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STORICI GRECI ANTICHI
I greci avevano già narrato la la loro “storia antica” e la loro “storia contemporanea” a partire dal V sec a.C.
Non si trattava però di un genere unitario: le varie opere erano diverse per contenuto e per forma e contemporaneamente essi svilupparono tecniche
di indagine erudita e di ricostruzione del passato che furono applicate alle più svariate questioni storiche e antiquarie (sia nel campo della grande
storiografia che quella locale).
Malgrado l’esistenza di modelli storiografici molto diversi, gli autori migliori vennero di fatto a formare una serie quasi continua detta Ciclo storico, autori
di V sec a.C. dei quali si possiede le opere complete.
il CICLO STORICO; Narrazione continua della Storia Greca dalle guerre persiane alla battaglia di Mantinea (490-362 aC)
Erodoto (484-ca.430)
“Storie” dove parla dei suoi viaggi all’interno dell’impero persiano e delle
Scrisse Guerre Persiane del 480 a.C.
Approfondimento- Le "Storie": opera storiografica divisa in 9 libri, secondo una divisione operata dai grammatici alessandrini.
Non è certo che lui visitò tutti i luoghi da lui descritti a probabilmente si avvalse di fonti scritte.
Tratta avvenimenti compresi tra l'ascesa di Ciro il Grande in Persia (seconda metà VI sec.) e la presa di Sesto (478 a.C); Eventi più conosciuti
sono le battaglie di Maratona, delle Termopili, di Salamina.
Nell'antica Grecia la storia era considerata anzitutto come magistra vitae e aveva quindi un fine pedagogico e solo secondariamente scientifico. La
storia non è considerata da Erodoto come una semplice serie di avvenimenti che si susseguono nel tempo, ma come un insieme di fatti collegati fra
loro da una complessa rete di rapporti logici.
Erodoto introduce nel suo pensiero anche quella che noi oggi potremmo chiamare filosofia della storia. Secondo Erodoto, infatti, protagonista della
storia è la divinità, che è garante dell'ordine universale ed è quindi una divinità conservatrice. Nell'attimo stesso in cui l'ordine viene
compromesso la divinità interviene, in base a quel principio che l'autore definisce come φθόνος θεῶν ("invidia degli dèi").
Tucidide (460-ca.400)
“Guerra del Peloponneso”
Scrisse avvenuta tar il 431-404 a.C.
In realtà la narrazione si ferma al 411 a.C. ma era nelle intenzioni di Tucidide proseguire fino alla fine della guerra nel 404 a.C.
nella “Guerra del Peloponneso” dove nel libro I cap.
Approfondimenti- 21-22 illustra il suo metodo di indagine storica.
Alla base del metodo storiografico è operante il concetto di causa-effetto, e per lui non si può parlare di oggettività ma soggettività degli eventi, in
quanto l’oggettività è corrotta dalla memoria e dalla opinione personale. –
Senofonte (430/425 ca.355)
Scrisse “le Elleniche” (=le cose greche) in continuità con Tucidide, per cui narra la storia greca dal 411 al 362 a.C. anno della battaglia di Mantinea che
sancisce la fine delle egemonie greche e dopo il 362 a.C. si inizia a vedere la presenza Macedone.
Approfondimenti- storico ateniese, ammiratore di Sparta e nutriva avversione per la democrazia ateniese.
Egli scrisse “le Elleniche” in sette libri continuando l’opera di Tucidide e adottando il principio annalistico.
In lui manca una convincente analisi delle cause e circostanze che influenzano il corso degli eventi e spesso, come in Erodoto, vi è la presenza del
sovrannaturale.
Tra i suoi meriti vi è l’ampia conoscenza delle cose militari e il ritrarre con maestria ed efficacia le grandi personalità.
Ciò non significa che non si avessero altri storici greci al di fuori del Ciclo, ma vi sono storici dei quali abbiamo solo frammenti e sono chiamati Storici
Frammentari. 1 –
- Scheda 2
La storia greca non ebbe fortuna già all’interno del mondo bizantino, eredi della cultura greca ma che non viene usata per creare le proprie
basi culturali. Dopo la conquista da parte dei romani i greci diventarono, prima le élite e poi tutti, divennero cittadini romani (con la costituito
antoniniana del 212 d.C.) pur mantenendo lingua e cultura greche. Essi si diranno a lungo romani in quanto erano i diretti discendenti
dell’impero.
Tuttavia il senso di continuità tra greci del periodo classico e di età imperiale era ancora vivo nel III sec d.C. come mostra lo storio ateniese
Desippo: nel discorso rivolto ai sui uomini, che nel 267 si opposero coraggiosamente agli Eruli, egli ricordava la discendenza con gli Elleni da
prendere come modello di virtù e libertà. Desippo quindi si sentiva ancora elleno.
ERA MEDIOEVALE– La Storia Greca confluisce nello schema delle "Storie universali" (storia che non racconta più la storia nazionale ma
all’interno della quale la storia greca iniziò ad avere sempre meno importanza, promosso
ingloba in uno schema tutta la storia universale) in
particolare dall'ascesa del cristianesimo: il motore della Storia universale è infatti provvidenziale, teologico
Lo schema universale (teorizzato da Bousset) fu anche seguito nella storia antica, ad esempio Polibio, storico greco che vive a Roma e capisce
che Roma ha conquistato il mondo per cui non ha più senso la storia nazionale.
