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TRA NORMA E APPLICAZIONE

In occasione dell'incontro per il decennio di apertura dell'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, Giovanni Merlo ha suggerito l'ipotesi che la priorità dell'Inquisizione medievale non sia stata esclusivamente quella di perseguire gli eretici. Il vero obiettivo che il papato si prefiggeva era quello di realizzare un programma ecclesiologico dalle ricadute politiche e di governo. Che l'inquisizione sia stato un potente e pervasivo tribunale dell'ortodossia è vero ed è l'aspetto fondamentale della sua vicenda storica. Da tempo è emerso però l'importanza delle attività che si svolgeva affianco all'esercito delle funzioni penali. Dal centro alla periferia l'archiviazione e la tutela delle carte hanno costituito un impegno costante degli inquisitori che hanno conservato una grande quantità di materiale registrato con attenzione. Tutta la

altri documenti amministrativi che riguardavano l'organizzazione e il funzionamento dell'inquisizione. Questi documenti erano utilizzati per tenere traccia dei processi in corso, delle persone coinvolte e delle decisioni prese dagli inquisitori. Inoltre, venivano redatti anche resoconti dettagliati delle udienze e delle testimonianze raccolte durante i processi. Questi resoconti erano importanti per garantire la trasparenza e la correttezza delle procedure seguite dall'inquisizione. Tutta questa documentazione era conservata con cura negli archivi dell'inquisizione, che erano spesso situati all'interno dei palazzi dei cardinali. Gli archivi erano organizzati in modo sistematico, con i documenti catalogati e ordinati in base a criteri specifici. In conclusione, la documentazione era fondamentale per il corretto funzionamento dell'inquisizione. Grazie ad essa, gli inquisitori potevano consultare informazioni dettagliate sui processi in corso e prendere decisioni informate. Inoltre, la conservazione accurata dei documenti garantiva la possibilità di riaprire indagini in qualsiasi momento, anche dopo molto tempo dalla loro chiusura.strumenti di consultazione, possiamo notare che la Congregazione Romana utilizzava principalmente due tipi di supporto: 1. Documenti normativi: questi documenti rappresentavano la fonte unica della norma e erano utilizzati per rispondere alle esigenze delle strutture periferiche. 2. Rapporti con i vescovi: nonostante le tensioni iniziali, i rapporti tra la Congregazione Romana e i vescovi si stabilizzarono e si svilupparono in un clima di collaborazione. I vescovi presiedevano i tribunali inquisitoriali e fornivano supporto logistico, mentre i parroci agivano come agenti sul territorio, inoltrando denunce e trasmettendo disposizioni normative. Questi strumenti di consultazione erano fondamentali per garantire il corretto funzionamento dell'ufficio posto ai vertici della piramide istituzionale e per rispondere alle richieste provenienti dagli inquisitori disseminati nelle sedi locali. conservati nell'archivio della si ritrovano documenti registrati sotto il nome di che contengono un gran numero di fascicoli. Ogni incartamento è stato registrato con una intitolazione costituita dalla data di apertura dalla pratica edal luogo di provenienza del nucleo documentale principale seguiti da un breve regesto. In calce, l'archivista aveva riportato anche la data e il contenuto del con il quale la Congregazione aveva risolto il problema. Attraverso la descrizione della breve storia della e della determinazione delle competenze concernenti le politiche di definizione dei modelli di perfezione, il lavoro di ha ricostruito le dinamiche di potere determinate dalla personalità dei cardinali che entrarono nel merito del loro posizionamento all'interno del sistema curiale. Le difficoltà teologiche di definire la nuova formuladella santità eroica proposta dallareligiosità cattolica all'indomani della riforma, venivano discusse nell'ambito di unquadro complesso nel quale l'esigenza di dotare la chiesa di uno strumento di controllo sulle strade di accesso all'onere degli altari si sarebbe concretizzata nelladecisioni di formalizzare le regole di processo di canonizzazione e nell'impegno manormalizzare le pratiche devozionali concesse al culto. Le competenze in materia di santità andarono a incrociare sfere di intervento riservate a diverse congregazioni pontificie radicate nel tessuto istituzionale della sede Apostolica. Le diocesi in molti casi si ponevano in polemica con le direttive centraliveicolate dagli inquisitori erano impegnati a tutelare tradizioni spirituali e prerogativedevozionali radicate sui territorio di governo. Tra i cardinali e i presuli preoccupati emergeva la traccia di una complicità anche se la capacità degli emissari localidelSant'Uffizio sui comportamenti devozionali diffusi era di gran lunga inferiore rispetto all'autorità mostrata proprio dai vescovi in questo campo. Tanto i vescovi quanto gli inquisitori hanno riconosciuto nei cardinali romani l'unica fonte normativa, ma entrambi sono stati da questi legittimati per tradurre nella realtà territoriale il rispetto e l'applicazione delle indicazioni provenienti da Roma. Il fondo di Venerazione dei non canonizzati raccoglie una documentazione per chiarire dubbi relativi ai comportamenti devozionali consentiti nei confronti di servi di Dio in cui culti non avevano ricevuto l'autorizzazione apostolica. La regolamentazione di questo aspetto della vita spirituale era dovuta alla convinzione che le pratiche liturgiche erano per i fedeli momenti fondamentali per la vita comunitaria che confermava il senso di appartenenza ad una comunità istituzionalizzata e ordinata. La condivisione delle norme unite alla loro.

inviolabilità contribuiva a rimarcare la sacralità dei rituali e del vissuto religioso collettivo. Il cerimoniale segnico, l'organizzazione e la decorazione degli spazi confermano il loro ruolo di trasmissione di ideologia e di cultura condivise. La vigilanza sulle dinamiche di adozione e promozione dei culti e la regolamentazione dell'immaginario sacro dei cattolici avevano costituito una parte importante del programma di reinvenzione della storia sacra da parte della chiesa all'indomani della frattura luterana.

