Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 95
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 1 Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 95.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia Medievale, prof. Sergi, libro consigliato Dieci Secoli di Medioevo di Bordone e Sergi Pag. 91
1 su 95
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Un potente strumento d’integrazione fra i due sistemi fu senz’altro costituito dalla diffusione delle

prescrizioni e dei divieti della religione cristiana. Grazie all’evangelizzazione si diffusero gli

alimenti tipici del mondo mediterraneo, in quanto assunti ad uso sacrale dalla nuova religione, e

grazie ai missionari si operarono bonifiche e dissodamenti.

In una società in cui i potenti si cibavano prevalentemente di carne, non solo se ne astenevano i

monaci ma a tutti i fedeli erano imposte dalla Chiesa, a motivo penitenziale, periodiche astensioni

dai “grassi” che ammontavano a circa centocinquanta giorni di “magro”.

Le prescrizioni religiose non riuscirono tuttavia ad eliminare le differenze alimentari di tipo

sociale, ora non più connesse alle culture d’origine, ma piuttosto alle rispettive disponibilità

economiche. In questo modo il vitto delle classi subalterne era prevalentemente vegetariano e

basato sull’assunzione di cereali minori e di legumi. Questo si distinse non solo da quello dei

potenti, ma pure all’interno del medesimo tipo di alimento si crearono differenze qualitative e

quantitative. Significativo è il caso dei cereali panificabili: prodotto di pregio era il frumento, anche

se la sua coltivazione appariva scarsamente redditizia, a differenza dei grani minori, più produttivi

perché più resistenti alle avversità meteorologiche. Il pane di frumento divenne così appannaggio

dei potenti, mentre ai pauperes era destinato il pane nero, dai cui cereali si ottenevano anche le

tipiche polente. Anche il consumo di carne appare socialmente differenziato, in quanto la carne

fresca è destinata a pochi privilegiati, mentre la maggioranza si preoccupava di conservarla sotto

sale.

Dal secolo v1 al x si affermò un’alimentazione articolata e diversificata a tutti i livelli sociali grazie

al rapporto favorevole fra popolazione e risorse. Il progressivo incremento demografico

capovolse quel rapporto: le tradizionali risorse alimentari divennero così insufficienti e l’unica

soluzione praticabile fu quella di estendere i coltivi, dissodando foreste e brughiere. La dieta delle

classi subalterne pagò comunque lo scotto dello sviluppo, riducendo drasticamente la sua varietà,

ora del tutto condizionata dalla produzione agricola: il pane assunse ora un ruolo esclusivo

nell’alimentazione popolare, circoscrivendo gli altri alimenti alla funzione integrativa di “com-

panatico”. [72]

Nella diseguale distribuzione delle risorse, furono naturalmente privilegiati i ceti dirigenti tanto

delle campagne quanto delle città. Qui lo sviluppo economico connesso con il commercio aveva

infatti favorito la crescita di una società che godeva di un benessere maggiore. Pure il controllo

politico esercitato dai comuni sui cittadini delle campagne drenava in modo sistematico le risorse

rurali indirizzandole al mercato urbano. Le cucine cittadine potevano così sbizzarrirsi alla ricerca di

una maggiore qualità alimentare, in linea con le nuove buone maniere da tavola. La “follia delle

spezie” costituisce un mito da sfatare, secondo il quale esse venivano usate per coprire i cattivi

gusti legati alla decomposizione della carne alimentare. Tuttavia chi poteva permettersi le

costosissime spezie era anche colui che la carne poteva acquistarla freschissima, mentre le tecniche

di salatura od affumicatura appartenevano alle classi meno abbienti proprio per contrastare il

processo di deterioramento naturale delle scorte.

Il ciclo economico toccò l’apice nel Duecento, dopo di cui subentrò un periodo di crisi. La caduta

della rendita fondiaria arrestò l’espansione dei coltivi. La peste del 1348 ridusse poi drasticamente

l’ammontare della popolazione europea, portando alla caduta dell’offerta di lavoro. Il rapporto fra

popolazione e risorse tornò ad essere per forza favorevole. Persino il vitto migliorò grazie ad una

maggiore disponibilità della carne: l’impulso al commercio del bestiame rese accessibile la carne

anche ai ceti subalterni.

Nel corso del basso medioevo, sui differenti regimi alimentari, fu elaborata da parte della cultura

del potere un’articolata ideologia, intesa a definire ed a distinguere gli stili di vita dei diversi ceti

anche per garantire la conservazione di equilibri sociopolitici. La medicina ufficiale sosteneva

infatti che pregiudica la propria salute chi non si ciba secondo il proprio rango. Si giunse persino ad

una classificazione dell’ordine naturale come scala crescente degli alimenti, parallela alla posizione

sociale di coloro che se ne cibavano: bulbi e radici erano destinati ai contadini, erbe e frutti ai ceti

medi, volatili ai ceti superiori. Il fagiano era infatti il cibo per eccellenza dei nobili. In questa

prospettiva contava dunque molto più la forma che la sostanza, attestata dai sfarzosi banchetti

principeschi.

Solo l’impetuosa crescita demografica dei secoli seguenti provocherà un netto peggioramento

alimentare, condannando le fasce deboli ad un tragico monofagismo che perdurerà sino

all’Ottocento.

Cristianesimo e chiese

1. Il cristianesimo come ideologia unificante e le chiese plurali dell’alto medioevo

Nella fase di massima espansione dell’Impero romano si incontrarono culture ed esigenze

spirituali diverse. Le elaborazioni di ricerca religiosa si svolgevano soprattutto nella città e

particolarmente all’interno delle aristocrazie colte.

