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J K
λµ λµ
z }| { }| {
z
Z Z
1 1
X X −
= u (r )u (r ) u (r )u (r )
u (r )u (r )dr u (r )u (r )dr
α i α j α i α j
α i α j α j α i
i j i j
i j i j
r r
ij ij
µ
λ
con J e K rispettivamente “termine diretto” e “termine di scambio”. Cosı̀
λµ λµ
l’energia è la somma delle due stime: 1
X X X −
E = E + E = I + [J K ]
1 2 λ λµ λµ
2 µ
λ
λ 33
questa è l’energia che dovrà essere minimizzata, cosa che si farà attraverso il
metodo dei moltiplicatori di Lagrange:
Z
X
− hu |u i
δE ε = 0
λµ µ λ
λµ
dove ε sono i moltiplicatori di Lagrange.
∗ possiamo considerare il moltiplicatori
Basandoci sulla relazione ε = ε
λµ µλ
come una matrice hermitiana (matrice a valori complessi che coincide con la
propria trasposta coniugata) e diagonalizzabile in una avente come elementi
hu |u i.
E =
λ λ µ
Sostituiamo E nell’equazione appena scritta:
λ Z
X
− hu |u i
δE E = 0
λ µ λ
λµ ex
d
P
P V (q )u
V (q ) i
i λ
µ
µ µ
µ }| { }| {
z
z Z Z
1 1
X X
−
u (r ) δ u (r )
u (r )dr u u (r )dr u = E u
[H ] u +
µ j λµ µ j
µ j j λ λ j j µ λ λ
o λ r r
ij ij
µ µ
definita come l’equazione di Hartree-Fock, per semplicità sostituiamo gli
operatori “diretto” e “di scambio” con i rispettivi potenziali per scrivere il
potenziale di Hartree-Fock:
2
1
Ze X
X ex
d 2
−→ −
−
− − ∇
δ V
V
ν(q ) = + ν(q ) u = E u
λµ
i i λ λ λ
µ
µ r
4πε r 2 i
o i µ
µ
questa non è un’equazione di Schrödinger, se non nel limite minimo di E .
λ
Il teorema di Koopmans in proposito recita: “E è da considerarsi l’energia
λ
di ionizzazione dell’elettrone nello stato λ”.
34
2 Molecolare
Se per gli atomi basta mettersi nel sistema di riferimento del centro di massa
per far stare “fermo” il nucleo, ora comunque dovremo fare attenzione a moti
come la rotazione dei due nuclei attorno al centro di massa e la vibrazione
fra essi oltre che agli spettri elettronici, vediamo rapidamente di che spettri
si tratta.
2.1 Spettri roto-vibrazionali
~ , se poniamo a come la distanza media
L’impulso degli elettroni è dato da: a
fra i nuclei: 2
~ −4 −1
∼ ∼
E = (pochi) eV 10 cm
e 2
R m
∼
con R 1
Å e m = m .
e
Supponiamo che i nuclei siano tenuti insieme da una forza elastica, con una
pulsazione caratteristica (detta pulsazione di risonanza), allora il rapporto
fra energie vibrazionali e elettroniche è uguale a quello delle pulsazioni, da
cui: r k r
ω m
M
v −2 −6 −1
∼ ∼
= E
E = E = E 10 eV 10 cm
e
v e e r
ω M
k
e m
Se ci mettiamo sul centro di massa di una molecola omonucleare, possia-
mo approssimare la rotazione dei nuclei attorno ad esso a quella di due sfere
2
M R
che ruotano, con I = :
2 2 m
~ −4 −8 −1
∼ ∼
E = = E 10 eV 10 cm
r e
2
R M M
di conseguenza avremo che uno spettroscopio abbastanza sensibile vedrà,
oltre lo spettro elettronico, uno spettro vibrazionale e uno rotazionale (tipi-
camente IR). 35
Figura 14: Livelli energetici rotovibrazionali e elettronici (“rovibronic”)
36
2.2 Approssimazione di Born-Oppenheimer
L’approssimazione di Born-Oppenheimer si basa sul considerare i moti elet-
M ∼ 2000), si costruisce quindi l’ha-
tronici e nucleari fortemente separati ( m
miltoniana indipendente dal tempo del sistema:
Figura 15
[T + T + V ] ψ(R, r ..r ) = Eψ(R, r ..r )
N e 1 N 1 N
dove 2
~
N 2
P
− ∇
T =
e r
i=1 2m i
2
~
2
∇
T =
N R
2µ
2 2 2
Ze Ze e
N N N N
P P P P
− −
V = +
i=1 i=1 i=1 i>j=1
|r − | |r − | |r − |
4πε R 4πε R 4πε r
o i A o i B o i j
per il momento teniamo inchiodati i nuclei e consideriamo uno stato elettro-
nico q, possiamo scrivere un’equazione di Schrödinger per questo stato:
[T + V ] φ (R, r ..r ) = E φ (R, r ..r )
e q 1 N q q 1 N
37
con φ e E che hanno una dipendenza parametrica da R, inoltre φ forma
q q q
un set completo e si può scegliere ortonormale per ogni R:
hφ (R, r ..r )|φ (R, r ..r )i = δ
q 1 N p 1 N qp
da cui possiamo scrivere l’autofunzione completa della molecola:
X
~ ~ ·
ψ(
R, r ..r ) = F (
R) φ (R, r ..r )
1 N q q 1 N
q
~
dove F (
R) è la funzione relativa al moto dei nuclei.
