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SPARTA

Sparta ha un sistema diverso da Atene ma anche diverso dalle altre città greche. Si trova nella parte

meridionale del Peloponneso, è molto antica risalente alla civiltà micenea. Il re di Sparta era Menalo

sposato con Elena donna di guai per Sparta ma anche per tutta la Grecia. Nel X secolo il Peloponneso viene

occupato dai Dori provenienti dai Balcani i quali occuparono prima la parte settentrionale della Grecia poi

quella centrale ed infine scesero verso il Peloponneso e sconfissero i micenei a Sparta. A Sparta si trovano

di fronte due etnie e il nuovo etnos quello dei Dori, per molto tempo si è creduto che i Dori sconfissero

militarmente i micenei rendendoli schiavi ma negli ultimi tempi questa teoria è tramontata adesso si tende

a ritenere che l’arrivo dei Dori le due etnie abbiano trovato una forma di convivenza. Anche l’archeologia

da delle informazioni di questo tipo e si comprende che in alcuni luoghi della città si sono stanziati gli uni e

in altri gli altri. Le magistrature spartane sembrano suggerire questo con il concetto di Diarchia (doppia

magistratura- due re) caso insolito per questo tempo (nel IX/VII secolo ) è un caso unico nel mediterraneo e

sarà poi utilizzato a Roma con il sistema consolare dopo i Tarquini. Un re rappresentava l’elemento dorico

e l’altro quello miceneo (in teoria), in realtà essi si dividevano i compiti: uno comandava principalmente

l’esercito e in caso di guerra si trovava spesso fuori città mente l’altro rimaneva nella città in difesa e per

amministrare la città. La carca di re era vitalizia, i re venivano scelti per via dinastica sempre all’interno di

due famiglie: Agiadi e Euripontidi, queste due famiglie antichissime discendevano entrambe da Eracle

erano entrambe famiglie doriche cosa che andrebbe contro a quello detto prima ma secondo la tradizione

si voleva questa totale discendenza dorica (ovviamente non abbiamo testimonianze di ciò).

Modello della società spartana (particolare rispetto a quello delle altre città): a Sparta c’era una diarchia( la

magistratura più importante era caratterizzata dalla presenza di due re, una regalità doppia) i due re sono

legati a due famiglie importanti ovvero gli Agiadi e Auripontidi e i re scelti di generazione in generazione

sempre in queste due famiglie. Queste due famiglie potevano essere l’espressione delle due etnie che nel

corso del tempo erano stanziate a Sparta cioè i Micenei e i Dori, fatto che non tutti gli studiosi sono

concordi nel pensare; i due re si dividevano i compiti, uno seguiva la vita politica della città mentre l’altro 23

l’esercito. Insieme ai due re vi sono altri magistrati e due importanti assemblee che mandano avanti la vita

amministrativa e politica della città, si chiamano Gherusia e Apella:

1. Gherusia: era un’assemblea ristretta, formata soltanto da 30 membri di cui 2 erano i re( che in

carica facevano parte di questa assemblea- 28+ 2 re), questi 28 membri avevano dei vincoli ben

precisi nel senso che dovevano avere compiuto 60 anni di età ( decisamente anziani) e inoltre

dovevano appartenere alla classe sociale degli Spartiati. Il termine Gherusia si lega al vocabolo

greco - gheron= anziano, molti studiosi hanno messo a confronto la Gherusia con il Senato romano

( il senato a sua volta è formato dagli anziani- senectus,senex=vecchio) proprio perché serviva

un’età avanzata per appartenere a questo consiglio. La Gherusia era un consiglio ristretto che aveva

il compito di consigliare i due re ( Consiglio dei re), i gheronti sedevano in questo consiglio a vita e

siccome la mortalità era elevata e precoce, coloro che arrivavano ai 60 anni non erano molto e nel

giro di breve tempo comunque sarebbero morti, così c’era un continuo ricambio di figure

all’interno dell’assemblea.

2. Apella: era un consiglio allargato, l’età minima per entrarvi erano i 30 anni purchè si facesse parte

della classe degli Spartiati. Compiti dei membri = sono piuttosto ridotti un po’ come lo erano quelli

dei membri dell’Ecclesia di Atene, votano le leggi anche decisioni di carattere bellico o politica

estera , interna ( voto a favore o contro) le decisioni vere e proprie venivano prese altrove e poi

sottoposte all’Apella.

Chi erano gli Spartiati? Un corpo di cittadini con diritti attivi e passivi, un corpo assolutamente privilegiato

nella città. Questi erano nella prima metà del V secolo circa 9000 (prima che iniziassero una fase di guerre

perniciose per Sparta)un corpo contenuto ;La condizione di spartiata veniva trasmessa da padre in figlio ma

solo al primogenito (maschio) questa condizione la si ritiene arcaica perché legata alle origini della città di

Sparta, si ritiene che i Dori giunti a Sparta se ne impadronirono e si spartirono le terre della città in modo

uguale, tutti una quantità di terra uguale, la quale prende il nome tecnico di cleros. Questa terra va passata

assolutamente indivisa da padre a primogenito maschio, il cleros è indivisibile; il possesso del cleros è la

prima qualità dello spartiata, qualità indispensabile che lega lo spartiata alla sua condizione. Per questo,

questi appezzamenti erano uguali, la società degli Spartitati venne definita la società degli uguali ( nessuno

più ricco o più povero di altri); Il possesso di terra è sempre stato importante in tutta la Grecia antica vedi

Solone, a Sparta diventa una cosa di estrema importanza. In realtà le cose non stavano proprio cosi perché

in molte famiglie non c’era il primogenito maschio, quindi il cleros poteva passare alle figlie femmine, le

quali unendosi in matrimonio con uno spartiata portavano in dote il cleros, il primo figlio maschio nato dai

due ereditava il cleros della madre e quello del padre detenendo così due cleroi. Non era vero che nella

pratica quotidiana si praticasse sempre questa uguaglianza, nel corso del tempo ce ne saranno di più ricchi

e di più poveri.

