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Storia moderna e contemporanea dell'Africa - colonialismo italiano in Africa Pag. 1
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IL COLONIALISMO ITALIANO IN AFRICA

Il colonialismo italiano è avvenuto in ritardo e ha avuto proporzioni più ridotte di quello degli altri stati. L'espansione dell'Italia in Africa iniziò dalle coste del mediterraneo e si concentrò nella regione del Mar Rosso, ma nel Mediterraneo l'Italia si trovava a fronteggiare interessi pesanti di concorrenti come Francia e Gb poco disposti a fare concessioni. Dovette così accontentarsi di una prelazione sulla Libia che tradusse in conquista solo nel 1911. Per molti anni l'Africa restò un terreno relativamente secondario per la nostra politica estera. L'Italia era comunque più attratta dal nord Africa dove risiedevano comunità ingenti di italiani soprattutto in Egitto e Tunisia. Un obiettivo fisso della politica coloniale dell'Italia era la lontana Abissinia o Etiopia. A spingere nel senso del colonialismo contribuirono i viaggiatori e studiosi legati a società.

Geografiche o gruppi di interesse. Il colonialismo Italiano non era mosso da motivazioni strettamente economiche, ricorrente è stata la ricerca di sbocchi per la popolazione in eccesso, per questo quando si parla di colonialismo Italiano si parla di un colonialismo demografico. Il ritardo dell'entrata dell'Italia nella politica coloniale fu giustificato da un'attenta valutazione delle convenienze. Infatti non solo l'Italia realizzò tardi l'unità e l'indipendenza nazionale ed era preoccupata di non turbare le già difficili relazioni con i principali stati europei. Dopo l'unità infatti l'Italia aveva problemi di stabilità, integrazione e sviluppo che non si conciliavano con una politica coloniale e gli strappi che poteva provocare. Decisa per l'Italia fu la generalizzazione del fenomeno coloniale obbligando tutte le nazioni del concerto europeo a migliorare e rafforzare le rispettive chances.

diplomatiche in Europa con conquiste di territori sudditi e risorse in Africa e in Asia. All'evento diplomatico decisivo per la spartizione dell'Africa, l'Italia partecipò con un ruolo secondario. L'insediamento dell'Italia in Africa orientale iniziò nel 1869 con l'atto di compravendita della baia di ASSAB. Tutt'attorno ad Assab venne creata una rete di interessi e postazioni che allargando via via l'occupazione culminò nella fondazione dell'ERITREA. Nel 1885 l'Italia occupò la città portuale di MASSAUA e il relativo retroterra. La colonia Eritrea fu proclamata ufficialmente il 1° gennaio 1890 con ASMARA come capitale. L'altra direttrice di penetrazione nell'Africa orientale fu la regione costiera del CORNO vero e proprio abitato da somali. Non avendo di fronte una potestà unitaria, l'Italia procedette per gradi, tutti gli insediamenti italiani riguardavano la costa.

Affacciata sull'Oceano Indiano. L'Italia come stato prese il controllo diretto della SOMALIA nel 1905, la colonia fu proclamata nel 1908, la capitale fu fissata a MOGADISCIO. La posta più ambita dell'espansione dell'Italia in Africa era comunque l'ETIOPIA, in un certo modo Eritrea e Somalia erano tappe di avvicinamento. Alla fine l'Italia puntò direttamente al centro firmando con il nuovo imperatore Menelik II il trattato di UCCIALLI il 2 Maggio 1889. Con questo trattato l'Italia presumeva di aver istituito sullo stato del negus un protettorato, mentre per Menelik II il trattato di Uccialli non era niente di più di un accordo di alleanza fra stati che si riconoscevano reciprocamente nella loro sovranità. L'Italia pareva poco curarsi dell'indipendenza dell'Etiopia così i rapporti si fecero più ostili fino a che Menelik II denunciò le intenzioni dell'Italia rispetto al trattato nel

1893, così ITALIA ed ETIOPIA si trovarono sull'orlo della guerra. Quelle che per l'Italia furono dolorose sconfitte, per l'Etiopia furono altrettante vittorie. La disfatta dell'Italia nella battaglia campale che si combatté il 1° Marzo 1896 nella piana di Abba Karima presso la città di ADUA chiuse l'avventura dell'Italia Crispina. La sconfitta dell'Italia fu un'eccezione nel panorama dello SCRAMBLE. Con il trattato di ADDIS ABEBA del 26 Ottobre 1896 che pose fine alla guerra l'Italia riconobbe a tutti gli effetti la sovranità dell'Etiopia. In cambio ottenne di farsi confermare il possedimento dell'Eritrea. L'attività coloniale riprese in pieno XX secolo e nonostante le energie dispiegate nel Corno, l'Italia non aveva rinunciato del tutto al mediterraneo, così puntò a far valere il diritto di prelazione nelle province ottomane di Tripolitania e Cirenaica che erano.

