresentazioni diverse, riflessioni ed analisi del
mondo così come appare. La seconda parte è composta da scritti più impegnati che non hanno mai
un sapore predicatorio, la Ginzburg non ama fare processi agli eventi pur analizzando vizi e difetti
L’interesse per la sua professione si sente in tutto il libro, ma si concentra
del nostro tempo.
maggiormente nel saggio “Il mio mestiere”, dove la Ginzburg racconta come nasce la sua
vocazione, il significato del suo mestiere e costituisce una bella lezione di vita. La sua è una
di saggi, l’autrice resta
vocazione morale ed un vero e proprio impegno di vita. In questa raccolta
sempre fedele a se stessa, è precisa e non interessata a criticare le persone e le cose che la
circondano, è sempre una narratrice ma sempre interessata a lasciar scoprire se stessa.
Mai devi domandarmi
Dedicato al secondo marito, è una raccolta di saggi di ar