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Estratto del documento

Edgar Morin 1962: come costruire una teoria sulla cultura dei media di massa?

Lui in quegli anni sviluppa una concezione secondo la quale i mass media richiedono una

partecipazione attiva dell’utente (si parla di estetica inconscia dei media) in quanto non si possono

affrontare i problemi della società esclusivamente in maniera teorica.

Morin è un filosofo e sociologo francese.

Lezione 4

Comunicazione

I° assioma della comunicazione: “Non si può non comunicare”

- Nei processi di interazione fra gli esseri umani tutto viene interpretato, in quanto appare

sensato, in quanto significa.

L’interpretazione chiama in causa il lettore e ogni comportamento ha valore di messaggio: anche il

silenzio, la distrazione o l’isolamento di un bambino o il non comunicare del comportamento

schizofrenico, costituiscono messaggi che influenzano gli altri. In qualsiasi tipi di interazione tra

persone, anche il semplice guardarsi negli occhi, si sta comunicando sempre qualche cosa all’altro

soggetto.

Il primo assioma sostiene proprio che qualunque cosa tu faccia, dovunque tu ti trovi stai

comunicando e questo ci porta a pensare che esista una comunicazione a più livelli. Non può non

succedere che non si trasmetta un messaggio o che non lo si riceva in quanto la comunicazione non

è un processo interamente volontario che possiamo controllare. Tutti gli umani, tutti gli esseri

viventi, in un certo senso anche le cose “comunicano”, non perché sia un obbligo giuridico o

morale, ma proprio perché non si può non comunicare, come non si può non essere in un luogo.

(“Pragmatica della comunicazione umana”, 1971, Watzlawick, scuola di Palo Alto).

- I fatti del mondo significano in quanto sono racchiusi entro categorie ed entro schemi di

conoscenza (io capisco una cosa solo se la inserisco all’interno di categorie/schemi/griglie

che conosco).

Inoltre, se ci pensiamo, un discorso ha senso solo se le parole seguono un ordine strutturale e per

questo possiamo dire che la comunicazione in qualche modo “trasuda”.

Comunicazione

Emittente  testo  Destinatario

Il processo comunicativo è esplicito.

Significazione

Testo  destinatario

Incendio  fumo (abduzione)

Il fumo di per sé non vuole comunicarmi l’incendio, ma il destinatario in questo caso carica una

testualità (fumo) di significato (incendio).

In filosofia l'abduzione indica quel sillogismo in cui la premesssa maggiore è certa e la premessa

minsore è probabile, per cui anche la conclusione risulta solo incerta.

Manipolazione

Emittente  testo  destinatario (Fumogeno = incendio)

La manipolazione è molto utilizzata soprattutto per la propaganda politica, per la pubblicità e nei

rapporti interpersonali.

Manipolare significa indurre il lettore a fare delle supposizioni che poi si riveleranno vere o false.

Secondo alcuni questo scenario non è malato, anzi rappresenta uno degli elementi costitutivi delle

logiche di comunicazione in quanto la manipolazione si basa sul fatto che i rapporti

comunicazionali sono rapporti di forza e persuasione. Ci troviamo dunque di fronte ad uno scenario

riguardante giochi complessi e sottili che agiscono soprattutto a livello interpersonale.

Informazione

Riduzione dello stato di incertezza (misurabile in scelte binarie).

Il concetto di informazione è più puntiforme rispetto a quello di comunicazione.

- Piove o non piove?

- Risultati delle partite

- Direzione da prendere ai bivi per uscire da un labirinto.

L’informazione è minacciata dal rumore:

- Nel momento in cui trasmettono i risultati delle partite c’è un’interferenza radio;

- Il segno di gesso sul bivio è stato cancellato dalla pioggia;

- Discrepanza linguistica tra persone che comunicano;

- Discrepanza culturale (la stessa informazione collocata all’interno di due schemi differenti

fa saltare il processo comunicativo).

Il rumore è compensato dalla ridondanza:

- I risultati vengono ripetuti

- Ho una mappa del labirinto

Se ci pensiamo, apparentemente, i media digitali ci offrono lo stesso risultato dei media pre-digitali,

ma nei media digitali sotto vi è una elaborazione che nei media pre-digitali non c’era per cui quando

vedo una immagine vedo sì una immagine ma in realtà essa rappresenta una serie di numeri

codificati in colori.

Entropia

- Nozione che proviene dalla termodinamica, indica la tendenza naturale dei sistemi a

procedere verso uno stato di disordine, di stabilità, di immobilità, di morte: due recipienti,

uno contenente un fluido caldo, l’altro un fluido freddo, se collegati tra loro procederanno

verso uno stato entropico di stabilità e immobilità.

- Finché ci sarà differenza di temperatura il macrosistema sarà in grado di produrre energia, o

di produrre informazione (molecola calda = 1, molecola fredda = 0). Una volta raggiunto

l’equilibrio il sistema entrerà in uno stato entropico, e dovrà immettere energia per tornare

ad un sistema informativo.

- Produrre informazione implica dispendio di energia, implica scelta, implica dislivello: se

non c’è differenza (di aggiornamento, di nozioni, di cultura, di sensibilità, di provenienza)

non può esserci informazione.

