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III.
In questo periodo si ha l’attacco dei Persiani guidati da Shahpur. Nel 244 Gordiano III viene
eliminato e viene sostituito dal prefetto del pretorio Filippo, noto come Filippo l’Arabo.
Quest’ultimo si affretta a concludere una pace di rinuncia con i Sasanidi; dunque, nel 248,corre a Roma per
celebrare il millenario dalla fondazione della città.
L’anno dopo i soldati lo uccidono ed acclamano come Imperator Messio Decio, prefetto del pretorio
impegnato sul confine reno-danubiano. Sotto di lui si ha la prima persecuzione sistematica
dei cristiani: per compattare ed arruolare l’impero romano sotto attacco, contro i valori di
pacifismo e distacco dall’Impero del Cristianesimo. Il fatto che si diffonda tra i soldati farà sì
che sia in linea con l’ideologia militarista del tempo, considerando anche quanti martiri
soldati sono giunti fino ad oggi. Muore in battaglia, forse il primo a finire così la propria vita.
SI apre nuovamente un vuotodi potere: le truppe di stanza in Mesia, sul
Danubio, acclamano il proprio comandante, Treboniano Gallo, al quale si associa il figlio
Volusiano; subito dopo uccidono Treboniano, sconfitto in battaglia dai
Goti, ed acclamano Emiliano, in quanto riporta una vittoria.
In questo periodo di crisi si continuano a succedere regni di poco tempo: è
un periodo di crisi
Si chiude il periodo di successione di prefetti del pretorio e comandati quando un anziano senatore e
legatus di stanza sul fronte renano di nome Valeriano viene acclamato
Imperator. Si associa al potere il figlio Galieno. Pochi anni dopo,
riaccendendosi le lotte coi Persiani, lascia sul fronte renano il figlio e
assume il comando delle truppe; ad Edessa viene sconfitto in battaglia e
fatto prigioniero da Sapore (Shahpur). Galieno non ha né potere
economico né truppe per liberare il padre, che muore in prigionia.
Rimasto solo, Galieno si trova anche a fronteggiare Postumo, che viene acclamato
Imperator e dichiara costituito l’Imperium Galiarum, e dunque un territorio indipendente da Roma che
comprende Gallia, Britannia e Spagna settentrionale; in Oriente al contempo il principe di Palmira (esterna
alla provincia di Siria e potentato orientale in vario rapporto con Roma), Odenato, riesce a sconfiggere i
Persiani con le proprie truppe. Galieno decide di affidare al principe cliente la questione orientale,
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nominandolo corrector Orientis (da co -rector, co-reggente): è una delle prime attestazioni di impossibilità
di governo da parte di un solo Imperator.
Pochi anni dopo Odenato viene ucciso: il figlio Vaballato lo succede, ma la tutela viene
affidata alla madre, la famosissima Regina Zenobia; a poco a poco Vaballato diventa
l’effettivo Imperator delle province orientali, visto che Galieno gli lascia campo totalmente
libero. Galieno muore, mentre sta lottando contro l’usurpatore Aureolo che è riuscito ad
arrivare alle porte di Milano. Sull’Adda ancora c’è il Pontirolo, da Pons Aureoli.
Viene acclamato Claudio II, detto il Gotico perché per primo riuscì a sconfiggere i Goti;
viene dall’illirico, come molti generali dell’epoca. Nel 270 a Sirmio Claudio muore di peste.
Viene acclamato come successore un ufficiale, Aureliano, di origine pannonica: con lui per
la prima volta si vede una ripresa. Sconfigge in Dacia Vandali e Azigi, ma nel frattempo gli
Iuttungi sfondano il confine e riescono a giungere nella penisola, affrontati a Piacenza ma
vincono; per uno o due anni scorrazzano per l’Italia, finché in due battaglie, a Fano ed a
Pavia, riesce a bloccarli. Ad Aureliano si attribuisce l’accettazione ufficiale del culto di Sol
Invictus, che è il dio Sole e dio Bal che Elagabalo aveva provato invano a far accettare. Lui
stesso si fa raffigurare con attributi simili: questo perché è il dio superiore a tutti, l’unico che comanda. In
due anni riesce a riunire Oriente ed Occidente, eliminando l’Imperium Galiarum e quello di Palmira nel 272.
