Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 3
Storia - Il primo dopo guerra in Italia Pag. 1
1 su 3
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il malcontento degli italiani dopo il trattato di Londra

In Italia accanto ai motivi di malcontento, c'era anche il lamento degli italiani per come erano stati trattati dall'Inghilterra, dopo il trattato di Londra. L'Italia non partecipò alla spartizione delle terre, ma ottenne l'Albania. Questi malcontenti faranno diffondere l'idea che la guerra non era servita a nulla, perché gli italiani, pur avendo ottenuto tanto, si sentirono feriti nell'orgoglio. Questa convinzione genera tensione tra i partiti borghesi e quelli socialisti.

I socialisti accusavano la ricca borghesia della difficile situazione economica dell'Italia e soprattutto li accusavano di essere la causa di impoverimento delle classi sociali. C'è l'assalto da parte di ex combattenti alle terre dello stato, perché erano senza lavoro. Se nell'estrema sinistra si attaccano le classi borghesi, nella destra si diffonde tra i nazionalisti l'inutilità della guerra. Al centro, tra la destra e la sinistra,

c'erano delle vere forze politiche più sagge e moderate, che anziché pretendere le aspettative del patto di Londra, pensavano che fosse meglio sfruttare il vantaggio dell'unità raggiunta (completamente) dopo la guerra. Questo era l'unico modo per far diventare l'Italia uno stato democratico, anziché pretendere di avere un maggiore rispetto dell'orgoglio. Anche in Italia dopo la guerra si registra il fenomeno della massificazione, ovvero nascono dei partiti fatti di masse sociali; nasce il "PARTITO POPOLARE ITALIANO" fondato da Sturzo, che voleva inserire i cattolici nella vita politica pur mantenendo l'autonomia delle gerarchie ecclesiali. Sturzo voleva anche l'autonomia delle province e dei comuni (per cui voleva un decentramento) e poi rivendicava sia pari dignità tra le scuole private e quelle pubbliche, sia libertà di insegnamento. Lui auspicava una profonda collaborazione tra destra e sinistra.

Quest’aspirazione consisteva nel voler trasformare le strutture dello Stato (condivisa da tutte le classi tranne dai conservatori). Questa trasformazione si auspicava tramite tre diverse direzioni:

  1. Direzione politica sostenuta dagli orientamenti liberali che auspicava una ripresa democratica e di democratizzazione dello stato.
  2. Programma di tipo rivoluzionario bolscevito, sostenuto dai socialisti.
  3. Rivoluzione nazionale e reazionaria, sostenuta dal nuovo movimento dei Fasci Italiani di combattimento fondati nel Marzo 1919 da Benito Mussolini (ex socialista).

Mussolini nel 1914 dirigeva un giornale <<POPOLO D’ITALIA>>. Aveva capito le vere caratteristiche della politica italiana ed evitò di cercare appoggio in una o in un’altra classe, ma radunò attorno a sé delle persone di diversi orientamenti accomunati dal sentimento di malcontento. Li radunò attorno ad un programma molto vago, ed aveva un solo punto fermo che era: la valorizzazione.

ad ogni costo della vittoria raggiunta dall'Italia. Era caratterizzato anche dal nazionalismo. Nel 1919 era caduto il regno di Vittorio Emanuele Orlando, perché il presidente del consiglio insieme a Sonnino si era recato alla conferenza di pace facendo presenti le 30
Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
3 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.