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Giuseppe Mazzini, per “liberare” Roma. Fu eletto durante le elezioni
politiche per la XVI legislatura e confermato per le quattro successive.
LEONE FORTIS: fu deputato, direttore del “Vero Operaio”, poi nel marzo
• 1857, fondatore e direttore de “Il Pungolo”, divenuto in secondo
momento un quotidiano (entrambi milanesi), fondatore de “La Nuova
Roma” sulla scia dell’entusiasmo generato dalla Breccia di Porta Pia, ed
infine, nel 1893, direttore aggiunto della “Gazzetta Ufficiale del Regno
d’Italia”.
RAFFAELE DE CESARE: cattolico conciliarista, giornalista di grande
• cultura, studioso di economia agricola e commercio, fu commentatore
politico di diversi giornali e corrispondente parlamentare dell’”Unità
Nazionale”. Divenne inoltre famoso per la pubblicazione di alcuni studi
storici sul Regno delle due Sicilie e sullo Stato pontificio. Divenne
deputato Per il collegio della Manduria come esponente della Destra, in
occasione della XX e XXI legislatura e senatore nel 1910.
VALENTINO RIZZO: giornalista e resocontista dell’”Opinione” dal 1870, fu
• nominato deputato nel 1886 e riconfermato sempre fino alla XXII
legislatura.
EMILIO FAELLI: giolittiano, direttore dal 1892 al 1893 del quotidiano
• romano “Folchetto”, fece il suo ingresso alla Camera nel 1904 e divenne
senatore nel 1920. 15
GIOVANNI FALDELLA: fondatore nel gennaio del 1869 de “Il Velocipede”,
• collaboratore della “Gazzetta Piemontese”, della “Rivista Minima”, de “Il
Fanfulla”, del “Caffaro” e di “Cronaca Bizantina”, divenne deputato nel
1881 e senatore nel 1896. Una raccolta di suoi articoli scritti sulla
“Gazzetta Piemontese” in cui egli descriveva il passaggio dal suffragio
uninominale ristretto a quello allargato a scrutinio di lista, furono
pubblicati all’interno di un’opera in cinque volumi (“Salita a
Montecitorio”).
GIUSEPPE LAZZARO: patriota imprigionato più volte, uno dei principali
• animatori del garibaldino “Roma”, del quale fu direttore dal 1863 al 1890.
Fu eletto deputato di Sinistra nel 1861 per il collegio di Conversano e
nominato senatore nel giugno del 1908, due mesi prima della sua morte.
GIOVANNI NICOTERA: fondatore e proprietario del quotidiano romano “Il
• Bersagliere”, organo di stampa finanziato attraverso i fondi segreti del
Ministero dell’Interno. Frequentò a lungo le tribune parlamentari prima di
essere eletto deputato nel 1861. Successivamente fu ministro degli
Interni.
EDOARDO ARBIB: direttore del “Corriere della Venezia”, fondatore e
• direttore per tre mesi nel 1879, della “Gazzetta del Popolo di Firenze”,
direttore della “Gazzetta del Popolo di Roma” ed anche del quotidiano
moderato romano “La Libertà”. Nel 1893, subentrò a Guido Mantegazza
alla guida de “L’Italie” e passò, nel 1899, alla guida de “La Capitale”.
Venne eletto deputato nel 1879 nel collegio di Viterbo e rieletto per altre
cinque legislature, prima di divenire senatore nel 1904.
GIUSEPPE LUCIANI: direttore del quotidiano romano “Il Ciceruacchio” ed
• eletto deputato nel 1874. Tuttavia, nel 1875 fu condannato all’ergastolo
come mandante dell’omicidio, commissionato ad un falegname, di
Raffaele Sonzogno, direttore de “La Capitale” e della cui moglie lui era
divenuto l’amante. Grazie a questo omicidio Luciani riuscì anche per un
periodo a subentrare a Sonzogno come candidato del quinto collegio di
Roma.
FRANCESCO DE LUIGI: giornalista parlamentare e direttore-proprietario
• del trisettimanale romano “L’Esercito Italiano”, fondato nel 1880. Non fu
deputato, ma revisore del servizio di stenografia della Camera.
ERNESTO RIVALTA: direttore de “Il Progresso” di Piacenza e de “Il
• Presente” di Parma, ebbe modo di affermarsi, una volta divenuto
collaboratore di Urbano Rattazzi, come riorganizzatore dell’Ufficio Stampa
del Ministro dell’Interno, in particolare sotto i governi guidati da Giolitti.
Nel 1874, qualificandosi come direttore de “Il Progresso” e professore
“nelle scuole di Roma”, richiese l’autorizzazione per l’accesso alle tribune
della Camera Alta, dopo aver ottenuto quella per la Camera dei deputati,
ma questa gli venne rifiutata. Ciò dipese dal fatto, che per una ragione di
penuria dei posti disponibili era possibile ammettere con permesso
permanente solo corrispondenti dei quotidiani romani, mentre gli altri
dovevano richiedere di volta in volta l’autorizzazione giornaliera. Venne
16
negato il permesso permanente anche ai resocontisti stenografici. La
situazione si attenuò solo in seguito al trasferimento di molte testate
nella capitale.
Concludendo il paragrafo, è bene aggiungere che all’epoca la condizione di
deputato era ben diversa da quella che si vede oggi. Almeno fino all’avvento di
Giolitti, agli inizi del ‘900, infatti, l’assenza di qualsiasi forma di indennizzo, di
esenzioni tributarie o fiscali e di qualsiasi agevolazione (salvo che nel settore
postale e ferroviario), rendeva impossibile per un parlamentare che non
potesse godere di buoni mezzi finanziari o di un lavoro ben retribuito, la
garanzia di una tranquilla sopravvivenza nelle sedi parlamentari.
