Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La fascia d’età che più ne abusa è quella tra i 18 e i 25 anni.
Per quanto riguarda il quadro clinico troviamo due aspetti centrali:
Intossicazione la cocaina può essere assunta per via endovenosa, sniffata e fumata (crack). Dopo
l’assunzione si presentano varie modificazioni comportamentali euforia o appiattimento dell’affettività,
alterazione della tendenza a socializzare (infatti coloro che assumono da molto tempo questa sostanza,
preferiscono ritirarsi dopo l’assunzione), ipervigilanza, suscettibilità personale maggiore litigiosità, ansia,
tensione o rabbia. Oltre a queste modificazioni comportamentali, troviamo: alterazioni del ritmo cardiaco,
midriasi (pupille dilatate), ipersudorazione, brividi, nausea, vomito e convulsioni.
Astinenza provoca il cosiddetto “crush” (sindrome da svuotamento) della durata di 1/2 giorni, caratterizzato
da sonno continuo, sogni vividi e angosciosi, insonnia e/o ipersonnia. 21
A differenza degli oppiacei, gli stimolanti non creano una rapida assuefazione abuso saltuario, non giornaliero, della
sostanza. Solo in caso di cocaina, consumo attraverso crack, lo sviluppo di dipendenza è rapido in quanto chi ne
consuma lo fa giornalmente e in quantità sempre maggiori.
Il trattamento farmacologico prevede che il paziente venga sedato durante la fase d’intossicazione in quanto chi ne fa
uso non si sottopone alla terapia di sua spontanea volontà. Colui che è dipendente dalla cocaina, infatti, ha un intenso
desiderio della sostanza con un corrispondente basso carico di effetti negativi. Per la sedazione vengono utilizzate
benzodiazepine in via endovenosa e con una breve emivita. Per il trattamento del craving, invece, vengono utilizzati
triciclici e SSRI.
Oltre alla cocaina, analizziamo anche la nicotina il tabacco. La dipendenza da questa sostanza è un fenomeno
socioculturale molto diffuso; la nicotina è una sostanza psicoattiva che utilizza gli stessi circuiti della gratificazione
delle altre sostanze. In piccole dosi, questa sostanza ha un effetto stimolante aumenta l’attività, l’attenzione, la
memoria, il battito cardiaco, la pressione sanguigna e riduce l’appetito. In quantità elevate, invece, provoca nausea e
vomito. I sintomi d’astinenza più diffusi sono l’ansia, l’irritabilità e la cefalea (dolori individuabili in tutta la parte del
collo e della testa), possono durare mesi o anni anche se il loro picco viene raggiungo entro 48/72 ore dall’interruzione.
L’instaurarsi della dipendenza da nicotina è un processo lento ma inesorabile in quanto la sua potenza, in termini di
incapacità a smettere, è tra i più rilevanti. Come terapia sostitutiva si possono utilizzare, cerotti, gomme e spray nasali.
Cannabinoidi:
Il termine cannabis è il nome abbreviato della pianta della canapa Cannabis sativa. Il tetraidrocannabinolo (THC) è il
principio attivo che agisce anche sui recettori della dopamina, provocando uno stimolo dell’appetito “fame chimica”.
E’ la sostanza illecita più usata nel mondo. Il preparato a base di foglie viene chiamata marijuana mentre l’hashish è la
forma più potente. Ognuno di noi ha un diverso livello di sensibilità al THC c’è a chi ne basta una e a chi no.
La cannabis non è una sostanza che crea subito dipendenza, bensì fa rilassare quasi al punto di addormentarsi.
L’utilizzo per un arco di tempo consistente di una grande quantità di tale sostanza può provocare l’insorgenza della
sindrome amotivazionale: il soggetto mostra una mancanza di volontà, apatia, tendenza ad ingrassare, assenza
d’energia, difficoltà di concentrazione e perdita di memoria. Colui che ne soffre dedica sempre minor tempo allo studio,
alla progettazione, allo sport o alle relazioni sociali per dedicarsi alla sostanza.
Allucinogeni:
I naturali sono la mescalina, la psilocibina (i funghetti) e la ketamina (funziona anche come anestetico), mentre tra
quelli sintetici troviamo la dietilamide dell’acido lisergico (LSD) e la fenciclidina. Vi sono poi delle sostanze che
hanno caratteristiche a cavallo tra gli stimolanti e gli allucinogeni, che vengono chiamate “designer drugs” MDMA o
ecstasy.
Vengono definiti come sostanze psichedeliche a causa della loro capacità d’indurre allucinazioni e perdita del contatto
con la realtà. Il maggior consumo avviene tra i 18 e i 25 anni; il consumatore, a differenza di colui che assume oppiacei,
può essere sufficientemente integrato nel mondo sociale e lavorativo. Tra i sintomi più rilevanti, va sottolineato il
disturbo percettivo persistente che si sviluppa a distanza di tempo dall’assunzione flashback di tipo allucinatorio, false
percezioni di movimento, colori intensificati, lampi di colore e scie d’immagini in movimento. Può capitare che il
soggetto compia i cosiddetti “bad trips”: presenta di sintomatologia allucinatoria con carattere negativo reazione di
panico, derealizzazione e delirio. Sono spesso causati dallo stato d’animo del soggetto quando li assume.
Non provocano una rapida assuefazione ma il loro utilizzo a lungo termine potrebbe portare ad una riduzione della
funzionalità globale; deficit della memoria a breve termine sono riscontrabili nei soggetti che assumono MDMA.
