Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 59
Storia Medievale - Appunti Pag. 1 Storia Medievale - Appunti Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia Medievale - Appunti Pag. 41
1 su 59
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Guglielmo da Volpiano, abate di san Benigno di Gigione

Guglielmo da Volpiano, abate di san Benigno di Gigione, a cui affida ben tre monasteri, St-Evre, St-Mansuy a Toul e Moyenmoutier. Guglielmo da Volpiano era nato nel 962 sull'isola di San Giulio del lago d'Orta, mentre Ottone I era in Italia e assediava Berengario II. Figlio del conte di Volpiano, nobile svevo, e di Perinzia, probabilmente imparentata con Arduino di Ivrea. Viene battezzato e la sua madrina di battesimo fu l'imperatrice Adelaide, poco dopo la vittoria di Ottone I su Berengario II, perché Ottone ha necessità di legarsi subito all'aristocrazia del luogo. Nel 969, Guglielmo viene oblato al monastero di San Michele di Lucedio, presso Trino Vercellese: l'oblazione è un'istituzione diversa da quella attuale (laici che prendono alcuni voti monastici), e derivava dalla regola di san Benedetto, nella cui Regula si dice che i bambini possono essere oblati, cioè offerti, al monastero, lasciandoli lì (con una donazione se ne).

Guglielmo da Volpiano

Guglielmo da Volpiano, nato intorno al 962, è un monaco benedettino italiano. Viene abbandonato dai genitori e trovato da un monaco che lo porta al monastero di San Benigno a Digione. Qui viene educato e allevato fino all'età adulta, quando può decidere se lasciare o restare nel monastero. Guglielmo sceglie di rimanere, diventando monaco e maestro del monastero, nonché responsabile dell'amministrazione.

Il vescovo Pietro di Vercelli vorrebbe ordinarlo diacono, ma Guglielmo rifiuta perché Pietro è fortemente legato alla famiglia imperiale. È evidente il suo desiderio di un monachesimo libero dalle ingerenze politiche. Nel 987, Guglielmo incontra l'abate Maiolo di Cluny, che era venuto a Lucedio per portare la riforma cluniacense. Guglielmo decide di seguirlo a Cluny e rimane lì per due anni, diventando priore di un monastero collegato.

Nel 990, Guglielmo viene consacrato abate di San Benigno a Digione, che era stato distrutto e abbandonato. Qui fonda e struttura l'abbazia secondo i principi della riforma cluniacense. Inizia un'attività di riformatore, riformando ben 40 abbazie. Guglielmo muore nel 1031 a Fécamp.

Po' strana in un periodo strano: a Roma, c'era Benedetto IX che continuava a emettere documenti come papa e Leone stesso continua a mantenere la sede episcopale di Toul per tre anni. A un certo punto, l'imperatore lo invita ad andare a Roma, perché aveva bisogno di usarlo per risolvere i problemi. Forse a Besançon incontra Ildebrando di Soana, mentre questo era in viaggio per la Francia con Gregorio VI. Ildebrando lo invita a farsi eleggere secondo la norma: con l'elezione prima del clero e del popolo romano e poi la conferma dell'imperatore. A Roma, Bruno arriva e fa ripetere la propria elezione, con l'acclamazione di clero e popolo, il 2 febbraio 1049. La consacrazione avviene dieci giorni dopo. Sceglie il nome di Leone, per richiamarsi a Leone Magno (440-461), perché Leone Magno era già venerato come santo, per molti motivi: aveva difeso Roma dall'aggressione di Attila, forse pagando un tributo o, secondo alcuni.

dicendogli di Alarico che era morto un mese dopo il saccheggio di Roma. Con il saccheggio di Genserico, invece, aveva ottenuto che la popolazione fosse risparmiata
  • aveva difeso l'ortodossia
  • aveva promosso una restaurazione della disciplina ecclesiastica
  • aveva sostenuto il primato della sede di Roma
Leone IX lo sceglie come modello. Fu un papa itinerante: non restò a Roma molto tempo (anche per questo Benedetto IX continuò ad avere molto spazio di manovra). La sua figura non è quindi passiva e semplice pedina dell'imperatore a Roma, ma di un papa che cerca effettivamente di influire sulla Chiesa. Già tra 14 e 20 maggio 1049, presiede il sinodo a Pavia, con i vescovi dell'Italia del Nord, per definire alcuni punti. Dopo, va a Colonia, Aquisgrana, Liegi, Treviri e Toul. Tra 3 e 5 ottobre 1049 riunisce un sinodo di vescovi francesi a Reims, durante il quale intraprende azioni contro i vescovi simoniaci. Si sposta poi a Verdun e Metz.

19 ottobre 1049 tiene un altro sinodo a Magonza, dove è presente anche l'imperatore. Si sposta ad Aldorf e Andlau, scende poi in Italia a Verona, Capua, Salerno, Malfi e Benevento. Nell'aprile 1050 tiene un sinodo a Siponto e poi uno a Roma, dopo la quale si sposta in Germania, tra la Mosa e il Reno. A settembre 1050 tiene un altro sinodo a Vercelli, dopo il quale è ancora a Besançon e Langres e poi a Toul. Dal punto di vista riformativo, Leone IX è subito molto attivo. Tra 1051/52 visita Benevento, Salerno, Subiaco e Narni. Nell'ottobre 1052 tiene un sinodo a Bratislava con Enrico III, durante il quale si occupa della zona orientale dell'impero occidentale. Insieme all'imperatore va a Ratisbona, Bamberga, Worms e nei paesi renani. Torna in Italia per risolvere il problema dei Normanni. Questi, con il favore dei papi, si erano stabiliti in Italia meridionale, senza stabilire un vero e proprio regno, almeno per i primi anni. Dopo aver costituito

Un vero e proprio stato entrano in contrasto con il papato. Chiede l'intervento dell'imperatore, che però Enrico III nega, mandando solo alcune truppe, da unire alle sue truppe e ai suoi feudatari. Si scontra con i Normanni e viene sconfitto: nel marzo 1054 viene fatto prigioniero e portato a Salerno, fino al 12 marzo. Torna a Roma, senza mai riprendersi, e il 19 aprile 1054 muore a Roma.

