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LO SVILUPPO ECONOMICO DELL’ITALIA
Il decollo industriale: quando e come Note
Ø
fondamentali:
- Risorgimento con nascita isFtuzionale 1861 con una serie di staF che si uniscono.
- 1848 fino a III guerra d’indipendenza
- Italia e I guerra mondiale
- Da Gioli[ a Crispi.
- Fascismo 1922 oQobre – 1943 25 luglio
- Repubblica da 25 aprile 1945 a 2 giugno 1946
Il decollo industriale, l’aggancio al modello industriale inglese avviene intorno agli anni 80 e 90
dell’800 cioè dopo l’unificazione poliFca. Nel 1861 l’industria in Italia era in una posizione
fortemente marginale, Italia paese fortemente agricolo.
Se si considerano le staFsFche come i fusi di cotone oppure la ghisa nel 1861: Si hanno differenze
rilevanF tra Italia Francia e Germania.
L’Italia del 1861 è il declino del rinascimento.
La tradizione manifaQuriera tra 1600 e 1700 aveva dato luogo a mercante-imprenditore e a proto-
industria. L’Italia era diventata esportatore di prodo[ agricoli.
Dal 1700 con la dominazione francese e austriaca l’Italia sviluppa l’equilibrio agricolo e
commerciale, fino al 1860. L’Italia presenta un primato della produzione agricola orientata
all’esportazione. La produzione agricola e il possesso della terra sono l’elemento portante della
produzione italiana. La nobiltà fondiaria deFene il potere e determina gli asse[.
Gran parte della produzione e in modo parFcolare il grano e la seta, vengono venduF all’estero.
Equilibrio agricolo commerciale = equilibrio economico degli staF preunitari fondato sulla
produzione agricola orientata sull’esportazione di beni agricoli.
Agricoltura italiana è estensiva, non ha livelli di resa agricola alF, perché non produce per il
è mercato interno. Bassa produ[vità grande produzione di beni per la commercializzazione.
Dipende dal mercato mondiale, dall’andamento dei prezzi e dalla domanda sul mercato
è mondiale.
Se arrivasse seta dal Giappone sarebbe un problema.
Ciò fa si che predomini come misura di organizzazione del sistema agrario e agricolo il laFfondo:
grande estensione di terra dove conta la quanFtà prodoQa non la resa.
1) Si ha 50%-50% a mezzadria che prevede divisione metà dei prodo[ agricoli. Il proprietario
non conduce direQamente la terra, la dà in affiQo. Si prende metà del prodoQo per
venderlo all’estero, non c’è gesFone direQa della terra ma commercializzazione della terra.
2) Gli oneri di manutenzione sono a carico del contadino => la mezzadria è un contraQo
diseguale. Essa oltre ad avere un problema che la produzione non è direQa e le spese
squilibrate è un contraQo che DISINCENTIVA gli invesFmenF, e sopraQuQo l’aumento della
RESA. Essa è un contraQo che non favorisce la resa agricola e non favorisce il meccanismo
per la manutenzione, sta nel meccanismo di essa. La mezzadria fa che il contadino
nonostante produca 100 o 150 la metà va al proprietario, ma io contadino devo pagare gli
oneri quindi non era conveniente aumentare la produzione.
Si ha la terza forma che è l’azienda agricola: cioè un’unità produ[va che ha alcune caraQerisFche:
1) Integrazione tra le culture e prodo[, economie di scala
2) Non si ha divisione a metà del prodoQo ma c’è un contraQo di affiQo, si paga un canone
concordato, tra massaro e proprietario. C’è l’affiQo.
3) L’azienda agricola adoQa il moFvo della rotazione Biennale o triennale.
Vengono unite 2 culture: cereali e zootecnia (allevamento animale) => la colFvazione di cereali
permeQe l’allevamento degli animali che favorisce concime. L’effeQo dell’integrazione è quello
dell’economia di scala => sfruQare risorse per produzioni diverse. => Differenziazione se dovesse
calare il prezzo dei cereali si può aumentare quello della carne e viceversa. GesFone della
domanda.
L’azienda agricola integrata e diversificata ha anche una localizzazione geografica cioè essa è
diffusa sopraQuQo tra pianura padana e Emilia Romagna.
Mentre la mezzadria storicamente si colloca nel centro Italia ovvero la Toscana. La
terra a bassa resa Puglia e Sicilia.
L’affiQo fa si che il contadino diventato gestore della terra possa cambiare gli invesFmenF al fine
di produrre.
L’azienda agricola sviluppatasi sopraQuQo tra bologna e Milano aQorno al po’ non è altro che una
rivoluzione agraria e agricola sviluppata in Inghilterra. Solo che qui avviene in luogo più ristreQo.
Un’area imita la pianura padana, ovvero il Piemonte orientale nella zona del regno di Sardegna
copiando il modello emiliano padano, sviluppo di aziende agricole, a guidare questo movimento è
stato Camillo Benso Conte di Cavour. Sviluppare Italia agricola sul modello dell’economia di
mercato inglese sul modello economia agraria e agricola inglese. Cambiare modello agricolo
commerciale introducendo un’agricoltura capitalisFca sul modello inglese.
(LaFfondo importante è la quanFtà di terra
azienda importante è il rapporto materie prime e produzione)
L’equilibrio agricolo commerciale va in crisi negli anni 50 per 2 faQori esogeni, cioè esterni che
sono la riprova di un sistema dipendente sulla produzione in quanFtà e su un commercio estero,
per il diffondersi di mala[e infe[ve che colpiscono il gelso e la vite.
