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DELL’IDENTITA’ E DEL FUTURO

IL RUOLO EDUCATIVO DELLA COMUNITA’: COSTRUIRE L’IDENTITA’ PER

GENERARE IL FUTURO

La globalizzazione e lo sviluppo scientifico e tecnologico hanno accorciato le distanze spaziali tra le

persone ma al tempo stesso hanno accentuato il senso di solitudine degli individui contemporanei (a

causa dei mezzi di comunicazione di massa e social network). Questa pesante sostituzione del reale

con il virtuale ha fatto sì che si smarrisse il senso profondo e il ruolo della Comunità come luogo di

socializzazione, formazione, diffusione e costruzione di conoscenze e competenze, e come spazio

socio politico costruito sul tessuto sociale solidaristico, alla base della democrazia.

Le società contemporanee sono talmente concentrate sul predominio del benessere economico e su

un ‘idea di sviluppo come aumento della produzione, che i cittadini (troppo impegnati a

sopravvivere alla crisi economica e immersi in una cultura dell’avere e dell’apparire) hanno

smarrito il senso di appartenenza alla Comunità, non riconoscono le loro responsabilità collettive e

non sentono di appartenere allo sviluppo del benessere comune .

1

In tale scenario essenziale diventa il rapporto tra Educazione e Politica come presupposto per la

nascita di reali Comunità educative, intese come luoghi nei quali tornare ad educare alla

partecipazione e alla cittadinanza attiva, luoghi di scambio e di confronto, luoghi in cui, attraverso

progetti politici ed educativi mirati, si ricostruisca una smarrita efficienza sociale. La Politica e

l’Educazione devono insomma tornare a dialogare con continuità e a pari dignità, al fine di

trasformare le attuali Comunità territoriali in Comunità educative nelle quali fornire ai cittadini

luoghi per apprendere la partecipazione attraverso lo scambio di esperienze, di confronto, di vissuti

individuali e collettivi. Per costituire una Comunità educante:

2

1 Nel nostro sistema culturale prevale dunque il benessere economico su quello sociale, etico e civico.

2 Ad esempio centri sociali, centri di aggregazione giovanile, centri socio educativi

1)la Politica è chiamata a fornire strumenti legislativi per supportare l’azione di quanti, nei territori,

si occupano di educazione, formazione e cultura in un dato territorio;

2)l’Educazione e la Politica devono essere l’una al servizio dell’altra, cooperando al fine di

comprendere il variare dei bisogni della collettività e tracciando un percorso politico ed educativo

improntato sui valori dell’uguaglianza, della solidarietà, dell’intercultura, della condivisione, della

libertà di espressione: ciò rende gli individui capaci di partecipare alla vita collettiva e ad assumere

decisioni consapevoli circa il proprio futuro e della collettività;

3)i singoli dal canto loro sono chiamati a esprimere i propri bisogni (anche se per far ciò

l’Educazione e la Politica devono educare le persone a riconoscerli), devono offrire il loro apporto

ed essere responsabili: i membri devono sentire di appartenere ad una Comunità educante e

comprendere che ciascuno ha un ruolo educativo nei confronti dell’altro, nell’ottica dello sviluppo e

del rispetto individuale; i cittadini vanno educati al senso di appartenenza, alla cura e alla necessità

di essere promotori del benessere nel luogo in cui vivono;

4)l’Educazione ha il compito di interrogarsi sui saperi e sulle metodologie più funzionali allo

sviluppo individuale di un soggetto all’interno di una data Comunità; essa è democratica perchè è

rivolta a tutti e garantisce il diritto/dovere alla costruzione dell’identità individuale di ogni cittadino

che, per essere protagonista nella storia personale e collettiva, ha bisogno di sviluppare competenze

politiche, sociali e culturali.

La responsabilità principale della Politica e dell’Educazione oggi, è quella di evitare il rischio

chiusura del singolo nel proprio mondo individuale, fornendo alla Comunità spazi di

socializzazione, di sviluppo culturale, spazi ludico ricreativi come luoghi per sperimentare la

partecipazione attiva.

E’ necessario perciò che la Politica, per rispondere alla crisi economica, sociale e valoriale, rimetta

come priorità l’Educazione e lavori al fine di garantire uno Stato Sociale efficiente. La

partecipazione alla vita democratica (che è in primis rispetto di sé stessi e degli altri), è la strada

maestra per abbattere le barriere di classe, razza, religione, genere e di tutte quelle situazioni che

impediscono agli uomini di raggiungere un più diffuso benessere.

La comunità educante è così lo spazio socio-politico-culturale entro cui costruire la propria piena

realizzazione personale in un’ottica interculturale che è prerequisito per la costituzione di una

cittadinanza attiva, democratica e planetaria. Essa, attraverso decisioni politiche e momenti di

partecipazione democratica, promuove le libertà invidi duali di tutti i cittadini, mettendoli nelle

condizioni di vivere una vita piena e significativa.

