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JOHN DEWEY

Autore che ha scritto molto. Le sue opere più importanti sono

My Creed, 1897

 Democrazia ed educazione

Nasce come filosofo, studioso di Kant. All’università di Chicago ha come primo insegnamento la

filosofia.

Differenze funzionalismo con Durkheim

Partono da principi identici: la società educa l’individuo e la scuola è un riflesso della

società ma lo scopo della scuola e dell’educazione è diverso

Durkheim la scuola ha funzione adattiva

 

Dewey l’educazione ha una funzione dinamica, deve formare il cittadino di una

 

città democratica, e deve contribuire allo sviluppo e alla trasformazione di

quella società. L’educazione deve dare all’allievo quegli strumenti che gli

permettono di operare in una società democratica e dinamica dando il suo

contributo

Concetto di esperienza

Significa sperimentare la realtà. La realtà va appresa non in forma passiva, ma va

analizzata attraverso una ricerca in cui è lo stesso educando il protagonista

attraverso la sperimentazione.

Significa porsi dei problemi e sviluppare delle ipotesi, per poi verificarli. È una realtà che

l’allievo scopre in forma autonoma, sperimentandola.

Sperimentando vi è anche uno sviluppo di natura cognitiva, con richiamo Darwiniano.

Se la realtà si comprende sperimentando, l’allievo entra in un rapporto dialettico con la

natura. Il processo cognitivo si realizza attraverso l’esperienza.

L’esperienza si trasforma in un processo cognitivo, proiettivo e cumulativo dove fare e

pensare non sono mai disgiunti.

Concetto di natura

Per Dewey è una continua emergenza in forme nuove, circostanza che impone un

rapporto dialettico tra uomo e natura. Ci pone continuamente un problema e bisogna

trovare una soluzione al problema.

La natura va decodificata, attraverso l’esperienza è possibile decodificare la natura e

non solo ma anche di trasformarla. L’uomo agisce sulla società e anche sull’ambiente che

lo circonda (differenza tra uomo e animale: l’uomo trasforma l’ambiente e l’animale vi agisce),

principio positivista.

La mente umana è in grado di riorganizzare l’ambiente, adattandolo. Non solo lo

comprende con l’esperienza, ma sempre attraverso questa riesce a trasformare l’ambiente

in funzione della soddisfazione dei suoi bisogni.

La mente umana è quindi un agente di riorganizzazione, agente che permette all’uomo di

entrare in un rapporto dialettico con la natura. Se applicato sulla società

Durkheim realizza un processo adattivo

 

Dewey è un processo costruttivo. L’uomo si adatta e rielabora l’ambiente sociale,

 

così come si adatta e rielabora la natura.

Attraverso l’intelletto l’uomo agisce sulla natura e raggiunge potenzialità maggiori,

attraverso il conoscere e il fare. Non basta conoscere (sarebbe solo adattarsi), ma deve

essere anche legato al fare: sviluppare ipotesi e trovare soluzioni cercando l’ipotesi che più

soddisfa il bisogno

Nelle ipotesi il ruolo centrale è il pensiero che permette di sviluppare ipotesi per un

problema immanente ma anche di costruire dei piani futuri.

Non c’è solo l’adattamento a modelli sociali e all’ambiente, ma anche la forza del pensiero di

modificare ambiente e realtà sociale. Questa capacità diventa fondamentale nella

costruzione della personalità dell’educando. Società e ambiente non sono realtà che

trascendono l’uomo: l’uomo agisce su esse e le trasforma attraverso azione e

riflessione è l’educazione che deve insegnare all’uomo ad agire sull’ambiente e sulla

realtà sociale.

L’uomo non si limita a adattarsi, agisce su di esso stato dialettico.

LEZIONE 07/05 (Come pensiamo,

Cinque fasi del pensiero riflessivo 1910). Come l’uomo riflette

sull’ambiente e agisce sull’ambiente.

Situazione di difficoltà o di disagio si presenta un problema che deve essere

 

risolto non attraverso una reazione spontanea. Occorre problematizzazione del disagio,

portarla a una dimensione riflessiva

Intellettualizzazione situazione emozionale che deve essere portata all’interno di

 

una riflessione, una dimensione riflessiva. Questa comporta

La costruzione di ipotesi soluzioni possibili per formulare il problema. Le ipotesi

 

possono fondarsi solo su quello che l’allievo già sa. Attraverso le sue conoscenze,

l’allievo formula delle ipotesi.

Progettazione ho una serie di ipotesi e valuto quali ipotesi ha più probabilità di

 

portare alla soluzione del problema

Verifica dell’ipotesi metto in pratica la possibile soluzione

 

Democrazia ed educazione, 1916

Testo più conosciuto di Dewey. Si mette in evidenza lo stretto rapporto tra una società

democratica e sistema educativo.

La democrazia è la forma di governo che più favorisce la liberazione delle capacità

personali. È la fiducia nelle capacità/intelligenza messe a servizio della comunità.

Alfabeta è colui che dispone degli strumenti per contribuire allo sviluppo della propria

società e della propria persona.