Questo sistema non ha le soluzioni tecniche per contrastare queste mala[e, mancanza di
tecnologie. Si procede con il sistema internazionale.
Si ha inoltre la concorrenza straniera del grano Americano, Russo a cui si aggiunge la seta AsiaFca.
Si esercita concorrenza alla bachicultura, diffusa nell’area pedemontana lombarda.
L’equilibrio economico commerciale va in crisi.
Prima dell’1861 si ha un’altra crisi ovvero la necessità di definire un sistema economico adeguato
o in compeFzione con gli altri paesi europei. Gli altri paesi si specializzano. L’italia deve costruire
un sistema economico oltre che fare gli italiani.
Bisogna decidere se essere un paese agricolo fornitore di beni agricoli agricoli o scegliere
l’industrializzazione, agganciando 100 anni dopo l’economia di mercato inglese e il mercato
libero. 100 anni dopo prendendo conto dal differenziale della contemporaneità.
Tra 1878 e 1894 l’Italia aggancia l’industrializzazione abbandonando l’equilibrio agricolo
commerciale a favore di quello industriale.
In 40 anni si riesce a realizzare questo modello, e sarà un modello ripeFFvo, riagganciandosi al
modello americano.
L’industrializzazione apparFene alla sinistra storica, e viene realizzata in alleanza e sul modello
della Germania al contrario di quello agricolo faQo con l’Inghilterra. Il sistema isFtuzionale f
riferimento alla Francia
Il decollo industriale avviene tra 1899 e 1913 che ha tuQe le caraQerisFche della seconda
rivoluzione industriale => Belle epoque italiana. Fase preceduta da altre due ondate di
industrializzazione, aggancio e definiFva invocazione industriale. Il regno d’Italia tenta altre 2
volte di avviare un processo di industrializzazione il tentaFvo va da 1861 a 1866, periodo della
destra storica il tentaFvo d’industrializzazione, legata alla creazione d’infrastruQure, impianF
pubblici, ferrovie e strade e quindi lo stato aQraverso la spesa pubblica tenta di avviare il processo
d’industrializzazione. (come la Germania) Questa prima ondata di espansione è breve, termina
nel 1866 con la III guerra d’indipendenza, si ha una pausa e nel 1870 un altro evento poliFco
militare, con la presa di Roma porta ad un ulteriore spesa pubblica. Tra 1866 e 1870 la destra
storica avvia un riordino della finanza pubblica, come precondizione per riprendere ad invesFre
per favorire l’industrializzazione. La seconda fase va da 1877 a 1877, legata all’avvio da parte dello
stato aQraverso una poliFca protezionisFca, l’avvio dell’industrializzazione.
L’Italia si industrializza all’interno della grande depressione internazionale, legata alla crisi agraria
e alla scelta protezionisFca di difendere l’industria, il protezionismo e la svalutazione della
moneta per favorire l’industrializzazione, questa seconda ondata finisce male perché l’Italia dal
1887 al 1893 sperimenta una grave crisi bancaria.
Il 1-gennaio- 1894 nasceva la Banca d’Italia.
1) Crisi finanza pubblica
2) Crisi sistema bancario
3) Partecipazione prima guerra mondiale
Si hanno 3 ondate e sopraQuQo i primi 2 tentaFvi subiscono dei condizionamenF che sono legaF
al processo di unificazione, risorgimento (italia unita). Il regno d’italia sul piano economico dal
1861 si trova con una serie di problemi:
1) Problema pubblica amministrazione di definire quale modello scegliere e di organizzare
l’amministrazione pubblica. (Modello francese e non quello della common Law)
2) Problema di finanza pubblica: debito pubblico, l’unico stato preunitario che aveva avanzo
di bilancio è il regno lombardo veneto.
3) Problema di poliFca commerciale, cioè scegliere se essere libero scambista oppure
protezionista. Nel 1863 l’italia con la francia firma traQato di Cobden-Chevalier.
4) Problemi di infrastruQure
5) Dualismo economico= cioè l’italia unificata ha una struQura economica diversificata tra
nord e SUD d’italia. Milano alla guida industrializzazione italiana
- ISTRUZIONE
1879 Legge CasaF, viene introdoQa l’istruzione elementare obbligatoria e gratuita per entrambi i
sessi. Si delinea il percorso formaFvo:
- Istruzione elementare
- Ginnasiale/liceale
- Università
Ma l’istruzione elementare e quella tecnica gravavano, erano a carico della finanza degli enF locali.
Lo stato gesFva solo Liceo ed Università. Solo i comuni ricchi costruivano, gli altri no.
La sinistra storica nel 1884 finanzia la costruzione della prima acciaieria in Ita rendendola pubblica.
A Terni in Umbria la spesa pubblica viene orientata a sostenere lo sviluppo industriale.
2 DaF % PIL / SPESE
1885/90 13,6%
1911/20 20,5%
2002/05 50,7%
Pressione fiscale % Entrate
1885/90 11,4%
1911/20 10,2%
2002/05 46,7%
Differenza tra entrate rispeQo ad uscite
1885/90 2,2%
1911/20 10,2%
2002/05 3,7%
Il dato più alto del debito pubblico è di 11,20%
- Viene immesso denaro nel sistema economico da parte dello stato, è possibile dire che
l’industrializzazione italiana vede come primo faQore sosFtuFvo lo stato.
Lo stato non solo determina l’avvio del sistema industriale, cioè, gli invesFmenF generano
SPECULAZIONE EDILIZIA.
Vengono costruiF nuovi quarFeri a Roma.
La costruzione fa si che le banche finanzino pesantemente le imprese edilizie. Quando
però con la g