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MACHIAVELLI
conservare un potere doveva seguire.
La politica è amorale per la sua rivoluzionaria visione del mondo patriottica, il cui valore supremo è il
bene della patria, cui viene subordinata la religione e chi agiva secondo questa nuova morale politica era
ra questi “politici” abbiamo
“politico”
ritenuto non cristiano; essere definito era considerata una ingiuria, t 12
BODIN (1583) che vede la salvezza politica nel potere assoluto del sovrano, che avrebbe dovuto
trovare il suo unico limite:
nel diritto divino
nel diritto naturale
e nelle leggi fondamentali del regno
“sovranità”,
Nasce un nuovo concetto di che aveva come quintessenza la legislazione.
Lo stato doveva essere concepito:
come fine a sé stesso
“ragion
alla propria di stato”, che ricavava potere dalla lotta tra collettività.
Lo stato assume il monopolio della forza.
HOBBES parla di uno stato:
“non c’è pena senza legge”
1) in cui (tipico dello stato di diritto)
2) non fine a sé stesso
che serve all’autoconservazione dei cittadini
3)
4) di impronta pessimista in reazione alle guerre civili europee (come quella di BODIN)
Con LOCKE nel 1690 si avrà una svolta ottimista illuminista:
1) Teoria del monarca di stampo inglese limitata dagli ordini = presuppone uno stato di natura
contrassegnato da libertà e uguaglianza nella benevolenza reciproca, in cui l’uomo diventa
proprietario attraverso il lavoro.
“uomo” inteso come
N.B. proprietario di sé stesso, dei suoi diritti e dei suoi beni
2) Il potere dello stato non ha accesso immediato alla sfera privata, ma resta confinato al
settore pubblico. dell’avidità di potere, il
3) Si dividono proprietà privata e dominio pubblico, a salvaguardia
dominio è soggetto alla divisione dei poteri.
Questa teoria nel 1748 fu riformulata da MONTESQUIEU che distingueva:
potere legislativo
esecutivo
e giurisdizionale. 13
In questo contesto si poteva spogliare il monarca del suo carisma e ridurlo a semplice carica dello stato.
ELITE DEL POTERE E ISTITUZIONI CENTRALI
Originariamente non esistevano cariche di stato, ma servitori del principe:
“ministro” significava “servitore”.
Il nucleo dove si sviluppava il potere dello stato monarchico era la corte del principe.
Il potere statale emergente iniziò solo nel Sette e nell’Ottocento a diffondere i propri funzionari anche a
livello locale.
Le cariche regie mutarono, così come la cappella di corte perse gradualmente importanza (era stata
riserva di candidati affidabili ai posti di vescovo).
La cancelleria divenne un ufficio distinto dalla corte (in alcuni stati si trasformò in alta corte). Anche
altri uffici del regno e della corte erano di solito membri permanenti del consiglio del sovrano.
Il sovrano, solo se assistito da loro, poteva evitare violazioni giuridiche, quindi a partire dal Medioevo
gli si affianca un numero sempre maggiore di dotti giuristi.
Il consiglio si amplia, si costituirono assemblee ed ordini, insieme ai tribunali supremi (amministratori
del diritto al posto del sovrano).
[In Spagna e Francia, Inghilterra, Germania, Prussia i segretari di stato ebbero un ruolo strategico nel
sistema di dominio].
Tutti questi collegi comprendevano soprattutto consiglieri di formazione giuridica.
L’aristocrazia rimaneva l’ordine del potere, ma era diventata nobiltà al servizio della monarchia
(originariamente alla corte e ai consigli del re sedevano soprattutto nobili ed esponenti del clero esperti
di scrittura).
All’inizio l’aiuto dei
un monarca governava personalmente con suoi consiglieri, ma con lo sviluppo del
potere e dell’apparato statale questo sistema perse frequenza. che guidava l’attività
La soluzione intermedia fu quella di trovare un primo ministro-favorito, di
governo per conto del sovrano (es. Richelieu e Mazzarino in Francia; Olivares in Spagna) in virtù di
tutta la sua fiducia personale.
Nel Settecento in Europa occidentale si delineava una nuova cultura delle istituzioni che agli ordini
collegiali preferiva uffici organizzati su base gerarchica, sottoposti a ministri specializzati e
responsabili personalmente (traguardo raggiunto solo dopo la Rivoluzione Francese).
IL POTERE LOCALE E GLI ORDINI
Il re e la sua amministrazione centrale esercitavano un dominio a livello locale, ma questo si trovava
quasi sempre in concorrenza con altre istanze.
A partire dal 700 i Carolingi riuscirono ad inquadrare nel feudalesimo sia la antica nobiltà, sia la nuova
aristocrazia. 14
Sotto i governi deboli invece, queste cariche, come tutti i feudi, diventavano proprietà di figure
aristocratiche di cui il potere cresceva ulteriormente, a danno di quello centrale (Germania).
All’inizio dell’era moderna il dominio a livello locale tende ad assumere la forma di dominio indiretto
che si riscontrerà più avanti nelle colonie.
Il potere centrale trova accordo con i potenti locali, assicurando loro una supremazia indisturbata a
patto che mantengano l’ordine e riscuotano le tasse.
Solo in caso di conflitto si ricorre ad azioni militari, con dure sanzioni per i sudditi che hanno
disobbedito, per affermare l’autorità centrale.
