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PISISTRATO

Pisistrato ottiene il potere nel 561 a.C. con un colpo di stato e un inganno: dopo essersi

ferito da solo, si presenta in assemblea sanguinante accusando le fazioni opposte e

pretendendo guardie del corpo con cui riuscirà a prendere il potere). Le altre due fazioni

uniscono le forze e lo mandano in esilio tra il 556 e il 546 a.C. Pisistrato riesce a tornare ad

Atene proprio grazie a Megacle con cui stringe una alleanza matrimoniale. Tornato in patria

egli li invitò i cittadini a salire sull’acropoli per una assemblea popolare, cosa che li

obbligava a lasciare le armi, mentre i suoi uomini portavano a termine il piano: Pisistrato

poté quindi annunciare al popolo che da quel momento si sarebbe occupato degli affari della

città.

Pisistrato fu dunque il primo tiranno della storia, cioè un uomo che detiene nelle sue mani il

potere assoluto. In realtà la sua tirannide fu mite e pacifica in quanto garantì al popolo la

parresia, cioè la libertà di parola.

Pisistrato morì che era ancora al potere nel 528 a.C., e gli succedettero i figli Ippia e

Ipparco. Ipparco fu assassinato quasi subito, mentre Ippia prese il posto del padre al governo

della città ma instaurando una tirannie molto più violenta. Egli verrà ucciso da Armodio e

Aristogitone, passati alla storia come i Tirannicidi.

CLISTENE

Alla morte di Ipparco ci fu una nuova lotta per il potere che vide lo scontro tra Isagora e

Clistene. Quest’ultimo, appartenente alla potente famiglia degli Alcmeonidi, grazie all’aiuto

di Sparta assume la carica di arconte nel 508/507 a.C. e opera delle riforme di stampo

democratico: è infatti considerato il padre della democrazia.

Clistene disegnò una nuova carta politica il cui fine era quello, come scrive Aristotele, di

mescolare il popolo degli ateniesi spezzando i legami di nascita e di ricchezza che le

famiglie avevano intessuto fra loro e introducendo nuovi criteri di suddivisione della

popolazione.

L’Attica era infatti suddivisa in 4 tribù di base gentilizia e chi non appartenenza ad un

ghenos (famiglia nobile) non poteva arrivare al governo. Clistene invece suddivise l’Attica

in 10 tribù territoriali, phulai, i cui nomi furono designati dall’oracolo di Delfi sulla base dei

più famosi eroi locali. Ciascuna tribù comprendeva tre trittie, cioè distretti: di montagna, di

pianura e della costa, in dodo da rappresentare in ugual misura gli interessi i tutta l’Attica

senza privilegiarne nessuna.

Divise poi il tutto in demi, cioè quartieri (Strabone scrive che erano 174), ognuno retto da un

demarco.

In questo modo Clistene riuscì ad unire gli elementi più diversi della cittadinanza.

Le tribù portarono alla formazione di un nuovo organo di governo, la boulè dei 500: per

ogni tribù venivano designati per sorteggio 50 uomini che dovevano confluire in questa

assemblea politica, divisa quindi in 10 sezioni dette pritanie. Ogni pritania teneva la

presidenza della boulè per una decima parte dell’anno ed era presieduta da un epistates, cioè

un presidente, che cambiava ogni giorno.

Clistene concesse la cittadinanza anche a stranieri, schiavi e meteci, cioè stranieri che

abitavano ad Atene da un certo numero di anni iscrivendosi a un demo e assoggettandosi ad

una specifica tassa.

Anche le magistrature si adeguarono alla nuova divisione in tribù: il numero di strateghi e

arconti fu portato a 10.

Tra le magistrature, l’ecclesìa aveva grande importanza. Era formata da cittadini di almeno

20 anni con due anni di efebìa, cioè il servizio militare. L’assemblea delibera sul

mantenimento delle leggi, dei magistrati e approva o respinge i disegni di legge della boulè.

Una prerogativa dell’assemblea è l’ostracismo, istituita proprio da Clistene: ogni anno

durante la sesta pritania l’assemblea decideva se applicare l’ostracismo su qualche cittadino

e in tal caso il popolo veniva invitato a indicarne il nome su un coccio di ceramica,

ostracon. portati nell’agorà, essi venivano contati e se c’erano almeno 6000 voti la persona

scelta veniva ostracizzata, cioè allontanata dalla città per 10 anni senza però perdere beni e

diritti.

LE GUERRE PERSIANE

Nel VII secolo a.C. Creso, re dei Lidi, assoggettò le città greche sulla costa dell’Asia,

rendendole tributarie. La Persia guidata da Ciro il Grande riuscì ad assoggettare Creso e le

città greche della costa, sostituendo la democrazia alla tirannia. Ciro creò sull’Ellesponto un

ponte di barche, ma il tiranno del Chersoneso, Milziade, si oppose istigando anche gli altri

tiranni; Istieo, tiranno di Mileto, si oppose però a Milziade tanto che Ciro lo premiò per la

sua fedeltà rendendolo consigliere nella capitale Sardi. Il nuovo tiranno a Mileto fu

Aristagora, che però appoggiò Milziade nella rivolta e inviò delle ambascerie in Grecia in

cerca di aiuto.

Atene ed Eretria risposero all’appello inviando 25 navi: con questo aiuto i rivoltosi giunsero

fino a Sardi, che venne incendiata, ma nel 493 a.C. vennero sconfitti da Ciro.

Nel 490 a.C. il sovrano persiano decise di compiere una spedizione punitiva contro Atene ed

Eretria: sbarcò in Eubea e in poco tempo distrusse Eretria. Il sui consigliere Ippia gli

propose di stanziare uno sbarco nella piana di Maratona.

