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Riassunto esame Psicologia, prof. Rossati, libro consigliato Lezioni di psicologia sociale, Rossati Pag. 1
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I LI

1 Fiducia di base/sfiducia Madre Ordine cosmico Ottenere/dare in Orale

cambio

2 Autonomia/dubbio, Genitori La legge e Trattenere/lasciare Anale

vergogna l’ordine

3 Iniziativa/senso di colpa Famiglia I prototipi ideali Fare/fare come se Genitale infantile

4 Industriosità/senso Vicinato, scuola Gli elementi Fare delle cose/fare Latenza

d’inferiorità della tecnologia insieme

5 Identità/confusione Gruppo dei pari Prospettive Essere se stessi Pubertà

d’identità e gruppi esterni ideologiche

6 Solidarietà/isolamento Compagni sullo Modelli di Perdersi Primato genitale

stesso piano competizione e nell’altro/ritrovarsi in

cooperazione sè

7 Generatività/stagnazione Lavoro Orientamento Dare vita e pendersi Maturità

educativo cura

8 Integrità/disperazione Umanità, Saggezza Realizzazioni, saper Senescenza

progenie morire

Identità personale e identità psicosociale: il ruolo cruciale dell’adolescenza

Ingresso in adolescenza, 4 compiti evolutivi:

- modificare le figure genitoriali introiettate: abbandono di una struttura portante dell’infanzia

(onnipotenza dei genitori), scoperta dell’universo extrafamiliare, maggior ansia e

insicurezza, sostituzione genitori con altre figure significative investite del carattere di

onnipotenza

- acquisire uno schema etico o modelli di moralità x meglio orientarsi nella complessità delle

relazioni interpersonali e scelte di vita, spesso estremismo/radicalità x contrastare i conflitti

relativi alle scelte di opinioni

- identificazioni con proprio ruolo sessuale

- scelte relative al futuro scolastico – professionale (bisogni inconsci + fattori esterni come

valori correnti, tradizioni familiari, possibilità economiche)

problematica adolescenziale: dal punto di vista biologico inizia con una tempesta di trasformazioni

corporee e ormonali che porta ad una sessualità fisiologica adulta + crisi psicologica.

Erikson: adolescenza come un periodo in cui si deve abbandonare la presa dell’infanzia e cercare un

saldo appiglio nell’età adulta; ciò dipende dalla possibilità di instaurare un legame tra passato/futuro

e dalle concrete possibilità che si offrono al giovane in campo professionale e affettivo. Se la crisi

ha uno sbocco positivo si arriva ad una convergenza di forze, se fallisce in molte persone, le cause

devono essere cercate in una crisi storica che non connette l’identità dell’io con identità culturale.

“il paziente d’oggi soffre soprattutto della sua incertezza a proposito di ciò che deve divenire,

mentre il paziente della vecchia psicoanalisi soffriva x inibizioni che gli impedivano di essere ciò

che riteneva di essere”.

Conia il termine confusione d’identità x indicare il conflitto che si produce nel ragazzo quando il

processo di formazione dell’identità va oltre la fase adolescenziale.

Identità negativa: è possibile che il giovane trovi conferma di se stesso attraverso l’identificazione

con valori e atteggiamenti negativi della cultura del suo tempo (comportamenti delinquenziali,

devianti).

Crisi d’identità: è stato riconosciuto come disturbo nevrotico caratteristico causato da eventi

traumatici (guerra, emigrazione, imprigionamento), caratteristica dominante nei disturbi

adolescenziali.

Osservazioni conclusive: un tentativo di valutazione del pensiero di Erikson

Critica maggiore: no concettualizzazione rigorosa, ma definizioni ambigue e approssimative (in

realtà espandibile a tutta la psicoanalisi). Lo stile di Erikson tende + a suggerire ed evocare che a

spiegare.

Contributo maggiore: aver introdotto nella psicoanalisi il nesso individuo/società; nella nostra

cultura punti di vista in proposito:

- natura sociale dell’uomo come fatto originario

- priorità dell’individuo sulla società: l’uomo non viene al mondo con naturale

predisposizione sociale, ma l’indole umana è selvaggia

per Erikson l’origine dell’uomo non è solo istintuale, ma dipende dall’ingerenza della realtà sociale

sul soggetto (per es. la madre non è solo che soddisfa bisogni affettivi/biologici ma anche

mediatrice di cultura).

Socializzazione: regolazione di bisogni istintuali in funzione di determinate esigenze sociali.

Concezione interattiva del rapporto individuo/società.

Altro aspetto innovativo è il carattere evolutivo/dinamico di tutto l’arco della vita umana.

C.7 INDIVIDUO, FAMIGLIA, SOCIETA’ NEL PENSIERO DI WINNICOTT

Winnicott (1896/71) porta novità alla psicoanalisi: ricchezza formazione, capacità di comunicare

intuitivamente coi pazienti, originalità teoria (pedopsichiatria: prende in carico i conflitti familiari

aiutando genitori/figli comunicare meglio permettendo di risolvere i conflitti inconsci); entra in

comunicazione coi bambini attraverso la tecnica del gioco.

Il gioco della spatola: scopo diagnostico e terapeutico (spatola abbassalingua); gioco creato x caso

nel corso di consulaizoni pediatriche; bambino seduto sulle ginocchia della madre, davanti a sé sul

tavolo una spatola.

