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Desideri e Bisogni

L'essere umano ha dei bisogni che colma con le sue azioni (se ha fame mangia), il nostro agire è sempre spinto da un bisogno e quando quest'ultimo si fa meno stringente diventa un desiderio (per ripararmi dal freddo posso usare una coperta o un piumino Moncler).

Il desiderio dei personaggi è ciò che fa la storia, quindi agiscono perché sentono un desiderio, infatti in tutte le storie esiste un oggetto del desiderio.

Una storia si può basare sul desiderio di:

  • Un oggetto prezioso (denaro, oro, diamanti ecc...)
  • Un oggetto che ha un valore soggettivo (una foto, un libro autografato ecc...)
  • Una posizione di potere che è esclusivo, quindi se lo do agli altri lo perdo in modo parziale o del tutto
  • Un sapere (un segreto o una confessione) che è diffusivo quindi posso darlo agli altri senza perderlo

Quello che rende una storia interessante è la presenza di una contesa come Lucia tra...

Renzo e Don Rodrigo. RUOLI NARRATIVI I ruoli (attanti) narrativi principali sono: - Il protagonista; - L'antagonista; - L'oggetto del desiderio. Nelle narrazioni, come nel calcio, ognuno ha il suo ruolo e deve svolgere determinate azioni, quindi è una caratteristica generale che può corrispondere a personaggi diversi. Il ruolo non si definisce solo per sé stesso, ma si definisce in relazione ai ruoli di tutti gli altri (non posso definire un antagonista se non ho un protagonista). I ruoli vengono definiti in base alle azioni che si svolgono. I ruoli sono molti di più: nella genesi subito c'era solo Adamo, poi è arrivata Eva e si può notare come Adamo sia un personaggio più semplice di Eva, infatti i personaggi maschili sono più semplici da costruire perché hanno una psicologia più semplice. Eva mangia la mela perché qualcuno gliela fa desiderare. Ai tre personaggi principali si aggiungono: - Il [inserisci qui il ruolo mancante]

destinante (lucifero in forma di serpente) che crea il desiderio in Eva, spesso questo ruolo è interpretato da un'identità astratta, alcune volte è la società che ci spinge a desiderare qualcosa (vestiti adatti);

  • L'aiutante del protagonista (la spalla);
  • L'aiutante dell'antagonista.

Non sempre gli aiutanti sono personaggi ma anche loro possono essere entità come ad esempio in una storia d'amore può essere la distanza (aiutante dell'antagonista).

STRUTTURA DEL RACCONTO

Il programma narrativo è la struttura che si trova in tutte le narrazioni e si divide in tre fasi:

  • INIZIO. Il protagonista inizia a desiderare l'oggetto
  • SVILUPPO: il protagonista lotta contro l'antagonista per conquistare l'oggetto;
  • FINE: il protagonista ottiene l'oggetto (lieto fine), l'antagonista riesce a far fallire il protagonista.

Però questo non vuol dire che tutte le

storie sono uguali, è come nell'essere umano infatti tutti abbiamo l'oscheletro più o meno simile ma nessuno è uguale ad un altro e noi non ci innamoriamo degli scheletri. PUBBLICITÀ DEL PROFUMO In una pubblicità di un profumo l'oggetto di valore è quello che puoi fare con l'oggetto ovvero essere più attraente e seducente, il protagonista sei tu e l'antagonista sono gli altri ragazzi. RACCONTO DI CRIMINI REALI In un racconto dove c'è un processo l'oggetto del desiderio è la verità, in questo caso ci sarà un magistrato che farà di tutto per dare la verità alla gente, ma la verità per essere rappresentata ha bisogno di una storia e questo è un processo di figurazione. NON FICTION Quando uno non ha un rapporto esperienziale con la realtà deve basarsi sulla fiducia. Quando uno legge una notizia non sempre ha l'esperienza (lo ha visto con i propri occhi) ma si fida di chi l'ha scritta.

occhi) ma ha solo laconoscenza (lo ha sentito dire) ma non può essere sicuro che sia vero, può farlo solo facendo esperienza. La maggior parte delle cose si basa sulla conoscenza e non sull'esperienza infatti noi diamo per scontato che Madrid sia la capitale della Spagna ma non tutti sono stati a Madrid, quindi potrebbe anche non esistere. Quindi bisogna raccontare la storia in modo veritiero anche se la storia è vera perché non tutti hanno esperienza.

TEATRO DI NARRAZIONE

All'inizio della televisione non c'erano i due tasti per andare avanti e indietro ma c'era solo il tasto del canale, perché c'erano pochi canali e non c'era la pubblicità. Quando sono arrivate le pubblicità infatti la gente magari guardava un pezzo di un altro canale per saltarla e poi tornava sul canale iniziale. Il 9 ottobre del 1997 la gente stava facendo zapping, ma arrivati su Rai 2 si fermavano tutti a guardare perché nessuno aveva mai

