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Napoleone; la ricerca di successi militari capaci di restituire a Carlo X la popolarità perduta

Quest'ultima speranza si dimostrò vana perché Carlo X cadde pochi giorni dopo la presa di Algeri e i problemi della nuova conquista passarono al liberale Luigi Filippo, il quale procedette ad una politica di occupazione limitata ai distretti costieri. Tuttavia i capi tradizionali dell'interno non riconobbero la sovranità francese e proclamarono la Jihad, riuscendo ad infliggere sconfitte ai Francesi. Nel 1840 Parigi decise di prendere il controllo dell'intero Paese: l'operazione fu condotta con successo dal generale Thomas Bugeaud e la politica aggressiva nei confronti degli algerini durò fino al 1879.

In seguito alla repressione l'Algeria smise di essere di competenza esclusiva dei militari e fu divisa in tre grandi départements, da governare come se fossero territori metropolitani. Fu una scelta controversa: gli interessi degli

Agricoltori coloni non erano necessariamente gli stessi di quelli in Francia e restava il problema dell'assimilazione dei musulmani e degli ebrei. L'onda di fermento antisemita scoppiata nel 1898 convinse Parigi a cambiare linea: la maggior parte delle attività di governo furono trasferite al Governatore Generale e al Paese fu attribuito un bilancio annuale sottoposto all'approvazione di un'assemblea, composta sia da cittadini francesi che da Algerini autoctoni; ciò nonostante, la maggioranza della popolazione veniva resa partecipe poco o niente al governo. In riconoscimento del contributo algerino alla vittoria nella Grande Guerra, divenne un po' più facile per gli Algerini ottenere la cittadinanza. Dopo la fine della guerra, gli appelli dei nazionalisti algerini perché la nuova Quarta Repubblica francese accordasse loro l'autogoverno locale furono ignorati. Il massimo che l'Algeria ottenne fu nel 1947 uno statuto costituzionale.

che estendeva la cittadinanza francese a tutti i musulmani e gli assegnava un numero di rappresentanti pari a quello dei coloni, sette volte inferiori di numero. Trasformati in un proletariato autoctono depresso e frustrato dalla presenza coloniale, i nazionalisti Algerini riuniti nel Fronte di Liberazione Nazionale scatenarono la rivolta armata contro i Francesi. Questo atto ebbe ripercussioni anche in Tunisia e Marocco, dove era forte l'agitazione nazionalista: nel 1954 i Tunisini ottennero l'autogoverno e nel 1956 il Marocco tornò ad essere una monarchia indipendente. Nel frattempo l'Algeria era nel caos: mentre l'esercito francese operava una sanguinaria repressione, in Francia l'opinione pubblica diventava sempre più insofferente ai costi umani e materiali della guerra. I militari e i coloni, scettici sulla volontà del governo di proseguire la guerra, si rivoltarono anch'essi. Fu richiamato al potere Charles De Gaulle, il qualeconcluse che la Francia poteva difficilmente mantenere la propria presenza in Algeria e nel 1962, con un referendum, gli Algerini scelsero l'indipendenza. Tunisia e Marocco, Africa Settentrionale Tunisia e Marocco erano protettorati francesi nei quali la sovranità legale rimaneva ai sovrani locali, rispettivamente il Bey e il sultano. L'assunzione da parte della Francia del diritto di governarli fu la conseguenza del fallimento di quest'ultimi di conservare amministrazioni che i governi europei ritenessero adeguati a garantire i loro interessi nazionali. Il governo del Bey era fallito nel 1869 e le sue finanze poste sotto il controllo internazionale. Le autorità francesi riuscirono a subentrare ai creditori stranieri del Bey e i loro funzionari trasformarono l'amministrazione in un sistema autocratico e burocratico, lasciando ai funzionari del Bey solo la gestione della giustizia e la tassazione diretta. La moderna educazione offerta proprio dal loro dominio.si ritorse contro i Francesi: negli anni Trenta ilpartito Nuova Costituzione di Habib Burghiba, organizzatosi in difesa dei diritti dei Tunisini,entrò in aperto contrasto con le autorità francesi.In Marocco il makhzin, il governo permanente e organizzato, raramente era penetratonell’interno, considerandolo terra dissidente da lasciare ai Berberi. All’inizio del Ventesimosecolo, il makhzin era in decadenza: il desiderio del suo giovane sultano di europeizzare ilPaese aveva incontrato l’ostilità di molti sudditi influenti e con l’intervento europeo si giunsealla guerra civile. Il generale francese Lyautey restaurò l’ordine con la forza e nel 1918 ildominio francese era stato esteso oltre i precedenti limiti. Sul fronte civile, Lyautey lavorò perrestaurare il prestigio del sultano e costruire un’amministrazione moderna, con personalefrancese, al fianco del tradizionale makhzin. Si impose una supervisione più

stretta sul sistemagiudiziario e si preferì giungere ad un’intesa politica con i capi Berberi per assicurarsene ilcontrollo.