Gli ordini erano un fenomeno complementare al potere centrale, in quanto tendevano all’articolazione
degli interessi delle élite locali con cui la corona doveva negoziare le proprie idee politiche, e le
richieste fiscali.
Le assemblee degli ordini premoderni sostenevano dichiaratamente gli interessi particolari.
non era “presenza per conto di”,
La rappresentanza ma era basata su una personificazione, reale o
simbolica: non si consideravano rappresentanti del paese, ma erano il paese.
Il concetto moderno di rappresentanza si affermò più tardi, quando crebbe il ruolo dei delegati eletti da
corporazioni, come ad es. le città.
L’origine delle assemblee degli stati va cercata in crisi di potere militari o dinastiche, che si potevano
superare solo con aiuti in denaro, quindi tasse.
Si trattava di iniziative del monarca, quindi era lui a convocarle. L’autoconvocazione era un fatto
eccezionale. Considerare i parlamenti moderni come discendenti delle premoderne assemblee può
valere solo per Inghilterra e Svezia.
La crescita del potere statale aveva provocato violenti conflitti, entrando in contrasto con il
conservatorismo dell’aristocrazia e del popolo, che vedevano minacciati i loro diritti e la loro proprietà,
e si sentivano in dovere di reagire alla tirannide con la forza (resistenza degli ugonotti francesi, la
rivolta degli olandesi contro il re di Spagna, ecc…).
CHIESA E STATO
Le aspirazioni di autonomia della Chiesa di Roma si opponevano allo stato moderno ascendente.
La riforma ecclesiastica dell’XI secolo diede vita ad una lotta vittoriosa della Chiesa:
prima opponendosi alla nomina delle cariche religiose da parte del potere secolare (lotta per le
investiture)
poi alla giurisdizione secolare su persone e beni facenti parte della Chiesa
e alla tassazione del clero (lotta per le immunità).
Il clero rivendicava come privilegi di ceto:
il foro ecclesiastico
e l’immunità della fiscalità temporale. 15
Il dualismo occidentale tra sfera religiosa e secolare portò ad una netta divisione, ma ad un incrocio
dialettico:
la Chiesa cercava di superare il mondo e giungere al regno di Dio, cercando a tal fine di
affermare il dominio indiretto sul mondo
i sovrani secolari cercavano di mantenere un potere indipendente dalla tutela ecclesiastica,
facendo leva sulla sacralità della loro posizione assicurandosi il controllo sulla Chiesa nel
proprio territorio.
Il papa si attribuiva piena sovranità sull’universo, con un’argomentazione che poteva essere usata
anche dal colonialismo.
I sovrani europei riuscirono ad assicurarsi attraverso accordi con concili e pontefici notevoli diritti di
controllo sulle Chiese (applicato soprattutto in Spagna, Milano e Venezia).
Dal 1525 la riduzione della Chiesa a comuni guidate dalla Bibbia portò alle rivoluzioni: i principi
tedeschi presero in mano la situazione creando chiese evangeliche territoriali.
La Chiesa cessò di esistere come istituzione indipendente, in alcuni casi diventando un ramo della
burocrazia. I principi tedeschi ricevettero una sacralizzazione e vennero promossi a ministri di Dio e
“stato-padre”).
padri del paese, in analogia con il ruolo di Dio Padre (porterà allo
Il consenso religioso di fondo contribuì alla formazione di un’identità politica e alla caratterizzazione
cattolica di alcuni paesi (Spagna, Polonia, Baviera) e protestante di altri (Inghilterra, Svezia, Sassonia).
In Olanda ci fu una tolleranza delle minoranze religiose per scopi pratici.
DIRITTO E GIUSTIZIA
Il diritto arcaico era strettamente legato alla forza fisica.
Il diritto era il “mio” diritto.
La pena serviva a ripristinare il mondo alterato.
Con le indulgenze della Chiesa si poté sostituire la pena con un pagamento.
Nonostante il divieto biblico, il giuramento era:
il fondamento dell’ordine politico, sociale ed economico (la giustizia dipendeva dalla cooperazione,
volontaria o meno, delle parti).
La giustizia arcaica si basava su una rigida formalizzazione. I membri del tribunale dovevano:
incontrarsi nel posto giusto al momento giusto
compiere i giusti atti per scongiurare il sospetto che l’atto giuridico non fosse valido.
Sul piano materiale il diritto arcaico era estremamente ricco di varianti.
Le leggi, anche se esistevano, avevano un’importanza secondaria e spesso erano redatte solo in
relazione a casi singoli che richiedevano di essere regolamentati.
Dal 1000 al 1200 il carattere culturale e politico del diritto visse un rivoluzionario cambiamento: si
professionalizzò, sotto l’esame razionale della scienza giuridica nascente.
Nacque il ceto professionale dei giuristi che a lungo andare avrebbe conquistato una posizione di 16
monopolio tra i servitori dello stato.
Il diritto fu la riscoperta delle raccolte del diritto imperiale romano.
enorme corpus giuridico che richiedeva un’interpretazione, generando un
Divenne disponibile un
nuovo tipo ermeneutico di pensiero giuridico.
A fondamento della monarchia assoluta venne usata la massima Princeps legibus solutus est (il
principe è svincolato dalle leggi).
Il classico caso di cui ci si serviva per imporre tasse ai sudditi era la guerra.
La nuova giustizia professionale sviluppò un processo civile e un processo penale, che non
l’iniziativa d’ufficio
dipendevano più dalla presentazione della denuncia, ma prevedevano e
obbligavano