Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
Riassunto esame Teorie e Tecniche della Fiction Radiotelevisiva, prof. Cardini, libro consigliato Le Serie Sono Serie, Cardini Pag. 1 Riassunto esame Teorie e Tecniche della Fiction Radiotelevisiva, prof. Cardini, libro consigliato Le Serie Sono Serie, Cardini Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Teorie e Tecniche della Fiction Radiotelevisiva, prof. Cardini, libro consigliato Le Serie Sono Serie, Cardini Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Teorie e Tecniche della Fiction Radiotelevisiva, prof. Cardini, libro consigliato Le Serie Sono Serie, Cardini Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Teorie e Tecniche della Fiction Radiotelevisiva, prof. Cardini, libro consigliato Le Serie Sono Serie, Cardini Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Teorie e Tecniche della Fiction Radiotelevisiva, prof. Cardini, libro consigliato Le Serie Sono Serie, Cardini Pag. 21
1 su 21
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LE TRE ERE DEL FANDOM TELEVISIVO

La capacità di dare vita a pratiche di fandom è ciò che ci permette di definire “di culto” un certo

oggetto mediale.

Il culto per un oggetto mediale non può prescindere quindi dall'esistenza di un pubblico che lo

fruisce secondo modalità e pratiche che gli sono proprie.

La prospettiva testualista si preoccuperà poi di mettere il luce le caratteristiche comuni e

geneticamente inscritte nella tessitura dei testi di culto, mentre quella costruttivista valorizzerà la

relazione dinamica fra il testo di culto e i suoi fruitori.

Cult television (Sarah Gwenllian Jones 2003): serie televisive che conseguono culture di fandom

attive e consistenti, con fan impegnati in pratiche creative ed interpretative con la scrittura di fan

fiction e fan art.

L'era del fandom sponteneo e rituale: la nascita del culto televisivo e i trekkies

Star Trek rappresenta una sorta di ur-cult, un culto originario che costituisce il punto di partenza

ineliminabile per una ricognizione sulla culturalità televisiva e il suo fandom.

L'evento che ha dato i natali al fandom di Star Trek si colloca a ridosso della prima stagione di

programmazione, quando la serie venne minacciata di cancellazione dai palinsesti NBC a causa dei

bassi ascolti.

Nel dicembre del 1967 Bjo Trimble lanciava la campagna “Save Star Trek”, con la quale invitava

tutti gli appassionati dello show ad esprimere il proprio disappunto per la decisione del network,

inviando una lettera direttamente alla NBC. La campagna ebbe un impatto enorme (quasi un

milione di lettere ricevute). Il 1° marzo 1968 la NBC decide allora di annunciare una terza stagione,

pregando i fan di smettere di scrivere lettere.

Un aspetto fondamentale che caratterizza la prima era del fandom è la spontaneità. La campagna

nasceva dalla volontà dei fan, capaci di organizzarsi e coordinarsi autonomamente per uno scopo

condiviso.

Il fandom della serialità televisiva nasce quindi come un fenomeno spontaneo, autonomo, nella cui

genesi i broadcasters non hanno alcuna responsabilità e rispetto al quale si rivelano

fondamentalmente impreparati.

Dopo la definitiva cancellazione dello show, avvenuta con la conclusione della terza stagione, Star

Trek cominciò ad essere trasmesso nel circuito delle syndication (reti locali), raggiungendo nuove

fasce di pubblico → ampliamento del fandom.

1972, New York, prima convention per tutti gli appassionati di Star Trek (3.000 partecipanti, molti

di più di quelli previsti)

Un altro aspetto rilevante del fandom di Star Trek è la ritualità: le convention si ripetono con

cadenza regolare e sono un vero e proprio evento che si distacca dalla vita di tutti i giorni, nel quale

è possibile immergersi nell'universo fittizio della propria serie preferita.

