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Manovra del “ripiegamento-dopo-il-rifiuto”: fare prima una richiesta > che
con tutta probabilità viene rifiutata e, dopo il rifiuto, presentare una richiesta <
che si ha in mente fin dal principio. La 2° viene vista come una concessione e
rende + inclini ad accettarla. Tuttavia se la 1° proposta è così alta da
sembrare irragionevole la tattica si ritorce contro chi la usa, un buon
negoziatore parte da una piattaforma abbastanza inflazionata da consentire
una serie di concessioni reciproche.
Questa tecnica è ampia utilizzata nella pratica di vendita che consiste
nell’illustrare i prodotti partendo sempre dall’alto della gamma (il + costoso).
Responsabilità personale: la concessione iniziale della controparte dà
l’impressione di aver dettato l’accordo iniziale; chi si sente di aver partecipato
attivamente alla definizione dei termini di un contratto + facilmente lo
rispetterà.
Come dire no: il vero nemico è la regola del contraccambio, occorre
impedire che venga attivata, accettando le offerte appetibili che ci vengono
dagli altri solo x quello che sono in sostanza e non x quello che vogliono
sembrare, smascherando la tattica di acquiescenza.
C.3 IMPEGNO E COERENZA
Si tratta del nostro bisogno di essere coerenti con ciò che facciamo. Una
volta compiuta una scelta andiamo incontro a tutta una serie di pressioni,
personali e interpersonali, nello sforzo di essere coerenti con quell’impegno.
Queste pressioni inducono a risposte che giustifichino la decisione
precedente (dissonanza cognitiva – Festinger). Il bisogno di coerenza è un
fattore centrale nella motivazione del comportamento ed è un’arma potente
d’influenzamento sociale. 4
Nella > dei casi la coerenza è apprezzata e utile (segno di solidità personale
e intellettuale, la base della logica e razionalità), l’incoerenza è un tratto
negativo di personalità. Ma è anche una scorciatoia cognitiva: mantenere
coerenza con la decisione presa, ci risparmia la fatica di doverci pensare
ancora, di setacciare le info, di investire energie mentali x soppesare
pro/contro.
Cos’è che fa scattare in noi questo automatismo? L’impegno preso: se si
riesce a far prendere un impegno (assumere pubblicamente una posizione) si
prepara il terreno x indurre una risposta automatica e irriflessiva. La tattica
può partire con una richiesta piccola x ottenere l’assenso a richieste di
portata > (piede nella porta). Una volta assunto pubblicamente un certo
impegno, l’immagine di sé si trova pressata da 2 parti: dall’int xchè collimi con
gli atti compiuti e dall’ext xchè corrisponda alla percezione che gli altri hanno
di noi.
La tattica può essere usata fin di bene, x es. tecnica di dimagrimento delle
persone obese che si impegnano a mostrare a tutti i parenti/conoscenti il
peso raggiunto. La sua efficacia è max quando l’impegno è attivo, pubblico e
faticoso.
Occorre essere molto cauti prima di accondiscendere a richieste di poco
conto xchè l’assenso può renderci + disponibili verso richieste simili e +
impegnative; x sapere che cosa le gente sente/crede davvero la fonte
migliore non solo le parole ma gli atti.
Come dire no: occorre cercare di sapere quando la nostra tendenza
automatica rischia di farci fare una cattiva scelta, prestando attenzione ai
nostri segnali emotivi: la risposta emotiva a qualsiasi ogg è avvertita una
frazione di sec prima che si possa tradurre in termini cognitivi e razionalizzati,
se educhiamo noi stessi a prestare attenzione a questi segnali di disagio
dovremmo riuscire a identificare meglio le situazioni. 5
C.4 LA RIPROVA SOCIALE
Uno dei mezzi che usiamo x decidere cos’è giusto è cercare di scoprire che
cosa gli altri considerano giusto, soprattutto x determinare il comportamento
corretto da tenere in una situazione (la tendenza a considerare + adeguata
un’azione quando la fanno anche gli altri). È una scorciatoia x decidere come
comportarci, quanto > è il n. di persone che trova giusta una qualunque idea,
tanto + giusta è l’idea. Soprattutto quando siamo dubbiosi, la situazione è
incerta.
Mentre osserviamo xò le reazioni degli altri x risolvere la nostra incertezza
rischiamo di trascurare un fatto importante: anche loro stanno cercando una
riprova sociale = ignoranza collettiva.
Il principio di riprova sociale agisce con la max efficacia quando osserviamo
persone simili a noi (ci lasciamo guidare + facilmente da una persona simile a
noi).
Es. effetto Wether: dopo la pubblicazione del romanzo di Goethe il suicidio
ebbe una risonanza enorme (ondata di suicidi emulativi in tutta Europa, al
punto che molti paesi ne vietarono la circolazione).
Come dire di no: talvolta l’info ricevuta non è esatta, x es quando i dati
vengono falsificati ad arte x creare l’impressione che una moltitudine di
persone si stia comportando in un certo modo. Bisogna accertarsi di aver
preso in considerazione anche altre fonti di info presenti nella situazione (fatti
oggettivi, esperienze precedenti, giudizi personali).
C. 5 SIMPATIA
Di solito preferiamo acconsentire alle richieste di persone che conosciamo e
ci piacciono (es. tecnica dei venditori “a catena” x trovare nuovi clienti
facendosi suggerire i nomi di amici/conoscenti potenzialmente interessati). 6
Quali fattori rendono una persona + piacevole?
