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Uno  degli  obiettivi  principali  della  dirigenza  comunista  cinese  era  quello  di  dare  una  nuova  struttura  alla  società  e  di  ri-­‐

formare   i   processi   di   pensiero,   il   comportamento   e   la   cultura.   Più   difficile   si   dimostrò   ottenere   la   lealtà   e   obbedienza  

dell’immensa  burocrazia  ancora  abbarbicata  alle  antiche  tradizioni;  così,  nel  1966,  Mao  varò  una  “grande  rivoluzione  cul-­‐

turale”   contrassegnata   da   tre   anni   di   terrorismo   e   violenza,   durante   i   quali   molti   intellettuali   furono   costretti   a   lavorare  

come  contadini  e  operai  comuni.    

Già  dall’inizio  l’Unione  Sovietica  aveva  accordato  assistenza  alla  Cina,  ma  questa  si  rifiutò  di  conformarsi  alle  direttive  so-­‐

vietiche;  nel  1960  l’Urss  interruppe  quindi  tutti  gli  aiuti  e  ritirò  tutti  i  suoi  consiglieri  e  assistenti  tecnici.  Per  compensare  

l’ostilità   sovietica,   i   cinesi   intrapresero   un   processo   di   riavvicinamento   all’occidente   che   culminò   con   il   ritiro   da   parte   sta-­‐

tunitense  delle  obiezioni  all’ammissione  della  repubblica  popolare  cinese  nelle  Nazioni  Unite  (1971).  Dopo  la  morte  di  Mao  

(1976)   i   contatti   con   l’occidente   si   intensificarono   e   Xiaoping,   che   guidava   il   governo,   permise   una   limitata   reintroduzione  

del  libero  mercato  e  della  libera  impresa.    

L’Unione  Sovietica  possedeva  in  Asia  altri  tre  satelliti  o  stati  vassalli:  

1. La  repubblica  popolare  mongola,con  un’economia  essenzialmente  pastorale,  ma  che  dopo  la  seconda  guerra  mon-­‐

diale  iniziò  a  sfruttare  anche  le  risorse  minerarie  con  l’aiuto  dell’Unione  Sovietica  e  di  altri  paesi  comunisti;  

2. La  Corea,  occupata  congiuntamente  dalle  truppe  americane  e  sovietich:  tutti  gli  sforzi  di  riunire  il  paese  in  un  solo  

stato  fallirono,  e  nel  1948  sovietici  e  americani  organizzarono  regimi  distinti  nelle  rispettive  zone.  La  repubblica  

popolare  democratica  di  Corea  (Corea  del  Nord)  fu  fondata  su  modello  sovietico;  nel  1950  le  truppe  nordcoreane  

invadevano  la  Corea  del  Sud  che,  grazie  agli  aiuti  americani,  riuscì  a  scongiurare  l’invasione.  Sotto  il  regime  autori-­‐

tario  di  Kim  Il-­‐sung,  la  Corea  del  Nord  divenne  una  delle  società  più  repressive  e  irreggimentate  al  mondo.  

3. La  repubblica  socialista  del  Vietnam,   erede  della  repubblica  democratica  del  Vietnam.  Terminata  la  seconda  guerra  

mondiale,  i  francesi  cercarono  di  riprendere  il  potere   –  ma  furono  sconfitti  nel  1954  dai  vietnamiti.  Il  paese  fu  al-­‐

lora  diviso  in  Vietnam  del  Nord  comunista  e  un  Vietnam  del  Sud  anticomunista,  che  rimase  sconfitto  nella  guerra  

civile  negli  anni  sessanta  e  settanta.  L’economia  era  tradizionalmente  agraria,  ma  i  francesi  avevano  sviluppato  nel  

Nord  anche  un’area  industriale  incentrata  sulla  trasformazione  delle  risorse  minerarie.  

L’unico  stato  occidentale  socialista  alleato  dell’Unione  Sovietica  era  la  repubblica  di  Cuba:  Fidel  Castro  si  rivelò  marxista  

solo  nel  momento  in  qui  la  politica  anticastrista  statunitense  non  lo  gettò  tra  le  braccia  dell’Unione  Sovietica.  Tagliata  fuori  

dai   mercati   tradizionali   (soprattutto   con   gli   Stati   Uniti),   ma   comunque   dipendente   dal   suo   prodotto   d’esportazione   per  

eccellenza,  lo  zucchero,  Cuba  riceveva  la  maggior  parte  dei  manufatti  dal  blocco  sovietico.    

 

-­‐  Economia  della  decolonizzazione  

 

La  seconda  guerra  mondiale  inflisse  un  colpo  mortale  all’imperialismo  europeo:  Filippine,  Indie  orientali  olandesi,  Indoci-­‐

na   francese,   Birmania   e   Malaysia   britanniche   caddero   temporaneamente   sotto   il   dominio   giapponese.   In   Asia   e   in   Africa   le  

potenze   europee   lasciarono   le   dipendenze   coloniali   in   gran   parte   in   balia   di   se   stesse;   alcune   di   esse   proclamarono   imme-­‐

diatamente  l’indipendenza,  mentre  altre  videro  la  nascita  di  partiti  indipendentisti  che  si  battevano  contro  il  dominio  co-­‐

loniale.  Nell’immediato  dopoguerra  le  potenze  imperiali  ripresero  temporaneamente  il  controllo  delle  ex  colonie,  ma  que-­‐

ste  furono  gradualmente  abbandonate  a  causa  (1)  della  debolezza  provocata  dalla  guerra,  (2)  della  forza  crescente  dei  mo-­‐

vimenti  indipendentisti  locale  e  (3)  del  ruolo  ambivalente  degli  Stati  Uniti.  

Paesi   come   la   Birmania,   l’Indonesia,   la   Cambogia,   il   Vietnam   e   la   Malaysia   hanno   molte   caratteristiche   in   comune,   tra   cui   il  

clima  e  la  topografia:  

Sono   prevalentemente   rurali   e   agrari     la   forza   lavoro   si   divide   tra   la   produzione   per   la   sussistenza   delle   fattorie  

à

• contadine  e  quella  per  l’esportazione  delle  piantagioni;  

Alcune  possiedono  risorse  minerarie  strategiche  apprezzate  sui  mercati  mondiali;  

• Hanno  alti  livelli  di  analfabetismo;  

• Hanno  alti  tassi  di  crescita  demografica;  

• Sebbene  siano  nominalmente  repubbliche,  le  forze  democratiche  sono  deboli  e  molti  sono  sottostati  a  dittature;  

Singapore,  diversamente,  è  molto  urbanizzata,  alfabetizzata  e  relativamente  ricca.  

In  Africa  le  vecchie  potenze  coloniali  controllavano  ancora  quasi  tutto  il  continente;  sotto  la  superficie,  però,  erano  state  

messe   in   movimento   potenti   correnti   di   cambiamento   che   nei   due   decenni   seguenti   alterarono   completamente   il   volto   del  

continente.  La  Libia,  ex  colonia  italiana,  fu  il  primo  paese  africano  ad  ottenere  l’indipendenza,  trasformandosi  in  una  mo-­‐

narchia  costituzionale  (1951).  L’Egitto  fu  formalmente  sotto  protettorato  britannico  fino  al  1922,  sebbene  la  Gran  Breta-­‐

gna  conservò  il  controllo  delle  questioni  militari &nbs

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
30 pagine
12 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher millamalve di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Podestà Gian Luca.