In India, fra i secoli v111 e 111 a.C., si sviluppò un monismo idealistico convinto che

nell’individuo fosse presente l’essenza del divino: in questa ricerca era impegnato il monachesimo

buddhista. In parziale parallelo, nei secoli x-v1 a.C., condusse una radicale riforma religiosa in Iran

un sacerdote di nome Zarathustra, polemico contro il politeismo e le complessità dei culti pratica

dalla sua stessa casta. Il sacerdote riconosceva l’esistenza di due spiriti suprema in conflitto fra loro

nell’universo del Creatore sommo (Ahura Mazda, da cui la definizione di mazdeismo per il suo

culto). Anche il mondo ebraico non si limitava al culto monoteistico di Yahweh, ma stava pure

sviluppando una dura opposizione contro i sacrifici rituali.

La ricerca della salvezza, oggetto dell’escatologia, divenne un tratto dominante delle religioni

monoteistiche, soprattutto in ambito giudaico con la credenza nell’immortalità dell’anima e

dell’aldilà. Due erano le attese: quella della fine del mondo e quella di un regno di pace guidato da

un Messia.

L’Occidente greco-romano viveva esperienze che all’interno del tradizionale pantheon politeista

valorizzavano culti che potessero essere sentiti e praticati anche dalle plebi. Si attingeva così a ritmi

agrari della semina e del raccolto (il culto della Grande Madre Cibele). Non mancavano pratiche di

espiazione e dottrine che miravano a prospettive di salvezza ultraterrene. Tutto ciò in dimensioni

comunitarie che da un lato rompevano l’egemonia sociale dell’aristocrazia senatoria. Il risultato

[73]

della convergenza fu un’accettazione condivisa delle gerarchie sociali esistenti e di un parallelo

sviluppo di un atteggiamento filantropico dell’aristocrazia.

Nel secolo 111 d.C. riscontrò particolare fortuna il culto di Mitra, che identificava nella “luce”

l’elemento di mediazione fra cielo e terra e che riprendeva, in parte dal mazdeismo, la devozione

verso il dio-Sole. Alcuni imperatori romani fecero proprio il culto di Mitra, la cui origine militare

doveva essere solo depurata dalle componenti più violente e rozze. La strada per un monoteismo

irreversibile era dunque spianata. Le comunità cristiane interpretarono l’adattamento alle loro realtà

sociali di due monoteismi: quello mitralico e quello ebraico. La sintesi cristiana fu poi

gerarchizzata con la creazione di mediatori fra la divinità e la massa dei fedeli: i vescovi, i

presbiteri, i diaconi. L’insediamento urbano dei vertici vescovili delle comunità cristiane accentuò

il peso delle città, portando a forme di collaborazione fra Impero e vescovi.

La convergenza, che ebbe il suo noto coronamento con la conversione di Costantino, pose

inevitabilmente il problema dell’ortodossia del sistema. Con il concilio ecumenico di Nicea del

325 si stabilì la consustanzialità del Cristo e del Padre, dichiarando eretica la teoria di Ario di

Alessandria, che distingueva e subordinava il Figlio rispetto alla superiore entità di Dio. Si andò

affermando come ortodossa l’idea delle tre ipostasi (rappresentazioni concrete di entità astratte)

Padre, Figlio e Spirito Santo. Presso le popolazioni barbariche sopravviveva però l’arianesimo,

poiché di più semplice comprensione.

L’universalismo imperiale aveva trovato un’eredità ideologica interpretata dalle aristocrazie, che

alla professione della fede univano carriere vescovili ed al permanente valore del latifondo univano

la cristallizzazione delle gerarchie sociali.

Sorsero però contrasti teologici, ma attorno alla fine del secolo 1v il dogma trinitario cessò di

essere messo in discussione. Si scatenò successivamente il dibattito cristologico, riguardante il

concetto di Incarnazione e sul rapporto fra natura umana e divina del Cristo.

Il teologo Nestorio provò a distinguere fra persona divina di Cristo e persona umana di Gesù: il

nestorianesimo fu condannato dal concilio ecumenico di Efeso (431). Seguirono le interpretazioni

monofisite, secondo le quali la divinità e l’umanità di Cristo si fondono in una sola natura. In

questo caso la condanna avvenne nel 451. A tal proposito prevalse l’orientamento dei vescovi di

Roma, contrapposti a tutti gli altri, che si definisce diofisita e che prevedeva due nature ma una

sola persona.

Il periodo seguente fu incentrato sulla ricerca di un pensiero teologico unitario. Giustiniano fece

condannare i testi diofisiti ritenuti estremi. Seguito poco dopo dalla sede romana, il risultato fu uno

scisma tricapitolino delle vaste province ecclesiastiche di Milano e di Aquileia, che avevano

accettato un diofisismo senza compromessi. Il patriarca di Costantinopoli, Sergio, tentò un

compromesso che indusse l’imperatore Eraclio a rendere interpretazione ufficiale il monotelismo,

che prevedeva due nature ma arricchiva l’idea dell’unicità della persona del figlio di Dio con quella

della sua unica volontà d’azione. Vi si oppose la Chiesa di Roma, che vedeva riproposta una

variante riadattata del monofisismo. Alla fine anche il monotelismo venne condannato (680-681),

in un concilio in cui si ribadirono che le volontà dovevano essere due.

Non più cristologica fu la controversia legata allo Spirito Santo. Secondo una prima versione del

<
Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
95 pagine
56 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giacometallo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Sergi Giuseppe.