Comportamento tipico distinto in 3 fasi:

- posa la mano sulla spatola, ma scopre ce è una situazione su cui bisogna riflettere; dilemma:

guarda la madre e medico in attesa, può distogliere l’attenzione per girarsi verso la madre

(esitazione/osservazione)

- momento in cui passa alla 2° fase: il bambino accetta la realtà del suo desiderio,

cambiamento nella sua bocca (salivazione abbondante, lingua molle) mette in bocca la

spatola, la mastica, corpo non pioù rigido, movimenti liberi, manipolazione oggetto; se si

cerca di introdurre la spatola in bocca al bambino durante la fase di esitazione: angoscia e

strilli. A volte tende l’oggetto verso la bocca della madre o medico, soddisfatto se finge di

nutrirsi con quello, desidera giocare e dar da mangiare (gioco con l’oggetto)

- lascia cadere l’oggetto come x errore, se glielo si restituisce è contento, ma lo lascia ricadere

intenzionalmente. Il bambino gode nel liberarsene e gli piace il suono contro il pavimento. A

fine fase il bambino desidera scendere sul pavimento x ritrovare l’oggetto e metterlo in

bocca o giocare.

C’è uno schema comune di comportamento che si può osservare in un dato arco di tempo, si

stabilisce una norma, le deviazioni si usano in sede di diagnosi; x rispondere al perché i bambini si

comportino così normalmente si avvale della psicoanalisi, quando tratta con un bambino con

sintomi senza nessuna causa organica, Winnicott usa uno o l’altro stadio x giungere alla radice del

disturbo.

L’io e il sé nel pensiero psicoanalitico

Distinzione in psicoanalisi tra ES (contenitore passioni), IO (la ragione, il senso comune in

contrasto con es e super-io) e SUPER-IO (erede del complesso edipico, quando termina il bambino

si identifica col genitore di sesso uguale).

La distinzione tra io/sé è confusa: appartengono a due quadri di riferimento diversi, l’io a un quadro

teorico (personalità come struttura), es a un quadro fenomenologico (personalità come esperienza).

Distinzione chiara nel 1950 con Hartmann: l’io non può essere contemporaneamente oggetto

d’investimento narcisistico e agente funzionale di tale investimento; il narcisismo è riferito al sé

(investimento lipidico sul sé contrapposto a quello sull’oggetto, che è un investimento sull’intera

persona). L’io è concepito come agente esecutivo (sottostruttura specializzata della personalità) che

assicura la funzione di realtà.

Nascita del sé e formazione della mente

Winnicott: ciò che si ha all’inizio della vita individuale è un insieme di vaghe esperienze sensoriali,

disperse e frammentate (stato di non integrazione primaria).

5/6° mese passaggio all’integrazione: si costituisce nel lattante un senso d’unità, in modo graduale

passa dalla confusa percezione di parti di sé e di esperienze vissute come separate/frammentate alla

percezione di sé come tutto unico, diventa persona. Gli oggetti esistono solo in quanto si esercita su

loro l’azione del soggetto. Agli inizi della vita il sé del lattante non si è ancora costruito, ma si trova

allo stato potenziale: fin dalla vita prenatale può sperimentare una continuità di esistenza (“inizio

del sé”); il mondo del neonato è un luogo dove ancora non c’è distinzione come non-me e non c’è

neppure un me; nulla è noto come esterno al proprio sé e non c’è ancora un sé.

Nello stadio più precoce di sviluppo il primo nucleo del sé si esprime nel gesto spontaneo e

iniziativa personale (strillo, sguardo, postura: è un messaggio per la madre).

Il ruolo delle cure materne

Ruolo decisivo svolto dalle cure materne come sostegno alla naturale tendenza all’integrazione e

crescita del sé. Se lo sviluppo del bambino è sano, il sostegno offerto dalle cure materne e le

esperienze istintuali si integrano nel comune intento di favorire un sentimento di continuità

psiche-corpo (unità psicosomatica); è essenziale per la crescita de sé e identità.

La presenza della madre ha una fondamentale importanza x saldatura psiche-corpo che consente lo

sviluppo del sentimento che si ha della propria persona nel proprio corpo. La madre svolge un ruolo

insostituibile di filtro rispetto a tensioni ambientali e di sostegno x tensioni interne: l’io debole però

non diventa forte perché la madre ne capisce intellettualmente i bisogni, ma perché con la sua

presenza rafforza tutto (successo della madre ad andare incontro al gesto spontaneo del bimbo).

- madri buone: sanno andare incontro ai gesti, rafforzano l’io debole e incoraggiano lo

sviluppo del vero sè

- madri non buone: incapaci di sostenere l’io in formazione chiedendogli di rafforzare il loro

gesto compiacendovi: stadio primario precoce del falso sé (incapacità della madre di

presentirei bisogni del figlio).

Definizione di vero sé: è una potenzialità ereditata di sentire la continuità dell’esistenza, di

acquisire a modo proprio e con un ritmo proprio una realtà psichica e uno schema corporeo

personale.

Il sè costruisce una relazione significativa tra bambino/somma di identificazioni che si organizzano

in una realtà psichica interna e viva: la relazione si rinforza o modifica in funzione delle aspettative

che si manifestano coloro che hanno acquisito importanza nella vita esterna del bambino.

Il sé come realizzazione della dotazione innata dell&rsqu

Dettagli
Publisher
A.A. 2004-2005
38 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ankh79 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Rossati Alberto.