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Estratto del documento

L'ottava fu l'insediamento dei Quattrocento.

La nona fu il ritorno della democrazia.

La decima fu la tirannide dei Trenta e dei Dieci

L'undicesima fu quella dopo il rientro da File e dal Pireo, che attribuisce il massimo potere al

popolo. Sembra che ciò sia stato fatto giustamente, poiché pochi individui sono più facilmente

corruttibili di molti tramite denaro o favori. All'inizio rifiutarono di accordare un'indennità per

l'assemblea, poi, poiché i pritani non si riunivano in consiglio, si stabilì di dare un obolo, in seguito

due e poi tre.

La situazione attuale prevede che partecipino al governo della città coloro che discendono da

genitori entrambi cittadini e vengono iscritti al novero dei demoti all'età di diciotto anni. Il

Consiglio sottopone a esame gli iscritti, poi i padri degli efebi si riuniscono per tribù e, prestato

giuramento, scelgono tre persone tra i membri della tribù che hanno oltre quarant'anni e che essi

giudicano essere i migliori e i più adatti a prendersi cura degli efebi. Tra questi il popolo sceglie per

alzata di mano uno per ogni tribù come sofronista [magistrato preposto alla sorveglianza degli

efebi], mentre il cosmeta viene scelto per tutti tra gli altri Ateniesi. Il popolo nomina per alzata di

mano per loro anche due istruttori e maestri che hanno il compito di insegnar loro a combattere,

scagliare frecce, lanciare giavellotti, manovrare la catapulta. Concede inoltre ai sofronisti una

dracma per ciascuno per il vitto, agli efebi quattro eboli a testa; il sofronista deve provvedere al

necessario per tutta la tribù.

Il secondo anno di efebia, durante un'assemblea tenuta nel teatro, gli efebi si mostravano al popolo

surante le manovre di schieramento e ricevono dallo stato uno scudo e una lancia. Fanno la ronda

entro i confini e passano il tempo nelle guarnigioni. Prestano servizio di guardia per due anni

portando la clamide e sono esenti da ogni incarico; non possono intentare né subire processi, per

non avere il pretesto per allontanarsi. Dopo che sono passati questi due anni, entrano infine a far

parte della comunità.

Tutte le magistrature che riguardano l'amministrazione comune sono sorteggiate, ad eccezione dei

tesorieri dei fondi militari e di quelli delle feste e dell'intendente alle acque pubbliche. Eleggono

queste cariche per alzata di mano, così come quelle relative alla guerra.

Il Consiglio viene eletto per sorteggio ed è composto da 500 membri, cinquanta per tribù. Ciascuna

tribù esercita la pritania a turno secondo l'ordine fissato dalla sorte.

I pritani mangiano in comune nella Tholos [edificio circolare in cui i pritani sedevano in

permanenza per i 35/36 giorni della loro carica], prendendo un'indennità in denaro dallo stato; poi

convocano sia il Consiglio si l'assemblea del popolo, il primo tutti i giorni (a parte le festività), la

seconda quattro volte per ciascuna pritania. Sono loro che prescrivono tutti gli affari che il

Consiglio deve trattare, l'ordine del giorno di ciascuna seduta e il luogo dove sedersi. Costoro

prescrivono anche l'ordine del giorno delle assemblee. Ve ne è una principale in cui si vota per

alzata di mano se le magistrature governino correttamente e deliberare circa l'approvvigionamento e

la difesa del territorio; chi vuole può presentare le accuse di alto tradimento, si leggono le liste dei

beni confiscati e le istanze per l'attribuzione di una successione e degli eredi legittimi. Durante la

sesta pritania, inoltre, mettono ai voti per alzata di mano anche l'ostracismo e le accuse degli

Ateniesi e dei meteci contro i sicofanti fino a un numero di tre per ciascuna categoria.

Indicono un'altra assemblea per le suppliche: chi vuole porta in mano il ramoscello di supplice,

parla all'assemblea popolare degli affari pubblici e privati che intende trattare.

Altre due assemblee riguardano tutte le altre questioni (circa le cerimonie sacre, gli araldi, le

ambascerie, questioni profane).

Vi è anche un capo dei pritani [epistàtes] designato a sorte; egli ricopre questo ruolo per un giorno e

una notte, custodisce le chiavi dei templi in cui si trovano i tesori, gli archivi di stato e il sigillo

pubblico, ed è necessario che rimanga nella Tholos e con lui un terzo dei pritani da lui indicato;

quando i pritani radunano il consiglio o l'assemblea popolare, egli designa a sorte nove proedri

[avevano il ruolo di dirigere tutti i dibattiti della Bulè, dell'assemblea popolare e dell'assemblea dei

tesmoteti], uno per ciascuna tribù ad eccezione di quella che esercita in quel momento la pritania, e

secondo la stessa procedura designa tra questi un epistate e affida loro l'ordine del giorno. Essi

prendono cura del buon ordine dell'assemblea, propongono su che cosa bisogna deliberare,

giudicano le votazioni per alzata di mano, regolano tutte le altre operazioni e hanno il potere di

sciogliere l'assemblea. Si può essere epistate solo una volta all'anno, proedro sotto ciascuna pritania.

Essi procedono all'elezione degli strateghi, degli ipparchi e di tutte le altre cariche militari durante

l'assemblea, secondo ciò che il popolo decide.

Inizialmente il Consiglio aveva anche il potere di infliggere delle ammende, di imprigionare e

condannare a morte. Ma quando condusse a morte un certo Lisimaco, Eumeline del demo di

Alopece lo salvò mentre stava per essere giustiziato; così si decise che nessun cittadino doveva

morire senza la sentenza di un tribunale, così come il Consiglio non poteva condannare o imporre

multe.

