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LA DINASTIA HAN
Gli Han prendono il potere nel 206 a.C. e stabiliscono la loro capitale a Chang’an, nello Shaanxi.
Dopo un periodo iniziale di disordini, l’impero viene riunito da Wendi, e il paese ritrova unità e
pace.
I primi imperatori Han sono impegnati in imprese belliche contro i barbari Xiongnu, che hanno
spinto gli Yuezhi a invadere la Cina settentrionale.
L’impero Han sviluppa una burocrazia centralizzata ereditata dagli Stati di Chu e Qin, per il cui
reclutamento ha inizio il sistema degli esami.
Il controllo imperiale è esteso ai monopoli sul sale e sul ferro.
Con l’imperatore Wudi l’impero raggiunge una superficie enorme, inglobando anche territori
stranieri.
Nel 138 a.C. un’ambasceria, guidata dal generale Zhang Qian, viene incaricata di convincere gli
Yuezhi a stringere un’alleanza per combattere i Xiongnu.
La missione di Zhang Qian fallisce, ma i dodici anni da lui trascorsi nelle regioni occidentali, parte
dei quali da prigioniero, sono estremamente proficui per conoscere usi e costumi di zone e
popolazioni lontane e poco note.
I Xiongnu vengono sottomessi solo nel 52 a.C., e il Ferghana viene conquistato nel 42 a.C.
Il lungo viaggio di Zhang Qian aveva stimolato l’immaginario cinese, che nel corso dei secoli ne
trasse ispirazione per il soggetto di molti racconti meravigliosi.
Viene così aperta la via commerciale per l’occidente, che in futuro sarà chiamata Via della Seta,
attraverso la quale giungono in Cina i celebri cavalli del Ferghana, mentre la seta e la lacca
prendono la via verso l’occidente, arrivando fino a Roma.
Con l’intensificarsi degli scambi commerciali, quest’arteria favorisce l’ingresso in Cina di idee e
influenze straniere, soprattutto l’arrivo del Buddhismo.
La capitale Chang’an è una città cinta da mura in terra pressata hangtu, circondata da un fossato
esterno e attraversata da dodici porte, ciascuna formata da tre varchi larghi sei metri per permettere
il passaggio di dodici carri affiancati.
Le porte principali sono fiancheggiate da due torri que.
Ampi viali a tre corsie collegano le porte della città ai vari quartieri, molti dei quali residenziali.
Nella parte settentrionale si trovano gli edifici governativi, mentre la zona ovest e sudovest è
occupata da un immenso parco, adibito a riserva naturale e luogo di caccia imperiale.
La storia della dinastia Han è raccontata in due testi fondamentali: lo Shiji di Sima Qian e lo
Hanshu di Ban Gu, ma soprattutto dai numerosi reperti archeologici, che documentano la vita
quotidiana, le vicende storiche e quelle mitologiche.
Il periodo Han si divide in Han Occidentali (206 a.C.-8 d.C.) e in Han Orientali (25-220), interrotto
dal breve regno di Wang Mang, che fonda la dinastia Xin (8-23), e contrassegnato dallo
spostamento della capitale da Chang’an a Luoyang.
Il periodo Han favorisce il radicarsi delle concezioni taoiste con la diffusione di un appropriato
repertorio iconografico.
Fioriscono così le rappresentazioni legate alle isole degli Immortali, alla Regina Madre
dell’Occidente Xiwangmu, che dimora sui monti Kunlun, al Re dell’Oriente Dongwanggong, che
abita sul monte Penglai.
Nel I secolo d.C. il culto degli Immortali xian, cioè di esseri che non muoiono, si è diffuso in tutti
gli ambienti sociali.
È probabile che tale culto sia di origine meridionale e derivi dalla mitologia dello Stato di Chu.
L’ARTE FUNERARIA
Nel II secolo a.C. vi sono cambiamenti anche nelle credenze sulla morte, con la trasformazione del
rituale funerario.
Si giunge a una formulazione della concezione dualistica dell’anima, secondo la quale ogni essere
umano è dotato di due anime, una spirituale hun, e una terrena po, la cui separazione avviene al
momento della morte.
L’anima hun ritorna in cielo, dove ricopre un grado equivalente a quello avuto dal defunto in vita, e
il suo viaggio verso il mondo celeste deve essere agevolato, e ciò spiega la presenza nelle tombe di
raffigurazioni di mappe celesti e bandiere funerarie.
L’anima po invece resta sulla terra, e la sua sopravvivenza e le sue condizioni nel mondo degli
inferi sono assicurate da una buona conservazione del corpo e delle offerte sepolcrali, e perciò si
cerca di dotare la sepoltura di un ricco corredo, adeguato allo stile di vita e al grado del defunto.
In epoca Han si crede non solo alla separazione delle due anime dopo la morte, ma anche alla
possibilità di ottenere l’immortalità.
La coesistenza di queste due credenze si riflette nella costruzione delle tombe e nella ricchezza dei
corredi funebri. l’inserimento delle bare l’una
Si cerca di proteggere il cadavere dalla decomposizione, sia con
dentro l’altra, sia utilizzando otturatori e preziosi sudari di giada.
Decori pittorici sulle bare e sulle pareti, dischi e scettri di giada, specchi di bronzo e statuine
tombali di argilla o di legno contribuiscono ad allontanare le influenze nefaste e a proteggere il
defunto dall’assalto di demoni voraci.
L’arte funeraria Han rappresenta una sintesi di elementi taoisti e confuciani.