Se si mettono a contatto due recipienti (uno contenente molecola calda, l’altro contenente molecola

fredda) essi tenderanno ad avere la stessa temperatura e quindi a mettersi in uno stato di quiete e di

entropia.

A ogni traformazione del sistema che provoca uun trasferimento di energia, l'entropia aumenta,

perché l'equilibrio può solo crescere. Si può considerare un sisrtema anche l'intero universo e allora

la conclusione è: anche nel cosmo l'energia tende a distribuirsi dai corpi più caldi a quelli meno

caldi e l'entropia aumenta.

Ricezione

La ricezione rappresenta l’atto con cui il destinatario entra in contatto con il testo: attraverso

l’interpretazione il destinatario attribuisce a qualcosa (un oggetto, un evento, un comportamento) un

senso (forza comunicativa). Non tutti gli oggetti, eventi o comportamenti vengono caricati di senso

e se non c’è interpretazione restano neutri.

Interviene qui l’idea dello spettatore come attore (col passare del tempo cambia ad esempio il teatro

che da unidirezionale diventa bidirezionale in quanto vengono chiamati gli spettatori stessi sulla

scena, o in altri casi gli attori scendono in platea) e si sviluppa il concetto di default (concetto che in

informatica individua la scelta operativa elaborata da un sistema in assenza di istruzioni da parte

dell'utente).

La ricezione è un’azione, fondamentale perché si compia un processo di comunicazione.

Frame comportamentali

La vita culturale quotidiana è infarcita di schemi che noi non mettiamo in discussione in quanto

automaticamente, ad esempio, sappiamo che cos’è un aula, un bar o un treno. Di solito la

comunicazione, fatta volontariamente dall’emittente, viene automaticamente interpretata e caricata

di senso dall’emittente, ma non è detto:

- Posso non attivare la ricezione mentre qualcuno parla;

- Posso interpretare un lamento come un semplice respiro, e non dargli senso.

Solitamente però l’attribuzione di senso deriva da una rilevanza rispetto ad una condizione

“normale”, ovvero quando una figura testuale si distacca dallo sfondo (Psicologia della Gestalt) e

quando si infrangono le condizioni di default. Quando questo avviene?

- Comportamenti anomali

- Oggetti fuori posto

- Regolarità o irregolarità inspiegabili

Si parla anche di frame comportamentali (es. pranzo al ristorante, atteggiamento in una aula

scolastica, matrimonio etc.) che sono standard e condivisi da tutti ma che possono anche essere

infranti (nel film “Il Laureato” di Mike Nichols, 1967, ad esempio si rompe il frame del

matrimonio). Questi frame non sono scritti da nessuna parte ma noi essendo soggetti sociali

abbiamo la capacità di individuarli, capirli e riconoscerli.

Significazione

La significazione può essere erroneamente caricata di senso, o per un semplice fraintendimento (Il

detective interpreta come significativo un indizio del tutto casuale) oppure in seguito ad una

manipolazione (Il detective interpreta come significativo un indizio sviante lasciato dall’assassino).

Un buon giallo è un romanzo in cui vi è una continua messa in gioco degli schemi interpretativi.

Segno

Nella definizione comune il segno è “qualcosa che sta per qualcos’altro”:

- Il fumo indica il fuoco;

- Un’impronta rivela il passaggio di un animale;

- Una parola esprime un sentimento;

- Un cartello segnala un divieto;

- Un ritratto raffigura una persona;

- L’inno nazionale identifica un paese;

- Una carta geografica rappresenta un territorio;

Questo “stare per qualcos’altro” rappresenta una relazione che vale all’interno di un determinato

gruppo, di un determinato ambiente culturale e sociale, di una determinata lingua, di un determinato

paese etc.

Nella definizione di Saussure il segno linguistico è un rapporto che vige fra significato e

significante, fra concetto e immagine acustica. Segno = significante / significato.

Quindi: nel segno una base materiale entra in contatto con una base concettuale.

Significante e significato sono inseparabili, come due facce di un foglio di carta (Saussure).

Nei processi di comunicazione noi utilizziamo sempre dei segni, che sono associazioni di elementi

materiali (i significanti: parole dette, parole scritte, cartelli stradali, colori stesi su una superficie,

sequenze di note musicali) con elementi concettuali (i significati: idee, sentimenti, desideri,

emozioni, ragionamenti).

Tipi di segni:

- Segni iconici: significante simile (dimensione analogica) al significato: ritratti, caricature,

schemi di impianti tecnici, mappe e carte geografiche; fotografia come rappresentazione.

- Segni indicali : significante in connessione fisica con il significato: impronte, tracce, calchi;

la firma, un occhio nero come conseguenza di un pugno, la fotografia come conseguenza

dell’esposizione alla luce, la bandierina che segna (indica) la direzione del vento.

- Segni linguistici : a differenza dei due tipi precedenti, che sono motivati, hanno cioè una

connessione causale evidente fra significante e significato, i segni linguistici sono

tipicamente arbitrari.

In linguistica l'arbitrarietà indica il rapporto convenzionale del significante col significato.

Come accennavamo precedentemente, nell'arbitrarietà gli elementi del segno linguistico non sono

naturalmente motivati ma dpendono da una tacita convenzione tra i parlanti di un

Dettagli
A.A. 2016-2017
25 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.lora-1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storytelling e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Lughi Giulio.