La scuola deve riprodurre questo modello perché didattica e apprendimento si devono

fondare su collaborazione e cooperazione. L’educazione è un presupposto

fondamentale della democrazia, perché è alla base della creazione di un cittadino attivo

ovvero un soggetto che è in grado di contribuire alla trasformazione e allo sviluppo della

società e della realtà in cui vive. L’educazione deve superare il modello della scuola

tradizionale, fondata sull’autoritarismo e non sulla partecipazione.

Le strutture di una società democratica devono mettere in grado chiunque di dare il meglio di

sé stesso.

MARIA MONTESSORI

Rappresenta una eccezionalità donna medico laureata a fine 1800.

La sua stessa vita personale non fu facile: vita sentimentale travagliata.

Doveva gestire l’attività di bambini frenastenici problematiche di natura cognitivi.

Il suo modello pedagogico nasce dalla volontà di offrire una didattica funzionale a questi

bambini. I risultati furono buoni e pensa di estendere queste attività didattiche anche

agli altri bambini.

Da qui la prima esperienza che avviene con la “Casa dei bambini” a Roma nel 1906. Aperta in

un quartiere popolare di Roma, abitato soprattutto da operai. Con l’obiettivo pratico di offrire

una possibilità di lasciare i propri figli in una struttura oltre che protettiva anche in

grado di offrire un modello educativo.

Attraverso la prima esperienza la Montessori capisce che un progetto pedagogico

 deve avere una modalità osservativa, prestare attenzione alle dinamiche psichiche

del fanciullo.

Non c’è solo la dimensione psichica, bisogna anche considerare l’ambiente in cui il

 bambino vive e l’influenza dell’ambiente e della società su di esso. Non si limita

ad un’analisi strettamente medica, ma amplia la sua visione.

Il bambino apprende attraverso il fare, l’agire e il movimento. Richiamo a

 Dewey. Il bambino apprende attraverso gli stessi principi di Dewey: trial and error,

interesse e bisogno

La pratica utilizzata per cercare di insegnare a bambini per cui ci sono ancora molti pregiudizi.

Per lei sono educabili attraverso

Movimento

 Educazione sensoriali accentuazione delle idee di Frobel

 

Il recupero di un ritardo mentale è un problema pedagogico e non medico!!

 I tempi dello sviluppo umano rispondono a criteri biologici

 La qualità dell’educazione dipende da fattori ambientali e sociali.

La casa dei bambini – Roma, 1906

È finalizzata a dare un ausilio alle madri lavoratrici appartenenti a contesti popolari.

 La Montessori vede nel bambino un soggetto dotato naturalmente alla

 manipolazione, la Montessori vede nel bambino una spinta alla curiosità che lo

porta a manipolare gli oggetti o gli elementi ma questa manipolazione alla fine non è

libera, alla fine sono giochi preordinati da degli adulti e il bambino non è libero di

inventare i suoi giochi, di manipolarli e di dar loro un significato che solo lui conosce.

L’ambiente si deve prestare all’osservazione del comportamento infantile ma

 deve essere a misura del bambino e capace di rispondere alle necessità del bambino.

Tutte queste idee, la Montessori le aveva sperimentate su bambini con problematiche

 cognitive. Ora le impiega con bambini normodotati.

I bambini sono gli organizzatori della vita della casa, i bambini devono conservare

l’ordine. Il lavoro che svolgono deve essere in forma cooperativa e collaborazionistica e

sempre finalizzato a uno scopo.

I giochi sono su degli scaffali ordinati, il bambino li prende a sua scelta e li utilizza. L’unica

richiesta è che vengano ricollocati nella posizione originaria. I bambini sono liberi di

scegliere i materiali, ma è una libertà condizionata perché a seconda dell’età del

bambino i materiali in aula saranno diversi: è l’adulto che condiziona le scelte sulla base

dell’età del bambino.

Un’altra caratteristica del gioco è la ripetitività l’esercizio deve prestarsi alla ripetizione. I

bambini devono allacciare dei bottoni con forme diverse, è un esercizio che può essere

ripetuto: i bottoni si slacciano e si riagganciano.

Oltre alla ripetizione c’è anche la verificabilità dell’esercizio

Caratteristiche dell’ambiente

Misurato negli stimoli risultare stimolante in funzione all’età e alle funzioni

 

psicofisiche del bambino

Ordinato ordine gestito dai bambini

 

Attraente e curato per richiamare l’attenzione dei bambini

 È un ambiente organizzato in forma cooperativista.

 I bambini devono essere autonomi e svolgere compiti che promuovano la loro

 autostima

La “casa del bambino” come laboratorio di psicologia

Permette al bambino di sviluppare il proprio disegno interiore in un ambiente sereno.

Di sviluppare a pieno la propria personalità.

L’ambiente deve favorire la costruzione dell’individualità e l’educazione deve fondarsi

sullo sviluppo delle energie interiori del fanciullo (concetto romantico).

I materiali montessoriani

I materiali devono prestarsi alla manipolazione e offrire una serie completa delle

qualità presenti nell’ambiente. Il ma

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rebecca_canu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Valle d'Aosta o del prof Piseri Maurizio.