visto niente del genere la strage del Vajont che rivelò agli italiani che non andavano a teatro l'esistenza di un altro modo di fare teatro: infatti non c'erano costumi, c'era un solo personaggio che però interpreta tanti personaggi; questo è il teatro di narrazione. La strage del Vajont Quella sera la gente scoprì che si poteva fare teatro solo con le parole, ma cos'è che fa diventare scenica una narrazione?
  • La voce: dove sembra strano ma è molto importante il silenzio perché è molto più comunicativo della parola, e si può fare solo con la voce. Per arricchire una narrazione basta: cambiare il tono, balbettare, imitare altre voci. In poche parole la voce dà vita alle parole;
  • La spazialità: muoversi nello spazio cattura di più l'attenzione perché oltre agli occhi vengono mossi anche il collo e la testa per seguire il soggetto. Ha a che vedere con la
prossemica (distanza intima, sociale e pubblica), quando qualcuno ci parla troppo vicino e non lo conosciamo si capisce quanto è importante la distanza nella comunicazione; • La gestualità molte volte non si possono portare degli oggetti all'interno del teatro (un treno) e lo si simula tramite la gestualità. Già negli anni 70 Dario Fo aveva fatto un antenato del teatro di narrazione sotto forma di esperimento, infatti non c'è un palco e il pubblico era seduto per terra e interagiva con lo spettacolo, infatti questo teatro non nasce nei teatri ma nelle fabbriche e nelle piazze ed era accessibile a tutti e può essere fatto a costo zero perché non ha bisogno di niente bastano le idee. mistero buffo di Dario Fo Dopo Dario Fo non arrivò subito Paolini (Vajont) ma arrivò Marco Ballarini che raccontava le fiabe ai bambini negli ospedali nello stesso modo di Dario Fo, perché ai bambini piace sentirsi raccontare le.In questo racconto si vedono i tre livelli della narrazione. TRAMA Nella stagione della neve, la famiglia Hauser lascia sempre la sua locanda per trovare rifugio nella valle della Loëche. Quell'anno, lascia alle spalle il vecchio Gaspard Hari e la giovane guida Ulrich Kunsi con Sam, un grande cane di montagna. Sono responsabili del monitoraggio della locanda durante l'inverno. Ora, con il cuore spezzato a causa della sua separazione dalla giovane Louise Hauser, Ulrich non è molto felice di dover passare così tanto tempo isolato dal mondo. Se, all'inizio, tutto si svolge con regolarità e persino un po' di monotonia, la situazione diventa rapidamente da incubo. Il vecchio Hari scompare durante un tentativo di caccia. Rimasto solo con Sam alla locanda, Ulrich cerca di trovarlo attraversando la montagna. Tuttavia, è stato un fallimento. Stanco e amaro, di nuovo alla locanda,

Pensò di aver sentito la voce di rimprovero del suo vecchio compagno morente Nelsonno. Ulrich, indifeso e tormentato, è costantemente molestato da questa voce. Per sfuggire a lui, io...

ANALISI

Analisi delle parole

Una frase da tenere a mente è "aveva fame e mangiò".

Gli eroi sono tre (attore multiplo) l'oggetto di valore è la sopravvivenza e l'antagonista sono l'oppressione (data dall'albergo), il freddo e la solitudine.

Nessuno dei tre riuscirà a raggiungere l'oggetto di valore perché tutti muoiono.

Il nostro umore può essere euforico o disforico e oscilla tra questi due poli molte volte al giorno.

CLIMAX

In questo testo la neve è perché avvolge ed è un termine euforico, stringere è un termine che dipende invece dal contesto se è euforico o disforico, mentre murare è prevalentemente disforico; tutte queste parole creano un climax ascendente.

OSSIMORO

Figura

La retorica consiste nell'accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari. Nel testo dice "una mobile e profonda e leggera nuvola di spuma bianca si abbatte sopra di essi".

Spesso noi accostiamo la morbidezza con la leggerezza ma non è così infatti un materasso è morbido ma ha un peso considerevole proprio come la Neve.

La SINESTESIA è una figura retorica, in particolare un tipo di metafora, che prevede l'accostamento di due parole appartenenti a due sfere sensoriali diverse. Il freddo viene descritto attraverso la durezza e la scabrosità, quindi accostando il senso di freddo con il senso della durezza che si percepisce con il tatto. Il freddo viene anche descritto attraverso l'assenza di colori che si percepisce con gli occhi.

La solitudine viene evocata attraverso il contrasto tra l'immensità dell'ambiente e la minuscola presenza umana.

VISIONE DEL FILM "FREEDOM WRITERS"

Questi film

aiutano le persone a sentirsi coinvolte e questo fa in modo che si capisca meglio. Sono molto importanti le immagini in questi film ma come in tutti i canali di comunicazione odierna (Instagram e Facebook ad esempio). Per creare un racconto (storytelling) bisogna innanzitutto capire a chi si vuole trasmettere il messaggio. Nel film si può vedere come lo storytelling venga usato dalla prof. per capire il passato dei ragazzi e serve anche a loro per sfogarsi, quindi come "cura" per alleviare i loro problemi. L'essere umano non può essere schematizzato e infatti subito l'insegnate ha un suo schema su come insegnare agli alunni (lei credeva di avere i classici alunni che si hanno in una scuola e non dei ragazzi con dei problemi seri), allora cerca di usare altri metodi come la musica e soprattutto cerca di ascoltare, utilizzando l'ascolto attivo, ovvero cerca di relazionarsi in modo quasi intimo con gli alunni facendogli scrivere dei diari per capire cosasuccede nella loro quotid
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrochesta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storytelling e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Perissinotto Alessandro.