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Estratto del documento

NAPOLI

Nel Ducato di Milano, Ludovico sforza, detto il moro, assassino il nipote

Gian Galeazzo II e si proclamò duca. Gian Galeazzo aveva legami

amorosi con Isabella d’Aragona per cui 2 erano i problemi per il Moro:

la sua non legittimità del trono e le pretese degli aragonesi sul Ducato.

Da qui la necessità di Ludovico il moro di stringere un’alleanza con il

sovrano di una potenza straniera che sarà il re Carlo VIII di Francia, che

a sua volta voleva rivendicare alcuni titoli di legittimità sul regno di

Napoli. Carlo VIII si preoccupò innanzitutto di mantenere neutrali

Spagna e Inghilterra, iniziando la sua discesa verso Napoli, entrando

prima a Firenze, appoggiato dei Medici, cosa che scatenò la ribellione

del popolo e la proclamazione della Repubblica, e poi a Roma. Riuscì ad

entrare a Napoli con l’appoggio dei Patrizi napoletani e dei baroni

feudali. Nel frattempo nel 1495 fu firmata una ALLEANZA

ANTIFRANCESE tra Ludovico il moro, Papa Alessandro VI, Massimiliano

D’Asburgo, Ferdinando II d’Aragona e i Re cattolici.

Ferrandino riuscì a riconquistare il regno di Napoli e gli successe lo zio

Federico, che conquisto Gaeta e venne incoronato a capo nel 1497.

Quando Carlo VIII morì gli successe Luigi XII d’Orleans, che riprese il

progetto di conquistare Milano e Napoli. Insieme al re Ferdinando

progettarono la spartizione del regno di Napoli, cosa che avvenne con

trattato di Granada saccheggio di Capua

il (1500) e il (1501): la parte

settentrionale andava alla Francia, quella meridionale alla Spagna.

Essendo gli interessi dei due re convergenti, ripresero le ostilità che si

battaglia di

conclusero con la vittoria della Spagna sulla Francia nella

Cerignola .

Con la cacciata dei Medici da Firenze il nuovo leader Savonarola

combatte la politica temporale dei papi, essendo il suo ideale politico la

teocrazia: non amava la vita terrena e i valori mondani, fece bruciare i

Palleschi

tesori d’arte e i beni di lusso. Da qui nacquero i (che si

Arrabbiati (che

battevano per far tornare i medici a Firenze) e gli

volevano un sistema di potere aristocratico), il cui successo portò

all’impiccagione di Savonarola in piazza della signoria.

Il progetto di Cesare Borgia era quello di eliminare tutte le piccole

signorie locali che si erano insediate in vasto territorio dell’Italia

centrale (Toscana, Romagna e Marche) e di annetterle formalmente

allo Stato della Chiesa, realizzando solo apparentemente una

restaurazione pontificia. In realtà questo progetto ebbe un inizio ma

non si realizzò totalmente, poiché lo stesso terminó con la morte di

Alessandro VI che gli aveva garantito protezione.

CARLO V

Per capire come nasce l’impero universale di Carlo V, bisogna risalire

alla fine del 400, quando l’impero germanico era imperniato su tre

principali ceti: principati laici, ecclesiastici e città libere dotate di

autonomia, per cui l’autorità sovrana elettiva godeva solo di un potere

meramente rappresentativo sul territorio tedesco.

Figlio di Filippo d’Asburgo (figlio di Massimiliano d’Austria e Maria di

Borgogna) e Giovanna di Castiglia (figlia di Isabella e Ferdi)

Nel 1506, per la morte del padre Filippo e la malattia mentale della

madre Giovanna, Carlo ereditava le Fiandre e tutti i territori degli

Asburgo d’Austria e degli Aragona di Spagna, vale a dire i territori di

buona parte dell’Europa.

