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COME NASCE UNA PUNTATA DI UNA SERIE TV.
Pre-‐produzione:
Lo showrunner (capo autore) governa ed è a capo di una squadra di autori che si occupano di
scrivere e progettare le principali linee narrative della storia, a supporto c’è un gruppo di
autori minori che li aiutano nei dialoghi. Gli autori poi preparano un copione, che è la bibbia
dell’episodio (il numero di pagine corrisponde ai minuti). Per farne uno ci vogliono circa 2
settimane. Finito viene distribuito ad attori, regista, producers ci si trova e ognuno dice la sua.
Poi si parla con gli altri tecnici per gli altri aspetti. Un regista si occupa massimo di 3-‐4 puntate
per questioni di tempo. Quando il copione viene chiuso se ne da una copia alle scenografie, ai
costumi, al trovarobe, agli elettricisti… il primo assistente alla regia si occupa dello schedulino
(organizzare giorno per giorno le riprese). Girare un episodio di 43 min. richiede 2 settimane.
A Febbario/Marzo e Giugno ci sono le sweeps weeks dove i network decidono dove investire i
soldi e per questo le prime puntate e le ultime sono quelle in cui si investe la maggior parte
del budget.
Produzione:
Il Line producers e il primo assistente avranno giá mandato le convocazioni giorno per giorno
a tutti i professionisti. S’inizia alle 8:30 e si finisce alle 19:30. Nel caso di pioggia la troupe
deve essere sempre pronta a girare un’altra scena, non si puó perdere tempo. Il 90% delle
serie viene girato in pellicola da 35 o 16 mm. Ci sono una, al massimo due telecamere per
scena. Le scene di campo e contro campo sono riprese in momenti diversi. 1 minuto di dialogo
richiede circa 2 ore. Lo script supervisor si preoccupa che gli attori stiano recitando
esattamente ció che c’è scritto sul copione. Le scene di una puntata non sono mai girate in
sequenza. La musica viene sempre aggiunta in post produzione. A volte si usano i green
screen, sfondi verdi che vengono poi rimpiazzati con il computer da immagini digitalizzate.
Sul set è sempre presente un fotografo che collabora con il regista e si scambiano opinioni per
la migliore inquadratura.
Post-‐produzione:
Il primo processo che subisce la pellicola è quello di sviluppo in liquidi chimici. In questi
laboratori si lavora 24h. Il Telecine scansita e digitalizza la pellicola. La pellicola sviluppata
viene riconsegnata alla produzione entro 24h, si chiamano dailies. Vengono visionati dal
regista e dal producers. Infine arrivano al Network, se tutto va bene la puntata si considera
chiusa e ritorna indietro. Ci vogliono 10 ore per ricostruire un episodio di 43 min. L’audio
viene inviato a uno studio per pulire il suono, regolare le musiche e inserire effetti. Puó essere
necessario il caso di ridoppiare parti poco chiare. Poi avviene la color-‐correction, che pulisce il
video da riflessi delle telecamere o errori tecnici, ci vogliono 2-‐3 giorni. La puntata finita viene
visionata da producer e dal Network, ricevuto l’ok si trasforma in 4:3 o 16:9 e in diversi
formati in base alla destinazione e al formato se per tv, dvd, blu ray… Una puntata completa ci
mette circa 2 mesi a nascere e costa 2 milioni di dollari.
ANATOMIA DELLA SERIALITá.
L’idea centrale è il concept e corrisponde al suo tratto distintivo. Puó essere piú o meno
originale. Struttura secondo il modello aristotelico:
Premessa: introduzione al contesto, si conclude questo atto con una crisi che rompre
• l’equilibrio.
Sviluppo: il conflitto si manifesta in uno scontro, sconfitta apparente del protagonista.
• Risoluzione: il conflitto si risolve, nuovo equilibrio.
•
Molti prodotti da 50-‐60 minuti hanno anche cinque atti. La struttura a tre atti non è l’unica.
John Truby ne individua sette:
1. Problema: eroe in situazione di bisogno.
2. Desiderio: ció che l’eroe vuole a tutti i costi.
3. Avversario: compete conn l’eroe.
4. Piano.
5. Scontro: conflitto tra i due.
6. Rivelazione: l’eroe realizza/comprende qualcosa di fondamentale per se stesso.
7. Nuovo equilibrio: si torna al punto di partenza.
McKee sintetizza con: Obiettivo, ostacolo, soluzione.
Un beat è un’unitá drammatica costituita da una situazione e da un’emozione sintetizzata in
un’azione.La scena assolve a piú funzionii contemporanee:
1. Cosa racconta la scena: i dialoghi e le azioni piú evidenti.
2. Cosa racconta davvero la scena: il sottinteso, l’implicito.
3. Cosa accade intorno: le storie e i personaggi secondari.
4. Cosa accade fuori: suoni, parole, rumori, voci.
5. Cosa proviamo: la carica emozionale della scena.
Una stessa scena porta aventi la storia, rivela il carattere dei personaggi ed esplora le
tematiche della serie. Il modello dei tre atti vale anche per la comdey, ha struttura: Premessa,
Sviluppo del piano e Colpo di scena/Soluzione. Anche nella comedy vige il principio di
economia: massimo dell’efficacia con il minimo delle parole.
Il carattere dei personaggi deve emergere attraverso l’azione e non la descrizione.