La moneta corrente era il denarius, che aveva un anima di rame ed era d’argento; il peso di quest’ultimo si
riduce sempre più, finché con Galieno le monete vengono a malapena immerse nell’argento. Così facendo
aumenta una grande inflazione, che porta con Aureliano ad una rivolta dei monetari.
Nel 275 Aureliano viene ucciso. Seguono Tacito, Probo, Caro, che si associa i figli Carino e Numeriano, e che
riesce a prendere Ctesifonte ma muore, passando il potere ai figli. Si arriva all’acclamazione, nel 284, di un
generale di origine illirica Gaio Valerio Diocle, che passa al potere come Diocleziano.
-
Sotto il bassorilievo di Shahpur venne posta un’iscrizione bilingue, in greco e persiano. Io adoratore di
Masda (Dio), il divino Sapore, re dei re, degli iraninici e non, della stirpe degli dei,
figlio del re dei re Arashir, *…+ Durante la terza campagna, dopo che avevamo
attaccato Edessa e Canne, l’Imperatore Valeriano marciò contro di noi, con
truppe dalla Germania, Frigia, Lidia, Mesopotamia, etc.. E noi abbiamo catturato
l’Imperatore Valeriano, così come il prefetto del pretorio, i sentatori etc. Ed
abbiamo preso schiavi e devastato (province). Perciò Shahpur sapeva contro chi
andava e che valore aveva imprigionare l’Imperatore romano; inoltre elenca
tutte le province con le legioni: ha un buono staff che conosce l’Impero.
Quando Galieno si ritrovò solo per 8 anni, dovette anche affrontare Goti ed Alemanni da Reno e Danubio:
essendo la Dacia protesa verso il barbaricum centrorientale, è poco difendibile, decidendo di attuare un
arretramento progressivo fino all’abbandono totale. La riforma di Costantino in realtà è frutto di decenni,
nei quali si sono divise le truppe stanziali da quelle mobili assieme all’Imperatore; le prime si fermano a
vivere con le famiglie dove erano stati collocati di stanza, divenendo quasi contadini-soldati. Quando la
Dacia verrà abbandonata tali soldati rimangono qui: è dimostrato dalla Romania, unico paese balcanico-
slavo dove si parla una lingua neolatina, la lingua dei soldati lasciati lì.
Galieno mette in atto una significativa manovra: toglie ai senatori il governo delle truppe, facendo venir
meno il cursus che partì con Augusto. A comandare le legioni vanno esponenti del ordine equestre, fino a
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Costantino; l’alternanza di incarichi militari e civili crolla, divaricazione che porterà 200 anni dopo alla totale
perdita di capacità militare della classe dirigente romana ed un incremento di generali barbarici.
La barbarizzazione degli eserciti progredisce per anche altri motivi. La necessità continua di ampliare gli
effettivi: non si hanno mai abbastanza soldati; la renitenza di proprietari terrieri e contadini di cedere i
propri braccianti all’esercito, preferendo piuttosto pagare una tassa; quando i gruppi di soldati barbarici
scelgono la deditio, ovvero si arrendono all’esercito, si preferiva stanziarli nell’Impero in aree
sottopopolate. Questi ottengono terre in cambio di reclute; al contempo si stipulano trattati con territori
sul limes per avere truppe.