I disturbi della condotta Alimentare:
Possono complicare il decorso di alcuni disturbi psichiatrici come i disturbi dell’umore, la schizofrenia e i disturbi
d’ansia. Possono determinare una perdita o un aumento oltre misura dell’appetito, causando anche lo sviluppo di idee 22
bizzarre a sfondo paranoide sul cibo o causando fobie di mangiare di fronte ad altre persone.
Si distinguono 3 tipi differenti di Disturbo della Condotta Alimentare:
1. Anoressia nervosa età d’insorgenza tra l’adolescenza e prima età adulta, con maggiore frequenza nel sesso
femminile. Caratteristiche di questo disturbo sono il dimagrimento spiccato, il rifiuto del cibo e un disturbo
dell’immagine corporea. Nell’insorgenza contribuiscono più fattori:
- fattori biologici: centrale è il sistema degli oppiacei endogeni in quanto determina le variazioni su appetito e
aumento di peso. Importanti sono anche la colecistochinina e il fattore di rilascio della corticotropina; due
messaggeri chimici che regolano la sensazione di sazietà il loro mancato funzionamento potrebbe portare allo
sviluppo di alcuni comportamenti riscontrati nell’anoressia nervosa. Infine anche leptina e orexina, due
ormoni, stanno richiamando l’attenzione per le più recenti ipotesi.
- fattori psicologici: l’anoressia può essere vista come una reazione da parte dell’adolescente di fronte ad una
richiesta di assumere ruoli sociali, oppure come tentativo di farsi considerare come persona unica e speciale il
digiuno diviene un gesto di autoaffermazione e protesta. Il controllo o la riduzione del peso corporeo diviene
un indice valutabile di senso di dominio su se stessi.
- fattori psicosociali: l’aumento progressivo di tale disturbo potrebbe essere causato dall’enfasi sempre
maggiore posta dai media sulla magrezza e l’esercizio fisico.
I sintomi che si riscontrano in tale disturbo sono molti e non avviene una perdita dell’appetito, bensì una vera e
propria riduzione del senso di fame, provocata da un controllo rigido. Il peso di chi è affetto oscilla intorno ai
40 kg, ha le estremità del corpo fredde, spesso presenta uno strato sottile di peluria al viso, è bradicardico,
soffre di ipotensione e non ha le mestruazioni (amenorrea). Inoltre chi ne soffre rifiuta di riconoscere la propria
condizione patologica; il corpo è visto come un nemico, responsabile di ogni frustrazione nei rapporti
interpersonali. Alcuni pazienti compiono spesso delle vere e proprie abbuffate, seguite da comportamenti di
espulsione quali vomito, abuso di lassativi o diuretici.
Per il DSM – V i criteri diagnostici per l’anoressia nervosa sono suddivisi in 4 criteri:
CRITERIO A rifiuto di mantenere un peso corporeo normale per l’età e la statura.
CRITERIO B intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi.
alterazione nella percezione del proprio corpo eccessiva influenza del peso e della
forma del corpo sui livelli di autostima + diniego nell’ammettere la gravità dell’attuale
CRITERIO C condizione di sottopeso.
CRITERIO D nelle femmine assenza di mestruazioni per almeno 3 volte amenorrea.
Per quanto riguarda l’esordio, questo oscilla tra i 10 e i 30 anni, con un picco intorno ai 17, con un’elevata
incidenza sulle donne rispetto agli uomini.
2. Bulimia nervosa grandi abbuffate ricorrenti, associate alla perdita di controllo (vomito autoindotto) e alla
successiva autosvalutazione/depressione. Si distingue la bulimia nervosa purgativa regolare presenza di
vomito autoindotto o assunzione inappropriata di lassativi, da quella non purgativa il soggetto utilizza il
digiuno o l’eccessivo esercizio fisico per compensare i comportamenti che ritiene inappropriati. L’età di
esordio è più tardiva rispetto all’anoressia, è una malattia cronica con decorso caratterizzato da comportamenti
recidivi. Nello sviluppo del disturbo, entrano in gioco più fattori: 23
- fattori biologici: diversi studi hanno dimostrato l’efficacia degli antidepressivi rispetto ai comportamenti
compensatori si è ipotizzato che la serotonina e la noradrenalina svolgano un ruolo importante. Inoltre si è
visto che dopo gli episodi di vomito autoindotto, i livelli delle endorfine si alzano paziente spinto a riproporre
quella condotta. Inoltre colui che è affetto da bulimia nervosa richiede maggiori quantità di cibo per
raggiungere la sazietà, presentando una qualche difficoltà ad alzarsi da tavola potrebbe esserci un difetto nel
meccanismo della sazietà.
- fattori psicologici: la separazione dalla figura materna, si ripresenta nel rapporto col cibo mangiare potrebbe
essere visto come un bisogno di unione con chi si prende cura della persona, mentre invece vomitare potrebbe
essere inteso come espulsione dal corpo di un oggetto cattivo. Il fondamento di tale concezione risiede nel fatto
che l’individuo non è capace di raggiungere un soddisfacimento psichico a partire da quello fisico. Coloro che
ne soffrono hanno una dissociazione somato – psichica dal mentale si passa d’impulso all’azione, senza
alcuna mediazione del pensiero.
Le abbuffate comprendono soprattutto cibi dolci (torte o paste) che vengono ingeriti velocemente, talvolta
senza neppure essere masticati, e precedono di circa un anno le condotte riparatorie (vomito autoindotto). Gli
episodi di grandi abbuffate sono spesso seguiti da un periodo di depressione, definita angosc