vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
NICCOLÒ MACHIAVELLI
Niccolò Machiavelli compose le sue opere nel periodo storico che va dalla discesa di Carlo VIII in Italia ed il sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi. Nella repubblica fiorentina fu segretario della seconda cancelleria e dei dieci di Balia (?) occupandosi di politica estera. Quando crollò la repubblica fiorentina per il ritorno dei Medici, fu rimosso dall'incarico. La discesa di Carlo VIII e l'episodio del sacco di Roma lo portarono a riflettere su quanto fossero deboli politicamente e militarmente gli stati italiani, mentre il crollo della repubblica fiorentina lo fece riflettere su quanto l'ordinamento repubblicano di Firenze fosse inadeguato a fronteggiare un attacco dall'esterno (ad opera dei Medici). A questo punto iniziò i suoi studi politici, senza avere timore di allontanarsi da quelle che erano comunemente le idee applicate alla politica, anzi egli cercò nuovi metodi per condurre questa sua riflessione.
politica. Egli è ritenuto nel bene e nel male, il padre fondatore del moderno pensiero politico poiché inaugurò un nuovo metodo nello studio della politica cercando di rivolgerlo più alla verità effettiva (verità effettuale della cosa) piuttosto che ai fatti particolari. Questo suo nuovo approccio portò il critico Cassirer ad affermare che Machiavelli avrebbe applicato alla politica il metodo scientifico che fu di Galileo (un fenomeno è scientifico quando è riproducibile in laboratorio, quindi in presenza delle medesime condizioni dà sempre lo stesso risultato!). Grazie a questo nuovo metodo applicato alla politica, Machiavelli avrebbe scoperto la vera natura delle azioni politiche e la loro autonomia dall'etica. Molti sono d'accordo con la tesi precedente, tuttavia Machiavelli più che usare un approccio scientifico con la politica, ne usò uno storico-interpretativo. La sua principale intenzione non fu
Quella di dimostrare l'autonomia della politica dall'etica ma di dimostrare la concezione classica della politica come scienza civile (scientia civilis) che fosse in grado di fondare, conservare, rendere libera una comunità mediante il governo delle leggi.
Il metodo di Machiavelli
Machiavelli considera se stesso maestro dell'arte dello stato, cioè persona destinata allo studio delle cose dello stato. Parlare di cose di stato significa parlare di politica e la politica è fatta dal governante. Nello studio egli segue l'approccio storico-interpretativo, cosa significa? Analizziamo una parola alla volta e cominciamo col capire cosa significa approccio interpretativo. Interpretativo significa che lo studioso di cose di stato dovrà capire ed interpretare gesti, fatti, azioni, e parole dei governanti per trarre da questi conclusioni al fine di previsioni e dare consigli. Durante le sue missioni all'estero come segretario della seconda cancelleria,
ebbe modo di verificare che gli eventi politici sono sempre avvolti da un alone di mistero e per quanto lo studioso di politica si possa sforzare di essere obiettivo, un medesimo fatto o gesto o azione, potrà essere interpretato diversamente da studiosi diversi e non esiste tribunale a cui gli studiosi possano rivolgersi per eliminare la controversia. Inoltre, a differenza delle scienze, lo studio dell'arte dello stato si dovrà accontentare di avvicinarsi alla verità politica, ma non potrà mai impossessarsene del tutto e questo per diversi motivi: - l'interpretazione dello studioso, per quanto possa essere obiettiva, è sempre parziale perché risente della psicologia dello studioso che, per quanto si sforzi, condizionerà sempre con il suo modo di pensare lo studio che sta conducendo; - i principi ed i governanti fanno di tutto per mascherare le proprie intenzioni quando esercitano il governo di uno stato, per poterne comprendere le.Machiavelli suggerisce di non fidarsi delle apparenze, ma di toccare con mano e analizzare di persona (con l'esperienza diretta) quali sono le passioni che inducono i principi ad esercitare le azioni di governo. Infatti, chi è dominato dall'ambizione governa in maniera diversa da chi è dominato dall'odio e così chi è dominato dall'abramosia di potere o dalla paura di perdere il territorio. Questi suoi pensieri sullo studio delle qualità dei principi e dei popoli per la comprensione della politica, li espone nella sua opera maggiore De Principatibus e le comunica all'amico F. Vettori.
Adesso analizziamo il termine storico: lo studioso dell'arte dello stato, oltre a servirsi dell'esperienza diretta, si serve della storia perché ritiene che tutti i fatti sono riscontrabili nel passato, si sono cioè già verificati. Gli eventi che accadono sotto i nostri occhi sono simili ad eventi che sono accaduti.
