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Successivamente si iniziò a stampare con i bulini su tavole di legno di testa, ricavate da sezioni trasversali di

tronchi.

Successivamente si svilupparono la foto-xilografia, cliché fotomeccanico e zincografia, per la riproduzione

del disegno al tratto.

La calcografia è una tecnica di stampa basata sull’incisione di rame e stampa in cavo, sviluppata nella metà

del XV secolo in Europa, in Germania e in Italia si sviluppa nello stesso periodo; viene utilizzata da

Mantegna, Pollaiuolo, Shongauer e Durer; è una tecnica di stampa diretta, derivante dall’oreficeria (600

700).

Le caratteristiche: immagine lineare con tratteggio incrociato, linea positiva e chiaroscuro ottenuto da

tratteggi lineari e ampia gamma tonale a seconda dell’intensità della pressione dei tratteggi.

Le applicazioni: frontespizi e tavole illustrate fuori testo, fogli sciolti, mappe e cartine.

La tecnica di stampa è indiretta, mediante l’acido (acquaforte).

Viene utilizzata anche per decorare le armi e le armature; nelle banconote e francobolli con la retinatura.

Successivamente si perfezionano le tecniche di incisione per ottenere effetti pittorici come il mezzo tinto e

l’acquatinta.

La photogravure e il rotocalco sono le versioni industriali della stampa in cavo e permettono di stampare

disegni e fotografie.

La photogravure ha un’alta qualità di riproduzione e bassa tiratura.

Il rotocalco ha un’alta qualità per basse tirature.

La litografia è una tecnica di stampa in piano con matrici di pietra, la inventò Aloys Senefelder in Germania

nel 1798 e poi si diffuse in tutta Europa; richiede un torchio particolare a pressione strisciante (800).

Le caratteristiche: immagine sfumata grazie alla granitura della pietra e ampia resa tonale (graffito, colore

pieno, inchiostro diluito), esecuzione rapida e infatti non è richiesta nessuna formazione da incisore,

stampa semplice e veloce con bagnatura e inchiostrazione a rullo.

Le applicazioni: tavole illustrate nel testo e fuori testo, manifesti, mappe e packaging.

La tecnica di stampa è diretta, da matrice su tavola; c’è anche quella indiretta (offset), la versione

industriale che va dalla matrice a un cilindro rivestito di caucciù, e da questo alla tavola.

Successivamente si sviluppa la cromolitografia che è la stampa a colori e si può stampare a più fogli e a

grandi dimensioni; c’è la selezione manuale del colore, gli inchiostri sono semitrasparenti e c’è la metodo

del puntinato.

Successivamente si sostituiscono le lastre di pietra con delle matrici di metallo, con superficie granita, e

sono più leggere e maneggevoli e possono essere utilizzate in macchine da stampa rotative.

La tipografia; l’inventore della stampa a caratteri mobili fu Gutenberg.

C’è l’incisione del punzone con cui si creano le lettere nell’acciaio, il contro punzone è la parte bianca delle

lettere e veniva inciso per primo e ha varie dimensioni.

La matrice definisce la larghezza del tipo ed è replicabile in modo meccanico.

Con l’evoluzione della macchina a pantografo, il designer cambia lavoro e produce dei disegni da cui

vengono ricavati modelli, poi utilizzati con il pantografo.

Poi si sviluppa la linotype che aveva una tastiera e premendo i tasti, venivano spostate le matrici

corrispondenti; poi si sviluppa la monotype che usa il meccanismo ad aria compressa.

A Venezia si realizzano i primi caratteri romani con Jenson, Griffo e Manuzio.

Garamond si dedica all’incisione di punzoni e di caratteri in corsivo e greci; il suo carattere è ispirato ai

modelli veneziani; questo carattere ha subito varie modifiche, ma tutt’ora è utilizzato nell’editoria.

Nel 1500 Griffo realizza il corsivo per Manuzio, è più piccolo rispetto al romano e viene utilizzato per la

produzione di classici latini aldini di piccole dimensioni; appena esce fu utilizzato in sostitutiva del romano,

ma poi vengono utilizzati insieme per evidenziare delle parole nel libri.

In Olanda, nel periodo barocco, Van Dijck, incide per gli editori l’Elzevier che era un corsivo molto stretto ed

elegante e alcune maiuscole erano in veste calligrafica come la M, P, A.

In Francia, Luigi XIV chiese di incidere un nuovo carattere, il Roman du Roi, lo disegnò Jaugeon che era un

matematico e poi lo incide Granjean.

In Inghilterra nel XVIII furono realizzai nuovi caratteri: Caslon e Barskerville, avevano terminazioni a goccia,

grazie, e occhio medio ampio.

Il romano moderno aveva occhio medio ampio, terminazioni a bottone, aste/filetti e grazie sottili.

I caratteri romani si possono suddividere in sei categorie: moderno (Bodoni), transizionale (Baskerville),

antico (Garamond), lapidario (Trajan), umanistico (Gill Sans) e egiziano (Claderdon) con grazie a gradino).

Il marchio è un indice di riconoscimento, applicato ad un oggetto.

Può avere identità personale, di gruppo o commerciale; come le divise, distintivi e bandiere.

Anche il colore ha un forte indice di riconoscibilità come nelle bandiere e nelle divise.

Il marchio da riconoscibilità, identità, valore e garanzia di provenienza ad un oggetto.

Già in epoca antica, era presente nelle ceramiche, monete e tegole.

Era presente anche nell’editoria, come nel copyright, censure o privilegi e nella marca editoriale.

C’è anche il marchio di potere come la svastica e la croce.

