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INE DEI SISTEMI COLONIALI E COESISTENZA COMPETITIVA
Il processo di decoloniazzazione risulta avviato già dopo la prima guerra mondiale, ma si concretizza solo nel
secondo dopoguerra (prima fase) e negli anni Sessanta (seconda fase). Questa modificò le regole del
mercato internazionale nei paesi ad economia di mercato e pose sfide a quelli ad economia centralizzata. Si
rendeva necessario un confronto volto alla cooperazione e n on alla subordinazione. Il problema dello
sviluppo diveniva, da interno a internazionale. Gli imperi coloniali avevano permesso da sempre, anche ai
piccoli stati europei di disporre di certe risorse e di assurgere al ruolo di potenze mondiali.
La natura del rapporto coloniale
Le colonie furono:
luogo di destinazione dei capitali europei e di collocazione delle risorse, soprattutto materie prime. Tra il
1870 e il 1920 divenne vitale per gli stati europei, difendere i loro domini con la forza. Legata alle
esplorazioni geografiche giunte fino al Settecento e al processo di industrializzazione;
espressione dell’ indifferenza europea per la volontà delle popolazioni interessate. I colonizzatori
assunsero spesso il governo della colonia, con la connivenza delle autorità locali, ben ricompensate.
Trasferimento di poteri politici e di modelli organizzativi;
Trasferimento di merci e capitali;
Trasferimento di cultura e tecnologia: 1. trasposizione modelli culturali a prescindere dalle culture
autoctone; 2. diffusione di modelli funzionali alla potenza colonizzatrice.
Si produsse l’ alleanza delle forze popolari e delle elites culturali al fine di sgominare il potere europeo.
Il declino del colonialismo
Un sistema basato sull’ inegualianza dei rapporti poteva durare fintanto che sussisteva l’ interesse dsegli
avvantaggiati a mantenerlo. Il sistema coloniale favoriva i pochi, enon i più: i primi movimenti socialisti si
mossero proprio contro il colonialismo. Inoltre non sempre le imprese coloniali avevano successo ( Etiopia,
Boxer in Cina). Nel 1920, si fece un primo passo trasformando le colonie in mandati di tipo A, B, C. Solo i
primi (Iraq, Libano, Palestina, Siria) ottennero garanzie di indipendenza (1932- Iraq e 1936).
La decolonizzazione: prima fase
La decolonizzazione fu incentivata da:
Creazione dei Dominions;
Formazione del Common Wealth;
Vietnam: Dal 1945 la Francia fronteggia il Fronte per l’ indipendenza del Vietnam,
reazione all’ attacco all’ Etiopia;
dominato dal Pc di Ho Chi Minh. Il gfoverno di Parigi avrebbe ammesso una relativa
partecipazione dei colonizzati alla 2 guerra mondiale;
autonomia all’ interno dell’ Union Française. Tra 1946 e 1951 questa venne riconosciuta
occupazione giapponese di colonie nell’ Asia orientale e enel Pacifico
a Laos, Vietnam e Cambogia ma il leader vietnamita non si arrese, anche sulla scia
della nascita della Cina popolare -1949- e della guerra in Corea- 1950-. La Franica si
trovava in difficoltà ma gli USA scelsero di non intervenire. Il 7 maggio 1954 la FR fu
costretta alla resa. Tra 20 e 21 Luglio fu riconosciuta l’ indipendenza della Cambogia e 9
del Laos e si stabiliva un regime provvisorio per il Vietnam, diviso lungo il 17° parallelo.
Il governo del Vietnam del sud si proclamò come unico esistente.
Indocina Il nazionalismo arabo rafforzato dall’ ascesa al potere di Nasser in Egitto, e la
concessione dell’ indipendenza alla Libia –1950-, favorirono le rivendicazioni
autonomiste. 20 Marzo 1956> Tunisia, 2 marzo 1956> Marocco, dove espulsero Ben
Nord Youssef, data l’ importanza strategica del paese.