DALLA SOCIETA’ ALLA COMUNITA’: PERCORSI INTERPRETATIVI

Il passaggio dal concetto di società a quello di comunità presenta delle importanti implicazioni

pedagogiche. La teoria sociologica, fin dal suo esordio, ha insistito sui significati differenti dei

concetti di comunità e società, ritenendo la prima come momento più elementare di aggregazione

rispetto alla seconda. Secondo Tönnies: la comunità rappresenta la forma di vita reale e organizzata

dai rapporti improntati a intimità, riconoscenza, condivisione di linguaggi, significati, abitudini ed

esperienze comuni(tipiche dei rapporti tra madre e figlio, coniugi, fratelli, rapporti di vicinato ed

amicizia); è la convivenza naturale, durevole, la sede delle relazioni familiari, affettive, naturali;

invece la società è vista come una cerchia di uomini che, anche se come nella comunità vivono e

abitano pacificamente l’uno accanto all’altro, non sono essenzialmente legati, ma separati

nonostante tutti i legami; è una costruzione artificiale che soltanto superficialmente somiglia alla

comunità.

Durkheim propone una visione diversa da Tönnies, poiché propende per una valutazione positiva

della società, al cui interno l’individuo può affermare la sua personalità. Per lo studioso infatti nella

comunità regna la solidarietà meccanica, in quanto gli individui si somigliano e si realizza solo se

l’individuo si lascia assorbire dalla personalità collettiva, mentre nella società vige la solidarietà

organica, nel quale ognuno possiede un suo campo d’azione specifico, ovvero una personalità.

Secondo Gino Dalla Fratte, la comunità va intesa come il tessuto connettivo tra le persone e la

società. Da un punto di vista pedagogico, con la crisi contemporanea e con l’affermarsi in maniera

prepotente della società globale, stiamo assistendo allo sradicamento della persona dal tessuto vitale

delle comunità all’interno delle quali sviluppava le sue plurime relazioni e attraverso le quali

sviluppava il suo potenziale umano.

VERSO UNA NUOVA IDEA DI COMUNITA’

Negli anni ’70 si dibatteva sul tema della “comunità educativa”, considerando il fatto che un

territorio che diventa troppo complesso (a causa della continua crescita di presenza umana, di

strutture, ecc.), difficilmente riuscirà a costruirsi come comunità educativa, ossia che riesca ad

interrogare se stessa, a riconoscere i propri problemi, ad identificare propri bisogni ed obiettivi di

crescita e di sviluppo, riguardanti giovani e adulti, uomini e donne di diversi orientamenti e

condizioni. Secondo Elisa Zeuli per comunità educativa si intende un insieme di individui

caratterizzati dal senso dell’omogeneità e accomunati da un interesse di tipo unidirezionale; il

termine “educativa” sta a indicare il processo che rende la stessa comunità educatrice di se stessa,

in grado di ristrutturarsi continuamente. Al contrario la società sarebbe caratterizzata dal senso

dell’eterogeneità, dalla multi direzionalità. Secondo Orefice, la comunità è l’unità di base della

società, ossia l’elemento che può determinare l’integrazione degli individui nelle società complesse.

Affinchè una comunità possa definirsi tale è importante che l’individuo si senta parte integrante e

operante di essa: la libertà individuale e la solidarietà dei suoi membri potrà realizzarsi solo nel

cercare di raggiungere la libertà di tutti attraverso la valorizzazione delle differenze individuali

presenti al suo interno.

Ci stiamo avvicinando verso l’era della post-globalizzazione e abbiamo il compito di progettare e

realizzare forme di vita comunitarie incentrate sulla valorizzazione e messa in comune delle

differenze dei suoi membri. Si deve creare una nuova società planetaria, ossia una società mondo;

bisogna valorizzare il locale entrando a contatto con il mondo intero e con le nuove tecnologie,

contro ogni forma di dualismo. La comunità del XXI secolo non potrà più essere quella del passato,

pervasa da una concezione di chiusura, staticità, non apertura al mondo (la quale rischia di rimanere

troppo chiusa in se stessa e di autoescludersi dal mondo esterno; anche i legami troppo forti al suo

interno rischiano di essere esclusivi e di degenerare nel non riconoscimento dell’altro e del diverso),

e nemmeno quella troppo avanzata costruita sui principi moderni della comunità virtuale (la quale

impedisce, avendo legami deboli e talvolta anonimi, lo svilupparsi di una vera e propria coesione

sociale, necessaria per affrontare i problemi e gli ostacoli che pervadono la nostra comunità).

APPRENDERE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA E LA CULTURA

DELL’APPARTENENZA

Al giorno d’oggi assistiamo alla tendenza di considerare il cittadino come consumatore di beni

materiali e immateriali, anzicchè reputarlo come attore dei processi di sviluppo e di cambiamento

della società. La dimensione individuale, per esprimersi e manifestarsi nella sua pienezza, ha

bisogno della Comunità e questa a sua volta, ha bisogno di una dimensione politica che rende reale

quel vivere insieme democratico ed interculturale. Apprendere la partecipazione attiva e la cultura

d’appartenenza a diverse Comunità è una sfida sociale, politica ed educativa che per essere vinta

necessita della capacità della Politica di progettare e di orientare, a lunga scadenza, interventi e

azioni sociali in grado di offrire la massima libert&agrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
10 pagine
13 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Franci0703 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Attività coordinative di supervisione del tirocinio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Buccolo Maria.