Nel 1516, alla morte di Ferdinando il Cattolico, Carlo viene incoronato

re di Spagna; 23 ottobre del 1519, dopo la morte di Massimiliano I,

Aquisgrana

Carlo V viene incoronato imperatore ad .

Ebbe inizio l’era dell’Impero universale, il cui problema principale

era ristabilire gradualmente l’autorità di una nuova dinastia,

soprattutto in Spagna.

La Castiglia non accettò la dipendenza con gli Asburgo e così ci fu la

rivolta dei COMUNEROS, una rivolta delle borghesie cittadine, domata

grazie all’opposizione dell’aristocrazia.

Nonostante le difficoltà iniziali, Carlo V seppe anche tenere in gioco la

realtà territoriale italiana: il Regno di Napoli, la Sicilia, la Sardegna,

conservarono una certa autonomia.

Per quanto riguarda il Polo del Mediterraneo importante la presa di

Tripoli e di Tunisi che contenevano il pericolo turco; per il Polo Atlantico,

Francia e Stato della chiesa contestavano l’elezione di Carlo V, perché

avrebbe potuto determinare un accerchiamento tra Paesi Bassi,

Germania e Spagna. (Papa Leone X era interessato perché legato alla

Francia da legami politici).

Nonostante ciò Carlo V riuscì a scamparla grazie all’appoggio dei

principati tedeschi e all’acquisto di molti voti. L’impero di Carlo V

aveva una struttura quadrangolare, quattro angoli: Fiandre, Stati

germanici, Italia settentrionale, Spagna.

L’ascesa di Carlo V cambió anche lo scenario tra Spagna e Francia.

Nel 1525, sconfitto e catturato a Pavia, Francesco I (Francia) è

costretto a rinunciare a Milano e fatto prigioniero, firma la pace con

Carlo V.

Il francese cerca un’alleanza antiimperialiste con la LEGA DI COGNAC

(1526) in cui riesce a coinvolgere Inghilterra, Venezia, Milano, Genova,

Firenze e il pontefice Clemente VII (medici). Grazie ai Lanzichenecchi

(truppe mercenarie di Carlo V) si arriva al sacco di Roma, in cui tra

violenze e saccheggi, si attacca il cuore della cristianità e si alimenta lo

scontro tra luterani e cattolici. In realtà l’obiettivo di Carlo V è di tipo

politico, ossia spezzare l’equilibrio che teneva legati gli stati italiani e

spingerli al riconoscimento dell’impero spagnolo. Genova si distacca

dalla Francia e si allea con Carlo finanziando le spese militari politiche,

dando origine al secondo impero genovese.

Il primo risultato fu il fallimento della Francia di invadere il regno di

Napoli. “pace delle due

PACE DI CAMBRAI (1529): detta anche

dame“, perché stipulata da Luisa di Savoia, madre di Francesco I e

Margherita d’Austria, zia di Carlo V. Pone fine ai successi francesi

sull’Italia e stabilisce tale assetto: Milano, Napoli, Asti con Carlo V,

Piemonte con francesi e Genova con spagna.

Nel 1530 dopo il congresso di Bologna, Carlo V e incoronato re d’Italia

e imperatore del sacro Romano impero.

Francesco I di conseguenza stipula due alleanze: la prima con i turchi

di soli mano e la seconda con i principi luterani della Germania e nel

1535 riprendono le ostilità tra Francia e Spagna.

La politica di Francesco I fu continuata da Enrico II, che perde l’ultimo

territorio italiano, il Piemonte. Carlo V sconfitto dai principi protestanti

è costretto ad abdicare e a dividere l’impero tra il figlio Filippo II, che

conserva l’area spagnola e Paesi Bassi, e Ferdinando I, con l’area

austriaca.

PACE DI CATEAU CAMBRÈSIS (1559): è vista dagli storici come la

vittoria della Spagna sulla Francia. La Francia rinuncia, in cambio

dell’acquisizione di Calais e di tre vescovati (Mertz, Toul e Verdun) ai

domini italiani (Napoli, Sicilia, Sardegna, milano).

