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Sunti di Storia dell’arte medievale, Prof. Fabrizio Crivello, Libro Consigliato Arte Altomedievale, autore Ernst

Kitzinger

1- Il periodo tardo-antico e paleocristiano

Quale data ha dato avvio al medioevo? Alcuni studiosi dicono il 313, con l’editto di Milano, altri il 476 con

l’abdicazione dell’ultimo imperatore romano, altri ancora con la fondazione del primo impero germanico

sotto Carlo magno nell’800. Solitamente l’ultima è adottata come data principale. Quindi i secoli precedenti

vengono conosciuti come periodo tardo-antico o paleocristiano. Tuttavia questi secoli sono sempre stati

poco analizzati dal punto di vista storico-artistico, ma più religioso, dal momento che sono state costruite le

prime chiese e le prime rappresentazioni di cristo. Ma ora a questi secoli si riconosce il merito di aver svolto

un ruolo decisivo nello sviluppo dell’arte medievale. La sua importanza è duplice: assicurarono la continuità

alla tradizione classica e costituirono il punto di partenza per quel processo di trasformazione attraverso il

quale lo stile classico dei greci e romani mutò nello stile astratto e trascendente del medioevo. Quindi molti

stili antichi trovarono all’inizio spazio dentro le chiese e sopravvissero quindi fino al medioevo. I caratteri

per riconoscere il medioevo non furono mutati dallo stile barbarico, ma bensì in questi anni si ebbe una

trasformazione di quello classico. Dal 3 al 4 secolo i cristiani iniziarono ad adattare l’arte classica ai loro

scopi. I pagani convertiti erano abituati a venerare statue ecc. e quindi escluderle dalla nuova religione lo

avrebbe allontanato. Necessario era quindi offrirgli un’oggettistica di venerazione che era più tangibile della

parola scritta. Quindi tutte le prime opere dell’arte paleocristiana vengono prodotte in un ambiente pagano.

Gli scultori infatti producevano ancora sia arte pagana sia arte cristiana, quindi spesso i soggetti di uno o

dell’altro venivano ripresi, come dimostrano gli esempi di figure classiche, gli Eroti, personificazioni delle

stagioni e altri soggetti allegorici pagani all’interno delle catacombe cristiane orientali. Queste figure

vennero riprese perché semplici rappresentazioni dell’aldilà o della felicità eterna, temi di non minore

importanza per il cristiano che per il pagano. Altro esempio è lo scrigno di Proietta, un scrigno in argento

decorato con rappresentazioni di Venere, Tritoni, Nereidi ed Eroti, ma nell’iscrizione gli sposi sono esortati

a condurre una vita cristiana. Tuttavia sin dal 3 secolo si tentò di fornire alle raffigurazioni tradizionali un

nuovo e specifico significato cristiano. Esempio: cristo con le sembianze di apollo, di Helios o di altri giovani

eroi, o rappresentato come astore con il suo gregge. Durante il 4 secolo le cose cambiarono: cristo non

veniva più rappresentato in modo giovanile, ma come un uomo con la barba, austero e maestoso, ma di

ispirazione ancora una volta pagana (Zeus o Asclepio). Gli angeli furono derivati dalle Vittorie, mente le

insegne del potere imperiale e i trionfi militari diventarono simboli della Chiesa vittoriosa. Altro esempio: gli

scribi dei Vangeli si adeguarono all’uso pagano di inserire all’inizio del libro il ritratto dell’autore, in questo

caso l’evangelista, raffigurato come un filosofo classico. Da questo ebbe inizio la grande fortuna

iconografica degli evangelisti. Questo processo di adattamento ovviamente si estendeva anche alle altre

arti, come l’architettura (chiese nate da basiliche). Tuttavia c’erano molti temi per cui non erano disponibili

modelli pagani, quindi dovevano essere concepiti ex novo come le storie del Nuovo Testamento. In ogni

caso, nonostante non ci fosse un modello ad esempio per la resurrezione di lazzaro, l’artista lo collocò

davanti ad una tomba classica. Quindi anche lo stile classico penetrò spontaneamente nell’arte cristiana.

Le case cristiane si dipingevano allo stesso modo di quelle pagane; in entrambi i casi lo stile era una

versione semplificata della maniera impressionistica sviluppata nei primi tempi dell’impero romano come a

Pompei. Questa tecnica, ripresa anche in questo periodo, permetteva di abbozzare con leggeri tocchi di

pennello una figura in movimento con uno sguardo riconoscibile negli occhi, circondata da un paesaggio

luminoso e arioso. Tuttavia nessuna delle due arti riuscì mai ad eguagliare l’arte classica greco-romana. Gli

artisti imitavano le forme tradizionali senza penetrarne lo spirito. Ma questo periodo di transizione ha dato

poi sviluppo all’arte medievale, quindi non bisogna vederlo tutto sotto termini negativi. Quell’astrattezza e

trascendenza dell’arte medievale non è però nata in questo periodo, ma affonda le sue radici ancora prima:

i greci e romani avevano raggiunto un loro modello di raffigurazione, mentre altri popoli, non condividevano

il loro stile per la rappresentazione naturalistica del mondo esterno. Ad esempio in Mesopotamia e in Persia

l’antica tradizione di un’arte ufficiale rigida e ieratica non era mai scomparsa del tutto. O i popoli del Nord-

est che usavano solo oggetti mobili decorati con motivi fantastici, o i celti solo con oggetti di bronzo

decorati. Queste culture, chiuse in sé stesse, ebbero un’influenza molto ridotta nello sviluppo tardo antico,

