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PRINCIPATO E DOMINIATO
1-DA DIOCLEZIANO A COSTANTINO
la svolta fu determinata da Diocleziano, che seppe innovare traendo le somme delle devastanti esperienze precedenti. Egli istituì la
cosiddetta tetrarchia, cioè un impero (territorio e potere) diviso in quattro, due augusti e in subordine, due cesari, successori designati.
Sacralizzò la funzione imperiale (non la persona), ed escluse ogni legame di sangue per la successione. Così furono eliminate le
usurpazioni, placate le rivolte provinciali, respinte le gentes externae. Il sistema provinciale fu spezzettato e accorpato
nell'amministrazione e la burocrazia statale fu enormemente potenziata.
Con Diocleziano, a cavallo tra III e IV secolo, per quello che riguarda il fondamento del potere, si può di fatto parlare di monarchia
militare, in quanto fu investito dall'esercito, e non è sicuro che il suo potere abbia avuto la rettifica senatoria.
Molto di diocleziano appartiene al successore costantino e viceversa, quindi non è agevole un equa distribuzione delle responsabilità
della direzione che prende l'istituto imperiale in questo periodo. Di certo l'attaccamento alla consuetudine spiega l'ultima grande
persecuzione contro i cristiani che si ebbe sotto diocleziano. Sotto quest'ultimo tuttavia non si può ancora parlare di una vera e
propria concezione teocratica del potere, ed è con questo passaggio, avvenuto certamente sotto costantino (concezione
dell'imperatore come rappresentante di Dio in terra), che prende avvio il nuovo corso istituzionale: il dominiato.
2-COSTANTINO
Il cammino compiuto da costantino per arrivare ad essere solo augusto (324) fu lungo e complesso. Anch'esso, come il primo augusto
(ottaviano) ebbe un lungo regno, e come questi alla sua molte lasciato le basi del principato, così costantino alla sua lasciò quelle del
dominato.
L'impero ebbe una nuova capitale, Costantinopoli, l'antica bisanzio diventata città dell'imperatore (fatto che determinò anche uno
spostamento del centro di gravità politico, economico e culturale verso oriente); città speculare a roma, la sua fondazione fu inserita
nella prospettiva provvidenziale del nuovo regime mondiale inaugurato da costantino per volere di dio.
L'esercito in questo periodo ebbe mezzo milione di effettivi in gran parte di estrazione barbarica, impegnati costantemente a
combattere altri barbari. Si aggiunga la ristrutturazione dell'apparato amministrativo e tributario. Fu infine introdotta una nuova
moneta, responsabile dell'allargamento della forbice tra ricchi e poveri e di quell'adflicta paupertas lamentata da un anonimo.
3-CONVERSIONE E IMPERO CRISTIANO
Tratto originale di costantino in ogni caso fu soprattutto la scelta religiosa. Dapprima egli fece perno sull'istanza di legittimità del
proprio potere (quello dinastico era insieme a quello religioso l'elemento solitamente fondante di ogni potere), dimostrando la sua
presunta discendenza da claudio gotico attraverso una copiosa documentazione epigrafica e una fonte letteraria. Poi rifiuta la pluralità
indistinta degli dei tradizionali e punta sulle tendenze monoteistiche allora vigoreggianti. Tutto ciò è evidente sostegno alla
costruzione di un ideologia imperiale, e anticipa nel tempo la conversione dell'imperatore al cristianesimo (che nei racconti
agiografici dei contemporanei sarebbe poi stata giustificata con una visione apparsa a costrantino prima della battaglia di ponte
milvio, in cui egli sconfisse il rivale massenzio; fonti: lattanzio e eusebio). Segue poi l'editto di milano, con il quale viene
riconosciuta la liceità del cristianesimo alla pari con le altri religioni, e il quale, superata definitivamente la fase delle persecuzioni e
certificato il successo dei cristiani, costituisce l'atto fondante dell'impero cristiano.
Il cammino di costantino fu dunque lento, regolato da prudenza: la piega decisiva si verificherà soltanto a conclusione
dell'acquisizione della monarchia, quando cioè costantino sarà solo augusto di tutto l'impero.
Il dibattito storico sulla sua figura è ovviamente acceso: si è dato credito a una perfetta conversione già nel 312, o si è sfumato nel
tempo il processo di adesione alla religione cristiana, o lo si è negato spostandolo semmai molto avanti (burckhardt e voltaire hanno
sostenuto la sua intrinseca non religiosità..). Ovviamente questo dubbio non può essere risolto.
Da parte cristiana la figura di costantino è chiaramente stata esaltata, invece, e questo non lo si deve solo mettere in relazione al
riconoscimento della liceità del cristianesimo, ma soprattutto con l'aperto favore dell'imperatore nei confronti dei cristiani e della
chiesa. Statuaria e iconografia dell'epoca dimostrano l'interazione tra imperatore e chiesa (egli è santo per la chiesa orientale, siede
come vescovo, si fa seppellire nella chiesa dei santi apostoli a costantinopoli come tredicesimo apostolo (isoapostolo). Per questa i
vantaggi sono evidenti, per costantino (a prescindere dalla vicenda interiore) il vantaggio era nella pacificazione sociale, ma
soprattutto nell'appoggio di una struttura gerarchizzata che si era temprata durante le persecuzioni.
Ottaviano aveva innestato il principato sulla costituzione della res publica, costantino innestò sul principato un'ideologia diversa
derivata dall'intellettualità cristiana, che contribui a rafforzare il potere e a dare di questo una diversa interpretazione, segnando lo
stile di quella che si chiama tarda antichità o basso impero.