Un altro elemento di forte crisi è la penetrazione degli Iutungi fino a Roma: porta un senso di insicurezza
che acuisce quando Aureliano ricostruisce il muro di cinta a Roma; nello stesso periodo vengono ricostruite
anche a Tridentum, sebbene di spessore modesto, al punto che secondo alcuni Porta Veronensis venne
costruita dopo (le mura Giulio-Claudie servivano solo ad indicare cosa fosse una città romana, nessuno
costruiva mura per difesa). È importante nel III sec. viene inglobato anche l’anfiteatro nelle mura, per usarlo
come struttura difensiva, e nella zona dove non c’era la struttura le mura vengono raddoppiate. La prima
città che si incontra scendendo dal Resia o dal Brennero è Tridentum, si sente minacciata.
Aureliano riorganizza l’annona di Roma, della città, il sistema dei rifornimenti della città; inoltre con lui il
fornimento di grano ogni due settimane diventa la distribuzione quotidiana gratuita di pane, aggiungendo
anche la carne di maiale e mettendo un prezzo politico al vino. Fa costruire il Templum
Soliis, per Sol Invictus, e sotto di esso distribuisce la bevanda.
Quando nel 275 viene ucciso, si apre un nuovo periodo di gravissima instabilità, che
viene risolto con l’uccisione di Numeriano nel 284, ed il suo uccisore viene ucciso dal
capo dei protectores (le guardie del corpo). Questo ufficiale è un soldato di umili origini,
Valerio Diocle, originario dei Balcani, che viene acclamato Imperator nel 284 col nome
di Diocleziano. Nicomedia è una delle città imperiali che viene nominata capitale. Da
qui viene un ritratto con corona di Diocleziano, mostrando subito la differenza tra gli
Imperatores precedenti e lui.
Nomina subito Cesare Massimiano, il suo commilitone d’umili origini un po’ più vecchio
di lui; nel 287 se lo associa come Augusto.
Nell’Epitome de Cesaribus (tarde biografie degli Imperatori), Aurelio Vittore racconta che
quando muore Numeriano viene nascosto il corpo per non mostrare il vuoto di potere.
Dice che Diocleziano fu un buon Imperatore, malgrado i suoi costumi: infatti amò il lusso
e fu il primo dopo Diocleziano e Caligola a farsi chiamare dominus e signore ed a farsi
acclamare come un dio.
Si perde il potere centrale di Roma, non si riesce a gestire la situazione con diverse aree di crisi con un solo
Imperator: la soluzione adottata da Diocleziano è il sistema della tetrarchia, che ruota su quattro
personaggi, riunendo l’Impero dividendolo. Ogni Imperator ha un Cesare più giovane accanto, che alla sua
morte diventa Augusto che poi nomina un altro Cesare. Quindi ci sono quattro Imperatores con due Cesari
dietro (perché il Cesare pensa anche al suo successore): così diminuisce la possibilità di avere usurpatores e
comandanti acclamati dalle truppe.
I due Augusti hanno due aree di influenza non ufficiali, la pars occidentalis e la pars orientalis; nominano
due Cesari: Costanzo Cloro, al quale vengono affidate Gallie, Germania e Britannia, mentre Massimiano si
tiene la Spagna, l’Africa e l’Italia; e Diocleziano Galerio, che prende la Pannonia, la Mesia e la Tracia, mentre
Diocleziano si tiene l’Asia, il Ponto e l’Oriente. Roma perde centralità: vengono proclamate nuove capitali.
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In Oriente, Diocleziano se è impegnato in operazioni militari sta a Nicomedia, altrimenti ad Antiochia;
Galerio sta a Salonicco (Tessalonica) in riposo, altrimenti a Sirmium (attuale Ungheria). Massimiano ha
Mediolanium in riposo, Aquileia in battaglia; se l’intervento è sul confine renano Cloro si sposta ad Augusta
Trevirorum (Treviri). Tutte le province sono raggruppate in diocesis.
Inizia il grande periodo l’oro di Mediolanium, che ottiene un circo, un anfiteatro, un teatro. La presenz