La grafica araldica è la rappresentazione a mano del marchio e gli da riconoscibilità (forma, colore,

contrasto), riproducibilità mediante stampa e scalabilità a varie dimensioni.

Il marchio è presente sugli animali; nell’IBM il marchio ricorda il pigiama a righe degli ebrei.

La fotografia si sviluppa nell’800, con immagini in bianco e nero, posa lunga, luce naturale, riproduzione su

carta fotografica.

Il problema era di trovare un sistema ottico chimico meccanico per traferire l’immagine fotografica su un

supporto stampabile; si sviluppa il sale d’argento che reagisce alla luce mutando il colore e il bicromato di

potassio che reagisce alla luce diventando insolubile in acqua.

Poi entra anche nell’editoria e viene usata anche dai cartellonisti per realizzare le loro composizioni.

Successivamente si sviluppa la foto-xilografia per la riproduzione della foto da disegni.

Si sviluppa il fotoreportage con Lorant, il fotoritocco, il fotomontaggio e poi Salomon realizza fotografie a

uomini e politici in momenti non ufficiali.

Tra 800 e 900 si sviluppa un movimento, il Private Presses, in cui degli editori realizzano stampe destinate a

una fascia di pubblico ristretta, ai collezionisti; e le pagine sembravano veneziane.

Si sviluppò l’ornamento in architettura e i disegnatori guardavano alle figurazioni presenti in natura.

In Germania nacque uno studio dedicato alle composizioni architettoniche, dove lo schema delle

composizioni veniva ricondotto ad alcuni principi: quello delle forme chiuse, degli spazi e della simmetria.

Crane realizzò pattern su forme geometriche e le distinse tra composizione grafica e decorativa.

Grasset dedicò il suo studio alle linee che dovevano essere chiuse, piene, arrotondate e con riferimento ai

modelli vegetali.

Ruskin nelle sue opere esaltò la bellezza del Gotico e confermava la tendenza verso un disegno ispirato alla

natura.

Morris si dedicò alla realizzazione di mobili e carte da parati dove intrecciava motivi floreali e vegetali

creando figurazioni sottili e prive di spessore; fonda un’impresa per la produzione di libri e stampe rare,

predilige i caratteri latini, soprattutto veneziani e ne disegna alcuni come il Golden Type.

L’Arts and Crafts è un movimento del rifiuto della produzione meccanica degli oggetti d’uso e nella

rivalutazione del lavoro artigianale; tra i protagonisti di questo movimento ci fu Mackmurdo.

Ricketts fu uno dei fondatori della rivista “The Dial” dove pubblicò racconti e disegni; i suoi disegni hanno

linee di contorno continue e concluse e sono popolati da boschi, ninfe e fanciulle, predilige la xilografia e

l’arte tipografica.

Beardsley al disegno della natura si aggiungono la figura netta e i contorni derivanti dalla pittura vascolare

greca; usa motivi ornamentali e i suoi disegni sono quasi tutti in bianco e nero, manca la prospettiva, luci e

ombre e si vede l’evidenza del giapponesismo; il suo disegno più famoso è Salome che realizzò in due

versioni.

Bradley lavora per diverse riviste come illustratore e la sua opera più famosa è The Serpentine Dancer dove

rappresenta una ballerina, si vede una contrapposizione getaltica del negativo-positivo e anche

un’astrazione, se in basso non ci fossero i piedi; disegnerà anche un carattere.

Il Liberty (Art Nouveau) si sviluppa tra fine 800 e inizi 900 in tutti paesi occidentali con caratteri diversi e ha

influenze dal Giappone e dall’Africara.

Le sue caratteristiche principali sono: la decorazione, la linea strutturale, il colore piatto, il disegno lineare,

l’integrazione testo/immagine e il modulo quadrato alla base di molte composizioni.

In Inghilterra si creò la tendenza a unire il richiamo alla tradizione medievale verso un linearismo

serpentino; la figura principale rimane Beardsley.

In Francia la linea fu presente, ma i contorni sinuosi e il colore fecero aumentare lo spazio dell’immagine

fino a sfumare le superfici in una leggera plasticità.

In Austria, Hoffmann realizzò alcune pagine decorate elegantemente.

In Italia si sviluppa verso la fine del XIX secolo e sopravvisse come “stile floreale”, si fissò nelle architetture,

ceramiche e mobili.

Si svilupparono le pubblicazioni periodiche e consentì una circolazione di idee.

Aumentarono le tecniche di stampa tra cui il cliché al tratto, la linotype, il cliché retinato, la serigrafia e il

rotocalco.

Morris indicò la doppia pagina, in modo da avere anche dei margini, le interlinee, i capoversi, le illustrazioni

e la sagoma del testo.

La copertina assunse i caratteri del manifesto, e le lettere assunsero più importanza di prima.

Si svilupparono anche i capilettera.

Poi si sviluppò la composizione meccanica dei testi per mezzo della linotype, qualche anno dopo si sviluppò

la monotype che ha il vantaggio di fondere le lettere separatamente, invece che sulla stessa riga.

Il manifesto si impose subito come mezzo di comunicazione in grado di trasmettere messaggi immediati e

sintetici, con la cromolitografia il foglio assunse dimensioni più grandi.

Uno dei primi esempi di manifesto moderno è dovuto a Manet per la raccolta Les Chats dove inserisce

l’immagine al centro del testo in una posizione tradizionale.

Bonnard realizzò un manifesto: con una donna con un ragazzino, le sagome non sono ben definite e non

hanno particolari, il testo è scritt

Dettagli
A.A. 2014-2015
6 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/17 Disegno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher KillyEmancipate di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della grafica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Nuova Accademia di Belle Arti - NABA o del prof Passerini Lucio.