L'ultimo territorio disponibile nel Nord Africa. Per assicurarsi il controllo della LIBIA l'Italia dovette combattere una guerra controla Turchia e una guerra successiva contro le formazioni politico-religiose chedifendevano l'autonomia della Tripolitania e della Cirenaica. La Guerra italo-turcadurò pochi mesi fra il 1911 3 il 1912; con il trattato di Losanna del 18 ottobre 1912 ilgoverno ottomano abdicò alla sovranità su Tripolitania e Cirenaica che forse confretta eccessiva , erano già state annesse all'Italia. La conquista dell'Italia della Libiasegnò un salto di qualità e quantità nell'azione coloniale dell'Italia. L'occupazioneeffettiva dei possedimenti in Africa ad eccezione dell'Eritrea, ebbe luogo nel periodofra le due guerre con la trasformazione dei brandelli coloniali in un impero. Il regimecostituito da Mussolini dopo la sua investitura a capo del governo nel 1922

raccolse suggestioni ideologiche e ambizioni di potenza. A supporto dell'impresa coloniale il fascismo poté contare su una maggiore interazione fra le diverse componenti dello stato e della società. L'iniziativa del regime in Africa si dispiegò pressoché su tutti i fronti. La trattativa con la Gran Bretagna per l'Oltregiuba si concluse con un accordo nel 1924. L'annessione divenne effettiva nel 1925. Fu il fascismo a completare a durissimo prezzo l'opera di conquista della Libia. L'offensiva coloniale culminò nell'occupazione dell'Etiopia e nella proclamazione dell'impero. L'azione militarmente più impegnativa prima dell'invasione dell'Etiopia, fu la lunga guerra contro la Senussia in Libia (in occasione della I guerra mondiale l'Italia dovette ritirarsi dalla maggior parte dell'impero libico). La sconfitta della Senussia fu sancita dalla cattura, condanna a morte ed

Esecuzione del prestigioso Omar al-Mukhtar. La Libia fu organizzata per essere una colonia di popolamento. Le due province di Tripolitania e Cirenaica furono unificate nel 1932 con Tripoli come capitale. Negli anni venti fu completata l'occupazione della Somalia Italiana che aveva lo statuto di colonia dal 1908. Riguardo la conquista dell'Etiopia furono utilizzati tutti i mezzi per vincere la resistenza (compresi i bombardamenti con i gas tossici), l'esercito di Badoglio entrò ad Addis Abeba il 5 maggio 1936; il 9 maggio il duce proclamò la fondazione dell'impero. L'Eritrea e la Somalia furono riunite con l'Etiopia nell'Africa Orientale Italiana (AOI). L'AOI fu suddivisa in sei governatorati: Eritrea (con capitale Asmara), Somalia (Mogadiscio), Amhara (Gondar), Galla e Sidama (Jimma), Harar (Harar), e Addis Abeba (ridenominato Scioa dal 1938). La popolazione complessiva dell'AOI negli anni trenta era stimata in circa 12 milioni di abitanti.

Dietro gli abusi fu condotta anche una politica di sviluppo e di modernizzazione come la costruzione di strade e di nuovi quartieri nelle principali città, scuole, ospedali, miglioramento dei servizi e delle strutture amministrative, varo di industrie, intensa colonizzazione agricola delle terre dell'altipiano. Come sbocco dell'emigrazione le colonie furono una delusione dato che la popolazione non riuscì ad eguagliare nemmeno l'incremento naturale della popolazione della penisola in un anno. Fra le varie politiche, l'abrogazione del diritto terriero consuetudinario per favorire l'insediamento dei coloni fu fra i provvedimenti più odiosi per le popolazioni locali. Gli espropri costituirono il principale motivo di malcontento e di rivolta. Anche in Eritrea fu la politica della terra a creare le crisi più gravi. I limiti del colonialismo italiano si riflettono nelle politiche che l'Italia promosse in materie come scuola e lavoro. Gli

indigeni avevano accesso alle scuole solo fino alla quarta elementare. La discriminazione razziale negli impieghi e nell'educazione ritardò la formazione dell'elites che altrove in Africa favorì la decolonizzazione. Tutti i possedimenti coloniali italiani in Africa andarono perduti nel corso della II guerra mondiale sotto l'offensiva degli eserciti alleati (inglesi). L'Africa Orientale fu persa nel 1941 e la Libia nel 1943. La Somalia, l'Eritrea e la Libia vennero occupate dalle forze britanniche. A parte l'Etiopia che recuperò la sua indipendenza già nel 1941, sugli altri territori si aprì dopo la fine della guerra una contorta vicenda internazionale che ebbe come protagonisti più le potenze che i popoli delle colonie. Nell'ultimo scorcio del conflitto gli ex possedimenti italiani furono assoggettati alla GB. Nel 1947 l'Italia subì un trattato di pace molto duro che le ingiungeva di lasciare tutte

lesue ex colonie senza condizioni. Il trattato ribadiva l'indipendenza dell'Etiopia emetteva a carico dell'Italia il pagamento dei danni di guerra. Il 2 dicembre 1950l'Assemblea delle Nazioni Unite votò a maggioranza per la costituzione dell'Eritreain unità autonoma federata all'Etiopia. Nel 1962 L'Eritrea fu annessa all'Etiopiacome provincia. Il Nazionalismo Eritreo nasce in opposizione a uno stato africano

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A.A. 2008-2009
4 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/13 Storia e istituzioni dell'africa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anita K di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e contemporanea dell'Africa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Taddia Irma.