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I FRANCHI

Alla fine del V secolo sono governati da Clodoveo, da cui ha origine ha la prima dinastia dei franchi: Merovingi (prende il nome da un antenato di Clodoveo, probabilmente il padre). Clodoveo appartiene a una tribù franca che riesce ad affermarsi sulle altre e che riesce a portare avanti la progressiva conquista della Gallia centro-meridionale. Portando anche avanti un progressivo insediamento nella penisola Iberica.

La religione dei Franchi e le fonti storiche

Clodoveo sceglie come professione religiosa per il suo popolo quella del cristianesimo di confessione nicena. Quel che sappiamo con certezza è che i franchi non passano mai nella condizione intermedia del cristianesimo di confessione ariana. Clodoveo si fa battezzare tra gli ultimi anni del Ve i primi del VI secolo, precisamente nel 496; noi abbiamo questa informazione grazie ad un autore che scrive alla fine del VI secolo: vescovo di Tours, Gregorio, che scrive la storia del proprio popolo: “Historia Francorum”.

Quest’opera va ad unirsi a quelle scritte da altri autori del tempo ( come ad esempio Nennio) e vengono raccolte, dal punto di vista storiografico, tutte in un unico corpus di opere chiamato “Historiae Gensium”; sono storie narrative, scritte da personaggi afferenti al mondo religioso\ecclesiastico che cominciano a scrivere una nuova storiografia non più basata sul tentativo sincretico di narrare la storia di Roma sotto il punto di vista provvidenzialistico, ma iniziano a raccontare storie nazionali, cioè storie di popolazioni singole con una loro linea evolutiva precedente al cristianesimo, successiva ad una confessione cristiana dopo il concilio di Nicea (tranne i franchi: già il cristianesimo di confessione micena.) Tutte queste storie hanno un racconto universale (partono dalle origini del mondo), ma poi proseguono eliminando il provvidenzialismo e portando avanti una storia secolare, quindi una storia di popoli. Tuttavia, essendo autori spesso autori

Appartenenti al ceto ecclesiastico, troviamo spesso eventi simbolici, come ad esempio la conversione di Clodoveo:

18- Una conversione progressiva e graduale (dunque priva di illuminazione improvvisa) viene avvicinato al cristianesimo dalla moglie, che era cristiana di confessione micena, e con l'aiuto del vescovo Edelis (molto vicino alla regina Clotilde)- Battesimo nel 496; Clodoveo decide di farsi battezzare a seguito di una malattia del grano diffusasi. Lo battezza il vescovo di Reis, Religio.

Nell'opera viene paragonata la decisione di battesimo di Clodoveo a quella di Costantino (considerato il primo imperatore cristiano); da qui anche la questione del "manoscritto della donazione di Costantino".

Tutte queste storie, anche se redatte in tempi molto differenti, hanno come comune scopo, secondo l'interpretazione della storia della storiografia, quello di portare avanti un progetto molto chiaro di "etnogenesi": creazione di un'origine di

Queste popolazioni sono riconoscibili, dato che la storia ci dà una serie eterogenea di informazioni delle varie popolazioni. Dal momento in cui queste popolazioni si affermano nell'Europa occidentale, costruendo un sistema di regni e di fatto superano la prospettiva universalistica dell'Impero, è fondamentale per loro creare un passato altrettanto prestigioso di quello di Roma.

Gregorio di Tours ha proposto una ricostruzione del passato franco basata su un'origine troiana: non agganciandola alla figura di Enea (per evitare il contatto diretto con Roma), ma legandola alla figura di Francio, un eroe troiano che aveva salvato da una città in fiamme un gruppo di franchi, portandoli poi nell'Europa centrale, dando origine alla dinastia franca. Origine vicina a quella di Roma, ma non a contatto diretto.

(Longobardi: derivati dagli dei della Scandinavia)

Le conseguenze della conversione: il rapporto con la Chiesa e l'Impero d'Oriente

Battesimo di Clodoveo: è il precedente che giustifica l'incoronazione di tutti i sovrani franchi da parte del vescovo di Reis (anche dei futuri re di Francia).

Battesimo: buona mossa anche a lunga distanza poiché così si lega alla Chiesa cattolica, ma anche all'Impero orientale (Clodoveo: interlocutore privilegiato nei confronti della Chiesa e dell'impero d'oriente, soprattutto quando il cristianesimo di confessione micena torna ad essere la principale, a discriminare delle altre minoranze considerate eresie).

Le conseguenze della conversione: il rapporto con i gallo-romani. Un'altra conseguenza del battesimo di Clodoveo è il rapporto con i gallo-romani: convergenza degli interessi della popolazione gallo-romana e quella franca.

(In tutte le altre convivenze con popolazioni germaniche c'era stata una bipartizione tra potere militare e civile) per quanto riguarda i franchi, invece, non viene attuata, se non in una prima.

fase iniziale di insediamento in Gallia. Questo perché, non essendoci una differenza di fede religiosa tra franchi e romani, inizia un dialogo tra i dominatori e le popolazioni dominate, per cui i franchi creano da subito una società molto coesa, in cui tutti possono partecipare al governo e alla cosa pubblica senza distinzioni. (La conversione del re significava automaticamente che la religione di quella popolazione da quel momento coincideva con quella del re, indipendentemente dal tempo necessario alla conversione dell'intero popolo).