Etiopia, Africa Orientale

Il declino del potere ottomano consentì al regno d’Etiopia di riprendere i contatti con il restodella cristianità e soprattutto con Francia e Inghilterra. Dal momento che il Mar Rosso avevaacquistato una nuova importanza del traffico commerciale, tutti si mossero per salvaguardare ipropri interessi: gli Inglesi occuparono Aden, i Francesi Obok e gli interessi italiani sistabilirono ad Assab, in Eritrea. I baroni etiopici sfruttarono il caos provocato dalla furia deiGalla, che aveva distrutto il potere dell’imperatore, per sviluppare l’esportazione di avorio el’importazione di armi da fuoco. Il più fortunato di loro, Ras Kasa, si fece incoronareimperatore nel 1855 con il nome di Teodoro. Non avendo ricevuto risposta ad una letterainviata alla Regina Vittoria, imprigionò

alcuni diplomatici e Londra rispose con una spedizionepunitiva; abbandonato da tutti, Teodoro fu sconfitto e si suicidò. Visto il potere conquistato daMenelik II dello Scioa con l’assoggettamento delle popolazione galla e somale, Giovanni IVacconsentì nel 1882 di riconoscerlo come suo successore.

Nel 1883 il governo italiano completò la conquista dell’Eritrea e istituì un protettorato sullecoste somale. Dopo la morte di Giovanni, siglarono con Menelik il trattato di Ucciali: mentrel’etiope lo percepì come la conferma di un’amicizia, Roma lo interpretò come un segno diriconoscimento del suo protettorato. Le armate italiane, avanzate per rendere effettivo iltrattato, furono annientate nel 1896 ad Adua.

Dopo essere stato reggente dell’imperatrice Zauditu, figlia di Menelik II, nel 1930 HailèSelassiè ascese al trono. Conscio della necessità di modernizzare le strutturedell’amministrazione e

della società, si concentrò su programmi di istruzione e formazione. Il suo regno fu interrotto per cinque anni dall'occupazione italiana, durata dal 1936 al 1941. Nel 1962 decise di revocare lo status federale dell'Eritrea e di annetterla come provincia etiopica, ma si scontrò con la resistenza del Fronte di Liberazione, che godeva dell'appoggio dei vicini Paesi musulmani; contemporaneamente era in piedi anche un conflitto armato in Ogaden contro i pastori somali. Nel 1972 l'Etiopia fu colpita da una grave carestia e il fallimento del regime di Selassie nell'affrontare tutti questi problemi determinò nel 1974 un colpo di Stato che instaurò una repubblica socialista sottoposta al controllo di un Consiglio Provvisorio Militare Amministrativo chiamato Derg. Nel 1977, dopo anni di lotte interne al regime militare, il colonnello Menghistu prese la guida del Paese, che grazie a lui ricevette aiuti consistenti dall'Unione.

Sovietica e respinse l'invasione somala nel 1978. Tuttavia fu incapace disconfiggere la rivolta interna scatenata dall'imposizione di un programma di riforma agraria edi collettivizzazione.

Sudafrica, la questione boera

L'insediamento europeo del Capo era stato sollecitato dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali poco dopo il 1652, allo scopo di controllare l'accesso all'Oceano Indiano. Anche se la carne poteva essere ottenuta dalle comunità pastorali dei Khoikhoi locali, la presenza di agricoltori europei, i Boeri, era fondamentale per i rifornimenti alimentari. La Compagnia Olandese costituiva però l'unico mercato a disposizione dei coloni ed essa perseguiva i propri interessi: smise di incoraggiare l'insediamento dei bianchi e per ovviare alla scarsità di manodopera favorì l'importazione di schiavi neri. Ai Boeri non restò che guadagnarsi da vivere nell'interno a spese dei Khoikhoi, che finirono.

Per essere incorporati come classe servile. Nel 1775 la situazione si fece critica quando le terre del fiume Great Fish si erano trasformate in un campo di battaglia fra i trekkers boeri e i Bantu, ben più agguerriti dei Khoikhoi. Quando il governo di Città del Capo proibì ai trekkers di non oltrepassare la frontiera, molti di loro proclamarono la propria indipendenza e formarono due repubbliche.

Nel 1795 gli Inglesi presero possesso di Città del Capo e del Sudafrica in funzione anti-francese, ma una volta terminate le guerre l'opinione pubblica cominciò a diventare critica sugli oneri finanziari degli interessi d'oltremare, soprattutto se non portavano guadagni di rilievo. Nel 1825 si tentò di ridurre i costi del presidio orientale disponendo lungo i confini i veterani delle guerre francesi. La propaganda missionaria attirò l'attenzione sul fatto che sotto il dominio inglese veniva conservato un sistema di caste che impediva ai neri,

in modo più efficiente. Nel frattempo, la popolazione nera continuava a subire discriminazioni e restrizioni nei loro diritti. Nel 1910, il Sudafrica ottenne l'indipendenza come unione di quattro colonie britanniche, ma il governo era ancora dominato dalla minoranza bianca. Nel corso del XX secolo, il paese fu segnato da tensioni razziali e politiche, culminando nell'apartheid, un sistema di segregazione razziale istituito nel 1948. L'apartheid fu caratterizzato da leggi discriminatorie che limitavano i diritti dei neri e li relegavano in aree separate chiamate "township". Nel 1994, dopo decenni di lotta e proteste, l'apartheid fu abolito e Nelson Mandela divenne il primo presidente nero del Sudafrica, aprendo la strada a una nuova era di democrazia e uguaglianza.che fino ad allora avevano separato in Sudafrica la popolazione nera da quella bianca e nel 1872 il Capo era abbastanza prospero da ottenere l'autogoverno e questo frustrò.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
25 pagine
12 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/13 Storia e istituzioni dell'africa

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Methius di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e Istituzioni dell'Africa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Volterra Alessandro.