Nella Bibbia si trova la Profezia di Daniele, dove dal contesto storico si capisce che è un passo scritto intorno al 164-163 a.C. in quanto si fa
riferimento ad Antioco Epifane che è ancora vivo. La profezia di Daniele riguarda il sogno del re Nabucodonosor (re assiro che deportò tutti gli
ebrei) che sognò un gigante di vari metalli che rappresentava la sequenza dei Quattruo Impera (4 imperi) sorta di sequenza di storia
universale formata da Babilonia, i Medi, i Persiani, Alessandro e i suoi successori, per cui non tiene conto della storia antecedente della quale
non si sentiva la necessità di riscriverla pur prendendola come exempla.
e usato per legittimare l’impero e le monarchie europee; ogni potere veniva da Dio e quindi in particolare i
Tale sogno poteva essere interpretato
regni che si succedevano l’uno dopo l’altro secondo le leggi del tempo e di Dio. –
Eusebio di Cesarea (265 340)
Concretizzò l’immagine di Costantino raccontando la storia della sua conversione.
Fa una storia universale ma anche teologico-provvidenzialistica, infatti il motore nella storia tardo antica cristiana è Dio, mentre ad esempio
in Polibio era Roma.
Approfondimenti- studiò e lavorò nella Biblioteca di Cesarea dove fu anche vescovo della città. La sua opera più importante è il Chronicon
grandi popoli dell’antichità
dove ci dà notizie sui (come assiri ,ebrei, egiziani, greci, romani) mentre , nella seconda sezione, illustra una tavola
sincronica a più colonne che copre il periodo temporale da Abramo (2016 a.C.) sino al 303 d.C. La cronologia verrà continuata da Girolamo
sino all'anno 378 d.C.
Il suo approccio lo portò a simpatizzare con Ario, predicatore alessandrino di formazione antiochena che, nella sua dottrina, aveva accentuato
la posizione subordinata del Figlio, sino a considerarlo non coeterno rispetto al Padre. Quando nel 318 Ario fu scomunicato dal patriarca
Alessandro, Eusebio lo accolse presso di sé.
Nel 335 fu fautore della condanna del massimo oppositore di Ario, Atanasio di Alessandria.
San Girolamo (347-ca.420)
Autore del Chronicon e quindi di una storia universale.
Approfondimenti- il Chronicon è una traduzione-rielaborazione latina di quello di Eusebio di Cesarea. Tratta dei periodi storici e mitici della
Storia universale a partire dalla nascita di Abramo fino all'anno 325.
Nell'impalcatura cronologica, estesa dal 325 al 378, rientrano sia figure mitologiche come Minosse, il re Edipo e Priamo, che personaggi
storici, mentre Girolamo, per completezza, inserisce anche dati preziosi di letteratura latina, desunti dal De viris illustribus svetoniano.
La Vulgata, prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia, rappresenta lo sforzo più impegnativo affrontato da Girolamo.
Il rigore morale di Girolamo, che era decisamente favorevole all'introduzione del celibato ecclesiastico e all'eradicazione del fenomeno delle
cosiddette agapete, non era ben visto da buona parte del clero.
Girolamo fu un celebre studioso del latino in un'epoca in cui questo implicava una perfetta conoscenza del greco. Fu battezzato all'età di
venticinque anni e divenne sacerdote a trentotto anni. Quando cominciò la sua opera di traduzione non aveva grandi conoscenze dell'ebraico,
perciò si trasferì a Betlemme per perfezionarne lo studio. Paolo Orosio (375-ca.420)
“Storie contro i pagani”
Autore a cui Dante fece spesso riferimento e scrittore delle che sono la più chiara espressione di questo quadro
universale ma anche teologico provvidenziale e che andava da Adamo fino ai suoi giorni e che seguiva lo schema della successione
degli imperi.
Approfondimento- I sette libri di "Storie" sono pensati come un complemento a La città di Dio (De civitate Dei) del maestro di Orosio
(Agostino), in particolare al terzo libro, nel quale Agostino dimostra che l'Impero romano soffriva di varie calamità tanto prima quanto dopo
l'affermarsi del Cristianesimo come religione ufficiale, contro la tesi pagana secondo la quale l'aver abbandonato gli dei romani era stata la
.
causa delle calamità 2
In questa storia universale quale è il ruolo della storia greca? Poco o quasi niente infatti già nel confluire nella storia universale lo fece in piccola
misura. Ad esempio già Dante non teneva in considerazione la storia greca e la cultura medioevale perde anche il contatto con il greco, che
infatti Dante non conosceva, ma lo iniziarono a studiare Petrarca e Boccaccio. Ciò è dovuto sia al fatto che la cultura bizantina non ha come
riferimento la cultura greca, sia il fatto che in occidente si ha come punto di riferimento Roma. La cultura greca ritorna attraverso i bizantini in età
umanistica, mentre l’aristotelismo con gli arabi come Apicella e Averroè
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Scheda 3
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Il quattrocento L'Umanesimo, stagione di rinnovato interesse per il mondo antico/classico
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Già nel 1396 Si inaugura una cattedra di Greco a Firenze con Emanuele Crisolora
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1453 La presa di Costantinopoli da parte dei Turchi provoca una diaspora di monaci bizantini, che diffondono la tradizione greca
Lorenzo Valla (1407-1457)
Considerato il padre della filologia ovvero lo studio critico dei testi.
è colui che studia l’origine dei testi, inquadrandoli soprattutto per la loro portata).
(il filologo
Cura la pubblicazione di una traduzione in latino di Tucidide, per volontà del pa