DALLA SUCCESSIONE DI COSTANTINO VERSO LA FINE
costantino lasciò l'impero ai suoi tre figli, ognuno con pari autorità. Seguirono una serie di tradimenti (estinzione del ramo
collaterale, uccisioni di costantino II, di costante..). Costanzo II ebbe un lungo regno a oriente, e lo si può definire primo imperatore
bizantino: egli fu l'imperatore di costantinopoli, nel senso che portò a compimento l'impostazione paterna, sia per quanto riguarda la
vita cittadina, sia per quanto riguarda la monumentalizzazione, con particolare riferimento alle chiese; fu detentore di un potere
fortemente sacrale, traducendolo in atteggiamenti fortemente assolutistici e crudeli; trasformò il consilium principis adrianeo
(consiglio consultvo) in consistorium (pratica di restare in piedi alla presenza dell'imperatore), diede importanza dell'influenza degli
eunuchi negli affari di palazzo (tratto caratteristico della corte costantiniana).
L'ultimo discendente di costantino fu giuliano l'apostata, protagonista di un patetico ritorno all'indietro in ambito religioso. Il bagno
di cultura classica in cui s'immerse nella prima gioventù gli fece rinnegare il cristianesimo (da cui il soprannome). Fu ucciso durante
una guerra contro i persiani, facendo venir meno l'ultima possibilità per il paganesimo di riprendersi di fronte al cristianesimo ormai
dominante. Tutti gli imperatori successivi furono cristiani, in modo più o meno coinvolto.
Gioviano fu effimero, seguì valentiniano I: a questo si deve una scelta che fu gravida di conseguenze, ossia l'assegnazione della parte
orientale dell'impero a suo fratello valente. Il quale, nel 378, dichiarò guerra ai goti e fu disastrosamente sconfitto ad adrianopoli,
dove egli fu ucciso e l'esercito sterminato. Evento che scosse fortemente le fondamenta dell'impero.
Graziano, successore di valentiniano I, scelse come augusto a oriente teodosio, spagnolo e cattolicissimo. Costui impostò nei
confronti dei barbari la politica dell'assimilazione, e nei confronti di pagani ed eretici la politica dell'interdizione, e chiuse il secolo
iniziato con costantino portandone a estreme conseguenze le direttive, facendosi per eccellenza difensore della fede. Inoltre, dopo che
ebbe sconfitto i due usurpatori del fratello, magno massimo ed eugenio, i pagani, secondo il poeta prudenzio, divennero parte
estremamente rara del genere umano. Alla morte di teodosio I l'impero fu lasciato a due figli onorio e arcadio, rispettivamente
l'occidente e l'oriente. È lecito a questo punto trattare separatamente le vicende delle due partes.
1-L'ORENTE
questa parte, alla morte di arcadio, vede il lungo regno di teodosio II, caratterizzato da una fioritura di ingegni, sia nel campo della
letteratura ecclesiastica, profana, sia nella poesia che nella letteratura in genere, sia nella giurisprudenza.. prefigurazione dello stato
bizantino come prefigurato dagli stereotipi storiografici. Non si può in ogni caso parlare di totale estraneità di questa parte rispetto a
quella occidentale: i costantinopolitani e i sudditi dell'impero continuarono a chiamarsi romani, e attraverso la lunghissima esperienza
di giustiniano l'impero orientale entrò nella storia medioevale con un imperatore, e così rimase fino a quando non fu smembrato dai
turchi nel 1453.
la parte orientale conobbe in questa fase due fenomeni che sono particolarmente degni di attenzione, da taluni individuati come cause
primarie della fine dell'antichità:
-il monachesimo (in mancanza di martirio), che conobbe dimensioni spropositate, in stretta relazione con la pace costantiniana
-l'istituto del patrocinio (per cui il signore locale assicura protezione in tutti i campi dalle presunte ingerenze del potere statale), che
incise nella disgregazione del potere
2-L'OCCIDENTE E IL SACCO DI ROMA
A teodosio succedette onorio, oggettivamente debole (influenzato dalla sorella galla placidia), in un primo momento sotto la tutela di
stilicone. Questi è prototipo di una figura che prenderà in seguito valore quasi istituzionale, il tutore o protettore di un imperatore
giovane o debole (generalissimi barbari la cui origine impedisce loro il diritto di potere, percui lo detengono di fatto condizionando
l'imperatore; puppet emperor della storiografia anglosassone). Quando alarico, comandante delle truppe che sotto teodosio avevano
sconfitto eugenio, avanzò delle pretese, stilicone lo sconfisse, riallacciandoci poi rapporti secondo l'usanza germanica. Stilicone poi,
avverso ai cortigiani cristiani in quanto fautore di una politica di assimilazione con i barbari, fu mandato a morte. Alarico allora
mosse contro roma e pose l'assedio (sacco di roma, 410). con quest'evento s'infrangeva il mito dell'eternità di roma.
(del sacco importanti sono le testimonianze di olimpidoro, orosio, procopio di cesarea)
3-LA FINE DELL'IMPERO DI OCCIDENTE
agli anni di onorio risalgono anche numerose perdite territoriali: la britannia romana, la gallia meridionale, la spagna, l'africa.. roma
non si riprese dal colpo infertole da alarico: da tempo ormai non era più residenza degli imperatori e la sua gestione era nelle mani
dell'aristocrazia senatoria.
A onorio succede valentiniano III, il cui regno è segnato da debolezza e depravazione. Gli unni di attila f