Nel 1972, viene fondato anche il Welcommittee un organizzazione nazionale avente come obiettivo

la creazione di un network fra le associazioni di fan locali, coordinando la loro attività e aiutandole

a reperire il materiale generato dalle attività di fandom (fanzine e fan fiction).

Il nucleo fondamentale di queste reti era rappresentato dal fanclub, che riuniva i trekkies all'interno

di un'organizzazione stabile, con sede fissa e localizzata nello spazio. All'interno del fanclub i

membri erano caratterizzati da un un titolo, che ne identificava lo status e l'anzianità (ammiraglio,

capitano etc..) e da un'uniforme.

I fan potevano salire di grado mostrando partecipazione alle iniziative.

Un aspetto quindi da tenere i considerazione quando si parla di prima era del fandom è la forte

strutturazione interna, con dei ruoli ben determinati.

Il quarto aspetto da considerare riguardo al fandom delle origini è che si tratta di fandom ereditario,

inter-generazionale (alle convention i fan portano anche i loro figli, che diventano nuovi

appassionati).

Un ultima caratteristica, questa volta appartenente a tutte le ere del fandom, è la produttività: i fan

hanno infatti creato veri e propri romanzi in grado di colmare i buchi narrativi presenti nella

testualità primaria.

La prima fase di studi sul fandom è descritta come la fase del “panico morale”, il fandom era visto

come una forma di devianza, come un'ossessione patologica di individui alienati nel contesto della

società di massa.

Critico rispetto a questo approccio patologizzante è un complesso di studi (cultural studies) che ha

iniziato ad affermarsi con la fine degli anni '80, che da invece una lettura positiva del fandom.

L'era del fandom razionalizzato, espanso, liquido: da Twin Peaks e X-files alla nascita del

fandom online

Il successo dell'approccio culturologico dei primi anni Novanta ha portato alla nascita di un filone

di studi classificabili sotto la definizione di “fandom studies”: il 1992 ha segnato simbolicamente

questa svolta, con la pubblicazione di tre lavori fondativi ad opera di Jenkins, Lisa Lewis e Camille

Bacon Smith. In ognuno di essi è evidente il superamento di una lettura patologica, con il tentativo

di mettere a fuoco la specificità culturale di cui è portatore.

Di conseguenza, i produttori televisivi rivalutano progressivamente la figura dei fan e la iniziano a

considerare una risorsa. Vanno inoltre considerati i seguenti fattori:

Evoluzione tecnologica → La comparsa dei canali via satellite e via cavo, con il conseguente

aumento dell'offerta televisiva, ha messo in primo piano la necessità di rivolgersi a pubblici sempre

più definiti e riconoscibili, attraverso prodotti televisivi capaci di raggiungere target specifici.

Internazionalizzazione dell'offerta → diffusione di format globali e affermazione di prodotti

americani nei palinsesti nazionali.

Guadagni economici → per i produttori era diventato chiaro che la capacità di una serie di generare

un grande fandom poteva determinare favorevoli ricadute economiche, oltre a garantire una base

stabile di ascolto su cui contare nel primo periodo di messa in onda.

Per queste tre ragioni nasce così il meta-genere della cult-testualità televisiva → prodotti seriali di

qualità, in grado di costituirsi come eventi “must see” all'interno della programmazione televisiva.

Il culto viene progettato a tavolino, applicando precise strategie di costruzione testuale, con la

finalità di generare pratiche di fruizione intensa e appassionata, tipiche del fandom.

Si passa così da un'era dove la serialità diventava inconsapevolmente oggetto di fandom, ad un'era

in cui è appositamente pensata e progettata con queste finalità. → fandom razionalizzato/indotto.

Emblemi di questa seconda era sono Twin Peaks di David Lynch e The X-Files di Chris Carter. →

primi tentativi di combinare un pubblico di fan appassionato/selezionato con fasce di pubblico

generalista. Connubio fandom/mainstream.