Il Consiglio giudica anche la maggior parte delle magistrature e in particolare quelle che

amministrano denaro; il giudizio però non era definitivo ma appellabile in tribunale.

Anche per i cittadini privati è possibile accusare qualsiasi magistratura.

Il Consiglio esamina anche i buleuti che eserciteranno la carica in Consiglio nell'anno successivo e i

nove arconti. Inizialmente il Consiglio era sovrano nell'esaminare, ma ora è possibile anche in

questo caso il ricorso in appello.

Il Consiglio si occupa anche delle triremi già costruite, degli equipaggiamenti e degli scali, e fa

costruire nuove triremi o quadriremi, quante l'assemblea popolare ha deliberato per alzata di mano,

ed equipaggiamenti per queste e nuovi scali; l'assemblea popolare designa per alzata di mano gli

architetti per le navi.

Il Consiglio ispeziona tutti gli edifici pubblici, e se qualcuno risulta aver commesso qualche abuso,

lo fa presente all'assemblea popolare e dopo la condanna lo consegna a un tribunale.

Il Consiglio collabora inoltre in moltissimi casi con le altre magistrature.

- dieci tesorieri di Atena (a sorte uno per tribù tra i pentacosiomedimni secondo la legge di Solone

e assume il comando colui che viene sorteggiato, anche se povero)

- dieci poleti, tirati a sorte uno per tribù. Essi decidono tutti i prezzi degli affitti, appaltano le

miniere e stabiliscono le imposte insieme al tesoriere dei fondi militari e a quelli incaricati delle

feste in presenza del Consiglio. Mettono in vendita dinanzi al Consiglio i beni di coloro che sono

condannati dall'Areopago e degli altri e ne sono garanti i nove arconti.

- dieci esattori: eletti a sorte per tribù. Dopo aver preso le tabelle, cancellano le somme versate

dinanzi al Consiglio. Se qualcun tralascia un versamento, viene scritto su queste tabelle e deve

versare l'arretrato al doppio oppure esser imprigionato

- dieci logisti: eletti a sorte tra il Consiglio. Fanno i conti alle magistrature in occasione di ciascuna

pritania.

- sindaci revisori: uno per tribù. Se un cittadino vuole presentare una denuncia privata o pubblica

contro un magistrato, dopo aver scritto su una tavoletta bianca il suo nome, quello dell'accusato e

il testo dell'accusa che egli presenta, nonché la pena che gli sembra opportuna, la consegna al

revisore. Se questi esprime una condanna, per quanto riguarda gli interessi privati la causa viene

affidata ai giudici del demo che giudicano in quella tribù, se riguarda interessi pubblici viene

trasmessa ai tesmoteti, i quali a loro volta mandano il rendiconto al tribunale. ciò che i giudici

decidono è definitivo

- due assessori per ciascun sindaco revisore.

Il Consiglio esprime anche un parere sui cavalli; chi alleva male un cavallo viene punito con la

perdita dell'indennità di nutrimento. Ai cavalli difficili da domare viene posto un marchio a forma di

ruota sulla mascella e questo animale è ritenuto non ideoneo. Il consiglio esamina anche le guide a

cavallo, per vedere chi è incapace e appiedarlo. Giudica inoltre gli aggregati alla cavalleria; i

selezionati vengon affidati agli ipparchi e ai filarchi. Se qualcuno dichiara sotto giuramento di non

essere più in grado di cavalcare, viene congedato.

Una volte il Consiglio votava anche i modelli degli edifici e il peplo, ora lo fa un tribunale speciale

eletto a sorte (i consiglieri votavano a simpatia).

Il consiglio esamina anche gli inabili. Se qualcuno non è in grado di svolgere alcun lavoro, riceve a

spese dello stato due oboli al giorno per il sostentamento.

In sintesi, il Consiglio collabora con tutte le magistrature nella maggior parte delle loro funzioni.

Vengono inoltre designati a sorte:

- dieci cittadini come responsabili per la manutenzione dei templi

- dieci devono sorvegliare la città, cinque nel Pireo, cinque in città

- dieci ispezionano i mercati, cinque nel Pireo e cinque in città

- dieci metronomi:sorvegliano tutto ciò che ha a che fare con i pesi e le misure, perché i venditori

ne facciano un uso corretto. Sono anch'essi cinque al Pireo e cinque in città

- Una volta vi erano dieci commissari per il commercio del grano, ora sono trentacinque, venti in

città e quindici e quindici al Pireo

- dieci ispettori dell'emporio sorvegliano i porti ed esigono che i commercianti portino in città due

terzi del grano che viene trasportato per mare al mercato.

- undici cittadini si occupano di quanti si trovano in prigione: condannano a morte i ladri arrestati,

chi riduce in schiavitù uomini liberi e i briganti. Se qualcuno contesta la loro decisione, li portano

in tribunale.

- cinque cittadini introduttori di cause: presentano cause mensili (quelle che riguardano la dote, se

qualcuno è debitore e non restituisce la somma, se qualcuno non paga gli interessi su un prestito,

le cause per oltraggio, quelle relative ai contributi, quelle societarie, quelle relative alla vendita di

schiavi e bestiame, quelle che riguardano la trierarcia e gli affari di banca)

- i Quaranta: giudici di cause civili. Sono indipendenti per cause fino a dieci dracme, altrimenti si

affidano ad arbitri pubblici. Se uno dei contendenti non gradisce la loro decisione, si passa al

tribunale raccogliendo testimoni

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Publisher
A.A. 2013-2014
17 pagine
31 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giulia.Rossi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Antonetti Claudia.