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Digressioni
• A Brienza nacque l’ideologo della Repubblica Partenopea 1799: Francesco Mario Pagano. Possedeva la
sua casa nella parte attualmente diroccata del paese, a causa del terremoto. Quest’esperienza durò solo
sei mesi.
• In Italia la storia e la filosofia sono insegnate dallo stesso docente, in Francia il docente di storia è
anche docente di Geografia. Defebre a Bordeul gli storici hanno approfondito gli studi di Geografia, o
hanno avuto grandi studiosi di geografia (Piere Vidal De La Blauche). La Geografia è importante in quanto
la storia avviene nel tempo e nello spazio, ma spazio e tempo sono gli occhi della storia (geografia e
cronologia).
• Claudio Maris, germanista (studia lingua e cultura tedesca come lusitanista ne studia del Portogallo) e
grande studioso della middle europe e della Galizia dell’Europa dell’est (metà dell’Ucraina metà della
Polonia), dalla quale provenivano scrittore di origine ebraica come Josephn Roth (iddish misto di lingua
tedesca, ebraica) ISach Basshedik Isech. Nell’intervista che Maris ha concesso a Sette (settimanale del
corriere della sera) ricorda che il suo professore di tedesco gli diede una lezione per aver risposto ad una
domanda sulla storia dei 30 anni con la frase “io penso che”, affermando che essendo morti i 2/3 della
popolazione durante la guerra era importante lasciar da parte i propri pensieri e imparare invece a
memoria: numero delle vittime, dove, come e quando. E’ interessante cogliere che a dargli una lezione fu
proprio un insegnante di tedesco, l’interesse si coglie sul fatto che Maris è poi diventato un notevole
germanista.
• I Poveri erano concepiti nel Medioevo come l’immagine del Cristo, venivano chiamati pauper christi
(ciò è rilevabile dai passetti della Bibbia). Nell’età moderna cambia invece l’immagine del povero: motivo
strutturale in età medievale, tranne in periodi di crisi notevole, il povero era “gestibile” in quanto erano
pochi ed inoltre la concezione dell’immagine di Cristo portava ad una visione dignitosa. Si pensi che i
ricchi sceglievano come padrini di battesimo proprio i poveri. Nell’età moderna cambia l’immagine e
diventa una presenza inquietante in quanto aumentano notevolmente, e davano vita alle <<emozioni
popolari>> ovvero rivolte (es. assalto ai forni dei Promessi Sposi). I francesi utilizzano questo termine
(emozioni popolari) perché non esiste un elemento razionale e progettuale, che tipicamente si ritrova nella
rivoluzione, è una vera e propria risposta emotiva ad una situazione di estrema difficoltà. I poveri
diventano oggetto d’attenzione, del controllo sociale (XVI secolo). Ma contemporaneamente Giovanni
Calvino, cristiano (non più cattolico), elabora una dottrina che ha fatto parlare Max Weber nel suo volume
“L’etica protestante è lo spirito del capitalismo”, ed in particolare fa riferimento all’etica di Calvino.
Quest’ultimo parla di doppia-predestinazione: alcuni destinati alla salvezza eterna altri alla dannazione,
non esiste terza possibilità. Calvino afferma che è possibile rivelare a partire dai segni divini a cosa si è
predestinati: il ricco è predestinato alla salvezza. Ciò segna una grande rivoluzione nella visione del
povero rispetto al Medioevo. (I movimenti pauperistici hanno fatto del povero il segno della virtù cristiana
per eccellenza. Movimento eterodossi di Pietro Valdo e i poveri di Lione.). Calvino ricava questa idea di
ricchezza come segno di elezione divina dall’antico testamento, infatti vi è una vera e proprio rivalutazione
dell’antico testamento. La lettera scarlatta possiede un collegamento all’antico testamento: l’America
puritana riprende la lapidazione, non più fisica ma morale, nei confronti delle donne adultere. Ma non tutti i
ricchi possono salvarsi, infatti altro fattore che determina la salvezza è il lavoro. Il povero viene detto infatti
<<ozioso>> e va costretto a lavorare.
• Nel suo testo Todarov “L’incontro con l’altro” afferma che l’altro è qualcuno diverso da noi, che può
essere un arricchimento dal punto di vista antropologico e religioso: ci si accorge che il cristianesimo non
era stato diffuso completamente, quando si viene a contatto con nuove popolazioni. Esistono molte
popolazioni de-evangelizzate, che non conoscono ancora il Cristo. Così viene spiegata la missione dei
Gesuiti. La filosofia della storia cristiana (la storia universale) viene messa in crisi perché i cristiani
avevano una concezione provvidenzialistica della storia: Gesù è nato nell’anno 0, quando c’era Augusto
(primo imperatore di Roma) all’apogeo. E’ nato nel momento di massima espansione dell’impero Romano
che ha facilitato la diffusione del Cristianesimo. Entrò in crisi in quanto vi erano una serie di popolazioni
che non erano state evangelizzate, i teologi affermarono che anche la scoperta dell’America era nel
disegno provvidenziale: era stata scoperta appunto per permettere a quelle popolazioni (gli indios) di
conoscere il Cristo. Queste sono le ragioni che hanno indotto gli storici ad affermare che l’età moderna
inizia proprio con la scoperta dell’America. Altri studiosi fanno iniziare l’età moderna nel 1350 (Tenenti),