q
Un prodotto scalare di autofunzioni di due diversi autostati elettronici (ψ e
s
ψ ) mi elimina la dipendenza dai gradi di libertà elettronici:
q
Z Z
X X X X X
∗ ∗ ∗ ∗ 2
|F
ψ ψ dr ..dr = F φ F φ dr ..dr = F F δ = (R)|
s 1 N s s 1 N s qs q
q q q q
q s q s q
A questo punto scriviamo l’equazione di Schrödinger del sistema:
X [H + T ] F (R)φ (R, r ..r ) = Eψ(R, r ..r )
[H + T ] ψ(R, r ..r ) = e N q q 1 N 1 N
e N 1 N q
e proiettiamo su φ (s = 1, 2...):
s
Z
X ∗ −
φ [H + T E] F (R)φ (R, r ..r ) = 0
e N q q 1 N
q
q
ora, E non diepnde da q, inoltre la parte elettronica dell’hamiltoniana tira
fuori un autovalore dell’energia relativo a φ :
q
Z (nel termine di destra abbiamo infatti
X ∗ −
φ F T φ dr ..dr + [E (R) E] F = 0
q N s 1 N s s P P
q hφ |φ i = δ = 1)
s q sq
q q
q Fin qui nessuna approssimazione, tutto esatto. 2
∇
Dal momento che sia φ che F dipendono da R facciamo agire T come :
q q N R
2
~ 2 2
− ∇φ
T F φ = F (∇ φ ) + 2(∇F ) + φ (∇ F )
N q q q q q q q q
R R
2µ 38
qui l’approssimazione di Born-Oppenheimer consiste nel fatto che i moti elet-
5
tronici e nucleari possono essere considerati separati e nel trascurare quindi
2 2
∇ ∇
l’azione di φ (R) rispetto F (R), si dice che: “gli elettroni sono in
q q
R R
equilibrio rispetto al moto moto dei nuclei”. 2
2
~
~ 2 2
∇ − −→ − ∇ −
− + E (R) E F (R) = 0 E·F (R) = E (R) F (R)
s s s s s
R R
2µ 2µ
s = 1, 2...
2
F è quindi autofunzione anche di J eJ , con rispettivi autovalori: j(j +
s z
1)~ e m (se gli elettroni hanno momento angolare totale nullo l’energia
~
j
degenera 2j+1 volte), per uno stato elettronico dato gli stati indicati dai
numeri quantici v e j sono detti roto-vibrazionali.
~
Dividiamo F (
R) in parte radiale e angolare:
q F
~ ~
F (
R) = (R)Y ( R)
s vj jm
j
F
utilizzando (R) possiamo scrivere l’equazione di Schrödinger per una
vj 2
∇
particella di massa µ in un potenziale efficace, sviluppiamo :
R
2
2
d j(j + 1)
~ F
− −
− + E (R) E (R) = 0
s svj vj
2 2
2µ dR R
La forma di E (R) per uno stato elettronico di una molecola biatomica è
s →
quello di un potenziale, fortemente repulsivo per R 0 e tendente a una
→ ∞.
costante (E (∞)) per R
s
5 approssimazione valida per stati elettronici ben separati (niente degenerazioni), dato
∼2000
che il rapporto delle masse fra nucleo e elettroni è e date le velocità relativistiche,
anche se inesatta 39
Figura 16: Funzione E (R) per uno stato elettronico q, con evidenziata la
s
distanza d’equilibrio R
o 40
2.3 Tipi di potenziale
2.3.1 Potenziale armonico
Per un valore di E noto è facile sviluppare l’equazione di Schrödinger ma,
s
dato che il moto dei nuclei è attorno a R (distanza di equilibrio della
o
vibrazione), è utile sviluppare il potenziale nell’intorno di quest’ultimo:
F =0 in un punto di equilibrio
}| {
z 2
∂E ∂ E
1 1
s s
2 2
−
(R R ) (R−R ) k(R−R )
E (R) = E (R ) + + = E (R ) +
o o o
s s o s o
2
∂R 2 ∂R 2
R R
o o
In questo modo approssimiamo il moto vibrazionale a un moto oscillatorio
armonico con costante elastica proporzionale alla derivata seconda di E in
s
R. Contemporaneamente approssimiamo l’energia rotazionale attorno a R :
o
2
~ j(j + 1) = Bj(j + 1) con j = 0, 1, 2...
E =
r 2
2µR
o
| {z }
2I o
dove I è il momento d’inerzia della massa ridotta e B è detta costante
o
rotazionale ed è caratteristica della molecola.
L’energia totale è somma delle tre: elettronica, vibrazionale, rotazionale
E = E (R ) + E + E
svj s o v r
2 2
d 1
~
2
− −
− + k(R R ) E ψ = 0
o v v
2
2µ dR 2
che rappresenta un moto armonico semplice (dove ψ sono gli oscillatori
v
armonici, legati ai polinomi di Hermite) con autovalori:
v = 0, 1, 2...
1 r
E = v + con k
~ω
v o 2 ω =
o
µ
41
Figura 17: Livelli energetici del potenziale armonico semplice
Questa approssimazione ha divesri problemi: vale solo per piccoli va