nel passato. Così nel momento in cui riusciamo a riconoscere in un evento di oggi, un evento che si è svolto nel passato, abbiamo la capacità di fronteggiarlo meglio perché è come se lo conoscessimo già. È difficile trovare a questo mondo due uomini con la stessa faccia, allo stesso modo Machiavelli sosteneva che gli uomini sono diversi per ingegno, fantasia e passione. Quindi il governante, governerà secondo il proprio ingegno e la propria fantasia. Per comprendere il modo di governare e quindi la politica, secondo Machiavelli era necessaria o la conoscenza individuale diretta o indiretta attraverso l'interpretazione dei fatti, delle azioni, dei gesti, e delle parole oppure attraverso la storia che descrive gli uomini del passato e che, in base al concetto di ciclicità, consente di conoscere gli uomini del presente. pag. 2 In genere lo studioso di cose di stato, nel presentare il suo studio usa termini ampollosi che servirannoAd abbellire la sua esposizione, le verità che egli presenta sono verità che risentono della sua interpretazione e quindi, come tali, non oggettive. Non si tratta, cioè, di verità valide in generale. Questo avviene per tutti gli studiosi, anche se Machiavelli si sforza di presentare i suoi studi sulle cose dello Stato come verità generali ed in questo faceva riferimento ai classici che credevano che quando un concetto si presenta in forma generale, viene percepito ed interiorizzato meglio. Lo stesso concetto vale per lo stile di scrittura, anche in questo caso, infatti, lo studioso di cose dei stato abbellisce la sua opera con termini eccessivi. Al contrario, Machiavelli sceglie per il De Principatibus, uno stile semplice e asciutto perché segue le indicazioni di Cicerone che consigliava di trattare le cose di stato con stile semplice e severo.
L'onesto e l'utile
Nel De Principatibus Machiavelli muove una critica radicale alla definizione del
Buonprincipe che avevano dato gli umanisti. Gli scrittori umanisti, ispirandosi a Cicerone(De officiis) affermavano che gli uomini non devono mai scendere al livello deglianimali, ma devono discorrere in maniera civile senza ricorrere alla forza del leone néall'astuzia della volpe. Soprattutto il principe ed i governanti devono sempre seguire levirtù politiche (della giustizia, della prudenza, della temperanza) e le virtùprincipesche (della clemenza, della liberalità e della lealtà). Machiavelli in netto contrasto con gli umanisti, riteneva che il principe che ancora nonha consolidato il proprio potere, deve saper usare la bestia e l'uomo che sono dentrodi lui. Cicerone affermava che per mantenere il potere bisognasse essere amati, per perderlobastava essere temuti. Machiavelli afferma che occorrerebbe essere sia amati chetemuti, ma siccome è difficile ottenere ciò, allora se si vuole mantenere il potere, èmeglio essere
temuti. Infine Cicerone affermava che se una cosa è crudele non può essere utile; Machiavelli risponde dicendo che occorre distinguere l'uso che si fa della crudeltà: la crudeltà ben usata e quella male usata. Introduce cioè il concetto dell'utilità. Lo stesso Cicerone aveva affermato che quando esiste uno stato di necessità, l'onestà del principe può essere messa da parte momentaneamente. Infatti in un libro di retorica Rhetorica ad Herennium (Scritto da Cicerone a Gaio Herennium), condiviso da Machiavelli, si affermava che se è in gioco il bene dello stato, l'oratore deve avere la capacità di cambiare i nomi delle cose e quindi deve fare apparire come vizi le virtù e viceversa. pag. 3 Sempre ammesso che il fine ultimo sia l'utilità (utilitas) che a sua volta, si suddivide in sicurezza ed onestà. Sicurezza dello stato e onestà del principe. Quindi quando è
A rischio la sicurezza dello stato, il principe può mettere momentaneamente da parte l'onestà, può smettere di seguire le virtù di fronte ad uno stato di necessità. Repubblica e libertà politica. Abbiamo già detto che i giudizi su Machiavelli sono contrastanti soprattutto relativamente alla possibilità che un principe, per il raggiungimento del bene comune, può anche usare norme moralmente non corrette (pensieri espressi nel De principatibus). Il punto più importante della riflessione machiavelliana sta nei concetti di repubblica e di libertà politica, concetti espressi nell'altra sua opera intitolata I Discorsi. Machiavelli fu un repubblicano (lo affermarono Rousseau, Spinoza e Harrington) e il suo essere repubblicano si basa sul concetto del vivere politico e civile che si può realizzare solo in una repubblica ben ordinata dalle leggi. Il che significa che la repubblica deve essere fondata sulle leggi.
E deve perseguire il bene dei cittadini. Tutte le altre forme di governo che non si basano su questo concetto sono o tirannidi o repubbliche corrotte. Parliamo di tirannide quando chi governa esercita il potere assoluto al di sopra delle leggi, parliamo di repubblica corrotta quando, pur esistendo le leggi, queste non giovano a tutti e non riescono a frenare la corruzione.
Per ottenere il vivere civile e politico ci vogliono le leggi e queste leggi devono garantire il bene comune dei cittadini. Per Machiavelli la forma di governo che meglio incarna questi ideali è la repubblica in cui l'approvazione delle leggi e la scelta dei magistrati viene fatta da tutti i cittadini. Sia ben inteso che anche la monarchia potrebbe garantire il vivere politico e civile purché anche il monarca sia soggetto alle leggi altrimenti costui si trasforma in un tiranno, tuttavia Machiavelli ritiene che il vivere civile e politico è più semplice da ottenere e da garantire in una forma
Forma di governo repubblicana
La forma di governo repubblicana, anche detta governo popolare, è caratterizzata dalla presenza di un capo di stato eletto dal popolo o da un organo rappresentativo. In questo tipo di governo, il potere è esercitato da rappresentanti del popolo che agiscono nell'interesse generale della nazione.