Oltre all'importanza dei suoi continui spostamenti, è importante il fatto che fu un papa riformatore, che cercò di rispondere ad alcune esigenze della Chiesa. Il 1054 è anche l'anno del Grande Scisma: Leone IX è anche protagonista di un allontanamento dai Bizantini, che va di pari passo con la riaffermazione del primato di vescovo di Roma. La sua azione riformatrice non si sviluppa con l'allontanamento dall'imperatore (è assolutamente rispondente all'Impero), ma cercando di risolvere i problemi interni di eresia, nicolaismo e.

simonia. Per simonia e nicolaismo, nel sinodo di Reims si stabilisce che i prelati sospetti siano chiamati a testimoniare e, in caso di ammissione di colpa, vengano immediatamente condannati e deposti, oppure perdonati, nel caso che ci siano le condizioni. È importante perché è la prima volta che si stabilisce in un sinodo che si debbano prendere provvedimenti contro simonia e nicolaismo. Non si può quindi continuare con queste pratiche.

Sull'eresia, vengono condannate le tesi di Berengario di Tour, sulla transustanziazione. Berengario diceva che era impossibile che pane e vino cambino la loro essenza, quindi l'essenza delle cose non accade durante la consacrazione, che quindi diventa un fatto solo simbolico, per cui pane e vino diventano simbolicamente corpo e sangue perché ricordano la morte di Cristo. Viene contestato perché già c'erano state numerose discussioni teologiche sull'argomento, a cui poi si affiancano anche i

miracoli. Leone IX si preoccupa di definire meglio la dottrina cattolica: rimane un papa imperiale, ma è anche uno che lavora per la Chiesa. Lavora anche molto: durante tutto il suo pontificato emana 124 bolle (alcune sono false, ma alcune sono anche andate perse), destinate soprattutto ai suoi luoghi d'origine (Francia e Lotaringia), l'Italia e alcune abbazie imperiali (Fulda), oltre che alcuni regnanti (Enrico III di Inghilterra). Non ci sono bolle per l'imperatore Enrico III, forse perché il loro rapporto era diverso. Nelle bolle all'Alsazia e alla Lorena, le più numerose, Leone si mostra come un conservatore e difensore delle antiche usanze ancora in vigore. Fa anche preparare un manuale in cui vengono definite le pratiche di cancelleria: la sua doveva essere molto efficiente, in particolare contro le falsificazioni. 11.12 Leone IX, papa totalmente imperiale, per preparazione e per elezione, si fa comunque interprete dei problemi della Chiesa, in

particolare autonomia emoralizzazione. Proprio per questo impegno, venne fatto santo. Nell'ultima parte della sua vita si attua lo Scisma d'Oriente. Apparentemente, non ha nulla a che fare con la crisi della Chiesa occidentale, a cui Leone cerca di far fronte, ma in realtà lo Scisma è un sintomo della stessa crisi. La Chiesa d'Oriente, in questi anni, cerca di tener duro sui punti dottrinali e liturgici, che erano stati chiamati in questione da tempo, ma non erano mai stati discriminanti. Ora, davanti a una Chiesa occidentale che cerca una nuova centralità di Roma e della figura del papa, volute dall'imperatore stesso per controllarla, facendo di Roma un simbolo del potere imperiale, cercando di imporre il papa come capo dell'intera Chiesa, si trova in contrasto con la Chiesa d'Oriente che aveva come capo l'Imperatore d'Oriente. È uno scontro teologico, ma anche politico, con i due imperatori a contrapporsi. In realtà,

I punti e i fatti che hanno causato la crisi sono così casuali e futili da essere incredibili. Il Grande Scisma.

Verso la fine del 1052, il metropolita Leone di Ocrita, membro della Chiesa orientale, invia al vescovo Giovanni di Trani una lettera, concordata col patriarca di Costantinopoli, Michele Cerulario. Questo ha deciso di andare più a fondo nelle questioni discusse tra le due Chiese. Nella lettera, si chiede che tutti i vescovi latini abbandonino le pratiche giudaiche, cioè la comunione col pane azzimo e il digiuno del Sabato Santo. Aggiunge che le chiese che continueranno a praticare queste due cose verranno chiuse. Tra i vescovi latini è compreso anche il papa. La lettera circola rapidamente. Il papa decide di rispondere e fa preparare a Umberto di Silvacandida tre lettere: una teologica, sul digiuno del Sabato Santo e la comunione con il pane azzimo, da inviare a Leone di Ocrida, ma non fu mai inviata; una per l'imperatore Costantino Monomaco; una per Michele Cerulario.

Il papa vede nella lettè
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
59 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FrensysCastle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Gamberini Roberto.