Dalle tribune parlamentari alle poltrone di direttore
5.3
Tutti i giornalisti sopra citati, costituiscono un esempio di come la carriera
giornalistica sia per loro stata un trampolino di lancio per quella politica. Ma
bisogna evidenziare come molti altri giornalisti parlamentari seppero ricavarsi
posizioni di rilievo proprio all’interno del mondo dell’informazione.
Probabilmente in tal senso operò un meccanismo a doppia mandata: da un lato
molti giornalisti ebbero modo di specializzarsi grazie all’esperienza
parlamentare e dall’altro un numero cospicuo poté accedere a quest’ultimo
proprio in virtù della posizione professionale precedentemente goduta. Pochi
giornali, infatti, avrebbero affidato il ruolo di resocontista a qualcuno poco
capace o privo di esperienza: il resocontista non solo doveva essere colui il
quale conosceva bene i regolamenti, le procedure parlamentari ed i sistemi di
votazione, ma anche qualcuno capace di padroneggiare in modo idoneo il
gergo politico parlamentare. Per questo molti giornalisti parlamentari si
affermarono nel tempo come direttori e molti direttori divennero frequentatori
assidui delle tribune della stampa.
Alcuni protagonisti importanti di questa categoria furono:
GIOVANNI BATTITA BOTERO: direttore della “Gazzetta del Popolo”. Negli
• anni successivi al 1861 fu il puntuale estensore dei resoconti delle sedute
parlamentari, i quali occupavano sempre la prima pagina del suo
giornale.
VICO MANTEGAZZA: noto per aver offerto ai lettori del “Corriere della
• Sera”, cronache dettagliate dell’intrapresa italiana in Africa, comprese
quelle dell’eccidio di Dogali. Fu per due volte direttore della “Nazione” di
Firenze, poi dell’ “Italia” di Milano e dell’ “Italie” di Roma.
EDOARDO BERTOLELLI: noto per essere diventato direttore
• amministrativo dell’ “Italie” di Roma.
Nomi minori ma comunque importanti sono quelli di: GIUSEPPE MADON,
• direttore del “Bollettino di giurisprudenza amministrativa e finanziaria” e
poi di “Giurisprudenza tributaria ed amministrativa; URIELE CAVAGNARI,
direttore del quotidiano palermitano “L’Isola” e del settimanale “Le
Gemonie”; LEONE BRANZI, direttore del settimanale umoristico romano
17
“Cri-Kri”; LUIGI TREVEGLINI, fondatore e primo direttore del “Giornale dei
lavori pubblici e delle strade ferrate”, che visse per settant’anni; il
luogotenente LUDOVICO CISOTTI, famoso per un duello, nel 1869, con
Felice Cavallotti e per essere stato direttore del trisettimanale “L’Italia
militare”, nato a Torino e poi trasferitosi a Firenze nel 1865 e a Roma nel
1871; il maggiore dell’esercito, TANCREDI FOGLIANI, coinvolto nelle
campagne militari del 1848, ’59 e ’66, esule a Torino nel 1853 dopo il
fallimento del moto milanese di febbraio e direttore della “Rivista Militare
Italiana”; FRANCO FRANCHI direttore de “L’Adige” e del settimanale
“L’Italia nelle colonie”; il tenente di vascello LUIGI GRAFFAGNI direttore
della “Rivista Marittima”; GIOVANNI GALIANI, direttore della “Rivista
Settimanale”; CARLO PANCRAZI, direttore della “Gazzetta D’Italia” ed
editore, proprietario e direttore della “Rivista Europea”; ACHILLE DE
CLEMENTE, direttore a Napoli de “L’Iride”ed “Il Paese” e poi del
quotidiano “Il Tribuno” (nato subito dopo la presa di Roma e fusosi con “Il
Ciceruacchio”); STANISLAO CARLEVARIS, direttore del settimanale “La
Vita Romana”; STEFANO DE ROSAI, corrispondente del quotidiano “La
Capitale”, direttore del bisettimanale “La Fenice” e dell’ “Economista” di
Roma; CLEMENTE LEVI, redattore capo del quotidiano “La Libertà” e
direttore del giornale umoristico - satirico romano “Don Chisciotte”;
CARLO LEVI, direttore della rivista quotidiana “La Borsa”, trasformatasi
nel 1884 in “L’Italia Finanziaria”, diresse a Roma il settimanale “La
Corrispondenza finanziaria”; NAPOLEONE CORAZZINI, direttore del
settimanale romano “Il Corriere della Domenica” e del quotidiano “Il
Messaggero Illustrato”, SALVATORE D’ONDES DELL’ALVANO, direttore del
“Gazzettino di Roma”; ENRICO CROCI direttore della “Rivista Bibliografica
Contemporanea Italiana”; EUGENIO SACERDOTI, direttore de “La Patria”
di Bologna, trasformata in quotidiano nel 1874, de “Il Capitan Fracassa” e
fondatore e poi direttore, nel 1891, a Napoli, del quotidiano “Don
Marzio” ; l’economista liberista GIOVANNI ANTONIO PAPA e lo storico e
geografo GASPARE BUFFA, insieme direttori a Genova del “Corriere
Mercantile”, quotidiano di Destra fondato nel 1872.
UGO PESCI: ufficiale di carriera dimissionario, corrispondente de “Il
• Fanfulla” e collaboratore di molti giornali, tra i quali “Il Corriere della
sera”, diresse per 12 anni “La Gazzetta dell’Emilia” di Bologna.
FRANCESCO DALL’ONGARO: dal 1838 direttore e comproprietario della
• rivista culturale “La Favilla&rdq