Spagna diventa la prima potenza europea indiscussa.

RIFORMA PROTESTANTE 4

La riforma protestante fu un movimento europeo che coinvolse più o

meno diverse aree europee, dall’Europa centro settentrionale

(Germania cuore della riforma) a quella orientale, fino al Mediterraneo

(Francia, Spagna e Italia). I promotori del movimento furono uomini di

fede, religiosi (Lutero, Calvino, Zwingli), quindi la riforma nacque

all’interno dell’istituzioni ecclesiastiche stesse.

La causa principale è la crisi d’identità della teologia cattolica dovuta

a: Corruzione del clero

 Abusi ecclesiastici

 Commercio indulgenze (denaro in cambio di purificazione anima)

 Privilegi e benefici religiosi concessi

 Concubinaggio

 Simonia (vendita cariche ecclesiastiche)

Tra queste spicca il commercio delle indulgenze, infatti Papa Leone X

nel 1517 per raccogliere denaro per la cupola di San Pietro, promosse

la raccolta di elemosine in cambio di indulgenze.

Renovatio

Si avverte quindi la necessità di una attraverso un ritorno

alle fonti del cristianesimo e di un adeguamento dei comportamenti ad

una dottrina chiara e certa.

MARTIN LUTERO: venne a conoscenza di questo commercio delle

indulgenze e pubblicò le 95 tesi di Wittenberg, diffuse per mezzo

stampa e con un carattere sarcastico del linguaggio. Secondo Lutero, la

chiesa aveva tradito il Vangelo e il cristianesimo andava riformato

secondo tre principi:

Libero esame: il testo sacro, andava letto e interpretato dal

 fedele senza interventi esterni, Lutero riconosce come

sacramenti solo il battesimo e la comunione.

Giustificazione per sola fede: l’uomo peccatore si salva solo

 se Dio gli dona la fede.

Sacerdozio universale: la distinzione tra sacerdoti e laici non

 esisteva davanti a Dio.

In base a questo Lutero non riconobbe l’autorità della chiesa e venne

scomunicato dopo aver dato fuoco alla bolla papale.

Nonostante le distanze prese dalla chiesa, la dottrina luterana inizia a

riscuotere grande successo nelle città tedesche, per cui viene

convocata la DIETA DI WORMS, alla presenza di Carlo V, avendo

bisogno anche di supporto politico.

Ma anche questa alleanza non raggiunge il suo fine, poiché Lutero

sostiene fino in fondo la sua testimonianza di fede e viene protetto da

Federico di Sassonia che lo ospita nel suo castello dove tradurre la

Bibbia dal latino al tedesco (la Bibbia in tedesco già esisteva, la novità

di Lutero sta nell’efficacia linguistica della traduzione). Nel 1524

Erasmo da Rotterdam pubblica l’opera “De Libero Arbitrio” (religione

naturale, primato dell’uomo portato naturalmente a fare del male) e

l’anno successivo Lutero pubblica “De servo arbitrio” (religione

soprannaturale, inesistenza di libero arbitrio da parte dell’uomo, poiché

è tutto un artificio di vino): due pensieri diversi con un obiettivo in

comune. Si configurano due alternative alla crisi religiosa del 500:

quella di Erasmo fondata sulla religione ragionevole, sull’equilibrio e

grazis; quella di Lutero fondata sulla distanza tra Dio e l’uomo, il primo

assoluto, il secondo dipendente da Dio.

La differenza dottrinale tra Calvino e Lutero riguarda il fatto che per

Lutero l’identità del cristiano è nella fede, per Calvino, l’identità del

cristiano è nelle sue opere.

In Germania vi sono numerosi contrasti e conflitti interni: 1) tra gli

interessi territoriali dei prìncipi germanici e gli interessi temporali e i

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A.A. 2024-2025
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VINCIDR10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Canale Cama Francesca.