La documentazione del Fondo lascia aperta la possibilità di cogliere la traccia del concetto attorno al quale si stringevano le comunità cattoliche. Vi furono dei decreti nel 1625, la prima disposizione del 13 marzo vietava qualsiasi forma di culto, pubblico o privato, tributato ai servi di Dio morti in odore di santità prima che la loro venerazione fosse formalmente riconosciuta dalla santa sede. Si giunse ad una parziale correzione.

provincia ecclesiastica di Napoli, governate dall'Inquisizione di Napoli. In queste regioni, l'attività dell'Inquisizione era più intensa e si concentrava principalmente sulla repressione dell'eresia e sulla sorveglianza dei fedeli. Nel corso del XVII secolo, l'Inquisizione si trovò ad affrontare diverse sfide e critiche. Le accuse di abusi e violenze da parte degli inquisitori erano frequenti e spesso portavano a processi e condanne ingiuste. Tuttavia, nonostante le critiche, l'Inquisizione mantenne il suo potere e la sua autorità, continuando a svolgere un ruolo importante nella vita religiosa e sociale dell'epoca. La riforma della Chiesa e l'evoluzione delle istituzioni ecclesiastiche portarono gradualmente alla diminuzione del potere dell'Inquisizione. Nel corso del XVIII secolo, l'Inquisizione perse gradualmente la sua influenza e il suo ruolo nella società, fino alla sua abolizione definitiva nel 1816. Nonostante le critiche e le controversie che hanno accompagnato la sua esistenza, l'Inquisizione ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della Chiesa cattolica e dell'Europa. La sua influenza e il suo impatto sulla società e sulla cultura dell'epoca sono ancora oggetto di studio e dibattito tra gli storici.

parte più meridionale della penisola divisa tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli dov'era preminente l'azione capillare dei vescovi. L'osservatorio sulla regolamentazione della devozione e delle pratiche di pietà offre una prospettiva organica per analizzare l'impatto delle disposizioni del Sant'Uffizio sulla popolazione della penisola. I vescovi che governano in Italia scrivevano per dimostrare la loro aderenza politica alle direttive centrali. I cardinali romani erano fonte della norma ma anche di ogni forma di potere delegato in virtù del fatto che quella congregazione era presieduta dal papa. Gli incartamenti inquisitoriali non erano chiusi ma sempre passabili di ulteriori sviluppi è una metodologia grazie alla quale gli inquisitori hanno cercato di sopperire alla mancanza di una legislazione chiara.

LA PAROLA ALLE CARTE

La progettazione politica e istituzionale dei vertici ecclesiastici era stata interessata nel 500 da movimenti di assestamento,

Si erano scontrate due idee di religione distanti. Una voleva un percorso di modernizzazione delle istituzioni ecclesiastiche attorno alla supremazia dell'azione disciplinare affidata al foro ecclesiastico. L'altro più orientato al dialogo con il mondo della Riforma prediligeva la strada della mediazione e dell'impegno pastorale destinato a incidere in modo strutturale sulla cultura religiosa delle popolazioni. Alcuni studi sono intervenuti per ricostruire il quadro delle relazioni politiche romane seguendo il filo dei due interventi successivi del Sant'Uffizio nel 1625. Nelle e procedure di designazione dal basso dei modelli di santità, un ruolo centrale avevano i gruppi di fedeli che si impegnavano per ottenere il riconoscimento apostolico. Un ruolo importante era quello dei devoti che si stringevano attorno ad un defunto e al modello di santità che incarnava. Il 1615 è un anno al quale è stata attribuita una valenza periodizzante.

legata a episodi che avrebbero segnato quella che è stata indicata come la svolta inquisitoria degli apparati romani. La diffusione del modello di santità eroico convinse il Sant'Uffizio a promulgare un dispositivo che fosse orientato a normalizzare la sfera dei comportamenti collettivi e a diffondere le pratiche di pietà integrate a decoro pubblico coerente con la pedagogia della controriforma. Molta importanza veniva data agli appalti ornamentali. I sepolcri erano allestiti in modo tale da diventare un punto di attrazione visiva subito riconoscibile all'interno degli spazi dedicati al culto grazie all'esposizione di immagini nelle quali i defunti apparivano circondati da segni visibili del favore eterno, di lapidi che ne circondavano le gesta e di luci tenute accese in segno di devozione. Si allargava la questione delle feste liturgiche celebrate in onore dei defunti in attesa di riconoscimento apostolico. La propaganda veicolata dalla distribuzione di immaginette,

Portata avanti da frati e confessori per fidelizzare le realtà

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
70 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof De Luca Stefano.