Le raffigurazioni pittoriche e scultoree hanno il compito di aiutare il cammino delle due anime,
come pure sono illustrati i concetti della pietà filiale, della brevità della vita e della caducità delle
della ricerca dell’immortalità e della conservazione del corpo.
cose,
Si passa da un culto incentrato sul tempio ancestrale che utilizza bronzi rituali ad un culto incentrato
sulla tomba e basato sull’individuo, che viene celebrato con immagini sulle pareti e con offerte.
Dalla sepoltura a pozzo si passa a quella con varie camere rivestite di lastre di pietra o mattoni.
A metà degli Han Occidentali le tombe sono ipogee, costruite in mattoni cavi oppure scavate in una
collina rocciosa.
La pianta nella sepoltura cerca di riprodurre l’abitazione del defunto, con una sala principale, una
stanza da letto e camere laterali.
Davanti al tumulo vengono costruiti santuari per offerte, in legno o in pietra.
Un tempio ancestrale miao è dedicato ad ogni imperatore morto e costruito accanto al suo mausoleo.
Non vi è più il tempio dedicato al singolo lignaggio, ma vi sono templi dedicati ai singoli imperatori.
Fino agli Han Orientali il tempio è costruito fuori dal recinto sepolcrale, ed è il luogo del sacrificio
degli antenati.
Alla fine del II secolo a.C. vi sono importanti cambiamenti nel rituale sepolcrale: la moglie viene
seppellita nella stessa tomba del marito, e il rito funebre è celebrato nella tomba e non più
all’esterno.
Nella metà del I secolo d.C. la tomba diventa il monumento più importante e il centro del culto
degli antenati, favorendo lo sviluppo dell’arte funeraria.
Molte tombe sono decorate con lastre di pietra incise con scene di vita quotidiana o con
avvenimenti storici e mitologici. o “via degli
Esternamente la tomba è contraddistinta da un tumulo preceduto da uno shendao,
spiriti”, fiancheggiato da statue di animali e pilastri in pietra que, simili alle torri che si trovano
accanto alle porte delle città e dei palazzi.
Il corredo funebre è rappresentato da vasellame di uso quotidiano e dai cosiddetti mingqi.
Dei ritrovamenti interessanti, databili tra il II e la prima metà del I secolo a.C., hanno portato alla
luce, nella zona delle capitali, dei manichini di terracotta privi di braccia.
Queste statuette filiformi dovevano essere rivestiti con abiti di stoffe varie.
In particolare a Yangling, vicino Xi’an, sono state scoperte 24 fosse annesse alla tomba della
moglie dell’imperatore Jingdi, morta nel 126 a.C.
Queste figure stilizzate erano realizzate in vari stampi separati e successivamente uniti.
Le braccia, gli abiti e le armature dovevano essere di stoffa, ma di tutto ciò non resta più nulla.
Nelle tombe vi sono anche corredi funebri costituiti da statuine di bronzo.
Il ritrovamento più importante è avvenuto a Leitai, nel Gansu, nella tomba di un generale, databile
al II secolo.
Si tratta di una scultura raffigurante un cavallo al galoppo volante.
L’artista ha saputo trovare un ingegnoso artificio per dare l’impressione che l’animale stia volando
con le quattro zampe completamente sollevate, assicurandogli nello stesso tempo una perfetta
stabilità.
Uno degli zoccoli poggia su un uccello in volo, dando così un completo equilibrio alla scultura.
I MATTONI DECORATI
Alcune tombe appartenenti a funzionari di basso grado e a piccoli proprietari terrieri sono decorate
con mattoni impressi, su cui si rappresentano architetture del periodo, come porte con torri que,
carri e scene di caccia.
Altre tombe appartenenti a personaggi di rango elevato raffigurano mattoni impressi e dipinti.
La pittura viene eseguita su un intonaco a base di calce, e il repertorio iconografico comprende
motivi geometrici, l’ascesa dell’anima verso l’immortalità, la rappresentazione del cielo, animali
vari e gli Immortali.
La prospettiva, di tipo gerarchico, attribuisce proporzioni maggiori a personaggi più importanti.
Le figure sono rappresentate in modo idealizzato, secondo un codice prestabilito.
Il repertorio iconografico si richiama alla vita del defunto con tematiche confuciane o morali, gli
animali delle quattro direzioni, guardie armate, simboli celesti, figure mitologiche come Xiwangmu,
Dongwanggong, Fuxi, Nüwa, oggetti augurali, aneddoti storici o leggendari.
GLI SPECCHI DI BRONZO
Una caratteristica produzione in bronzo del periodo Han è rappresentata dai numerosi specchi
ritrovati nelle tombe.
Agli specchi si attribuiscono poteri magici e sono considerati come talismani.
In epoca Han la decorazione diventa più complessa ad affollata, su uno sfondo spesso tratteggiato.
Il repertorio iconografico comprende simboli cosmologici ed esseri mitici, rappresentati soprattutto
sugli specchi TLV, chiamati così perché parte del decoro è inserito in bande che hanno la forma
delle tre lettere citate, disposte intorno a una borchia centrale che rappresenta la terra, a sua volta
circondata da un pannello quadrangolare.
LA SCULTURA DI PIETRA
Molto diverso è stato invece il risultato della scultura monumentale in pietra, in gran parte
scomparsa.
Restano animali di pietra allineati lungo gli shendao.
Lo sviluppo di queste figure è collegato al cambiamento nel rituale funebre che avviene nel I secolo
a.C.
Agli inizi degli Han i sacrifici per il defunto sono celebrati in piccoli templi vicino alla tomba,
mentre le cerimonie funebri più importanti si svolgono nei templi degli antenati nel palazzo o in
città.
Nel 58 d.C. l’imperatore abolisce i sacrifici nel tempio e li trasferisce nelle tombe.
Pertanto l’area sepolcrale diventa il punto centra