ma esistevano comunque in periodo in cui l’arte classica era dappertutto. Nonostante tutto questa arrivò

anche nelle regioni di confine, ma venne riprodotta in modi differenti, diventando un’arte pseudo classica,

come accadde in africa o Mesopotamia. Quindi questa arte variava notevolmente a seconda della zona in

cui si affermava come il sarcofago da Hawara dove si vedono mescolati insieme elementi classici e non

classici (elementi egizi bidimensionali). Altro esempio è una lastra proveniente da Cartagine in cui solo per

mezzo delle figure di Castore e Polluce che conducono cavalli riconosciamo il periodo romano, altrimenti ci

sembrerebbe un’opera interamente esotica. Un altro stile regionale che emerse nel I secolo è una cista o

ossario proveniente da Gerusalemme. È coperta da motivi, in parte di origine ellenistica a foglia d’acanto e

altri orientali. Nella composizione l’artista ha rilevato un gusto anticlassico: la decorazione è stata eseguita

per mezzo di incisioni nette a forma di V così che da creare effetti chiaroscurali. Quindi lo spazio è ricoperto

da questo motivo bianco e nero, quindi il principio di bellezza di questa zona era differente da quello greco-

romano. Comune a tutti questi esempi di arte sub-antica era il tentativo di imporre alcuni principi astratti alle

forme naturalistiche dell’arte greco-romana. E queste arti provinciali acquisirono sempre più influenza sugli

stili delle grandi città a partire dal 2 secolo e divenne sempre più marcata tra 3 e 4 secolo. Quindi il loro

stile astratto fu adottato senza difficoltà e dal momento che iniziò in questo periodo ad apparire anche nei

più importanti monumenti imperiali, chiaramente non fu considerato più come uno stile provinciale, ma

venne automaticamente riconosciuto come arte ufficiale di Roma. Questo segnò la fine di quasi un

millennio di sforzi di ottenere dai romani e dai greci un’arte umanizzata, tutto dovuto ad instabilità politica,

declino della perizia artistica e condizioni economiche in decadenza. Gli artisti quindi erano impreparati ad

esempio a scolpire un volto e molto più semplice era scolpire un motivo floreale. Tuttavia questo processo

è stato anche dettato da artisti stessi che cercavano anche solo modelli nuovi che l’arte sub antica offriva.

Uno dei migliori esempi di arte tardo-romana è una placca in avorio con l’apoteosi di un imperatore. Sia

nello stile che nello spirito questa scultura segna l’alba del Medioevo. Nella metà inferiore è l’imperatore

seduto in un carro tirato da 4 elefanti; nella parte superiore lo stesso trasportato in cielo e rappresentato dai

segni dello zodiaco, dalla divinità del sole e da altri busti non identificati nudi e alati. Al centro una pira

velata dalla quale una divinità nuda guida un cocchio verso il cielo, scortata da due aquile. Illustra quindi la

credenza di una vita dopo la morte, tipico cristiano e non pagano. Il rilievo, la fissità degli occhi e le pose

goffe di queste figure sono tutte tipiche dell’arte sub-antica. E divengono arte ufficiale anche per la loro

semplificazione di composizione, all’artista ora interessa trasmettere un messaggio preciso, senza

occuparsi troppo della forma. Era quindi una delibera protesta contro il realismo, ignora le leggi della natura

e non c’è più interesse per lo spazio tridimensionale o all’anatomia del corpo umano. La preoccupazione

dell’artista era la relazione astratta tra le cose piuttosto che le cose in sé. La tendenza dell’epoca era

cercare una fuga dal mondo materiale e gli uomini trovarono rifugio e consolazione nello spirituale. Inoltre

importante è il richiamo diretto e forte allo spettatore: la scena sull’avorio viene rappresentata

solennemente, le figure sono consapevoli della nostra presenza e l’intera composizione che si sviluppa

davanti a noi non avrebbe significato senza uno spettatore. Era quindi un richiamo diretto al pubblico, con

un messaggio preciso da trasmette e mirava a un altrettanto preciso effetto psicologico. Quindi un’arte del

tutto nuova era in via di sviluppo e l’arte sub-antica fu adottata perché offriva un’espressione più adeguata

a questi nuovi propostiti. Il suo esito definitivo fu l’arte dei secoli centrali del medioevo, in cui fu permesso

agli artisti di trovare la forma perfetta dello spirituale e del trascendente e fu la chiesa medievale a

perfezionare l’uso dell’arte come strumento didattico e di diffusione della fede. Quindi l’arte paleocristiana

iniziò a svilupparsi dal 4 all’8 secolo, a partire da arte classica e anticlassica. Le due componenti si

scontrarono molto durante il periodo altomedievale e non si raggiunse un’armonia prima della sua

conclusione. L’artista medievale quando imitava un classico, imitava un modello antico, non per esperienza

diretta con la natura e a questo punto si creò quella cesura nel periodo tardo-antico. La copia di modelli

ebbe un ruolo importante in tutto il periodo medievale e tradizione classica nell’arte nell’alto medioevo

significava che le tipologie di figure create dagli artisti greci e romani venivano adottate come convenienti

formule già pronte. Questo classicismo di seconda mano è una delle caratteristiche rilevanti dell’arte

altomedievale, anche se non progrediva in maniera uniforme. Quindi vi era in continuo un’oscillazione

costante tra i due estremi di un’arte della rappresentazione naturalistica e di un’arte geometrico-didattica.<

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Publisher
A.A. 2015-2016
9 pagine
9 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simosuxyeah di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Crivello Fabrizio.