Africa A : si formò il Front de libération nationale. Presenza di un milione di francese
LGERIA
rende problematica la situazione. Da loro dipende la vita economica del paese. La crisi
algerina mutò in una guerra decennale. Il controllo della crisi passò ai militari sia in Fr
che in Algeria. La situazione si risolse solo con la nomina di Presidente del Consiglio di
De Gaulle, presidente della Repubblica del 1958. Attraverso negoziati durati due anni,
giunse agli accordi di Evian nel 1962, che stabilirono l’ indipendenza algerina con
privilegi economici per la FR.
La fase culminanate della decolonizzazione
C B (18- 24 Aprile 1955)> Nehru, Tito, Nasser, Sukarno. Sancisce il principio del
ONFERENZA DI ANDUNG
neutralismo e la condanna del colonialismo. De Gaulle propone il progetto di Communauté> indipendenza a
tutti gli stati, mantenedoli nell’ are a francese. Progetto approvato da tutte le colonie dell’Africa orientale
francese. La Francia manteneva così uni tsretto vincolo economico.
C : il Beglio non vuole essere trascinatop in un conflitto insostenibile. Il Congo
ONGO
ottiene l’ indipendenza il 30 Giugno 1960 con un esecutivo capeggiato da Patrice
Africa Lumumba, presto sfociato nell’ ingovernabilità a causa della instabilità. L’ 11 Luglio si
orientale proclamò la secessione del Katanga e Lumumba richiese l’ intervento dell’ ONU. Il
belga presidente della Repubblica estromise le autorità, costituì un governo militare e mandò
a amorte Lumumba. L’ ONU ampliò il suo raggio d’ azione fino alla garanzia dell’
integrità territoriale del Congo, per scongiurare la secessione del Katanga e cessò il suo
mandato solo nel 1964.
Dopo il 1955, gli stati di nuova indipendenza furono ammessi all’ Onu, accomunati com erano dall’
opposizione al colonialismo. XII sessione dell’ Assemblea generale ONU: questione coloniale. La coalizione
afro- asiatica fece approvare una risoluzione che sanzionava il colonialismo come contrario alla carta ONU.
Si trattò di una svolta epocale. Valeva anche per le ex- colonie il principio di autodeterminazione. Gli stati
nuovi scelsero spesso il non allineamento, il neutralismo, sancito definitivamente dalla C ONFERENZA DI
B del settembre 1961. Questo si definiva come la mancanza di impegni formali rispetto ai blocchi.
ELGRADO
Tale ampia definizione rese l’ insieme dei paesi non- allineati, fortemente eterogneo e suscettibile alle
conseguenze della coesistenza competitiva.
La politica degli aiuti divenne spesso campo della competizione, determiando la nascita di “cattedrali nel
desero” incapaci di reggere la concorrenza internazionale. Alcuni economisti sostenero che le regole del
commercio internazionale andassero cambiate, in quanto questo diminuiva i prezzi della materie prime
provenienti dai Pvs e aumentava quelli dei prodotti finiti dei paesi sviluppati. Non bastavano gli aiuti finanziari.
Nacque in seno all’ Onu i lgruppo G- 77, che promosse nel 1964 un a conferenza per discutere del
commercio mondiale e modificarlo a favore dei prodotti dei Pvs. Gli stati a influenza sovietica, con sistemi cen
tralizzati e rigidi non seppero rispondere a tale richiesta, che peraòtro si rese contradditoria con il rincaro del
prezzo del petrolio. In risposta comunque il Gatt inserì lo sviluppo tar i suoi obiettivi e lCee avviò convenzioni
speciali per le ex colonie francesi. Non si diede via a nessun nuovo ordine economico mondiale. Alcuni paesi
divennero Newly Industrialized Countries ( Corera del sud, Taiwan, Singapo etc).