Milziade, a capo delle truppe ateniesi, radunò l’esercito sulle colline di Maratona; dopo aver

chiesto invano aiuto a Sparta, i due eserciti si scontrarono. La battaglia terminò con la

schiacciante vittoria ateniese.

In seguito alla prima Guerra Persiana ad Atene Temistocle fa votare la cosiddetta legge

navale per l’allestimento di 100 triremi, consapevole del pericolo che la Persia

rappresentava ancora. Egli fa quindi convocare un incontro tra tutte le città della Grecia per

creare una coalizione (a cui non parteciperanno Argo, Corcira e Sirscusa) con a capo Sparta.

Nel frattempo il sovrano persiano Serse, con l’intento di sottomettere la Grecia, fa costruire

un ponte di barche e poi fa tagliare un canale nel monte Atos per far passare il suo

numeroso esercito. Alcune città greche, come Locri, Focea e la Beozia parteggiano per la

Persia.

Nel 480 a.C. la lega di città greche decide di porre una linea difensiva presso le Termopili, e

qui verrà inviato un contingente di 300 spartiati (Sparta si era rifiutata di inviare tutto

l’esercito per mancanza di un oracolo positivo) guidati da Leonida più altri 7000 soldati

provenenti da altre città, prevalentemente Tebe e Tespi. La battaglia delle Termopili termina

con il totale annientamento del contingente greco, e i persiani riescono in questo modo a

raggiungere Atene, ma la città era già stata evacuata.

Il generale persiano Mardonio conduce le sue truppe in Beozia per passare l’inverno.

L’anno dopo, il 479 a.C., gli eserciti tornano all’attacco, schierandosi a Platea dove il

generale greco Pausania ha la meglio.

La flotta greca si era nel frattempo stanziata a Salamina, dove i persiani furono nuovamente

sconfitti; si ritirano quindi a Micale ma anche qui vengono sconfitti.

I contemporanei sentirono questo conflitto come un vero scontro di civiltà, in cui il mondo

greco aveva rischiato di perdere la propria libertà.

Tra il 480 e il 431 a.C. si ha la cosiddetta pentecotetìa, cioè 50 anni che vedono il fiorire

della civiltà greca. Le città vincitrici confluiscono nella lega marittima o delio – attica,

voluta da Temistocle nel 477 a.C.; era una symmachia, cioè una alleanza militare. La lega

aveva sede a Delo, dove era custodito il tesoro della lega (nel tempio di Apollo) e dove si

svolgevano le assemblee della lega. La lega aveva la funzione di coprire le spese di guerra e

garantire la difesa in caso di altri attacchi; le città che ne facevano parte, se erano in grado di

mantenere una flotta, non pagavano i tributi, altrimenti pagavano un contributo annuale.

Con l’avvento di Pericle il tesoro della lega verrà spostato ad Atene, nel Partenone, e

aumenterà l’ammontare dei tributi, tanto che da symmachia la lega diventerà una archè, cioè

un impero.

PERICLE E LA GUERRA DEL PELOPONNESO

Pericle nasce attorno al 495 a.C. dalla famiglia degli Alcmeonidi; a 30 anni entra nella vita

politica parteggiando per Efialte, che aveva esautorato l’Aeropago, cioè il consiglio in cui

confluivano gli ex arconti.

Pericle, dalle chiare tendenze democratiche, iniziò una serie di riforme: emanò l’eliasticòn,

cioè una indennità simbolica di due oboli al giorno per chi faceva parte del tribunale

popolare: si tratta di una prima forma di retribuzione dei pubblici uffici (mistophorìa).

Aprì nel 457/456 a.C. l’arcontato agli zeugiti; soppresse le funzioni di controllo

dell’Aeropago; tutte le magistrature a sorteggio vennero esautorate a vantaggio della boulè.

Le uniche magistrature che mantennero il loro prestigio furono arconti e strateghi.

Con Pericle inoltre si parla di imperialismo ateniese: fu un periodo di grande fioritura

culturale per Atene e infatti Pericle si circondò di grandi personalità come Fidia, a cui

commissionò la ristrutturazione dell’acropoli con la costruzione del Partenone, e il filosofo

Anassagora.

Pericle raggiunse un potere tale che alcuni suoi detrattori lo accusarono di empietà e

coinvolsero nel processo anche la sua amante Aspasia e lo stesso Fidia.

Sicuramente la brama di potere di Pericle fu uno dei motivi che portarono allo scoppio della

guerra del Peloponneso.

Dopo vari conflitti tra Atene e Sparta si era arrivati nel 446 a.C. ad una tregua che sin da

subito si rivelò instabile. Le cause immediate del conflitto riguardarono Sparta: nel 435 a.C.

Corinto era entrata in guerra con l’isola di Corcira (Corfù), e ognuna appoggiava una

diversa fazione nella guerra civile a Epidamno: i Corciresi, che erano sotto la protezione di

Sparta, chiesero il supporto di Atene che intervenne, mettendo così fine alla tregua. Inoltre

la città di Potidea, che faceva parte della lega marittima, riceveva ogni anno dalla sua

madrepatria Corinto un funzionario: Atene chiese a Corinto di non inviare più il funzionario

e la città di conseguenza chiese a Potidea di lasciare la lega. Infine Atene provocò

direttamente Sparta emanando un decreto contro Megara, città commerciale protetta da

Sparta, escludendola da tutti i porti della lega.

La guerra era ormai inevitabile e fu in buona parte provocata dalla auxesis, cioè la crescita

dell’impero ateniese contro Sparta.

PRIMA FASE La prima operazione bellica nel 431 a.C. fu l’attacco da parte

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A.A. 2013-2014
10 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daniela.uva1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Ferrandini Franca.