Twin Peaks: primo riuscito tentativo di raccogliere un ascolto e una visibilità ampi, grazie ai

fenomeni di fandom che cercava d'indurre intenzionalmente. The X-files ha poi rilanciato questo

progetto, nel corso del suo lungo periodo di programmazione (1993-2002), aprendo così la strada a

numerosi altri (Xena, Buffy etc)

Un altro aspetto di questa seconda era del fandom è la convergenza mediale: una serie televisiva

diventa film, o un lungometraggio diventa una serie.

Inoltre si traducono le serie in forme inedite, come in giochi di ruolo, o in carte collezionabili.

Tie-in novelization: procedimento che porta alla creazione di un romanzo a partire da una serie con

lo scopo di aumentare i profitti.

Fandom espanso: la testualità primaria viene affiancata a diverse forme di testualità secondarie.

I cambiamenti introdotti dall'avvento di internet: le capacità di comunicazione e coordinamento

dell'attività del fandom si moltiplicano.

-I fan si raggruppano attorno a forum, siti e newsletter in tempo reale, senza più necessitare una

sede fisica.

-Attraverso la rete il materiale prodotto dall'attività del fandom può arrivare a migliaia di lettori,

mentre in precedenza il suo successo era in larga parte vincolato alla distribuzione durante le

convention (che inizia a perdere il suo ruolo centrale come luogo di incontro e scambio).

-La struttura verticistica del fandom delle origini viene sostituita da quella orizzontale tipica del

web. Le uniche forme gerarchiche rimangono l'amministratore del sito e i moderatori.

La progressiva perdita di rilevanza dei fanclub e delle convention tende ad abbattere i rituali tipici

del fandom, che perde quindi quella caratteristica di separatezza rispetto alla realtà e arriva a

permeare diversi aspetti della vita quotidiana.

Fandom liquido: tende a penetrare gli interstizi della vita quotidiana, rinnegando la sua tradizionale

separatezza e perdendo la sua localizzazione spaziale, rendendosi accessibile anche agli spettatori

meno appassionati.

La seconda ondata di “fandom studies”, a partire dalla seconda metà degli anni '90, ha messo in luce

la volontà di valorizzare il concetto di esperienza e di esperienza situata nella definizione delle

culture di fandom.

L'era del fandom mainstream, modulare, preventivo: il turning point di Lost

Il confine tra la seconda e la terza era del fandom è meno netto del precedente.

Nasce la figura del lurker: colui che frequenta un forum dove si condivide la passione per uno show

televisivo, leggendo le discussioni altrui ma senza intervenire in prima persona e senza assumere

un'identità stabile all'interno della comunità, rifiutandosi di acquisire un nickname. Il lurker sta a

metà tra il fan e lo spettatore occasionale.

Lost pone una svolta (e non esistono altri casi simili): di questa serie non si riesce ad essere solo

spettatore occasionale, bisogna esserne fan. Questo non implica l'improvvisa scomparsa dello

spettatore tradizionale, ma la sua progressiva e necessaria trasformazione in fan.

Lost presenta una struttura narrativa radicalmente serializzata per cui ogni episodio tende a

sviluppare interconnessioni fortissime con i precedenti e successivi, anche a distanza di molto

tempo. Gli episodi perdono dunque la caratteristica di indipendenza.

Lost impone la necessità di una fruizione costante, fedele e appassionata. → fandom mainstream,

ovvero tanti spettatori fidelizzati.

Si entra dunque nell'era del fandom mainstream, che rilancia il tentativo nato nei primi anni '90 di

fondere una nicchia culturista con strati sempre più ampi di pubblico. Le due figure

progressivamente diventano indistinguibili.

I dati di ascolto, pur con una significativa flessione, si sono mantenuti sempre su un livello

abbastanza elevato da garantire allo show di giungere alla fine della sesta stagione, come

pro

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
7 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher desit di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche della fiction radiotelevisiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Cardini Daniela.