2. T RA COMPETIZIONE E DISTENSIONE
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La motivazione ideologica dello scontro bipolare venne meno allorché i due blocchi non tennero conto della
natura dei regomi delle ex- colonie. La coesistenza competitiva si basava su strumenti quali investimenti,
trasferimenti di risorse e capitali. La posta in gioco era il controllo dei paesi del Terzo mondo, il potere
nucleare e spaziale, il primato nello sviluppo tecnologico e il superamento della crisi energetica. Avvisata da
Suez (1956).
La crisi del canale di Suez (1956)
In Egitto il tono antisraeliano e antioccidentale con cui Nasser propagandava la costruzione della diga di
Assuan sul Nilo, destò preoccupazione. Il governo americano propose un cospicuo finanziamento per
distogliere l’ attenzione egiziana da Israele. I sovietici fecero altrettanto. Dulles ritirò allora la sua proposta e
Nasser nazionalizzò il canale di Suez (26 Luglio) e il pagamento del passaggio avrebbe finanziato la diga. I
francesi e gli inglesi lo volevano togliere di mezzo, poiché finanziava la resistenza algerina e conduceva una
politica antibritannica in Giordania e Iraq. Israele infine era minacciato dall’ Egitto nel golfo di Aqaba, nodo
dei commerci israelo- occidentali. Nell’ ottobre 1956, a Sevres, FR, GB e Israele decisero segretamente che
Israele avrebbe attaccato per primo e che sarebbe stato raggiunto dalle truppe britanniche e francesi. Uno
sfasamento nei tempi fece fallire la missione, che dimostrò però la preparazione israeliana e denunciò l’
arretratezza di FR e GB. L’ Urss minacciò l’ uso della nucleare. Gli Usa, volendo prevenire una reazione del
mondo arabo, presentarono una risoluzione di un’ Assemblea straordinaria ONU, che chiedeva il cessate il
fuoco. Naufragavano le pretese di FR e G B sul nord Africa a favore degli Usa. Le esigenze bipolari
prevalevano su quelle particolari dei sue stati europei. Affiorava inoltre il tema della supremazia tecnologica.
La diplomazia nucleare
Gli anni tra 1957 e 1963, furono quelli in cui la competizione si realizzò maggiormente sul pianoi tecnologico
e spaziale. La portata del rischio nucleare fece parlare anche di “equilibrio del terrore”. Il pericolo era assunto
sul piano teorico, ma l’ incertezza della capacità di risposta del nemico e degli effetti di un eventuale attacco,
determianvano la prospettiva di una “mutua distruzione assicurata”. Gli Usa basarono la loro superiorità sul
numero di bombardamenti strategici mentre l’ Urss si concentrò sulla superiorità missilistica. Iniziò poi la
competizione quantitativa, fino ai missili a 10 testate. Tra 1957 e 1958 affiorò l’ ipotesi di dotare la Germania
dell’ ordigno nucleare, al fine di permettere la partecipazione europea alla competizione nucleare con l’ Urss.
Il 4 Ottobre 1957 i sovietici prevalsero sugli Usa, nel campo dei vettori, con il lancio dello Sputnik. Kennedy
(1964) raccolse la sfida e realizzò il primo sbarco sulla Luna (luglio 1969). La proliferazione nucleare
costituiva un pericolo mondiale e quindi il bisogno di un sistema di controllo internazionale, proposto dal
delegato Onu, Henry Cabot Lodge, nel 1957. Questo si scontrava con il timore sovietico per 1. il riarmo
nucleare della Germania; 2. difficoltà interne sovietiche in relazione a tale tema; 3. rischio di basi missilistiche
Usa in Europa. C B (1958) 1. Adenauer accentuava la “dottrina Hallstein” agli occhi degli Usa;
RISI DI ERLINO
2. fuga di cittadini tedeschi orientali verso l’ occidente; 3. opposizione della Cina popolare e
di Ulbricht al revisionosmo chrusceviano. Urs