Il secondogenito maschio era considerato a Sparta un nullatenente e doveva così trovarsi delle attività

alternative molte volte espatriando. Perché secondo la mentalità di Sparta non c’erano attività alternative

alla conduzione del cleros (cioè l’agricoltura) per gli spartiati, i quali non potevano praticare altre attività(

commercio e artigianato), anzi a Sparta era proibito che gli spartiati maneggiassero denaro considerato

come forma di corruzione il fatto che essi possedessero o maneggiassero denaro. Se noi leggiamo la vita di

Licurgo scritta da Plutarco vediamo che nessuno spartiata in casa poteva tenere denaro, poteva soltanto

avere qualche monetina che gli servisse per le esigenze quotidiane e queste monetine per essere meno

appetibili possibile venivano coniate in piombo o stagno (metalli poco pregiati) e per renderle ancora più

vili venivano bagnate nell’aceto che le corrodesse, questo per disincentivare presso gli spartiati l’abitudine

ad attività in cui fosse necessario maneggiare denaro. Ovviamente anche questo concetto non 24

corrispondeva effettivamente alla vita reale, infatti gli spartiati si accorsero che anche le attività mercantili

e commerciali erano appetibili e fornivano un reddito consistente, allora non potendo svolgerle in prima

persona adottavano dei prestanome che svolgessero queste attività per loro, si servivano dei loro schiavi (

che guidavano da dietro le quinte)- i quali potevano maneggiare il denaro- che svolgevano queste attività

finanziarie. Gli spartiati comunemente avevano il loro cleros ma alcuni di loro avevano anche patrimoni

nascosti dati dalle attività manifatturiere e commerciali, uguali sulla carta ma non effettivamente. Il capitale

che veniva dal cleros garantiva : il prodotto serviva allo spartiata per alimentare la propria famiglia

(allargata con gli schiavi) e poi anche per un’altra mansione tipica di Sparta cioè fornire approvvigionamenti

alimentari ai cosiddetti sissizi, il vocabolo è formato da una preposizione sun=con e dai vocaboli sitos siteo=

cibo, essi erano dei pasti consumati in comune. Gli spartiati erano tenuti nella loro vita a mangiare insieme

agli altri spartiati della città, c’erano in Sparta delle costruzioni ampie nelle quali il pasto serale (di quasi

tutte le sere dell’anno) veniva servito e anziché in famiglia veniva consumato collettivamente, questo per

cementificare i loro rapporti, era una società che si basava poco sulla vita privata mentre puntava

moltissimo sulla vita civica-comune. Ai Sissizi non partecipavano solo gli spartiati veri e propri ma la

maggior parte di loro portavano anche i loro figli fin dall’età tenera-infantile, i quali venivano proiettati in

questa vita sociale. Questi pasti erano per molte persone così ogni spartiata per tutto l’anno doveva

provvedere con i prodotti del proprio cleros, con cibarie cotte e crude ai vari pasti. I pasti erano molto

frugali, cene limitate e spartane (povere) fin da piccoli gli spartani venivano educati a questa poverà nei cibi

e nei vestiti, perché ritenevano questa temprasse al massimo il fisico dei singoli individui e lo rendesse

pronto ad affrontare le difficoltà. Plutarco nella vita di Licurgo ci parla di questi cibi consumanti dagli

spartiati, ci fornisce informazioni sulla frugalità dei cibi; queste abitudini povere degli spartiati li

agevolavano nella guerra, i bambini erano educati in questo senso. Nel corso dei secoli questo tipo di

educazione ha avuto molti seguaci, anche in una realtà più moderna ci sono stati dei tentativi di imitazione

(es Inghilterra in età vittoriana ha guardato a Sparta come modello a cui adeguarsi- entrambe società

proiettate alla guerra). La partecipazione ai Sissizi era fondamentale per gli spartiati e soprattuto era

fondamentale rifornire i Sissizi dei prodotti, se lo spartiata non era in grado di farlo e questa mancanza si

ripeteva nel tempo egli perdeva il privilegio di appartenere al rango, per perdere la condizione di spartiata

c’erano due gravi colpe: una quella descritta sopra perché non era in grado di far rendere il proprio cleros e

l’altra la condotta militare per cui se in caso di guerra ci si comportava in maniera vile scappando e

abbandonando la schiera – la decadenza era inevitabile, non si era più un vero cittadino un’onta gravissima

per qualcuno che era nato spartiata e si trovava ora in questa condizione di inferiore ovvero di qualcuno

che era caduto da un gradino più alto ad un status inferiore. Era importante il fatto di non abbandonare la

schiera e non gettare lo scudo, di fatto gli spartiati sono i veri inventori dell’oplitismo e la figura dell’oplita;

l’oplitismo è un modo di combattere che si instaura attraverso dei passaggi graduali di cui oggi non

sappiamo nulla ma solo che nel VI sec

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Publisher
A.A. 2013-2014
67 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher linda.b di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Vanotti Gabriella.