Quindi i romani non vedono più i franchi come dei totali estranei, ma come corregionali. E i franchi sono la popolazione germanica più aperta ad assorbire la cultura romana, non sentono il bisogno di imporre un'identità distaccata.

Dunque i franchi partecipano al governo civile del regno così come i galli romani partecipano alla vita militare: società coesa, unita al suo interno, fatta di tolleranza.

E collaborazione. L'unica questione che differenza i franchi dalle altre popolazioni germaniche, dal punto di vista dinastico, è l'osservanza della cosiddetta "Lex Sannica" (che prende il nome dai franchi Sanni) è una legge molto precedente all'arrivo dei franchi in Gallia. È usata per regolamentare la successione ereditaria a livello monarchico: prevedeva la spartizione dei beni paterni (quindi delle "terre saliche") fra tutti i figli maschi.

I Franchi: le modalità di successione e i suoi problemi

Ulteriore passo avanti nel confronti delle altre popolazioni: a volte il sovrano viene eletto, quindi non viene rispettata la successione ereditaria. Quindi Clodoveo disciplina la successione ereditaria (successione diretta), per fornire una maggiore stabilità a livello politico.

Problema: nella mentalità franca resta una traccia tribale della condivisione di tutto il patrimonio ereditato tra tutti gli eredi. Quindi

Tutti gli eredi maschi avevano il diritto di accesso al trono edunque ad entrare in possesso della corona alla morte del padre. Rimane l'idea della patrimonialità dell'esercizio del potere pubblico: il territorio su cui i re franchi esercitano il proprio potere non è un concetto ideale, ma una proprietà privata del sovrano stesso, quindi il re amministra il territorio come fosse patrimonio proprio (è un retaggio tribale su cui la chiesa medievale del secondo VIII secolo giocherà molto, redigendo il testo della donazione di Costantino). Questa caratteristica dei franchi, sulla lunga distanza, porterà a dei problemi importanti: quando Clodoveo muore vengono a formarsi 4 stati, uno per ogni figlio. Tuttavia, dal punto di vista istituzionale, ciò non significa che ogni stato sia indipendente (come nell'eutarchia), sono 4 porzioni di territorio che fanno parte di un'unica compagine franca e che hanno a loro comando 4.

personalità differenti.Problema di dialogo con le altre popolazioni, con l'impero e con la Chiesa. Tuttavia questa mentalità non viene mai scardinata, nonostante i tentativi.

Da qui nasce anche l'idea di un patto tra sovrano e nobili: il nobile offre la sua totale disponibilità alla corona in cambio di una ricompensa, generalmente terreni su cui esercitare potere. Tuttavia queste terre vengono prese dal dominio pubblico, che in realtà erano proprietà privata del sovrano.

Ciò comporta una progressiva perdita, da parte del sovrano, delle proprie terre. Dunque i sovrani diventano mano a mano sempre più deboli dei nobili che hanno favorito.

Questa è una delle ragioni per cui, già alla morte di Clodoveo, lo stato franco inizia ad espandersi in modo sempre più sensibile (quella tradizione espansionistica che caratterizza i merovingi e l'impero di Carlo Magno poggia le basi su questo sistema dei rapporti personali e l'aristocrazia.

Che deve essere ricompensata con dei beni fondiari, presi dal denaro pubblico). 20Teodorico il Grande: la politica del sovrano ostrogoto

Politica di consolidamento dei confini: con l'appoggio degli imperatori estende la supremazia ostrogota su buona parte dell'illirico, quindi consolida i confini nord-orientali dell'Italia (attualmente Austria e Svizzera).

- stipula dei trattati di non aggressione con i Borbone-estende la superiorità ostrogota su buona parte della Provenza: crea una sorta di cuscinetto a protezione dei confini settentrionali, nord-occidentali\orientali dell'Italia

- con i Visigoti è in ottimi rapporti di amicizia, con i franchi nonostante la parentela va in una direzione completamente diversa

- il problema dei vandali permane, infatti Teodorico impronta una politica pacifica, ma i vandali mantengono il dominio di quasi tutte le penisole del mediterraneo occidentale (tranne la Sicilia: riconquistata da Odoacre), dalle Baleari, alla Sardegna,

alla Corsica.

Teodorico: il rapporto col popolo romano e con l'esercizio della Giustizia

Quindi Teodorico, almeno fino agli anni 20 ha l'appoggio del senato, e porta avanti la sua politica riconfermando Ravenna come capitale dell'impero, ma dando comunque un'importanza ideologica a Roma (infatti là risiede il senato, ma spesso anche lui stesso).

Rapporto tra i gruppi che compongono il regno ostrogoto: Teodorico li mantiene costantemente separati, (non ci sono matrimoni misti tra Ostrogoti e romani), anche dal punto di vista della giustizia c'è una separazione: viene esercitata in modo differente a seconda dell'appartenenza (=personalità del diritto). La giustizia ostrogota continua ad essere trasmessa per via orale, secondo la tradizione della popolazione (non si promuovono codici di legge). Sono dette "leggi capitolari": con una durata variabile, sono delle disposizioni normative articolate in capitoli; non ci saranno delle

attività di riunione della legge. (Nel VII secolo i Visigoti arrivano a stipulare un codice di legge valido per tutti, integrando leggi precedenti e nuove disposizioni.)
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A.A. 2020-2021
180 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lills26 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Plebani Eleonora.