1. Bellezza: le persone di bell’aspetto hanno un vantaggio nelle interazioni
sociali, c’è una risposta automatica e non ragionata alla bellezza fisica
(effetto alone della psicologia sociale: una singola caratteristica di una
persona domina la percezione che gli altri hanno di lei anche riguardo
ad altri aspetti, x cui bellezza = bontà)
2. Somiglianza: ci piacciono le persone + simili a noi a livello di opinioni,
personalità, ambiente, modo di vita, abbigliamento (vedi PNL ricalco e
guida)
3. Complimenti: tutti noi siamo gratificati dall’adulazione
x lo + ci piacciono le cose familiari; i
4. Contatto e cooperazione:
professionisti della persuasione cercano di accentuare elementi di
collaborazione o li inventano x dimostrare che stiamo lavorando
insieme x gli stessi scopi collegamento di se stessi o propri
5. Condizionamento e associazione:
prodotti a cosa che piacciono al destinatario (es. belle ragazze nelle
pubblicità, tifosi verso squadra), soprattutto quando non ci sentiamo
sicuri di noi stessi e al nostra immagine pubblica è danneggiata, si
cerca di restaurarla cercando legami con successi altrui)
Come dire di no: molti fattori che entrano in gioco nella simpatia sono
inconsapevoli; invece di sforzarsi di riconoscere e prevenire l’azione di questi
fattori, occorre lasciarli agire e concentrarci sui loro effetti. Il momento di
difendersi viene quando ci accorgiamo che il potenziale manipolatore ci piace
+ di quanto si poteva prevedere (concentrarsi + sugli effetti che cause). La
sensazione che abbia suscitato in noi una simpatia + rapida e profonda di
quanto ci saremmo aspettati = separare mentalmente il sogg (es. venditore)
dall’ogg (es. prodotto). È sempre buona norma separare i sentimenti verso la
persona che ci consiglia una cosa dalla cosa in sé. 7
C. 6 AUTORITA’
Il senso di deferenza verso l’autorità è profondamente radicato in noi. Un
sistema stratificato e condiviso di rapporti d’autorità garantisce al gruppo un
immenso vantaggio permettendo lo sviluppo di strutture elaborate e
complesse (fin dalla nascita siamo educati a pensare che obbedire all’autorità
è giusto) = usiamo in maniera automatica e quasi inconsapevole le info che
l’autorità riconosciuta ci fornisce come scorciatoia x decidere come
comportarci in certe situazioni.
Siamo altrettanti vulnerabili ai simboli dell’autorità:
guadagnarseli richiede anni di impegno, ma chiunque può
- Titoli:
forgiarsi della semplice etichetta (es. “dottore”)
- Abiti: è facile da falsificare (es. camice, uniforme, abito classico)
- Ornamenti: ogg che fungono da status symbol (automobili, gioielli)
Come dire di no: occorre sviluppare una > consapevolezza sul potere
dell’autorità e suoi simboli e concentrare l’attenzione sulle credenziali del
personaggio e la loro rilevanza rispetto al problema. I professionisti della
persuasione adottano un’altra tecnica: danno l’impressione che le loro
argomentazioni sono almeno in parte contrarie ai propri interessi,
ammettendo magari un piccolo inconveniente della loro posizione o prodotto,
secondario rispetto a vantaggi + importanti.
C. 7 SCARSITA’
Le opportunità ci appaiono + desiderabili quando la loro disponibilità è
limitata. L’idea di una perdita potenziale gioca un ruolo molto importante nei
processi di decisione umana, le persone sembrano + motivate dal timore di
una perdita che dalla speranza di un guadagno di pari entità (es. n. limitato
che avverte la clientela che il prodotto è in esaurimento, offerta valida solo x
un t limitato). 8
Anche questa tecnica si basa sulla nostra inclinazione alle scorciatoie:
sapendo che le cose difficili da reperire spesso sono le migliori, ci si basa
sulla rarità di un ogg x stimarne rapidamente la qualità). Via via che le
opportunità si restringono perdiamo un certo margine di libertà = teoria della
reattanza psicologica (ogni volta che la libertà di scelta è limitata o
minacciata, siamo portati a desiderarle + di prima). Abbiamo xò bisogno di
giustificare l’aumento di desiderio e cominciamo ad attribuire all’ogg qualità
positive. Il principio vale anche x i messaggi, la conoscenza, la
comunicazione: la censura rende l’info + desiderabile. Una qualsiasi info ci
sembrerà + rilevante se non è a disposizione di tutti.
Inoltre, si desidera ancor + se si deve competere con altri x averla (es. nelle
pubblicità: bisogna affrettarsi prima che le scorte si esauriscano).
Come dire di no: la normale reazione alla scarsità è ostacolata dalla lucidità
di pensiero, col sopravvento delle reazioni emotive la razionalità cede. La
nostra eccitazione può essere avvertita come un segnale di pericolo che
richiede di prendere in considerazione altre info x prendere la decisione
migliore. Bisogna chiedersi xchè desideriamo quell’ogg: se lo vogliamo x il
vantaggio sociale/economico/psicologico di possedere qualcosa di raro allora
la scarsità permette una stima adeguata del prezzo da pagare, ma se la
desideriamo x il valore d’uso bisogna ricordare che la scarsità non è sempre<